Lo Stato Moderno - anno V - n.3-4 - 5-20 febbraio 1948

:S8 , ' LO STATO MODERNO LE11ERE Bl!;RLJNESI BERLINO,NUOVA SCIANGHAI Le « com,essioni internazionali » ~ella Scianghai dell'O– tiente furono lentamente smantellate man rriano che la so– •vranità dello stato cinese veniva riconosciuta dalle grandi .Potenze occidentali. Ma poichè evidentemente il mondo non può fare a meno di una grande città del tipo di Scianghai, daHa fine della guerra ne è nata una nell'Occidente, nel bel mezzo della vecchia Europa. Infatti il destino di Berlino non viene più deciso da un governo o da un'amministrazione tedesca; ma ciascuna delle quattro grandi Potenze amministra con poteri dittatoriali la propria « concessione», che qui viene chiamata «settore>>. Senonchè, mentre nella Scianghai ori– .3inaria alla popolazione indigena veniva lasciata in ammini– strazione autonoma una parte considerevole della città, ciò ,on esiste p_erBerlino: le potenze straniere ne dominano tutto 11 territorio,' ed una di esse tiene saldamente anche le pro– vincie circostanti. In verità tutti i confronti che si possono istituire tra la .nuova e la vecchia Scianghai, riescono a favore della vecchia: un tatto questo che si spiega quando si consideri che le « con– cessioni » furono &abili te nella vecchia Scianghai in un'epoca in cui valeva ancora, almeno in linea di principio, la gene– rosità verso la popolazione dei territori occupati. Caratteri– stica comune alle due Scianghai è il livello di vita della po– polazione indigena (salvo alcune eccezioni che sono sempre esistite e s'incontrano in ogni luogo), di gran lunga inferiore .a quello dei cittadini delle potenze straniere: tavole colme da una parte, fame e miseria nera dall'altra. Come nella vecchia Scianghai, dove si levava gran clamore· di propaganda ogni ,qual volta veniva compiuto un atto di generosità verso gli indigeni, così ,si usa fare oggi a Berlino, dove la popolazione ha perduto a poco a poco ogni ritegno e ogni senso di dignità: la fame ha avuto mgione di tutte le « inibizioni » della gen– te «civilizzata». Se a un deputato americano in visita alla città capita di attraversare a bordo di una lussuosa automo– bile strade fiancheggiate da macerie, è diventata buona usan– za che egli, arrestandosi, lanci ai bambini che giuocano fra mucchi di -rottami, caramelle od altre leccornie, sulle quali i figli degli indigeni si gettano con alte grida di gioia, come nella Scianghai di un tempo o nel cuore dell'Africa. Una si– gnora straniera che distribuì recentemente in tal modo le così dette Lollipopps ( dolci infilati su di un bastoncino di legno), ebbe a fare le più alte meraviglie pe;chè i fanciulli non erano accorsi a raccoglierle con manifestazioni di entusiasmo; ma la spiegazione si ~bbe quando risultò ohe i tfigli degli indigeni non avevano mai visto rnba del genere, ed erano •rimasti quin– di in sospetto, proprio come nella Scian-ghai di una volta. Solo pochi berlinesi trovano tempo ed energia per de– dicarsi a questioni politiche ad eccezione di una, importan– tissima, cui accennerò più avanti; tutti i loro pensieri sono -rivolti - come quelli della maggioranza dei tedeschi - a due problemi fondamentalli: la fame e il freddo. Infatti anche questo terzo inverno del dopo guerra non ha ~egistrato -pro– gressi sostanziali, se si tien conto che il freddo non è stato fino ad ora oosf acuto come .neM'inverno scorso; e pochi dei miei lettori vorranno credenni se preciserò quali razioni « sup– plementari » abbia ricevuto il berlinese in occasione della più intima e solenne delle sue feste, il Natale: 100 grammi di farina, 150 grammi di zucchero, 235 grammi di scatolame tratto dai depositi militari e qualche dolce; solo per gli uomi– ni di più di cinquant' anq.i un fiasco di -vino, che però potè es- sere distribuito soltanto dopo Natl}le. Le cifre sono quelle del settore britannico; tuttavia corrispondono con poche varianti a quelle degli altri settori. Dalla misura di queste razioni « speciali », ogni,mo potrà farsi u,n'idea di quello ohe sono le razioni normali, che a Berlino solo pochissimi possono inte– grare mediante acquisti al mercato nero, terribilmente caT!l. Accanto alla caccia al:e patate e a:le verdure supplementari, il ber:inese di oggi è tuti:o preso da quelli per la :egna e il carbone. Il combustibi:e distribuito dal:e autorità è tuttora in misura insufficiente per il rigido clima berlinese: tanto più che decine di mig:iaia di abitazioni si trovano con :e finestre senza vetri dopo oltre due anni e mezzo dalla cessazione del:e osti– h"tà. Chi riesce a procurarsi al mercato nero una lastra di vetro viene considerato come un campione nell'arte di « ar– rangiarsi », sempre che eg:i non appartenga alìa classe dei bor– saneristi, per i quali i prezzi non costituiscono a!cun ostacolo. Se abbiamo affermato che il berlinese medio di oggi può appena preoccuparsi di altri problemi che non siano que:Ji dei mezzi per vivere e risca!darsi, vi è tuttavia un'im– portante eccezione. Da quando la tensione tra :a Russia e le Potenze Occidentali si è fatta più ne'tta e precisa, il ber– linese teme per i! futuro destino del:a sua città, e insieme della sua esistenza. li fallimento della Conferenza di Londra ha rafforzato questi timori: se la Germania finisce divisa in due parti, in una Germania occidentale e in una Germania orienta:e, Ber:ino perderà - per lo meno per lunghi anni o decenni - la sua posizione di capitale tedesca, e diventerà tutt' a: più la capita:e della Germania orientale, o di una repubblica tedesca sovietica, o qualcosa del genere. Come hinteri ,a.nd , Berlino conserverebbe allora soltanto la Germania orienta:e, poco importante dal punto di vista industriale, senza la Slesia, senza gran parte della Pomerania, de:Ia Lusazia, ecc. Anche se i rapporti economici tra Ber:ino e la Germania occidentale non sono ora molto importanti, si sono sempre nutrite molte speranze per una forte ripresa nell'avvenire. Ma, per la stragrande maggioranza dei berlinesi, molto preoccupa un altro perico!o. Già prima de: fal!imento della Conferenza di Londra. circolavano voci insistenti secondo le quali :e Potenze occidentali si sarebbero ritirate da Berlino, e tutti e quattr~ i « settori » sarebbero caduti di nuovo - come fino al luglio del '945 - sotto la sovranità della Russia. I berlinesi hanno avuto occasione di conoscere i Russi alla prova dei fatti; e hanno manifestato :a -loro opinione su tale esperienza quando, nelle prime elezioni comunali veramente :iberP., quelle del 1946, hanno votatb in maniera evidente contro i Russi, infliggendo una gravissima ed inattesa -scon– fitta al partito fondato sotto l'ispirazione sovietica, al S.E.D. (Sozialistische fanheitspartei Deutschlands), partito di unità soci• :ista della Germania, sorto dal:a fusione tra comunisti e SC'~ialistidi sinistra. I berlinesi di nulla temono quanto del risti>'>ilimento .del:'unica sovranità russa su tutta Berlino. Il fallimento de!la Conferenza di Londra ha rafforzato que•ti timori. Se sino ad ora ci si fondava su vaghe suppo· sizil"'li e congetture, ormai esistono dichiarazioni quasi uffi– cia!' dalle quali risu!ta che i russi ritengono inevitabile In ~go"'bero di Berlino da parte delle Potenze occidenta!i, e che la r~hiesta di sgombero verrà avanzata anche in. via ufficiale. TI p.iornale Tiigliohe Rundschau, edito a Berlino e sotto il COlJl.l);etocontro:Io dei russi, subito dopo il fal:imento della Conferenza di Londra ebbe a pubblicare un articolo che chie-

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