Lo Stato Moderno - anno V - n.1-2 - 5-20 gennaio 1948

LO STATO MODERNO 35 Le vie nuove dell'economia cecoslo·vacca Pochi in Italia, alJ'infuori di un r}stretto :numero di spe– cialisti, hanno una esatta nozione delle caratteristiche delJa nuova economia oecoslovacca, qua:e si è venuta delineando dopo ;a riforma industria,:e de: 24 ottobre 1945. Riforma in– dustriale che, data :a prevalenza de:!'aittività industriale su ogni a:tra attività economica (più di un terzo <lei/intera pa– po:azione de::a repubblica ·:avora ne['industri•a), ha portato, direttamente o indirettamente, ad un vero e proprio rivo:u– zionamento di tutta l'economia del paese. E' sulJa premessa di questa riforma indlll5tri-a:leche è stato impostato i; pi.lllo bien,nale cecoo:ovacco per gli anni 1947 e 1948. Nel 1945, finita ,:a guerra e liberato i'i:ntero territO<rio na– zionale dal:a dominazione nazista, il nuovo governo cecos:o– vacco insecliatosj a Praga si trovò di front.e ad un prob:ema di eccezionale gravità. Buona pa.-te deL:e in-:lustrie cecos:o– vacche, e non solo in<liustrie,ma anche tenreni e case, erano passate du-rante la guer-ra, quando non -:o•foosero state già prima, sotto il controllo del capitale tedesco; quasi tutte le rimanenti industrie erano proprietà di ceoos:ovacchi co:-:abo– razionisti. Uno dei primi atti del nuovo governo fu quindi que::o di confi~a,re ta:'.i proprietà. Si trattava ora di dare la si·stem:,izionepiù conveniente ai b~t confiscati. Scartata, per .-agioni di opportunità sociate ed anche economica, la soh.1zionedi ceder:i a privati capita– listi, fu deciso, dopo un certo periodo di gestione commis– sariate, di nazionalizzarli. Ma, giunto a questo punto, il governo ritenne opportuno andare più o:tre. Urgeva ricostruiTe il paese, daTe l'avvio a:::a riconversione, incrementare la produzione. Per •tutto questo era necessaria una raziona:e riforma di tutta l'industria, stre– mata da:Ja guerra e da:.:'occupazione nazista. L'iniziativa pri– vata sarebbe stata insufficiente. Le risorse private non avreb– bero potuto provvedere agli enormi investimenti di capitali necessari per effettuare la -riconversione e per incrementare :a produzione. Così, con decreto del Presidente della Repubblica del 24 ottobre 1945, t,u tte :e miniere e le industrie d tre certi limiti di es-tensione, limiti derivanti o da.:,:·enti-tàde'.le forze lavora– tive impiegate, o dal live:lo de::a capacità produttiva (1), fu. rono oozionalizzate, previo inderunizzo -ai precedenti pro– prietari. Questo cambiamento di struttura 6u grandemente faci– lih1to dal fatto che, già prrma delLa guenra, l'impresa indivi– dua:e giocava un ruo:o limitatissimo ne: campo de:,:a grande industri-a oecos:ovacca, essendo la quasi tov.ùtà delèe grandi industr'e sotto il controJ.lo e la direzione di grandi carte!'.li fi– nanziari o di banche, che detenevano :Ja maggioranza de:,:e azioni. La nazionalizzazione quindi è stata fatta più per sod– disfare ad imperiose necessità economiche che per obbedire ad un astratto comandamento ideologico; ed è con criteri strettamente economici che si è provveduto aI.:a costruzione cJe:,:enuove strutture. Con gli impianti e le altre. risorse così acquistati furono costituite delJe « Imprese Nazionali », secondo uno schema suf– ficientemente elastico ed empirico di raggruppamento e di cen– tralizzazione, allo 5COpo di incrementarne l'effic:imza. Tutte le imprese nazionali costituenti' un determinato settore produttivo furono poste alle dipendenze di un « Direttore Generale »: abbiamo ~ì un direttorato generale per le miniere, uno per l'industria elettrica, uno per l 'industr.ià s:derurgica, uno per l'industria chimica, ecc. Al di fuori e al di sopra di questa organizzazione delJ'industria nazionalizzata, esiste una « Fe- derazione Centrale dell'Industria Cecoslovacca », alla quale fanno capo sia le imprese nazionalizzate che quelle private. Gli statuti che regolano il funzionamento delle imprese nazionali tengono in dovuto conto -la necessità di conservare la opportuna f:essibilità delle operazioni commerciali. Le im– prese nazionali non sono costituite secondo lo schema delle aziende statali di vecchio t:po, ma rnffigurano un nuovo tipo di imprese, rassomiglianti a vere e proprie società ca,pitali– stche, le cui azioni siano tutte nelle mani dello Stato. Esse svolgono ·la loro attività economica in maniera autonoma, !'at– tività dei dfrettorati generali essendo limitata a compiti di coordinazione extra-aziendale, sotto forma di indépendenti e separate entità g:uridiche. Lo Stato non assume alcuna re– sponsabilità per le loro perdite, e le lavorazioni a cottimo sono mantenute. Come si vede, il governo cecoslovaoco ha proceduto alla nazionalizzazione per vie abbastanza originali e nel modo più rispondente alle esigenze cieli'economia del paese, senza in– dulgere alla tentazione di ricalcare troppo pedissequamente modelli stran:eri. Scendendo alle cifre, diremo che un totale di circa 2200 complessi con circa 3000 stabilimenti sono stati nazionalizzati, e <'Onquesti sono state costituite circa 250 imprese nazionali. Queste assorbono ·da sole crea il 60%, della manodopera occu– pata nell'industria. La più grande proporzione si trova nel– l'industria pesante (100% nelle miniere, 60% nell'industria meccanica), e in quei settori nei quali !'-intervento dd cap-:tale tedesco era stato più sensibile (60%, nelJ'industria del vetro). Que!ta proporzione è notevolmente m:nore in quei settori di industria nei quali l'iniziativa ceca era già per l'addietro pre– valente e, ovviamente, in quei settori nei quali le industrie erano divise in piccole unità produttive (14% nell'i-ndustria dell'abbigliamento, 17% nell'industria alimentare, 18,6% nel– l'industria del legno). Nelle industrie tessili, deHa carta, del cuoio e delle ceramiche la proporzione varia fra il 40 e il 60%, Un notevole campo di azione è stato quindi lasciato al1. l'iniziativa privata e all'attività cooperativa e, non si nasconde, anche da parte ufficiale, la speran,za che il mantenimento del principio della concorrenza fra le industrie nazionalizzate' e quelle private, fra quer:e private fra loro e, entro certi limiti, fra le stesse industrie nazional:zzate, possa contribuire al buon funzionamento dell'intero sistema. Una funzione particolarmente importante nell'economia cecoslovacca è svolta dall'artigianato. Basta pensare che. nelle mie prov;nce ceche, ben 537.000 persone lavorano in 175.000 disr.nti laboratori artigiani, la cui produzione annua compl~ siva è stimata a circa 30 miHardi di corone. Per quanto riguar- (1) Furono nazJona'llzzate: tutte Je mini.ere; tutte loe industrle e:ettriche e de: gas; 1e s1<1erurg!ehe con oltre 400 dipen~entl; .llie m<eoeaniche con o:tre •soo dJpe-nidenti; 1f chimiche di particolare :fln– portainza .an!Ohe per ai:itne !pl"'Odlu2'1: 1 ::>ini {in.dustrle clhim'ohe c.bl ::lve). tutte le ·inld'ustirie ra,rmaceutiche; que-"iie del vetro di cui lia capra,ciità prol'flrtti,va o l'atit.rezza'auria. meooandica eeceidesse certi 11mltt; i ce-– mentitici con auitre 150 dipendellltt: 1e for,nact ,con o~e 200 dtpen– d,eJ'llli; le indìmrie t,e,c;sf:i e <10.111•~'bbi$f!"mont<1 ct'ln plù et: 200 o 400 o 500 <llpendenti, a seconda de1 UP-Odel prodotto o de1 ciclo k3vo– ratlvo; le ind'US'JJie dàua gomma e d'etl <ruolo c0n ctlbre 400 dfpe.n– òenti. Una s!stemazicme de: twtto pa•rtico:are cflu dia.ba a '!lle ind!ustttie alimentari, 1.asciJn.d0 una compartec::ipazione n«aia dilrezli,one di esse agli agri00Jt:1n inrt:eressati aHra fom 1 tu'l"8. deUe m&terle dia e:abm'are. Furono nazJonalizzat.1 anche tutti g:l! zuccheMftcl: le disti!:erf.e -e C..e fabbrlche di birra 1a cU1 produzione 1J-vesse superato nel 1937 i U milioni dl litri; 1 mu.Lnd. la cul Céì4)ac!tà gionnia.iena di macinazione sUJ)erasse le 60 1onnell,ate di gr""1o; t-e mbbrJC,,e <li g,Ntsso slntetlco con 0:.bre 150 dJl)e!lld,erutl; le fa,bbr!ohe àl cloccd'.a,to e di do,Jclum! con oollbre 500 dipendenti•.

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