Lo Stato Moderno - anno IV - n.17 - 5 settembre 1947

388 LO STATO MODERNO Msalto. Certo, proprio per questa ;morte, se fosse scampato avreb– be continuato duramente la sua battaglia, no,i propeusa alle at– tuali palinodie. Ma per la sua grandezza virile s'acquistò glo11a ti reverente memoria obbligandoci al « fair play» (meg:io sarebbe dire alt'onore delle armi). . BMla l.eggere ciò che dice, capire l'uomo dietro le parole (cf. La sua concezione dell'immortalità dell'anima, tulatla a rappresen– tare la sua morte come l',dti11w battaglia; cf. l'accostamento di cul– tura e di egemonia, per vedere dove poggiavmw, nella sua terri– bil.e serleltl, i suoi bisogni di cultura, che fu arma). fo sè il marxismo 11011 è conseguente, ma sono ben conseguenti i comunisti. Gramsèi fu tale: non credo cl,e aorebbe accettato la ve~à da qualunque parte gli fosse venuta; credo invece che I.e avrebbe messo il bavaglio della censura comunista. Ed è pur logico, se l'uomo pensa secondo i suoi bisogni. Bisogni, e quindi clonuznde, cli Gramsci, erano di marca comunista, quindi di quella particolare intransigenza cl,e mette in atto una speciate psicologia coerente-i11coere11te.Bisogna collocare Gramsci nel suo luogo, den– tro la sua ldtta politiCll, per capirlo. Tener veramente prese11te quella sua morte, che no11fu certo per la « cultura». E' tanto vero ciò, che proprio secondo questa logica i comunisti stavano facendo il monumento a lui, e la bandiera per sè. Ho sot– t' occhic ,m fascicolo de « l'Unità » su Grmnsci che me ne rima11da u,{;,nmagine più vera, perchè la rozzezza della leggenda che qui si cel.ebra è quella che lui avrebbe voluto, come più adatta, dato il suo concetto cfimnwrtalità e il suo comunismo. Togliatti /,a eletto: « Oggi, dopo la sua morte, molti scrivono di Lui... abbiamo pérò il dovere di dire alto e forte che Gramsci non è stato l' « intel/.etlluale », lo « studioso » ... Prima di tutto Gram– sci è stato ed è uonw di partito». Per farsi un'idea del tipo di mo– n111nentalizzazione, ecco qualche titolo degli epitaffi: « Con Gram– sci sotto la ,noie » - « Gramsci con gli operai » - « La sua gran– dezza e la sua semplicità» - « Gramsci come l'ho conosciuto» - « Gramsci maestro e capo» - « Gramsci fuci11atore di comunisti» {u11abella trovata di Mo11dagruz11a). · Colla sua logica Togliatti nell'articolo cttato (è da godere •t mistero che qui il «Migliore» avanzo sulla ,norie del suo cap 1 per~hè avv~'.wta quando « t~tte l_eresidue forze del suo orga 111, 11~~ venivano g•~ da lui messe m azwne per fa,- fronte alla situazwne 11uovache l aDter,deva, ~er esser pronto a un llUOVO periodo di at– tività». Gramsci era stato firwlmente ricoverato, e coll'abilltà elci capi coniu,iisti che - beati loro/ - possorw mobilitare anche gl, ?rgar_iidel _corpo, ''?" avr_e~be dovi.te 11wrirel), cori questa logica Toglwtt, d,ce che l Msassimo è strurnento normale di goveruo in regime di dittatura fascista {111uz tecnica nornuzle della borghc.,ia): sellza per questo sentir disagio 11elcel.ebrare le orientali « demo– craa:ie progressive • che, in fatto di si.1•temidel genere, sono ben pitl avan,ti del. fascismo. E non lasciamo artivare questi discorsi al carcere dove Petkov aspetta la forca/ Il monu,nento era in costruzione, come si vede, sec0t1do le regole. Per necessità un po' 11ascosto(doveva essere cosi i11tenw– me11te, esternamente era ,neglio qualche traccia di mistero); e l'Italia ufficiale, giocando sull'equivoco della sua morte, ne ha pro– fittato sveltamente preparandone Ull altro visibilissimo. Questa nwrte è in effetti una grande affer11wzio11eideale, ma l'ideai.e che qui corlw è quello per Qui la morte è stata affrolltata. Per un generico sisterna di valori Gramsci non sarebbe morto, men– tre è ben morto per il suo comu11ismo come per altri ideali - brut– ti che fossero - ha,mo conibattuto molti fessi (è lecito dirlo) del– l'hitlerisnw, colla ba11diera in mano e tutte le pate11ti dell'ero1s1110. E l'ideale dove oo a finire? Con questo non voglio dir niente. Una morte accettata giorno su giorno, con tanta coerenza, esige l'onore delle armi. E' però sempre quella data morte e non l'impossibil.e morte dello spirito, come l'uo11w è quel ,tale uomo e nor, lo-spirito. Sarebbe allora one– sto lasciar al P.C.l. il monopolio dei monumenti, e per conto no– stro, wesentar I.e armi alt'uomo glorioso. Già ne parlano bene i preti, e la prossima antclogia scolastica recherà brani del Gramsci «famigliare». Eppure pensate, che se fosse vivo, potrebbe essere una i11camazio11edell'Anticristo. MARIO ALBERTINI A SJN1!;1 RA DEI COMUN1S11 li fallimento del socialismo ita:iano è ormai pales~ e irri– mediabile per la sua inadeguatezza tecnica e cu:turale di fronte alle occasioni e ai còmpiti che la Storia g!i ha presen– tato due volte in venticinque anni. Di fatto, le masse operaie manuali, a cui per tradizionale vocazione storica si rivolgeva il socialismo, sono state monopolizzate dal 'comunismo, che :e ha burocratizzate, irreggimentate, macchinizzate e affascinate col mito collettivista-totalitario di Mosca. Di fronté al collet– tivismo dittatoriale del bo!scevismo russo, che col suo peso preponderante di grande Stato imperialista riassume e con– diziona irrimediabi:mente la realtà politica attuale del comu– nismo, non ci può essere, per la civiltà economico-po!itica e per la cultura occidentale, c:assich~ autrici della democrazia libera'.e e del progresso socia:e nella libertà, che un netto salto separatore e un inesorabile conf.itto. Il socialismo italiano, ~ quale ha ricevuto, vo:ente o nolente, più nolente che vo– lente in verità, un minimo inevitabile di cultura occidentale e 'di senso del:a personalità individua!e, tipico frutto dello spiritualismo europeo, non può accompagnarsi sinceramente al comunismo bo:scevico e condividerne i metodi, lo sti)e, le finalità. Tuttavia, esso socialismo ha mancato completamente della dura, dolente, coraggiosa franchezza di riconoscere che il suo ruolo storico non è più quello (se mai lo sia stato) di strumento di rottura de:Ja civiltà occidentale mediante un assalto classista, che presuppone !a frattura netta tra due forme di vita: giacché tale assalto, tale frattura, ta:e contrasto di due visioni de: mondo è, in atto tra bolscevismo russo e liberal- democrazia europea; ed è stato preparato e condizionato da!la struttura classista della vecchia Russia, che portava una pe– culiarissima e irripetibile frattura, praticamente inesistente in Europa. Ha mancato, il socia:ismo, dell'audacia intelligente di ri– conoscere che il suo ruo:o storico è oggi quello di avanguardia evoluzionista della civi:tà europea medesima, di spinta e di lievito progressista in senso sociale del classico liberalismo spiritua:ista occidentale. Nei paesi dove ciò è avvenuto, dove il socia:ismo è mondo o si è mondato de; grossolano e sche– matico dogma del:a frattura di classe, in InghLterra e nel Nord-Europa per esempio, il socialismo liberale è di fatto protagonista di politica e di Storia. La ripugnanza invincibile a confondersi nel comunismo bolscevico da una parte, e la mancanza del sincero coraggio di scegliere il proprio ruo:o ne: fronte del liberalismo progressista antitotalitario dall'altra, hanno svuotato il socialismo italiano di queJ:a sostanza che in• numerevoli speranze pareva gli avessero conferito, e lo hanno reso vacuo e floscio, malinc;onico e a volte grottesco, come un vecchio fantoccio. Fuori dall'uno e, dall'altro dei fronti de:la odierna battaglia politica, si è illuso di superarli entrambi ed è caduto nell'astrattismo e nel verbalismo perdendo qua:siasi base umanamente attuale. Ha perduto, in buona parte anche dal punto di vista numerico, ma soprattutto dal punto di 'i• sta de:l'iniziativa po!itico-socia:e, la base operaia manua:e, che segue le paro!e d'ordine comuniste; e tuttavia non ha osato abbandonare le vecchie formule ideologiche, ridotte

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