Lo Stato Moderno - anno IV - n.24 - 20 dicembre 1947

558 LO STATO MODERNO C'HJ DIFENDE LA LJBtR1 A' E' sempre mo!to diffici'.e identiJioare, in un momento e in una situazione po'.itica, chi difende ,:a ~"ibertà. Perchè anzitutto ogni parte pretende, non senza qualche ragione o buon pretesto, di costituirne la suprema o f'Unica tutela; nè possiamo adottare ti criterio di ·aspettare che una situa– zione si sia almeno -re:ativamente esauri,ta, per discernere e discriminare. Post factum arriveremmo alla conclusione, cara a qua:che teorico de: libeniismo, che '.a libertà ha progre– dito, magari ad opera .di chi intendeva negaP:a. I: fatto è che ognuna de:Ie parti rivendica una determinata libertà; e unico criterio discriminativo sembra, a prima vista, que:Io pi ritenere -libera::e Ja parte che più rispetta :-e propoote di li)Jertà fatte dal:e a:tre. In queste condizioni può benissimo 11ccadere che ci tocchi, in determinate situazioni, di scegi'.ie– re come libera-:e una tesi che si presenta con etichetta con– servatrice o con epiteto giacobino. La so:a cosa ovviamente non :ec:ta è adottare come liberale :a tesi tota'.itaria per il so:o fatto che essa provoca 'Una educazione :iberale e un comp".otto per 1a -:ibertà. li giuoco dialettico non potrebbe mai farci to:i:erare di scambiare ,:•assassino con l'assassinato, e di attribuire a: despota il merito ,di avere occasionato la testimonianza deE'uomo ,ibero e del martire. Ma i: criterio stesso di indicare come •liberale la ,parte che più rispetta i diritti di libertà de:.Ie a•:tre, è e.çauriente? Vi sono esigenze di libertà che si presentano sotto i: segno 'dt:i,:'intol:eranza. Nessuna autent:ca rivo:uzione realizzereb- be un nuovo apporto di '.ibertà senza negare spietatamente detemiinate tesi, sem:a que]a dura unilateralità che è il segno di un movimento di asso:uta e disperata concretezza mora·:e e politica. E' questa uni:atera:ità ohe a•]ontana dal:a politica i perp:essi onesti come i borghesi prudenti: la po– lit:ca procede intorno a '.oro e li obbl:,ga prima o poi a pren- 4ere posizione, o a sostenere almeno come una forma di intervento la ~oro ,stessa neutnlità. Tuttavia anche qui, di fronte ,a:J'uniJateraèità rivo'.uzionaria di una tesi di -:ibertà, deve essere trovato il •'.imite idea,:e: altrimenti l'unilatern:ità si identifica ·senz'a,:tro con ,!'a,rbitrio. Possiamo indicare questo limite in una rego'.a de]'azio– ne po:itica, ,per esempio ne:,:a legalità? La tesi è p'.ausibKe, e in linea teorica non vedo serie obbiezioni purchè ci si jntenda su:la portata de:·:a lega:ità. Se quoota viene, dal governo, eserc:tata in modo da lasc:are intatto i: più ampio margine di :ibera discussione, così da generare neK'opinione pubb:ica una persuasione aibbastauza estesa e potente da rovesciare, at,~raverso gli organi -legrs>:ativi,determinate re– strizioni della stessa Jegalità in vigore, la legalità può costi– tuire l'un:co limite, amm:ssibile da tutte :e parti, aJ:'unilate– ralità necessaria de:Ie singole tendenze. Si intende che in que– sto senso ia rivo:uzione, ne: senso vio:ento de::'immagine, non sussisterebbe mai; mentre sarebbe aperta la via a[e più ardite e consequenziarie tra le rivo:uzioni pacifiche, La libertà è dunque in q,uesto caso non già rimessa al governo, C'Ui con spetta se non garantire imJ?arzialmente :e possibi:ità qi .svi:uppo di ogni movimento; ma a:J'inizia,tiva creatrice de:·:e .parti, e cioè .al valore morali; di una c:asse dirigente e al reciproco rispetto dei partiti nelle loro competizioni. Se ne conclude che i-n una situazione pO:itica data, chi difende la Ubertà è ~a parte ;he 111ei limiti del:a legge ha maggiore ,vita'.ità di classe dirigente, cioè maggiore cultura, più ampia visione del momento storico, maggiore .capacità di far aff.ui– re alla responsabilità pubblica i ceti sociali attivi. Questa con– c'.usione non servirebbe a nessuno che fos.se perplesso ne::a scelta di un ,partito: ma servirebbe almeno ad arrestare su:·:a sog:ia della decisione chi vi si ,:asciasse, come per lo più capi-la, determinare da preferenze di temperamento. E' detto tutto? Non sembra ancora, prima che si sia detel'ffiinato proprio il punto che è rimasto più generico: que:lo de:•:a maggiore cu:tura. Perchè tutto è :ì: anche l'idea di una classe dirigente aperta si identifica con que:ia de:Ja maggiore culturo. Stato democratico, stato d'opinione, stato di cu:tura, sono altrettante espressioni di una so:a rea'.tà. 1; fatto è che i1 so:o par:are di una .maggiore cu.:turn è equi– voco. Di qua•:e cu,:tura si tratta: C'U!tura tecnica, cu:tura li– bresca, ,perizia mr:itare o dip:omatica, esperienza di ammi– nistrazione? Tutte .que~l:efonne di cu:tura sono valide e nes– suna è di per sè val:da. Anche qui unico criterio accessibile è que[o di un senso asso:uto de::a cu:tura, come persua– sione personale nata da: libero dibattito e da:Ia attiva pene– trazione de:·:e situazioni di fatto. Tutte •:e varie forme di cultura sono strumenti di questa unica, e nessuna è fine a se stessa; nè senza di esse, l'unica cu:tura ha un contenuto e una -realtà storica. Arriviamo così a confenmare la tesi che i! partito più ricco di cu:tura è que:.:o che più rispetta entro se stesso ,:a persona dei suoi aderenti, perchè di qui soltanto g'.i viene i; rispetto de::e a:tre ,parti; che il governo demo– cratico è que:,:o che più si sottomette a,: contro:lo di partiti così sentiti e vissuti e che più 1utela ·questo diritto al con– tro:.:o e a:l'iniziativa, Accetterei senz'altro -:a formu:a catto– lica de]o Stato a! servizio degli uomi,ni, e non awei nul!a in contrario a :odare un ministro che concepi-sca la politica come un servire in questo elevatis-simo significato. Ma qui la questione si sposta su un nuovo te~reno. Co– me è da intendere :a persona? Grosso modo, que:Io che di– stingue i libera:i in senso ,:ato dai catto:ici è proprio il con– cetto della persona. Non dico ohe i :ibemli non debbano a loro volta non dirsi cristiani. Ma quando i libera:i si profes– sano cristiani è in rea•:tà unicamente perchè accettano il principio fondamenta:e che solo la verità rende liberi, se– condo ,;'espressione di S. Giovanni. Quando aderiscono al fondamento soprannatura:e de:la persorra:ità, è perchè ade– .riscono a concepi,re la persona come spirito, come fine in sè, come dialettica di ragione e fede, come iniziativa asso- 1-uta anche se continuamente fa]ibi:e. Molto meno invece perchè riconoscano interprete e guida de::a soprannatura(ità una Cattedra, una Chiesa mi:itante, un Pontefice. Non che il liberale disconosca ad a•:tri il diritto di farsi orientare da tale g:oriosa Cattedra: ma essa :o riguarda come una delle opinioni, non come la verità. Il libera:e è i: so:o che non può permettel'Si di scambiare la città di Dio, che è in :ui e che lo obb:iga in, foro interiore, co: magistero di una de– terminam chiesa. Tutta la premessa serve solo per decifraTe una que– stione contingente, alla quale ci Tichiama i: momento po'.i– tico attua•le. Abbiamo assistito di recente a~ sor,gere di un partito conservatore, cioè al trasformarsi de; P•aTtito Libera:e

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