Lo Stato Moderno - anno V - n.5-6 - 5-20 marzo 1948

LO STATO MODERNO 123 PARADOSSI,MA NON TANTO Allorchè il cardinale Schuster, o chi più auto•revole di lui, rispolvera e riagita la vecchia bmidiero: o con Roma o con Mosca, s'ode sem,pre qiwlche fischio maledHcato da sinistra e qualche parafrasi grossolana del tipo : con Ro– ma e con Wall Street. Dio ci guardi dal portare acqua ai mulino del « Frotite >. Però ... Spirito critico significa sen– sibilità per le analogie. Orbene, sono ritornato in questi giorni in Austrio dopo wn,a lxmtananza di sei mèsi. Quan– do partii, in agosto, si ero al colmo delfwiflazione, o del pericolo di inflazione. Gome pericolo non p_ossogiudicar– lo, come inflazione faceva, rid«e, modesta e addomesti– cata: la svalutazione dello stellino 110n avev(J;'f'(lg[Jiunto il 100% d'antegiierra. MOJinsoinma era inflazione: wn ec– cesso di circolante rispetto ai beni disponibili. Non molto circola,nte, scarsissimi beni. Da allora cominciò un'inver– sione di tendenza (nefasto, termine che da noi turba i sonni di tanta gente). la quale culmi11ò nel provvedimento del dicembre : cambio e taglio della monetQ ( il secondo dalla fine della guer.MI; il priffl)()Iera, avvenui'o con la so– stituzione dello scellino al marco). f prezzi di borsa ne– ra precipitorono, i prezzi itfficiali salirono. !11- pratiro si trattava delle scorte che la rarefatta, circol,azione faceva saltc»rfuori come topi,_Scorte di pochi generi, quelli fon– damentali del lebensstandard, importantissimi per il tenore di vita dei lavoratori, ma sopratutto delle classi medie. A gwa;rdarsi in giro sembra di assistere a 1ma riprodu– ::ione in ini.sitra ridotta e ritardarta delle n,astre ben note esperìenze. Fenomeni a noi familiari: il rifornimento as– sicurato del grano e del carbone, il precipitare del prezzo dello z1tcchero, la valuta vantaggiosa, il doll'l1ro a 40, il ,rrranosvizzero a 15 etc.: ,ossia la disperazione degli spe– culato.ri ..Dall'dltra parte, la rontropartitt/JJ: la penuria di circolante, il credito chìuso, l'inizio di mia crisi, il prin– cipio di. disoccupazione, etc. In ima corrisp_ondenza di quest,a, estate osservai che la speculazione del dopogi~erra non aveva da1'o in Austria. : rimltati ricostrnttivi dì cui, 1nalgrado ti,tto, le siam,a de– bitori in Italia. Secondo che si pensa che tali vamtaggi non li poteva dlNe o che non li aveva ancora dati, si ade– risce al giudizi'<>di chi plai,de a q1~sta recent!e politic<r finanziaria o, di chi la deplora. E infatti i produttori t'Oc– ciano Zimmerman.n, il ministro delle fina11ze, di dilettan– te, come da 11oiEinandi di professore. Nè l'uno nè l'altro qiudizio ci interessa, ma wltanto questa concl1{sione: che le ,s,opraddette politiche economiche non simo nè di Ei– naudi nè d_iZimmermann, ma molto più che non si cre– desse a suo tetnpo, di De Casperi e di Gruber. Sono po– iitica e non economiaJ. Politica democristiana, là e qua.. La contropi•= si ha iti Francw. Dietro Mayer, Bidault. E dietro De Gasperi, Gruber, Bidault, - ci siamo, il so– lito fischio - U.S.A. L'ottimo Ropke che, sui giornali sviz– zeri, da 1m q,nno in qua e.i va otturo11do le orecchie con le sue filippiche contro la politica finanziaria americana r con le sue lodi alla classica, finanza di Luigi Einai~di, evi– dentemente ti,m~ ha mai sospettmo che si potesse pren• dere sul serio quel che ogni operaio italiano conosce dal-· hi penna del biur11Pajet'ta. Che dietro Einaudi, Zimmer-' mann, Mayer - c'è l'U.S.A. Quello è il Kern des Pudels rfella D. C., del V. P., del M. R. P. Si può dire che all!o fobia del bolscevimvo i:O'Yrispo11de alla Casa Bianca la fobia delrinflazione. E 11011 per 111t:'"– tivi ecotvomici, 1na per motivi politici. L'inflazione è ve– duta come l'alleàta del Cremlino, l-a quinta colonna di .\lalotov. ftiflaziotle sig11ifica proletarizzuzione dei ceti medi. Tutti sappiamo che i11realtà essa significa spesso mi periodo di ricchezza e di ricostr1tzione, anche se ao,. compagnat,a fatalmente dCD sperpero, squilibrio, specula– zione. E' un malessere salut1are, come certe crisi di cre– scenza, e provoca una salute morbosa, coni,e certe forme di f<Jllnee dì vitalità esagerata. L'America ne vede s,a/– tantOIil secondo aspetto, e la fa C<Jm.battere dalle demo– crazie cattoliche europee come da S. Giorgio il drago. Fin qui abbiamo fischiato con la sinistro. E' da veder,· però ora, ingenuamente, se il famigerato piano Mars/w!I rientri ,11,ttoin questo qu,adro. F: vero, d-all'U.S.A. è par– tito l'ordine (parere, coinsiglio, su.ggerimento, appoggio, chiamatel,o ccmi,e volete) di troncare la politica inflazio– nìstica del dopogmrrra e di sostituirla con; l'igienico pia,.. no Marshall. Einaudi, Mayer et'C.,non hanno• esitato a se– giti-rlo, e, dicono gli avversari, hanno buttato via il bam– bvwo con fa cuna. l\fa tuttia la questione sta; tqiti. Se era inferta la c.una o anche il ba,mbino. E se gli U.S.A. non vogliono costringere l' Eitropa a concepirne e partorirne, non in nove mesi ma in quattro anni, un altro. Per l'econ0111istadegli Stati Uniti tutta l'economia eu– ropea è stata sempre più o meno inf ettCD,non S'Oltan.to qitel!a del dopoguerra e dell'inflazione. Non era tanto prodi~ttivistic-a quant/1. spernlcctiva: perchè nata e cre– sc,iuta, a partire dalla tessitura inglese fino alla metal– lurgia francese e alla meccanica italiana, sul f01tdamento dei dislivelli ,economici, dei privilegi nCD!'urali e delle pro– tezioni. E' da vedere perciò se il piano M arshall, non dioo costititisca, ·ma possa costituire fa sostituzione di mi. si– ste»ia produùivistico aJ.la tradiziotiale econatnia europea. Per ottenere qiiesto bisogna abolire gli strnmenti dei quali tutta l'economia ewr,apea si è sempre servita, gli strumenti della specufazione, le 11w11ete instabili, i ca1nbi va11ta17qiosi, i dunping valittari, i premi di •esportazione, le tariffe preferenziali, le protezioni doganali etc. : ,ossia prima di tittto le fro1itiere. Se la politica di deflazione, che possiamo chiam,o,re senz'altro americana, coi suoi vizi e i swoi meriti, avrà servito a ottenere soltanto una mag– giore stabilità e uniformità europea, 1W'Ji avrà servito a 111ente:a meno che l'CDritinflazio·nismoamericano sia'non l'antisettico delle infezioni del dopogiierra 1na, radical– mente, di ttitta la nosfra tradizionale economia di specu– fozione. Ossia che vada più in là dell'economia. Perchè la speculazione vive di divisioni i'erritotriali e di differenze p-olitiche che pennettono preferenze e privilegi: e questi crescono dove si nvoltiplicano le frontiere e vi è disparità di monete ed esistono privilegi sezionali i11tricati, solidali e irremovibili, ossia intorno• a ogni sorta di abusp tabù, di cui è stracorica r Europa. Soltanto wi' economiia razionale, fondata sulle sue c<;i– pacità produttive, sul progresso ternico stimolato dalla co1u:orre11za(se 11!(Jti è un mito). è dispost'(JJa riconoscere non wna sitiMizione di crisi ma una condizione naturale nella pn,spettiva di utì mercato libero e vastissimo èhe si estetida gradatamiente alla maggior areOJpossibile d1' Europa,. Ma questo implica u,i programma politico forse: ·,van .estraneo alle intenzfoni americane, ma che certo• va. al di là delle intenzioni delle varie D. C. ei,ropee : il su– peramento degli Stati sovrani. In che condizione verreb– be a Provarsi in imi,aRepiwblica federale euro,pea la Cit– tà del Vatic'l11w,e nella città del Vaticano il Papa? L'al– leanza delle varie dem.oc ~azie cattoliche eurÒpee e della democrazia pròtesta1ite a111-ericana fin dove può arrivare? Forse assistiaino a 1tna joumée des dupes. g. m. t.

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