Lo Stato Moderno - anno IV - n.24 - 20 dicembre 1947

564 LO STATO MODERNO prescindere da questi gruppi e classi deve abolirli o soffo– carne le inevitabi:i manifestazioni po:itiche (i partiti) nella dittatura. E' que'. 0 :0 che accade in Rus.ia. La speranza, [a, sciata ba::enare, che :-a po:~tica permarrebbe, quasi come pre– suppo.;to de:l'ammin:strazione, e cioè che !e decisioni su::e final:tà generiche sarebbero prese da organi politici e poi :'ese-– cuzione, senza interfe;•,mze po:itiche, sarebbe affidata ad organi tecnici (amm:ni~~rativi), è '.il:usoria. Giacchè non c'è mai stato µn compartimento s~agno tra memento po:itico di ideazione e momento amministrativo o tecnico di esecuzione. L'attiv,ità po:it:ca non è come :a cannefa da:·acquaio che 5i apre e ch:ude a comando: o e.iSJte, e a~:ora si perpetua nel controllo su futta l'opera dello Stato in ogni suo stadio, o non esiste, abo:ita da:•:a dittatura - Ja qua:e sempre si qua:ifica tecnica. E' evidente che :a « scienza deTamministrazione » non è una matematica con reoremi fissi; ,'amm:nistrazione si concreta in leggi in rego:amenti in ordinanze, in atti di vo– lontà quaSi sempre discrezionO:i e quindi politici, e il con– trollo su di essi è perpetuo, e in una soc:età liberale non può essere che poJitico. Ogni atto ammin.istrat:vo di qua:che ri– lievo è insieme tecn'co e po:itico: un comp:esso di disposi– zioni s11:•:a bonifica inte~a:e e sui re:ativi consorzi, ne:,:a si– tuazione cla~ista del contadiname meridiona:e, per esempio, ba insieme vaJore politico e ,portata te-cn'ca. Nello Stato po– litico, è la pa: 0 it'ca che assegna i compi,t,i esecutivi a,:.Jatec– nica, e garantisce, con (a coesistenza e ·'.a concorrenza dei gruppi, ,:e ~ibertà ,:ibera:i. Ne:l'ipotetico Stato amm'ni.;trativo sarebbe il cpntrario; ciò che, teoricamente, è assurdo perchè, come abbiam detto, '.a politica per il perseguimento dei suoi fini generati deve avere un controllo sovrano e generale; e praticamente è morta:e per le :ibertà libera~i, come d:mo– sbra il so:o esemp:o di Stato puramente amministrativo che 'conosciamo, '.a Russia. Lo Stato amm:nis~rotivo coerente, che vog:ia attuarsi ne'.la presente scc:età di c:assi e gruppi econom:ci po:itici e etùura•:i d:stinti e contrapposti, è obbligato a diventare to– talitario, a .riso:vere cioè <tutti i problemi con la sua decisione tecn:ca o che ~:~ ,par tecnica, e deve rif:ùtare ogni e qual– siasi contro:lo po:it:co. Lo dice chiara.mente L teorizzatore de~:o Stato qua:unqui ta: « Quando va:utazioni tecn'che ... dovessero sconsig:iare \'attuazione di qualcuno dei fini po– litici... allora sarà la politica a cedere », ecc· Dopo di che, tutto il resto, &ub:e,:ibertà individua:i e suh persona:ità fu'.– cro de:rla vita sociale, non è che fronzo:o propagandist:co, appicc:cato come una coda posticc:a. La società qualunquista - se fosse altuabi'.e - sarebbe una società tecnocratica senza partiti: esattamente secondo il modeJi:o bo:scevico, i'. qua'.e, come disse acutamente K co– mun''Sta on. Làconi, non può concepire una opposiz'one or– ganica (i partiti), che è appunto un'opposizione politica. Se in J,ta:ia ci fossero un giorno (ciò che non possiamo esc:u– dere affatto) -:e cond:zioni favorevoli per l'avvento de:Jo Sta– to· bolscevico, noi ,pobremmo anche ve-dere con piena coe– renza - •:o diciamo sepz'ombra d'ironia - Giann:ni com– missario de'. ,popolo, magmi per j,: teatro e '.a cu:tura popo:are. E problema cle\:a civi':tà '.iberale è la difesa de'lo Stato p<iit'co, il qua•:e si artico:a in una intema dia'.ettica di gruppi po:itioi ed economici che si intel!'r~no ne.le due istanze fO'Il– damenta•:i: quella ;borghese deTiiniziaNva produttrice ·e qoo:(a pro'.etaria detlJ'equa distribuzione de'. reddito. A que– sta difesa il qmùmquismo era parso partecipaire uti':mente con 1 le sue ingiu•rie e i:e sue violente ironie; ma K suo peccato d'origine tipicamente tota'.itario (del qua:e forse .non si è reso mal esatto conto), è venuto fuori immancabilmente, quando da~:'ing'uria è passaro a!'.l'edificazione; e una gran prova ne è il tip:co fenomeno - di gran •lunga p:ù impo– nente che in qua:siasi a:tro partito - de::a fatale « cacciata via» di tutti co(oro che rnon la pensano come i Capo. anche quando per caso si trovano in maggioranza: fenomeno strano in un movimento che - diversamente da tutti gh a'.tri - voleva essere di uomini :iberi «qualunque», e che dispiace certamente per primo aKo stesso fondatore, ma che diviene inevitabi:e per chi ha una concezione tecnica e amministra– tiva deJ.:e funzioni politiche. Conc:udendo: o si .riduce :a forn11X:a « Stato ammini– strativo » nei temù1i modesti di raziona:izzazione de:Cappa– rato statale e di g'udiziosa (im'tazione dei suoi interventi, e non c'è da farci tanto chiasso sopra; oppure '.a si presenta come una sccperta di grande rilievo, e a'.:ora bisogna accet– tarla fino :ile estreme conseguenze (ogiche, ossia come In d:ttatura tota:Ha,ria di una tecnocrazia extrapo1itica. Deg:i S. U. d'Europa riteniamo non ·sia or'. caso di par– lare: 1) perchè abbiamo par:ato troppo; 2) perchè ne: qua– '.unqu:smo non ,·anno p:ù in ·:à del:'appe:Io sent'mentale. Di– ciamo .so!o che, per chi si mette ,su:la via di una confedera– zione europea, r: peso delle masse di « base » qua:unquiste - piene di Tivendicazioni •naziona:istiche - è troppo grave. NINO RUSSO PEREZ ,"iocialismi nazionali Il rapporto del St1gretario del P.S.l. s1.1:l convegno di A11- oersa (v. l'Avanti! del 7 dicembre), suona come una dichia– ::wne cli morte presunta del socialismo europeo. Il bollet– tino di Basso registra il comp:eto disaccordo fra i partiti so– cialisti dei dii;ersi paesi, disaccordo non meno sostanzia!e dal prmto di ·vista ici'tio.'ogicoche sul Urreno del~'azione. Eg.'i con– fessa, infatti, che « i Partiti socialisti dei differenti pa<Misono I espressione di situazioni po:itiche, sociali, economiche, pro– f onùamente diverse le une da.'le altre e difendono, quindi, interessi che, almeno sul piano immediato, non sono affatto coincidenti ». Non bustr1 il grazioso eufemismo del.'a « mancata co·n– cidenza » a dissimulare l'evidenza dei fatti e attenuarne il grave s:gnificato: la spiegazione ,deve ricercarsi ne: ripiega– mento dei partiti socia,'isti entro i perimetri nazionali, sr;condo que: processo i111;olutivoiniziatosi fin daZ:a rprima guerra mon– diale; e ne:l'abbandono de:okzso.'idarietà di classe, lungo quella frontiera ideologica che si addentra nel cuore s'esso dei po– poli, per irrigidirsi invece nella miope ed ego·stka visione deg:i interessi esclusivi dei singoli pro:etmiati nazionO:i. Siamo di fronte ad un'aberrazione de.Tu stessa dot'.riTUJ marxista, non dissimi.'e da que'la che ifon. I. M. Lombardo ravvisava nel discorso con il quale Nenni annunciava la c:o– ciata del.'e « nazioni povere contro le nazioni plutocratiche ». In rea:tà nei dirigenti dei partiti socialisti è ·venuta meno la fede Ghe sorreggew gli apostoli ed i maestri del socia!ismo. Al prose.'itismo si è sostituito il reclutamento spicciolo per le tenzoni e.'ettora.'i; mentre ad un' az·one uni:aria e coerent'e si è sovrapposta la tattica dei colpi di mano, nella difesa o nel frammentario conseguimento di vantaggi seziona:istici e con– tingenti, che nÒn segnano alcun organico progresso per la c:asse operaia, ma contribriiscono a vieppiù diviàMla fra pri– vilegiati e paria. Così i responsabi'.i attua/i del socia:ismo nostrano si esauriscono fra rivalità e veiXeitarismi, conducendo le masse in 'ordine sparso incontro aà una nuova sconfitta; mentre la 711'essionedei blocchi che vanno soiiclfcandosi a destra ed a sinistra si ·esercita sempre più disgregatrice sopra le residu~ forze del socia.'ismo democratico, per sospingerle ancora una vo:ta a combattersi da opposte trincee, in funzione d'interessi egemonici o TUJZionalistici, G. C.

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