Lo Stato Moderno - anno V - n.5-6 - 5-20 marzo 1948

102 r,o STATO MODERNO la Russia e la Gran Bretagna che per tutto il resto del– di poterne aver come contropartita concessioni nei suc– cessivi trattati di pace con l'Austria e la Germania; un secondo, in tema elettorale, antisovietico ed anticomu– nista. Noi non ci cureremo per ora del secondo: osser– vando, quanto al primo, che possiamo essere lieti del– l'eventualità di una riunione di Trieste all'Italia, ma non possiamo pensare, nell'attuale tensione di rapporti eol mondo sovietico, che ciò significhi il rifiorimento della economia triestina. Ragion per cui, se « Parigi va– leva ben una messa», il mutamento dello statuto giu– ridico di Trieste, di per sè solo, « non vale una guer- , ra ». E con ciò crediamo di aver già dato una prima prova della necessità di netta distinzione fra democra– tici e nazionalfascisti. Ma se ne può dare un'altra e più importante. Il no– stro «excursus» sulla politica internazionale ci fa ri– tenere probabile per i prossimi mesi una « stretta » po– litico-diplomatica in cui i dirigenti della politica so– vietica dovranno venire ad una sorta di ritirata ma– scherata, sul tipo - ma in scala notevolmente più Ya– sta - di quella compiuta nel febbraio 1947, quando sgombrarono l'Iran settentrionale, sacrificando il par– tito «democratico-popolare» di Pi~cevari. Noi rredia– mo che i dirigenti della politica sovietica sianò tanto realisti, e in fondo rrn1anti delle <'ospicue posizioni na- zionali e personali conquistate sin qui, da sèartare l'i. potessi di una guerra che la Russi a, com un. q u e p e r d ere b b e, troppo essendo più debole il suo potenziale economico - industriale di quello della coalizione dei suoi avversari, oggi incompara. bilmente più armati e decisi di quanto non lo fossero nei confronti della Germania negli anni 1939-41. Ma bisognerà, d'altra parte, perchè tale riti– rata segni l'inizio di una lunga pace, e sia pure di una « pace armata», che in America e un po' ovunque siano messi a tacere i disposti .a « farla fuori una volta per sempre», gli anticomunisti arra b. hiati. i millennaristi, i nazionalfascisti di ogni specie e di ogni colore. Se il destino, e i comunisti, vorranno che si arrivi al cluro passo della messa al bando del par. tito comunista, si dovrà perciò far subito prima quel– lo dell'esclnsionc dalla vita democratica dei vari M.S.L M.N.D.S .. e dei loro equivalenti negli altri Stati. L'esem– pio inglese è abbastanza autorevole, soprattutto tenen. do conto dellà diversa consistenza dei partiti comu. nisti nei due paesi. Come si vede, la guerra fredda è finita, quella « cal– da » può non scoppiare; ma occorreranno intelligenza lucida. volontà salda e nervi a posto. La « vita corno. da » non è di questo secolo. e forse neppure di questo mondo. ARTURO BARONE VENTO DELL'OVEST Per chi, come me, fosse stato in lnghilterra nove anni fa, quasi giorno per giorno, c vi tornasse oggi, non è possibile sfuggire alla patetica impressione del ritorno. Voglio dire del ritorno all'aria, al tono, alla atmosfera d'allora, subito dopo il discorso di Birmi– ngham del povero Neville Chamberlain, finalmente con– scio, dopo il « rape of Prague », che era il fallimento inesorabile della sua miope politica. Certo, Neville Chamberlain non poteva, anche dopo la subitanea com– prensione, mutare la sua pochezza mentale e divenire un uomo diverso; ma il paese poteva mutare il suo at– teggiamento e compl'endere anche ciò che il suo Primo Ministro non riusciva fol'se a penetrare: che si chiu– deva un periodo e si iniziava l'Apocalisse. Oggi. chi sappia scernere cosa c'è sotto l'abituale « understatement » inglese, sente che siamo psicologica– mente e politicamente allo stesso punto, anche se nes– suno crede all'Apocalisse, a un 3 settembre per l'anno prossimo. Ma non vi è dubbio che ormai l'Europa è dolorosamente ridotta a sedici Stati. quelli aderenti alla proposta Marshall. e che al di là dell'ultima fron– tiera di questi Stati verso l'Est c'è il pericolo, e pro– prio, grecamente, la « barberìa ». Quindi, come sempre un po' tardi, si comprende che bisogna organizzare la difesa. cioè vernmente l'Europa. Tale è il senso profondo degli eventi di questi giorni, dei tre fatti intimamente collegati che son le delibera– zioni del COMISCO nei riguardi dei così detti partiti socialisti italiano e polacco, la conferenza socialista sul piano Marshall e il revisionismo occidentale del nostro Trattato di pace, che forse non sì limita alle proposte su Trieste. Con buona pace cli Pietro Nenni e del suo malinco– nico '!'ristano, Morandi, la •situazione è un po' più com– plicata e sostanziosa di quanto le note escandescenze in neretto voglian far credere agli sprovveduti let- tori dell'« J\ vanti!». Non sen·e rovesciare ancor una volta le carte e di pt'oclamare che i «compagni» della Internazionale sino a ie!'i fraternamente idoleggiati a fini propagandistici, son d'un subito divenuti « tradi– tori» venduti agli americani e alla reazione in aggua– to ... Non basta più la farile manovra comiziale per sco– prire che il Foreign Office e lo State Department di– rigono in verità Transport House e le T.U.C .. il C.I.0. e la A.F.L. Non riesce neppure la semplice abilità de– magogica che tutto immiserisce sul piano delle elezioni e tutto vuol ridurre a propaganda elettorale. E' an<·or una prova dell'inguaribile provincialismo italiano e specialmente massimalista voler vedere sem– pre e soltanto le cause immediate. quelle che contano meno. e trascurare le cause remote, le sole che siano reali. E la ragione profonda di questo revisionismo in atto, sia sul piano dell'Intemaziona le socialista sia sul più vasto piano della politica estera mondiale. è pro– prio nella finalmente raggiunta persuasione che ormai siamo a dopo il « rape of Prague ». che i tempi di Mo• naco son per sempre finiti. e che domani potrebbe esse• rc troppo tardi per fare ciò che si deve fare, cioè or· ganizzar l'Europa occidentale. Oltre la cronaca, questa è l'aspirazione degli atti po– siti vi di questi giorni, e sopra tutto questo è il senso della nuova strada intranresa. Una strada, non un viot– tolo- che finisce in « cul-de-sac » il 18 -aprile. L'unica strada che ancor rimane aperta. perchè er.a patetico e ammonitore ascoltare, alla conferenza socialista sul piano Marshall e alla riunione del COMISCO, un ora– tore dopo l'altro ripetere in certo senso la medesima storia -e da tutte aueste storie veder emergere la terza strada, o, se vogliamo, la terza forza, contro coloro che seguono invece la strada e la forza del Cominform. Son auindi intimamente legate le deliberazioni del COMISCO e della Conferenza socialista Marshall; e

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