Lo Stato Moderno - anno IV - n.24 - 20 dicembre 1947

LO STATO MODERNO 557 CON CROCE,OL'I'RECROCE Qualcuno potrebbe dire che il Congresso liberale ha sim– bol·eggiato la fine d'un processo logico esaurito. La piena ·vittoria de~le correnti che p·orteranno il partito a destra del:!l Democrazia Cristiana, Ile prossime ·a:leanze .e:ettora:i che ci daranno blocchi econom1èi dove ta:colta si avrà persino il imdore di esibire l'etichetta, l'allontanamento cli Croce... Fatti rutti ,che non aureo:ano tm' a.'ba del:a libertà... Dànno piut– tosto il segno de!la .fine del processo storico del Partito Libe– r~e in Ita:.ia; quasi defa scomparsa d'un ,liberalismo che do– veva giungere al:a rivoluzione liberale, ma, alla soglia. di essa, ripiega nei Jirniti che contenevano il suo s:ancio e ./a sua so– stanza. E .in questi .'imiti potrà stare, speriamo, una dignitosa fomuizione conservatrice, non certo un fe·rmento innovatore. Strana sorte, quella de; Partilo Liberal'<!,di morire men– tre puzza ,ancora il cadavere dei fascismo. Si dice che Serini voglia darci una storia del libera/!smo ita:iano. Bene, ma me– glio sarebbe una storia delle correnti e del partifo in concreto. Per adesso, contentiamoci cli appunti sulla cronaca. Il Congresso ha schierato in lotta tre correnti, chiaramente identificabi:i secondo schemi logici. La destra. stornate le effimere definizioni .che vog.'in darsi, riposa sul liberismo eco– nomico. Infatti il liberismo economico (eia distinguersi da:la scienza di mercato che è quel:a che è, indipendentemente da metafisiche che /w lasciato cadere nel suo processo) è il fatto massiccio d1e contiene sia una co·n:iezione de! mondo, sia una ideologia poìitica. In breve, la metafisica ciel laissez-faire (Smith ricorreva a;l'immagine c/eXe invisibil.i mani di Dio, che disponevano la somma numerica dei bt:;nicome optimum so– ciale). La massima felicità per il massimo numero era la fi:o– sofia dell'i."luminismo; e politicamente l'ideologia era ovvia– mente il non intervento. Aci un mondo che andava da sè - un mondo di natura, non cli spirito - cosa occorreva se non uno stato guardiano, una specie di portinaio discriminatore, che badasse ad espellere il non-naturale? Natura:mente oggi quest'ideo;ogia non p11òcomprendere un mondo dove natura . e spirito cozzano in ben a:tri modi (natura e non-natura era forzatamente ttna dialettica di spirito e natura, secondo i modi del tempo); ma tuttavia serve per 'espiimere una situazione di classe. La classe paga ciel suo stato, e che quindi vorrebbe arrestare il processo storico, e/egra.dandolo a fatto acquisito (e quindi a natura). E sarebbe beata di pot•e-rre-· spingere il processo, che a lei è il non-natura.'e, ma è lo spirito. La sinistra non può vanta.re una definizione così com– patta. I motiui che ,l'agitano sono in fermento, come confusa è stata la politica dei suoi esponenti, visti cadere capite pro capite come a w1 tiro di birìW. C'è qui l'esigenza c1·u11a i<t·eo– logia: la crociana teligione del.'a libertà; che non ha trouato ancora la sua artico:azione teorica., ,epperò non prende rile– vanza po.'itica precisa. Teflta le vie della concretezza, de!.a comprensione della linea mediana de!lo .sooìgimento politico. ma non ha ancora una dottrina conseguente. , Il centro, dai patetici a.ppeUi al:'ttnità, che volendo trat- • tenere_a tutti i costi negava prima di raggiungere, ha pur t·en– tato con una certa coerenza logica la mediazione del.'e due posizioni opposte, sebbene l'insufficienza de'/a sua logica lo spingesse, anzichè a mediarle, a negarle. Questa mediazione g;I veniva ,comunque faci':mente s11ggeri-tadal concetto di partito liberale come partito di metodo, che essendo ta!e po– teva ben afferrare gli sfuggenti estremi. Ma, a ben badare, qu.@Sta concezione non supera i dubbi del pensiero -che -lasuggeriva, pensiero che si dibatte tra l' im– possibCità di concepire un partito liberale puro - astratto perchè vuole una pura forma senza potersi determina.re , e quindi volere, vivere - e l'affemUJzione d'una sua funzione attude, per l'esiste11::.acl.e.Vasua antitesi, l' i!libertà. Ma, a parte il fatto che questa qntitesi non è occasionale, sul piano empirico deZ:a lotta politica l'antitesi clel,tC:.ibertà identificata nel comunismo non è la libertà, ma l'ordine de:Ja vita civile ((cf. l'insuccesso dei P.L.l. e il successo della D. C.). D'altra parte la libertà come forma è sintesi e non momento, e il co– munismo non rappresenta in to-to ·l'i:libertà. C'è qui eviàen– ten:ente una trasposizione di piani, simf;e a QtteZ:a che fa entificare ·la borghesia; per 0.:cuni vaso deJla civiltà, per altri vaso della reazione, sic et ~:mp:io:-ter. Inoltre questa affermazione per determinarsi doveva uscir d.al :'astratto, e quindi uscire dal metodo. La sua mediazione quindi, poggiando su ttn equivoco, non potè essere effettiva, e non ebbe modo di cementare mancando di presa. Ma era impossibfe anche come tale, fuori dal compito de:la Stia mediazione. Un partito non può non essere una determinazione partico.'are cle.'Jlademocrazia, mentre un par– tito cli metodo deve rappresentar/a in toto, poichè vuole la sua pura forma. Si sovrappone quindi per riecessità ad essa, ne– gane/ola in concreto mentre l'afferma in astratto. Partito di metodo è lo stesso che partito di sintesi: se queste vengono fatte 'da uomini democratici sono destinate alla morte per in– trinseca contraddizione. Difatti è morto il partito libera:e come tale, ed era morto il partito d'azione come partito di sintesi. • Cosi negherebbe domani la democrazia ~ partito cattolico se, sconfitto il com111.1ismo, dilagando nel settore sociale, vo.'esse esprimere tutta la democrazia. Per tornare ai liberali del centro, è faci!JerCeva.re la loro astrattezza anche empiricamente. Le loro direttive cadevan da:le nuvole, non incidevano nel reale. In tanto contavano, in quanto i conservatori le riempivano del loro contenuto, fi.nchè c~edettero CYpportunala simu.;azione. Finita questa, campano nel vuoto, e cadono, come di fatto è avvenuto. Con queste due determinazioni, ·e questo oentro, il pa:r– tito, sott.o le strette de:Ja realtà ed esaurito il momento par– ticolare (euforia del rosso, che spingeva i conservatori al."a · simulazione) non poteva non definirsi a destra o a sinistra, lasciane/o cadere, con Croce, la mediazione astratta. La forza era conservatride, e tenne buono Croce finchè ebbe bisogno di portarsi s1.1I.'a linea del combattimento, perchè aveva bi– sogno di mascherarsi. Giunta, bisogna che spari, cioè che si de– termini se vuole agire; ed è precisamente in quanto vuole agire· La sinistra, più deboJe, esce sconfitta, e non aveva nem– meno saputo affrontare /a lotta compatta, facendosi battere gruppo per gruppo. Con essa, pare cadere Ì'a religione della libertà, mentre avanza a destra una situazione di c!asiserap– pMsentata da una decorosa ideologia. Non tuttavia liberO:e (non potendo esistere un libera:ismo arcaico), per il fatto stesso cli portare un'etichetta liberale cl'altri tempi. ' Ma è veramente morta la. re.1g1one de:la libertà? Sa– rebbe il,'ecito proc:amarlo sulla semplice scorta degli avveni– menti d'un partito. Piuttosto si può dire che ha sgombro, din– nanzi a sè, il suo futuro. E' caduto, di fronte ad essa, ./o scher– mo, che era un inciampo, cl'un partito liberO.:epresieduto da Croce. So:tanto, cli fronte alla responsabilità del futuro, del– !' azione, è lecito consentirsi la conso:azione d'un rimpianto, Cosa sarebbe accaduto se Croce avesse piti. vigorosamente in– terpretato. sul piano de/l'azione po:itica, quella re;igione dà.la libertà di cui, per essere il teorico, poteva di-venire a sacerdote? Ha preferito l'estrinseco del metodo all'intrinseco della re:igione. Oggi il P.L.l. non ha più bisogno di lui; e 11 libe– ralismo, che pure l'onora a maestro, de1.,-e,di fronte d~e sue concrete responsa.bi :,ità, procedere con •lu·i o~tre di lui. MARIO ALBERTINI

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