Lo Stato Moderno - anno IV - n.24 - 20 dicembre 1947

LO STATO MODERNO si ebbe una media di più che una toccata al giorno, pur trat– tandosi di un aeruporto sussidiario e per merci. Per la primavera de: 1948 sono già sei le compagnie straniere che si dichiarano pronte ad inserire l'aeroporto di Lombardia nei loro itinerari rego:ari, purchè vi abbiano a trovare una pista di 2 km., un'adeguata assistenza radioelet– trica al volo e qual :he conforto. Su questi sommari dati di previsione, nonostante la crisi finanziaria, nonostante i terrori dei pusi::animi, si può osare un passo innanzi ne::a realizzazione del:'aeroporto :ombardo. Il qua:e avrà come cespite non so:o i proventi de:Je tasse di atterraggi~. ma anche quelìi di compartec:pazione sul con– sumo dei carburanti. sui servizi automobilistici, su quelli di officina riparazioni e cosi via. Abbiamo citato in questo scritto i: caso singo:are di un grande aeroporto che vive e prospera senza sovvenzioni stata:i. Intendevamo quello di Teterboro, nel New Jersey, non lungi da New York, che è quest'anno i'. più frequentato aeroporto privato deg:i Stati Uniti, ·con una media di 1000 aerei al giorno che vi atterrano e ripartono. Un certo signor Fred L. Wehran, vecchio pi:ota e ar– dito specu:atore, acquistò l'area di un vecchio aeroportò fan– goso, la bonificò. la dotò dei prescritti serviZi di assistenza al volo ed inaugurò una politica tutta sua: quel:a di non far pagare a:cuna tassa di atterraggio e di specu:are so:tanto sul:a percentua:e sui carburanti. Se :a sua c:iente'.a fosse stata que:Ia dei picco:i e medi aerei di lusso, ai quali egli in rea:tà aveva alla prima pensato, il suo affare sarebbe stato assai modesto. Ma ecco che la sua politica g:i attirò a stormi :a c:iente:a dei grossi aerei da trasporto, dei « charters », che a:tro non sono che aerei merci a no:eggio, che neg:i Stati Uniti si sono accaparrati il 60'7o del traffi~o merci e condu– cono una lotta spietata contro le ;inee regolari sovvenzionate. Il caso qui c:tato, e che ha di questi tempi l'onore della più vasta notorietà ag:i Stati Un:ti, non. ha per noi va:ore di esempio: si tratta di un gioco di concorrenza in un mercato assolutamente diverso da] nostro. Per l'aeroporto di Lombardia :a situazione specu:ativa non è que::a de[a concorrenza, ma que[a del monopoìio: per i grandi voli e pei voli degli aerei mercanti:i non ci sono a:tri sca:i in A'.ta Italia che possano gareggiare co: nostro. Per i picco:i e medi aerei cont:nueranno a servire e pro– spereranno sempre più g'.i scali che potremmo dire « citta– dini», quel:o di Linate presso Milano, que:Io di Orio presso Bergamo ed a:tri mo:ti. co::ana di stazioni la cui fortuna si armonizzerà con quella de:Ia stazione maggiore. GIUSEPPE DE FINETTI L'AUTONOMIANELLA REGIONETRIDENTINA Contro la norma della nuova costituzione che prevede la 01 eazione di speciali regimi autonomistici per alcune parti del territorio dello Stato (S:cilia, Valle d'Aosta, Venezia !fri– dentina, Friu:i), autorevoli politici e costituzionalisti hanno ri– levato come essa costitu:sca una deroga al principio della uni– tà dello Stato Italiano: giacchè, se può essere perfettamente logico, giusto ed opportuno che il principio autonomistico venga sancito in :inea generale ed uniforme per tutte le re– g:oni della Repubblica, lo stabilire dei particolari regimi d'ec– cezione per questa o per quella regione implica una diffe– renza di trattamento giuridico e specialmente costituzionale fra le varie parti del territorio nazionale. L'obbiezione dei giuristi puri. vale quello che vale: si sa bene che •non sono le regole astratte sancite nella carta co– stituzionale quelle che determinano il corso della politica nella storia di un paese, ma il modo in cui quelle regole ast•atte verranno praticamente attuate. Pertanto il migliore giudizio sulle autonomie speciali in Italia potrà essere dato solo fra alcuni anni, quando l'esperimento avrà potuto rice– vere una conferma o una riprovazione dai risultati ottenuti. Fatta questa premessa di indole generale, occorre rile– vare che il problema dell'autonomia nella regione tridentina ha Una sua singolare fisionomia che lo distacca nettamente da que!li relativi alla Sicilia, alla Valle d'Aosta e alla regione friu'.ana. Mentre infatti in queste regioni esistono popo:azio– ·ni che. pur nutrendo in misura più o meno elevata l'aspira– zione ad un particolare regime au•onomo, si sono sempre sentite co~tituzionalmente e profondamente italiane. nella re– gione tridentina esiste invece un compatto nucleo di cittadini (i Tedeschi dell'Alto Adige). i quali non si sono mai sentiti Italiani ed hanno affermato sempre la loro appartenenza alla nazione tedesca o, quando il pangermanesimo è stato in ri– ba5so. alla categoria più ristretta della nazione austriaca. Da un punto di vista che tenga conto di ta:e rea:tà di fatto, non si dovrehbe nu'ndi parlare di « problema dell'autonom:a nella regione tridentina •, perchè. cosl facendo, si dà già una solu– zione al problema: il problema è invece quello dei Tedeschi nell'Alto Aaige, problema che sorse nel 1919 col \rnttato di San Germano. allorchè una provincia nettamente tedesca, co– me quella di Bolzano, venne incorporata nel Regno d'Ital'a· E' noto come il fascismo abbia tentato, secondo il suo stile, di risolvere tale problema con la violenza, conducendo un'attiva opera di snazionalizzazione della provincia e giun– gendo alla fine alla conseguenza estrema, che poteva in realtà ~mbrare assu-da dal punto di vista liberale ed uman'tario, ma che era la più logica in relazione alle premesse: il trasfe– rimento quasi coattivo dei Tedeschi dell'Alto Adie;e di là dal Brennero, trasferimento che fu voluto e deciso di comune accordo da Hitler e .da Mmsolini. Caduto il fasc:smo e finita la guerra. tutti conoscono gli sforzi fatti da un lato dai Terle– schi a nord e a sud del Brennero per tog'iere l'alto Ad'ge all'I– talia e annetterlo all'Austria. dall'altro dal Governo italiano ed in particolare dal Presidente De Gasperi per far sì ~he il confine del Brennero non ven'~,e spostato. li conflitto poli– tico terminò uffic:almente con l'accordo di Parigi De Gaspe– ri-Gruber del 1946. con il ouale l'Anst•ia rinunciò alle sue pretese territoriali sull'Alto Adige e l'Italia dal canto su'.> si impegnò a :rispettare le caratteristiche etniche e culturali del territorio conteso, a dare allo stesso una autonomia e a ri– vedere la posizione giuridica dei Tedeschi optanti per In German;a. em;grati oltre il Brennero. E' fuori dubb'o che dal ,punto di vista strettamente giuri– dico un simile accordo costituente un contratto di diritto inter– nazionale. ha creato una limitazione a'.'.a SO\'ranità deJ:o Stato itaVirno. in nu:rnto che in tale materia P~,o non è più libero di agire come vuole, ma deve 'J'ispettare l'impegno asssunto con un altro Stato. Una ulteriore garanzia 'si è aggiunta. allo-chè l'accordo suddetto è stato in•erito come parte integrante nel traMato di pace firrnato dall'Italia. In seiru'to a taJ; avveni– menti l'Ttnlia è internazionalmente responsnb;Je dP 1 1'•-lempi– mento dell'accordo nr,n solo nPi riiruard' ,folla Renul,hJ'ca _au– striaca. ma anche dei?li Stati firmatari del trattato di pace. Ora. in pratica. come è stato re~l:nato codP•to accnrdo? Due solu1:'oni si pre<entavano possibili: o concessione di una speciale autonom'a alla regione contesa (c-"mpren-lente tutta la provincia di Bolzano e la parte nord della provinci~

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