Lo Stato Moderno - anno V - n.5-6 - 5-20 marzo 1948

LO STATO MODERNO 125 Sussidi a1 disoccupati o lavori pubblici In tema di soccorsi ai disoccupati, da molti viene po– sta l'alternativa fra i sussidi di disoccupazione ed un programma di lavori pubblici, che diano lavoro alla mano d'opera inattiva. T,a tendenza prevalente è piuttosto per un intervento statale con l'attuazione di opere pubbliche; e frequenti erano stati i consentimenti per l'azione del governo fa– seista in questo senso. Gioverà tenere conto della complessità della questio– ne. rich iarnandone soprattutto due aspetti. In molti ca– si i lavori pubblici richiedono, in relazione all'aiuto che ne risulta per le maestranze· occupate, mezzi assai mag– giori di quanto non comporterebbero i &ussidi; basti considerare l'impiego di materiali e gli utili degli im– prrnditori, non sempre ragionevoli. Inoltre, non tutte le maestranze sono le più bisogno– se (padri di famiglia con figli a carico); e neeessaria– mrnte vengono assunti quasi soltanto b:'ldilanti, sterra– tori e muratori, e non operai meccanici o metallurgici, rntcgorie queste ove la disoccupazione è più frequente. [<'attore positivo è invece la costruzione di opere che rappresentano un elemento di ricchezza per il paese, come strade, ferrovie, acquedotti, edifici pubblici. I trnffic; più spediti, più economici e con minore usura di mezzi di trasporto, sono infatti un elemento di ridu– zione del costo delle merci; e la creazione di migliori ron<li7,1onigieniche per la popolazione, quando anche 11011 fosse imposta da inderogabili ragioni umanitarie, C(lmporta risultati sensibili di carattere economico, e per la maggior efficenza dei lavoratori e per le minori spe– se di cura e di assistenza. Infine, come è noto, uno svi– luppo dei lavori pubblici è stato considerato da uomini di governo e da economisti, soprattutto dopo la crisi mondiale degli anni intorno al 1930, come un elemento cli lon,ificazione dell'economia nazionale, suscettibile di drterminare una generale ripresa degli affari. 8i è però riscontrato in casi assai frequenti, specie negli Stati di limitate risorse economiche, che le troppo :t1·:i,·osespese sostenute per lo sviluppo di un ambizio- · xo programma di lavori pubblici facevano salire il co– sto <folla vita. e con l'aumento dei prezzi interni mette– , 110 in difficoltà le industrie esportatrici, mentre si co111promettevala stabilità monetaria, e la minaccia del– l'inflazione era alle porte. Que~to fu sicuramente uno degli aspetti più preoc– cupanti dell'economia italiana negli ultimi anni che prpccckttero la guerra voluta da Mussolini; e se ne sa– rdibero rese evidenti le precarie condizioni se non fos– se intervenuto il conflitto. \'el periodo attuale dato il numero dei disoccupati esi– stenti in Italia, circa 2 milioni, (•) appare più adatto ri– mr·dio e soprattutto più urgente, quello di un adeguato sussidio di disoccupazione. La materia, oggi come oggi - conviene osservarlo subito - è disciplinata in modo tutt'altro che soddi– sfacente; e si stenta a credere che la coscienza nazio– na 1c non abbia ancora imposto ai poteri pubblici prov- 1·edimenti che tengano conto per lo meno di quei punti fondamentali circa il soccorso ai disoccupati, cui non Pllò rifiutars1 senza vergogna la società· di un gran-. (") Si vedano al riguardo Je osservazioni contenute id un mio ar– ticolo pubblicato su Stato Moderno nel fase. 3-4 di quest'anno. de Stato moderno. E' noto però che le categorie organizzate premono sul governo e sull'opinione pub– blica ed ottengono talora più di quanto loro non com– peta; mentre i disoccupati sono scarsamente organiz– znti, nè dispongono dell'arma dello sciopero. Così i go– verni di questo dopoguerra. assillati da questibni trop– po numerose e gravose, non di rado insoluhili, non han– no provveduto nemmeno a questo, che è sicuramente il più umano ed urgente postulato messo innanzi da Ila di– soccupazione: che un padre possa sfamare i propri figli. Si consideri che nella provincia di Milano, secondo re– centi dati, circa tre quarti dei disoccupati non fruisco– no di sussidio; e si vuole sperare che i padri di fami– glia siano il minor numero fra coloro che non sono sussidiati, se pur non vi sono particolari tutele a loro favore. Il sussidio è poi del tutto inadeguato: 215 lire per ogni capo-famiglia e 40 lire per ogni figlio minorenne a carico. Ciò significa ridurre degli uomini alla fame e alla mendicità e forse compromettere per l'intera esi– stenza la·salutè di individui, non adeguatamente nutri– ti nel periodo dell'infanzia e dell'adolescenza. Non pare che il nostro paese sia ridotto in condizio– ni tali da costringere governi e collettività a rendersi complici di un simile stato di cose: almeno a giudicare dalle molte spese dei ricchi, e qualche Yolta anche da talune dei lavoratori. Conosco le obbiezioni fin troppo sollecite che ven– gono avanzate, non solo da gente superficiale di larghi mezzi, ma talora anche da lavoratori modesti. Per mol– ti il disoccupato è un uomo di non sufficiente buona volontà. Si può recisamente affermare che questo il più delle volte non è vero, soprattutto in periodi come l'at– tuale. Basti considerare i molti lavoratori recentemen– te licenziati, o rimettersi al giudizio cli chi, trovandosi in determinate posizioni direttive, riceve continuamente pressanti richieste di persone che domandano· soltanto di lavorare. Nei sussidi ai disoccupati si dovr<'bbe soprattutto te– ner conto dei figli a carico; e le 40 lire per ognuno di essi, dovrebbero essere portate almeno al triplo. Men– tre l'indennità di disoccupazione che viene a cessare dopo sei mesi, dovrebbe, almeno per il sussidio a fa– v_ore dei figli, essere mantenuta. Se tali maggiorazioni non potessero venire sopporta– te dagli enti preposti ai sussidi, si dovrebbe quanto me– no compiere inizialmente una differenziazione a favo– re degli operai delle grandi città del Nord. Qui infatti il costo della vita è più elevato, mentre coloro che ri– siedono in località rurali, non di rado riescono ad ag– gregarsi, con un'occupazione sia pur parziale. al lavo– L'Cl dei campi di altri. Dovrebbero altresì essere sveltite le pratiche per l'e– rogazione dei sussidi stessi. mentre l'attesa è a voltP di tre e quattro mesi. Convengo infine che vi sono dei disoccupati che... lavorano. E rispondo che la sorveglianza nei confronti di ehi percepisce un sussidio potrebbe essere assai più rigorosa. Un ministro in carica pare abbia recentemen-. te risposto ad un dirigente industriale che chiedeva nna semplificazione nei sistemi di esazione dei contri-

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