Lo Stato Moderno - anno V - n.3-4 - 5-20 febbraio 1948

64 LO STATO MODERNO ternaziona:e si è spostata dalla nazione al:a comunità di na– zioni, come cioè una singola nazione non è oggi in grado nè di efficientemente collaborare nè di efficientemente resistere alla predominanza de:le tre grandi comunità supernazionali (l'Americana, la Sovietica, la Britannica) sopra vissute al nau– fragio universale de::a guerra, così ne:le convivenze politiche naziona:i l'unità di misura sta spostandosi dagli scarni partiti gelosamente se!ezionati verso il più ampio sistema dei partiti di massa e dei consorzi di movimenti affini. Questo passaggio richiede una spassionata rinuncia a vecchi ed orgog:iosi preconcetti, richiede uno svecchiamento di abitudini, un'apertura di vedute su più vasti orizzonti e quindi un rinnovamento ed una tolleranza dottrinale a cui noi, bruciati dall'esperienza di molti errori, dobbiamo dar mano senza avara misura e indugio, se non vogliamo venir meno ali' estremo dovere che pesa su:le ·nostre spalle, se non vogliamo affidare a:le generazioni che stanno per sostituirci un'eredità fal:imentare. Su questa via noi non siamo degli imprudenti precursori, ~iamo, se mai, dei tardivi realizzatori. I tempi sono più che maturi. Le forze moderate che indugeranno ad ubbidire a ql)esto rinnovamento ne'.le loro intime dottrine e nei loro esterni rapporti di solidarietà, non potranno che andare alla deriva, per legge di gravitazione, v~rso i po:i opposti che le attraggono. Così il Partito Liberalé ha derivato per gradi e poi im– provvisamente verso :' estrema destra abbandonando il pre– sidio di- una posizione di centro che in pochi non abbiamo voluto disertare ed a cui non pochi rimasti al Partitò, legati per la disciplina ma estranei nello spirito, guardano con nostalgia. Non ho la minima intenzione di insistere in un ingene– roso attacco al mio vecchio Partito, nè vorrei aggravare il disagio di quanti, non meno libera:i di noi, vi indugiano con riluttanza e con intenzione di bene. Può• darsi che la loro influenza ~ le opportunità del momento possano far sì che il Partito non si discosti troppo apertamente dal:a rotta che gli può consentire una giustificata permanenza nel governo di centro-sinistra a cui partecipa. Ma questi sono adattamenti di manovra, quello eh.e conta è l'animo, è l'inclinazione spi– rituale, è i: gusto politico degli uomini che stanno al timone di questa nostra vecchia nave liberale usa a percorrere diritta le limpide acque del largo e condotta oggi a bordeggiare in acque basse ed infide. Quello a cui noi miriamo è un disincaglio deH'idea liberala la quale perde se !ttessa quando perde la capacità di rinno– varsi perennemente muovendo, senza timide esitazioni, verso le posizioni avanzate che :e sono proprie. Un simile libera– lismo anticipatore di un nuovo concetto di libertà non illi– mitata ed egoistica, ma contenuta e difesa entro una razio· nale disciplina ed una generosa giustizia sociale. potrà dare un . solido apporto alla « terza alternativa», contribuendo a risol– vere le contraddizioni che paralizzano la vita nostra e del mondo a cui apparteniamo. Noi non siamo soli a credere in questa riso:vente ed a lavorare per la sua realizzazione. Noi guardiamo ·con simpatia a tutti gli uomini che vi cooperano ed a tutti i paesi che, strntti dalla stessa necessità, mirano allo stesso fine. L'esperimento inglese Quando ho parlato a Roma indicando nel laburismo in– glese una de!•:e formule conciliatrici attorno a cui una fede– razione europea potrebbe politicamente ed economicamente rea:izzarsi, i benpensanti della destra liberale mi hanno con– siderato come una pecora nera smarrita nell'ammirazione del– !' esperimento socia!istico inglese. Io non ammiro ne~suno, giudico gli esperimenti sociali che ho avuto campo di cono- scere da vicino secondo il mio punto di vista che è, non a caso, ispirato ad un doppio motivo libera:e e socialistico: Se trovo nel laburismo inglese una formula socia:istica che non offende la mia menta:ità liberale, è petchè veramente quel sistema offre il massimo possibile equilibrio fra le esigenze della disciplina economica e que;le de:la libertà po– litica. E' un modello che il :iberalismo non può accettare tale e quale, ma che può prendere per base a svi:uppi confacenti alla sua rinnovata dottrina. Per dimostrarvi che io non sono in eresia, vorrei, a costo di ripetern1i, far conoscere anche a voi un breve passo delle dichiarazioni recentemente fatte al Partito Laburista dal Pri– mo Ministro Att:ee e che considero particolarmente persua– sive anche per il nostro orientamento. " Quel·lo che si ridhiede <la noi è U111a riconci<liazione fra li– bertà e:! online, fu-a òndipendenza ed autorità, poiché noi abbiamo biso~no oaJI tempo stesso dl atntoriià e di <1be"tà. Io sostengo che qui in I nghi!l1tenianoi stia.mo offr<-"J1do una pratica guida a!I mon– do; una, guida che è oggi necessa.ria per preserv.ire 'l'eredità cle:•la civiltà europea. Oggi nell'Europa orient,ale i'1comumismo, dopo aver rovesciato la ,birann.iacapi~,ù.stica, ha ripudiato le dottei01ede!:•a libertà i11Jcli– viduale e de!,J,ademocrazi,a politica, respingendo tutta l'eredità spi– Tibtde dell,I'Europa occidentale. Ora, la ·libertà poli'llica non è so:o una nobUe cosa in s.e stessa, essenziale a: pieno svUuppo de:fa per– sona!tità umana, ess::i è anche un mezzo per 1I"eaHzz..'lr:e ii diritti eco– nomici e la giustizia soci,, e e per preservare questi ben.i una volta conqu.istruti.Dove non è r!ilbertàpolitica i•Iprivilegio e l'ingiwlizia tornano a farsi avantli. A.un astremo del:la sca:a •noi 011:;maunoggi i paesi comunisti, al:'alùro estremo giri Stlabi l:ntiti d'America sostengono J.a libertà individ\m1e neHa sfora politica ed il ri,apetto dei diritti -umruni.Ma J,a loro economia è basatia su'! ca,pi~i=o con tutl'i ; prob:emi che esso presenlla e con rla caratteristi~a e.s,ll'emacliseguagloanza di ric- chezza fra i cittadini. • La Grrunibretagna,come gli altri paesi deM'Europa occidentale, è coLlooata e drul punto di vista &eogmf'ico e da) punto di vista da1'le teorie economiche o po:htiiche fm questi due grandi statti con– tinenlla'li. Questo rnon vuol dire che ],e nosbre ,dee siano in alcun senso « oapitaf.Llitnoannacquato)> o « comunismo -::tnnacquato})' nè che esse costituiscano una tappa neEo spostamento <!ali ·uno at:' al– tro credo. La nostra fede è un1 fo.losohaa se stan!e. Il nostro com– piro è dù costruire un s:~tellY.Iil qu'1'le combini J,a 'llibertà rundivi– dualle con una economia regolata, la democrazia con la giustizia sock!!le. Noi stÌ'amo dando una guid1 che è necessaria nori so:o a que– sto paese, ma all'Europa». E ditemi ora se questa è una visione a cui un indipen– dente gruppo di socialisti, repubblicani, azionisti, libera:i e cittadini di senso comune non possa aderire, riconoscendovi il punto d'incontro in cui si realizzano e si accordano la col– lettiva regolazione della vita e la individuale emancipazione dei viventi. Il compito dell'Europa Io credo fermamente che questa terza alternativa, che questo terzo senso di circo!azione, visto con sospetto dai fa– natici sostenitori dei « sensu umco », ha da:la sua parte non so:o la nostra volontà ed il corso della storia, ma lo stesso interesse dei due blocchi antagonistici che finiranno per ri– conoscervi il terreno e lo strumento in cui si potrà allentare la insostenibile tensione dei loro rapporti. Terreno e strumento di questa mediazione fatta di indi– pendente ed illuminata iniziativa non può essere, ripeto, che l'Europa. E l'Europa non potrà attendere a questo compito– moderatore, risollevandosi alla dignità della sua missione nel mondo, se non troverà una formula sua, cioè un sistema so– ciale e un'unità federale che possano ricomporre nell'armonia e nel vigore de:le singo'.e nazioni l'armonia ed il vig·ore del continente. Chi non condivide questa grande speranza, chi pensa,

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