Lo Stato Moderno - anno V - n.1-2 - 5-20 gennaio 1948

LO STATO MODERNO liberale, con gl' isterismi degli scioperi sabotatori di Francia e d 11a1i:1. 11°momento decisivo è vicino. E a questo punto, un atto di contrizione, con quella ci– nica lealcà di cui ho detto avanti. In questa seconda ondata storica di catastrofe postbellica, chi ci ha tino ad oggi salvato, risparmiandoci I" estrema brutale polarizzazione Ja,cismo-bol– scevismo, che m:naccia gravemente la 1' rancia priva della esperienza di un suo 192M Chi ci ha salvato dalla balcaniz– zazione, salvando anche una schiera 9i galantuomini demo– cratici (con i Saragat, i Pert:ni, i Lombardo,\ Valiani e cento altri) dalla forca o dall'esilio? - Gli alieati - d:rete. Certa– mente; ma qual' è stata quella forza italiana che ci ha per– messo di mostrare che sappiamo guadagnarci, anche col nostro impegno politico, la via per una democrazia liberale? Confes– sarlo suona forse per noi amaro rimprovero, scorticante umi– liazione, ma riconoscerlo è la sola strada per rimediare. Ci ha saivato la Democrazia Cristiana, la quale, per l' appoggio dei suoi diecimila parroci, ha potuto trovare quell' organizzazione che è indispensabile a difenderci da un' altra organizzazione formidabile, quella comunista: quell'organizzazione che la borghesia colta è stata finora incapace di creare e il cui man– cato funzionamento nel '22 l' ha !mttata, in extremis, neile squadre fasciste. E, sia detto a suo onore, la Democrazia Cri– stiana, fino ad oggi, ha saputo - in gran parte per :e stesse neoessità della lotta politica - rimanere aperta alle ragioni del progresso sociale e sufficientemente chiusa alle istanze della reazione che pure la stringono dappresso. Se la borghe– sia colta e lavoratrice, che porta ancora i germi del progresso, ha potuto resistere e può oggi avviarsi a riprendere l' iniziativa strappandola ai comunisti, lo deve in gran parte, essa, l' intel– ligenza laica e liberale, alle forze politiche ispirate dalla Chie– sa. In una guerra di miti, essendo aggredita l' umanistica so– cietà liberale dal mito bolscevico, bisogna difendersi, come la esperienza va comprovando, con un' altra forza ideale che abbia valore di mito: contro la stella rossa, la croce. E si deve del, resto considerare che - per il trascorrere stesso dei secoli che armonizzano storicamente le differenze - l' umanesimo liberale ha avuto modo di avvolgere, di sterilizzare, di disar– mare col suo criticismo, gran parte del pericoloso totalitarismo del « mito cattolico », giovando in ultima analisi a questo stesso, giacchè lo ha trasferito in una sfera più elevata, quella della pura istanza religiosa e insieme lo ha costretto a modernizzarsi nelle sue concezioni sociali. Ricordiamo che come il '600 fu il secolo del rigoglio della nuova filosofia, di Campanella, De– scartes, Spinoza, Locke, Leibniz, fu insieme e per una profon– da correlazione dialettica, il secolo delle grandi imprese mis– sionarie gesuitiche e francescane e dei grandi santi • sociali ». Quale meraviglioso rapporto di equilibrio storico, in questa dialettica che pur ha toccato sovente le punte dell' opposizio– ne. Onde, di fronte ali' urgente minaccia di un altro mitx>ben più aspramente pericoloso, può e deve la società liberale - per sua stessa origine, spregiudicata criticista e nobilmente empirica - allearsi, nella contingenza storica, con la forza mitica del cristianesimo, la sola che, nel tempo dei miti di massa, può dare alle masse (e non solo alle ristrette élites) - il semo dell'unità della comunione, della crociata. Noi siamo e saremo leali avversari del Cattolicesimo po– litico; ma oggi è doveroso rendergli l'onore delle armi, Tuttavia la Democrazia Cristiana- non può durare da sola, se non caricandosi di troppo costosi appoggi e fatahnente logo– candosi nelle sue difese verso destra. Tutti gli amici della democrazia liberale moderna hanno oggi il dovere d' inter– venire. Altra volta, se possibile, vorremmo accennare a una base concreta d' alleanza per un Fronte di sicurezza democratica che dovrebbe unirci - in un semplice e chia~o programma contingente (senza coinvolgere i famosi e funesti principi) - dai Socialisti lavoratori, ai Repubblicani, ai Liberali, agli Azio.. msti, a tutti i ceti medi di cultura laica. Punti fondamen– tali del programma, sui qua;i parmi che si possa raggiungere un sincero accordo, dovrebbero essere una ben delinita po– Luca economica (quella di Einaudi i liberali l'accettano, i re– pubblicani pure, i saragatiani anche, giacché p,udentemente non vi si oppongono e poi sono entrati nel governo che l' at– tua), un piano di sicurezza sociale (assicurazioni e pensioni, riforma degli Istituti di previdenza), la difesa dell'ord:ne pub– blico, la nazionalizzazione economica del Sud e il suo sviluppo civile, soprattutto una politica estera che esca da[e attuali in– certezze e valorizzi ogni nostra poss:bilità. E su tutti questi punti - s'intende - accordo con :a Democrazia Cristiana, di cui non si può fare a meno. Da essa ci divideranno i problemi dell'educazione nazionale: gravissimi, naturalmente, ma che dovremo saper graduare a seconda dell'urgenza di altri pericoli. Sono punti fondamentali su cui pensiamo ci possa essere identità di vedute tra le forze di centro laico. Questo genere di un'oni estemporanee non è di nostro gusto; ma il tempo stringe paurosamente, e ne abbiamo perduto fin troppo. NINO RUSSO PEREZ Si riapre l 'A.\sociazione de '' Lu Sta lo Modf!rno '' L'Associazione de « Lo Stato Moderno» (troppo nota ai lettori di questa rivista, perchè abbia bisogno di illustrazione) ha riaperto i suoi battenti con una simpatica riun:one, in un c:ima di aperta e comunicativa cordialità· In una sala de:la Casa della Cuitura si sono racco:ti uo– mini di ogni tendenza politica, ma tutti schietti e fervidi pala– dini di una concreta, fattiva democrazia. Mario Paggi ha par– lato con un tono di fede, che sarà sembrato insolito a chi co– nosce l'intensità talvolta negativa del suo criticismo e della sua dia'.ettica, precisando g;i scopi e :e direttive di que:,:•orien– tamento politico ormai noto con la definizione di « Terza Forza». Con una interpretazione che ad alcuni è sembrata forse troppo estensiva, e portandosi sul piano europeo, egli ha _defi– nito la « Terza Forza » come la salvaguardia non soltanto dei genuini valori democratici all'interno de:le naz:oni europee, ma della stessa pace europea, se saprà assumere una decisa, preponderante posizione di mediatrice tra le forze contrastanti. Ha accentuato che la « Terza Forza» potrà raccogliere in– torno a sè, per l'attuale conformazione storica della società, rappresentanti di tutte •le c'.assi; ha concluso affermando che l'Associazione de « Lo Stato Moderno • sarà un centro di studi e di cultura politica aperto a tutti e spoglio di pregiud'zi ideo– logici. Ferruccio Parri ha sottO''.ineato le paro'.e di Paggi, pre– cisando con felici espressioni che l'Associazione de « Lo Stato Moderno » potrebbe funzionare come cent·o di resistenza diretto a far sì che gli uomini non 9iano travolti da:la v-io'.enza semplicistica del gioco politico verso posizioni che non sono le proprie: e questo nell'interesse generale del Paese, per sal– vaguardare l'unità, la compagine dello stato democratico. Le discussioni e i commenti sono stati an:mati. Si prean– nunciano nuove riunioni. nu'lvi rn'!l!e•tivi intervPnti oratori, perfino un Congresso,.Nazionale qe:Ja cu:tura po'.itica. U ciclo delle conferenze sarà _inaugurato il 15 .febbi:aio da ic9lò Can1ndin:;il 28 pa.rlerà. Mario Ferrara sul l:bera- 1:ismoe :a p<ù.tica attuale. ·EZETA

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