Lo Stato Moderno - anno V - n.3-4 - 5-20 febbraio 1948

LO STATO MODERNO 51 LETTERE ROMA E Na8cita del ~~ Fronte popolare'' Con le elezioni ormai a portata di mano, lo schieramento dei partiti risu:ta in fase di assestamento e di sistemazione, allo scopo di offrire ali'elettore que!le precise indicazioni tra cui esso possa compiere la sua sce:ta. Per ciò che concerne l'estrema sinistra, con la nascita de: Fronte popolare », sanzionata domenica 1• febbraio nel!a s,,:a del P:anetario in Roma, il gioco è onnai fatto. Le tratta– t:ve per giungere al'.a formazione del nuovo organismo sono ,tate o'.tremodo laboriose anche se all'esterno, ad uso dei tes– serati de: P.S.f. e del P.C.I., si è dichiarato che tutto, in seno aTapposita commissione socia'.-comunista incaricata di con– durre in porto :'affare, proce:leva nel migliore dei modi e ne: più perfetto accordo. In realtà i socialisti. secondo che è stato rivelato da al– c11nigiorna:i, hanno dovuto respingere due pericolose offensi– ,·e condotte dai comunisti: la prima intesa a ;, tesserare» gli iscritti al Fronte, evidente preludio e presupposto de:•la crea– zione di un superpartito (= partito unico); la seconda di– retta a proporre l'istituzione nella Camera che sarà eletta nel pro.,simo aprile di un unico gruppo par!amentare (del Fronte) anzichè di gruppi parlamentari autonomi distinti. L'apparato di Basso ha resistito egregiamente al'.e pretese dell'apparato di Via de!:e Botteghe Oscure; e in conseguenza, dopo alcuni giorni di intensa discussione, si è potuto dare il via al:a nascita ufficiale del « Fronte ». La cerimonia nel:a sala del Planetario va annoverata tra quelle di « oceanica » memoria, degli entusiastici consensi e degli applausi a non finire. Genitori del:a nuova creatura era– no il P.C.I. e il P.S.I.; numerosi gli intervenuti, tra cui s'in– tende i vari « utili idioti », i diversi Molè, Azzi, Gerardo Bru– ni ecc., in attesa di riscuotere il premio - sotto la forma di elezione a deputato o senatore - della loro adesione al Fronte. La politica dei « Fronti popolari» non è certamente nuo– "a ne:l'occidente europeo: è nel 1935, •nel VII Congresso te– nuto a Mosca dall'Internazionale comunista, che si registra quella svolta decisiva nella po'.itica de: Comintern per cui ha inizio eia parte dei comunisti la marcia verso i partiti socialisti riformisti e in generale democratici, considerati fino a poco tempo prima alla ~tregua di social-fascisti o addirittura fascisti. La volontà di co:laborazione ad ogni costo tocca ed investe anche quelli che, fino a ieri, erano considerati i principali ne– mici., i catto!ici, e in conseguenza Maurice Thorez, araldo del comunismo in terra di Francia, scrive: « Noi ti tendiamo la mano, cattolico - operaio, impiegato, artigiano, contadino - noi che siamo dei laici, perchè tu sei nostro frate:lo e perchè tu sei al pari di noi accasciato per le stesse preoccupazioni ». Si trattava allora di opporre resistenza a!•:a minaccia gi* incombente clel:'hitlerismo e delle dittature di destra. La pol,i– tica dei « fronti comuni » incontra però una sua piena giu– stificazione durante 1a guerra, e nel periodo immediatamente successivo dei C.L.N., e della prima fase della faticosa rico– ~truzione. La buona volontà dei comunisti, anzi, ha sì ,gran fiducia, che nel caso particolare dell'Italia Togliatti e· i suoi r;sultano disposti persino ad accettare e a fare accettare a tutti gli a:tri partiti la continuazione del regime monarchico, ,otto l'ambiguo compromesso della luogotenenza. Ma trascorso quel primo tempo, è evidente che le cose debbono essere in maniera del tutto diversa, che in regime di democrazia ciascuno dei partiti deve assumere le sue respon– iabilità, prendere posizione con il su.o dfstinto volto, e che la politica dell'embrasso11s-nous, del « siamo tutti fratelli», del « vogliamoci bene», patrocinata dai comunisti, mira a ben al– tro. Lo scopo dei comunisti è di riuscire a toccare la méta per mezzo di una manovra di aggiramento, :à dove, si potrebbe dire, l'urto frontale si è rivelato insufficiente. Ne:la impossi– bi'.ità, ossia, cli condurre nelle proprie file e sotto :e proprie insegne più di un certo numero di militanti, i comunisti cer– cano di varcare vittoriosamente il traguardo elettorale ricor– ren:lo a::a formula dei « Fronti Popolari », aggregando al pro– prio carro affigliati ad a:tri partiti {in particolare: il P.S.1.) che risu:terebbe impossibi:e ottenere che rinuncino ai propri sim– boli e contrassegni. 1 ella vasta operazione in corso, ai vari ~lolè, Donati, Veroni, ecc. spetta - s'intende - l'ufficio di copertura, a::o scopo di gettare polvere neg:i occhi, di otte– nere un avallo di «democraticità». e <li non restàre, sopra tutto, iso!ati. Il significato della cerimonia che si è svo!ta al P:anetario ;, q ue:ìo che abbiamo sopra detto. In tale situazione i pro– grammi non contano, sono appena formule e slogans propa– gandistici, destinati, proprio per la loro genericità, a fare im– pressione sul:e masse. (Al Planetario, allorchè uno tra i pre– senti - un caso davvero unico fra tanta gente che aveva so:tanto la funzione di battere le mani alle dichiarazioni di smaccata adesi6ne al Fronte da parte dei vari oratori che si succedevano alla tribuna - ha chiesto la parola al presidente Mo:è per discutere il programma, Mo'.è, come chi è colto di sorpresa da un fatto inusitato e straordinario, ha ripetuto due volte a: disturbatore: « Vuoi parlare sul programma? », e ha guardato Longo che g[i sedeva accanto, un po' per trarne ispirazione e un po' con l'atteggiamento cli co!ui il qua:e si scusa: « Non è co!pa mia. L'iniziativa è sua. Io non c'entro in alcun modo ». Quando poi l'incauto oratore se ne è uscito anch'egli nei medesimi vaghi ed approssimativi motivi dei suoi predecessori, Molè ha tratto un sospiro di sollievo e ha get– tato verso Longo un'occhiata d'intesa che, evidentemente, significava: « Per fortuna anche questo è della stessa specie degli altri; e tutto procede senza U::cun distu_rbo, secondo il piano dei lavori predisposto»). e: programma del Fronte, infatti, v'è di tutto un po', ma in maniera affatto sommaria e generica, e non rispondente poi a verità. E' evidente, ad esempio, che quando il Fronte dichiara di voler lavorare per la pace, esso (o - ciò che con– ta - i comunisti, che ne sono, ad un tempo, la mente diret– trice e il braccio esecutivo) mentisce sapendo di essere nel falso. I comunisti non sono in quella posizione di equidistanza dai due blocchi antagonistici - russi ed americani - in cui proclamano di trovarsi; mi,itano decisamente a favore di una de'.le due parti, e se affermano altrimenti, si tratta di un'evi– dente ipocrisia, di una ghermine[a « tattica » per non scoprir– si eccessivamente, che dovrebbe ingannare soltanto ◊hi vuol essere ingannato. Anche la necessità, contenuta nel programma, di rifonne di struttura - nel campo agricolo, industriale, e via dicendo - lascia, nel modo come le cose sono enunciate, la situazione a:lo stesso punto di prima. Quando si parla di riforme <listrut– tura occorre fare un disoorso più particolareggiato, indicare con precisione gli specifici settori in cui si vuo'.e agire, Altri– menti si rischia di comportarsi come Nenni, il quale dalla Ll- J J j j

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