Lo Stato Moderno - anno IV - n.17 - 5 settembre 1947

LO STATO MODERNÒ 389 quasi sempre a pura fraseo'.ogia, buone nella lotta sociale di cento anni fa, ma stramorte nella varia, complessa, inte'.li– gente, prob!ematica situazione cultura!e e politica moderna: il classismo operaista, aridamente settario, che impone il dogma di « tutto il bene dalla parte pro'.etaria e tutto il male da:Ia parte borghese»; il rapporto tipico « impresa-lavoro= sfruttatore-sfruttato », che tutta la scienza e soprattutto la esperienza economica moderna hanno superato da un pezzo, per lo meno come rappresentazione reale di un tipo di ci- 1~ltà; il positivismo pseudo-scientifico, che fu un grossolano equivoco nel solco della cultura europea e che l'intelligenza occidentale ha travo!to per sempre; tutto quel che di caduco, insomma, c'è nelle tesi marxiste. Aggrappati, per mancanza di coraggio innovatore, a questa falsa e fragile navice!la, e cre– dendo di avere per sè una bussola e un timone dogmatica– mente infallibili, i socialisti sono andati alla deriva nei flutti della Storia, i quali mai come neg:i ultimi trent'anni sono stati tumultuosi e obbiettivamente rivoluzionari. Strana iro– nia. Coloro che si sono sempre qualificati, ouasi professional– mente, rivoluzionari sono stati ·traditi dal loro cQnformismo tecnico e culturale, che li ha resi dei CQnservatori di pensiero mummific~to, nel rivolgimento tragico de'.la civi:tà mondiale, bruciatore e distruggitore di idoli e di superstizioni. Il criticismo, l'idealismo, il neo-cristianesimo, la guerra, ilbolscevismo, il fascismo, l'esistenzialismo, la seconda guerra, il tormento religioso de!la nuova cu'.tura, tutto ciò si è ab– battuto e ha travolto i vecchi socialisti storditamente attac– cati alla parola di Carlo Marx. Essi non hanno caoito nep– pure uno dei fatti e de:le esperienze che abbiamo fuggevol– mente indicato; e si sono abbandonati alla sto'.ta e comoda illusione che i fatti lavorassero per loro, che le forze storirhe i combattessero e distruggessero tra loro. e che sarebbe ba– stato aspettare per risorgere con tutto il vecchio bagaglio ideologico e cogliere il frutto maturo, re'.ativamente con poca. fatica. Ha dormito il sonno della be:la addormentata, il socia– lismo, ma il principe che l'ha sveg'.iato l'ha anche brutal– mente precipitato dal morbido letto. Oggi, di fronte al nuovo palese fallimento, c'è qualcuno. tra i socialisti, il qua'.e ra– giona così. Le masse operaie sono coi comunisti bolscevichi; la borghesia è coi liberal-democratici occidentali: ebbene, a noi non resta che aspettare ancora. Altri 25 anni forse? Aspet– tare che le masse operaie, brutalmente scosse dalle imman– cabili delusioni che i! comunismo loro riserba, rifluiscano l'Crso di noi. Per far ciò noi dobbiamo continuare ad esistere, caratterizzandoci a· sinistra dei comunisti, ma di fatto senza a\'ere aspirazioni attivistiche, affinchè le masse operaie nel– l'ora de1la delusione trovino pronto almeno in potenza lo stru– mrnto della loro nuova configurazione politica. {Anche io pen- 1ai un giorno co!IÌI). L'impostazione è teoricamente inge!(nosa, ma è astrat– tista; e in po'.itica vince chi combatte e chi sa scegliere una l'ia possibile, concreta e realistica di battaglia. Caratteriz– zarsi a sinistra dei comunisti significa ridursi alle posizioni in ignificanti e minoritarie degli anarchici e de!le a'.tre frazioni paracomuniste, romanticamente nostalgiche e anche nobil– mente seducenti, ma completamente fuori della realtà tecnica moderna, come un cannibale a Zurigo. Significa necessaria– mente fare de'.la demagogia agitatoria verbale - senza a'.– cuna realizzazione pratica possibile - ossia esporsi al disgu– sto e al ridicolo delle masse borghesi e proletarie insieme. Ma ammettiamo che ciò possa farsi con qua:che lineare dignità. E prescindiamo pure dalla considerazione ovvia che oggi si lotta a morte tra comunismo bolscevico e democrazia occidentale; e dopo '.a_ vittoria dell'uno o dell'altra difficil– mente ci sarà posto (e sarà comunque di scarsa importanza) per chi non avrà combattuto per l'una o per l'altra forma di vita. con una chiara e decifrabile impostazione. Tuttavia, la possibi:ità di una politica operaistica a scoppio ritardato, come que!la progettata da coloro che vogliono porsi « più a sinistra dei comunisti », presuppone un grave fatto, il quale non si verifica per niente. Presuppone, cioè, che l'evoluzione storica porti verso una crescente prevalenza nel!a composi– zione numerica della società delle masse operaie manuali. E' il tipico errore di prospettiva di Marx. I fatti e le statistiche inseinano invece che proprio con il progresso economico in– dustriale. in tutti i paesi più civilmente evoluti (e lo ha già rilevato questa Rivista\. diminuisce la percentuale dei sem– plici :avoratori manuali e aumenta quella dei produttori di servizi. dei lavoratori oualificati. ossia dei tecnici. degli intel– lettuali: aumenta, in una paro'.a. il livello cu'.turale, ossia si allargano le basi umane del'.a democrazia liberale, progres– sista in senso sociale, ma tipicamente plasmata nell'amore de'.la libertà personale. E ouindi la po'.itica operaistica a scoppio ritardato mancherebbe ohhiettivamente di prospettive favorevoli. perchè l'evoluzione dei tempi ci avvia verso l'av– vento di strutture civi'.i, che potranno essere socialistiche quanto si voglia, ma nutrite profondamente di liberalismo. di qua'.ificazione tecnica, di alta cultura e non, di operaismo grettnmente. classista. l1 dassismo ooeraista. sta tentando oggi la sua grande estrema prova nell'offensiva condotta da'.la Russia sovietica e dal comunismo bolscevico contro la civiltà occidenta'.e. Non vogliamo dire ora chi ne uscirà oerdente: ci basta essere certi che, dopo questa estrema battaglia, non ce ne sarà più un'al– tra condotta su queste basi, con queste armi e da queste forze. NINO RUSSO PEREZ CARTEIN TAVOLA Le manifestazioni, con relatioa perdita di ore di ÙlAXJro e quindi di produziQne, che hanno accoLto l'assoluzio-ne per amnistia di Carlo Emanuele Basile, esigo110 che si mettano, alfine, le C<ute in tavola. Il Basile, uno snob letteratoid:e del tipo dei Corrado Brando dannunzia110 (nt.e ne parlava Amalia Guglielminetti, che apparteneva lla •stessa società ~h fu fascista e repubblichino fanatico, e come tale ':P8"'ò. - là magist,ratura.... be', voi m'intendete ISB'nW che io 11ischi un processo per oltraggio; e d'al,tra parite, 110n S{)nQ stati~ giudici a far la legge, ma l'allora Guardasigilli Togliatti, coadiuvat? da Nenni, e seguìto a roota da De C<isperi. E allora? La conclusùme è mclto semplice. O le dimc– strazioni di massa sono· spontanee, (ciò che proverebb'e tra l'altro che il popolo ha una maggior sensibilità moral:e di clii Ilo mena) e in tal caso, ·i protestatari anziclw vituperare il go• vemo e la magistratura dovevano rivolgersi alle sedi del pm– tito cvmunista e sociol.fusionista. O sono organizzate, e d.'lara giudicate voi Togliatti che come capo partito critica Togliqtti guardasigilli, mentre lancia un « vieni· nieco », nel, P.C.I., .ai fascisti « di buona fede » (implicitamente quindi anche a C,arlo Emanuele B11$a!'.e)I CANDIDO

RkJQdWJsaXNoZXIy