Lo Stato Moderno - anno V - n.5-6 - 5-20 marzo 1948

LO STATO MODERNO 137 · Problema tedesco Come si vive oggi in Germania? Notizie non ne mancano, ma in forma d'impressioni e di relazioni anedoltiche, che possono lasciare dubbiosi e perplessi. Un quadro però suf,– licientemente r,;1ppresentativo e del quale non sembra che si possa disconoscere l'obbiettività, ci è stato offerto di recente della rivista Die Wandlung diretta da Rari Jaspers, il filosofo dell'Università di Heidelberg, che ha imposto ai tedeschi il problema della colpa. Il suo atteg– giamento non è quindi il più indicato a suscitare il plauso di un popolo che si sente abbastanza punito e che, se è disposto a dare all'hitlerismo la responsabilità dei suoi mali. di quelli posteriori al 1945 add6ssa la responsabi– Jitit ai vincitori e alle loro discordie: e questo sia detto, perchè la rivista non sia creduta emanazione d'un senti– mento nostalgico e ribelle. L'articolo non ha un solo ac– cenno politico, pur non essendo soltanto un'esposizione di dati statistici: del resto si tralascia di esso tutto quanto è impressione diretta e visiva. L'autore studia le condizioni di Francoforte nella zona americana, condizioni che sembrano esemplicative per tulle le grandi città della Germania. Nell'ottobre 1946, di ~24.065 abitanti, 7928 ,ivevano della campagna, e questi, va da sè, si saziavano; atti al lavoro 181.766; totalmente disoccupati 18.735; senza occupazione e viventi di rendi– ta 58.551. Considerando i viventi a carico di ciascuna di queste categorie, su 100 abitanti se ne hanno 39 senza pro– Yenti; carico straordinariamente esiguo, che però si spie– ga C'0n lo scarso numero dei bambini, pur essendovi un CC'ressodi invecchiamento. Da ambedue questi fatti e dalla n1rcfazione delle classi maschili dai 20 ai 50 anni, di– pende poi che il grafico della popolazione, invece di of– frire, come di regola, l'aspetto di una piramide, si pre- · senti con una grande strozzatura al centro. Questo quadro non è definitivo, poichè può essere migliorato dal ritorno degli sfollati e dei prigionieri; in ogni modo dimostra co- me, per quanto ha riguardo all'occupazione e al carico di famiglia, la situazione è tutt'altro che tragica, e noi Italiani la potremmo dire invidiabile. Le cose mutano quando si entra nel campo dell'alimen– tazione. E' risaputo quanto la scienza sia stata esitante e mutevole nello stabilire degli ottimi e dei minimi; ma non tier questo la comparazione fra il consumo del 1935 e quello del 1947, d'un consumatore così detto normale, durante un periodo di quattro settimane, cesserà d'essere impressionante: • carne formaggio pesce grassi patate pane zucchero caffe latte ·intero legumi frutta 1935 1947 3700 gr. 370 > 760 > 1930 > 13000 > 10000 > 1670 > 200 > 9 lit. 3400 > 2300 > 400 gr. 125 > 500 > 150 > 6000 > 9500 > 500 > 125 > surrog. 1 lit. sgrass. 588 > conserv. quantità incerta Non si parla di uova, fagiuoli freschi, piselli, cacao, mie– le perchè tali cose nella Germania d'oggi non esistono. Il fabbisogno minimo giornaliero, scientificamente am– messo, per un adulto in completo riposo è di 1.600 calorie, fra cui, perchè non venga danno alla salute, 45 grammi di grassi e 45 di sostanze proteiche. Consumatori normali, cioè uomini che compiono leggera fatica fisica, abbiso– gnano di 2.400 calorie; lavoratori da 3.000 a 4.800, e anche Più gli addetti ai lavori pesantissimi. Ora ecco il rapporto d'oggi e di domani fra il consumo medio d'un adulto nel 1935 e di un con– sumatore normale nel 1947: calorie proteine grassi 1935 3075 77 109 1947 1300 39 10 Ma un'indagine condotta in Francoforte durante lo stes– so periodo di quattro settimane p1·csso 176 famiglie con 813 persone ha segnato un consumo medio effettivo di 1694 calorie giornaliere; il che significa, dato il razionamento medio delle 813 persone (poichè vi sono compresi anche lavoratori pesanti) calcolato in 1560 calorie, un 10 per cento in più di quelle assegnate. Da dove viene questo 10 per cento? Viene dalle refezioni scolastiche, dal vitto non tesserato, dalle mense aziendali, dai pasti forniti dagli oc– cupanti ai lavoratori da essi arruolati, dai pacchi dall'e– stero, e infine da fonti illegali. Siccome poi i proventi sono, quanto a potere d'acquisto, diminuiti in genere della metà, si può affermare che nessuna famiglia con figli può mantenersi ad un liveITo appena sopportabile senza far ricorso ai risparmi o indebitarsi. La sproporzione fra depositi e ritiri aumenta sempre più: giugno 1946 agosto 1947 depositi 12,4 mii. 7,4 mil. ritiri 15,3 mil. 16,3 mii. Questo rapidissimo ritiro dei risparmi consente di prov– vedere a una buona metà di quel 10 per cento in più del tesseramento di cui si è parlato. E la fonte a cui si attinge col denaro è naturalmente il mercato nero. Ma come av– viene che la grandissima maggioranza, nonostante questa gravissima insufficienza del razionamento, riesca ad ele– varlo soltanto del 10 per cento? La risposta è data dai prezzi del mercato nero. I generi qualitativamente più pre– giati e distribuiti più scarsamente dalle tessere costano più che cento volte i prezzi ufficiali: una famiglia di quat– tro persone che volesse elevare la razione dei grassi da un chilogrammo a 4.800 dovrebbe spendere 1400 marchi, e uno stipendio medio è di 250-300 marchi, uno stipendio altissimo di 700. In questo modo la maggioranza della popolazione di– vora le sue ultime riserve pecuniarie; ma la diminuzione di peso degl'individui dimostra anche che queste estreme riserve sono consumate solo per conservare la vita. Si pensi poi che questo 10 pe1· cento è dato da un riferimento complessivo, mentre vi è chi non beµeficia di nessun au– mento: essendo l'emigrazione verso l'America costituita quasi esclusivamente di lavoratori manuali,sono ad esem– pio soltanto i lavoratori manuali che ricevono pacchi da quel paese. Insomma, mentre un lavoratore pesante rag– giungerebbe il 67 per cento del minimo fabbisogno, un intellettuale raggiungerebbe appena il 60; ciò che sem– bra indurre insegnanti, impiegati e letterati, effettiva– mente proletari, a gettar lo sguardo fra il dubbio e la spe– ranza sulla zona russa dove si hanno supplementi « anche per gli intellettuali >. . La diminuzione dì peso dei giovani dai 16 ai 20 anni raggiunge il 20-25 per cento per i maschi ed il 13-21 per cento per le femmine. Legato alle condizioni materiali di vita è l'aumento delle malattie veneree dovute a forme occulte di prostituzione che, se prima prevaleva fra gl_i strati più poveri, oggi non ha barriere di condizione so– ciale. La mortalità al disopra dei sessant'anni è diminuita - 45 per mille nel 1935 e 44 nel 1946 - per esser diminuite le malattie di ipernutrizione, gotfa, artritismo ecc.; ma la mortalità generale è aumèntata di circa un terzo per la maggior virulenza· di altre cause di morte, fra le quali è da porre la fame, che i medici settori hanno giudicato

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