Lo Stato Moderno - anno V - n.1-2 - 5-20 gennaio 1948

LO STATO MODERNO 17 votare :•autonomia significava dunque votare contro C Fronte. Per giacobina che la tesi potesse apparire, essa era tu'.tavia conseguente. Il Fronte è :a fusione di fatto, se anche di fu– sione non si par:i; e se appunto per questo non sarà totale, e più per sens:bilità ed educazione po:it:ca di uomini che non per ragioni ideo:ogiche. Con Morandi, le differenze ideo– logiche non suss:stono più; e tanto meno que::e strategiche. l'l testo deì discorso di Morandi su:!a lego:ità de:la :atta non si presta ad equivoci. Come Scooc:maNo, Morandi ritiene che il metodo par:amentare è di per sè lento e insuf·fic:ente, che la -legal:tà di cui si paù1 è que:-:a g:à instaurata dai C.L.N., mm da: ministero de::'Interno. Quanto a Ivan Matteo Lom– bardo, Morandi ha visto bene che [ d:scorso di quest'u:timo era i: discorso de['anti-congresso. E' vero: perchè Lombardo è iì solo che non sia caduto ne['equivoco di ritenere conci– liabù :·autonom:a de: Partito e la politica de: Fronte, che ha protestato contro l'iso:amento dà soc:a:ismo ita:iano da: so– c:al:smo occidenta:e, rich:amandolo ad una stima oggettiva del programma di ricostruzione europea .. Ma a Morandi inte– ressava meno questo genere di ,apprezzamenti: egli si è limi– tato ad osservare che ai:I'Ital'a g:i U.S.A. concedono aiuti mo:to inferiori a: richiesto, ma che insomma la vera questione non è nè tecnica nè st:itistica, ma po:itica. Su questa base, si sono vohlte :e mozioni. La presenta– zione de::a mozione Lombardo fu tecnicamente infe::ce: tutti avevamo la sensazione che Gaetano Russo di « Europa socia– lista», che parlava a:Ia tribuna, asso:vesse a un penoso dovere; e che i'. Congr~sso, riducendosi in un agitato silenzio per asco'.– tar:o, a9So:vesse altresì a un penoso dovere. Ma anche la presentazione de::a mozione unitaria fu povera: par:ava il giovane de:egato Pieraccini, assessore socia:ista di Firenze, autonomista. La mozione sarebbe stata votata per discussione; i: comma quarto presentava le due varianti, b:ooch:sta e auto– nom:sta. fieraccini non spese altre parole per dJendere :a sua tesi. Questa ha tuttavia ottenuto, malgrado :a pressante diplo. mazia di corridoio esercitata dai bassiani, i'. 33 per cento dei voti. Se si pensa che gli autonom:sti si sono V:•l \J.si co n :e mezze ragioni di Lombardi, coi generosi sentimenti di Pertini, si deve convenire che [ Congresso si è chiuso mettendo :a p:etra su un equivoco. Qua:cuno potrebbe temere che ciò che fu soffocato o si :asciò soffocare, covi una rinascita o una insur– rezione. Ci si d:si;ìuda per ora su questo punto. Solo una disfatta de: Fronte, o i: peso di avvenimenti internazionali potrebbero ormai far riuscire gli autonomisti da[a catacomba in cui, consci od inconsci, si sono volontariamente rinchiusi. UMBERTO SEGRE La Costituzione senza referendum E' il caso di esaminare il valore g:uridico e po:itico delìa decisione presa dall'Assemblea Costituente il 20 dicembre u. s., quando respinse la proposta del liberale Lucifero di sotto– l)Orre a referendum popolare la Costituzione. Si ch:udeva con essa una d:battuta quest:one, sorta 5:indal momento della pro– c:arnazione de:ta Repubbùoa i-taldana,quando si erano dichia– rati a favore de: referoodum i monarchici, i qua:i sostanzial– mente speravano per una tal via di porre di nuovo in ba::o, sia pure indirettamente, il problema istituzionale, e formalmente si appoggiavano ~:a dich:a,razione resa da Umberto II, che qua- 1ora i: popolo avesse presoe:-to la forma monarchica, egli avrebbe sottopooto Il referen<lum •:a nuova Costituzione in– sieme con la questione isti1uziona:e. Il problema si era ripresentato alla cosc:enza di molti cit– tadini de]e più svariate tendenze quando l'Assemblea, che doveva rimanere in funzione otto mesi o ai! massimo un anno, non essendo riuscita entro questo termine u:timo a portare a oomp:mento il nuovo St~tuto, dovette prolungare la sua vita fino al 31 dJicembre 1947. Itl rag:onamento che si faceva era in sostanza qUJlS!o: se il popolo ha conferito alla Costituente il mandato dr elaborare la Costituzione al massi~o entro un an– no; e se id termine, sia pure per rag:oni di forza maggiore, vie– ne da'.:a Costiruente prorogato in evidente deroga al mandatori– cevuto, è necessario o quanto meno opportuno che il popolo, interrogato attraverso un referendum, dica se intende ratifica– re o meno l'operato della· Costituente, se intende sanare o me– no questo vizio di eccesso di potere ne: quale essa è incorsa. A tale ragione di contenuto astratto se ne aggiungeva un'aìtra di ordine pratico: le sedute della Costituente hanno troppo spesso avuto luogo con la presenza di pochissimi dei suoi membri, tanto che proprio alcune fra le disposizioni più importanti della Costituzione sono state approvate con un nu– ·mero assai esiguo di votanti e con una maggioranza appena sufficiente, su questo numero di per sè g:à esiguo; sarebbe perciò sommamente opportuno che il referendum intervenisse a colmare queste lacune e a chlarifioare definitivamente la situazione. De: primo motivo si ebbe un'eco ind:oretta n~::o stesso at– teggiamento del Capo provvisorio deilo Stato, on. De Nicola, il quale, rigido osservatore della costituzionalità, allo scadere dell'anno offerse alla Costituente le sue dimissioni, sia pure camuffandone il movente; e soìo dopo la manifestazione pie-• biscitaria che gli riconfermava la fiducia, mtenne di poter con– tinuare nel suo alto ufficio. La questione ,si era fatta nel decorso mese di d'cembre nuovamente attuale, sia perchè la Cost:tuente aveva term:nato · la comp:-lazione del nuovo Statuto, sia perchè col 31 dicembre 1947 veniva a cessare dalle sue funzioni principali, rimanendo in vita solo per compiti ben del:mitati. E a rendere interessan– te il problema si era aggiunta l'approvazione da parte di essa, nella seduta del 3 d'cembre, dell'art. 130 del-la nuova Costitu– zione, il quale stabilisce che la legge costituz:onale debba es– sere sottoposta a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla sua pubblicazione, ne facciano domanda un qu:nto dei membri di una Camera, o cinquecentomila elettori, oppur~ cinque Consigli regiomti. Però « non si procede a referendum se la :egge costituz:ona:e è stata approvata in seconda :ettura da ciascuna d~:le Camere, a maggioranza di due terzi dei suoi membri». E' certo che, allorchè i deputati alla Costituente appro– varono questo articol6, intendevano riferirsi non alla nuova Costituzione, ma alle successive leggi costituzionali, che avreb– bero in f~turo potuto modificarla: sebbene alla lettera l'espres– sione « legg~ costituzionale », possa comprendere tanto la leg– ge ishltutiva della costituzione quanto le sue successive modi– fiche. Infatti hella prima parte dell'articolo stesso si d:ce che occorre procedere a referendum quando un quinto dei mem– bri di una Camera o 500 mila elettori oppure 5 Consigli regio. nali ne facciano domanda. Ora, se è vero che i 500 rni:a e:ettori · possono fare richiesta di referendum tanto per la Costituzione

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