Lo Stato Moderno - anno IV - n.17 - 5 settembre 1947

386 LO STATO MODERNO MANOVRE COI QUADRI Dunque, l'osti:ità che incontrano le sinistre dipende dalla politica estera a rime obbligate del P.C.l. (che sta pigliando l'aspetto del parti de l'étranger, come Jaurès era, ai s1.1.oi tempi, divenuto l'agent de -l'Allemagne) e dalla persistente crisi di uomini dei partiti « rossi ». Ragioniamo un po'. Di « partiti dello straniero» ce ne sono, oltre il comunista, almeno altri tre. Il nero, il pariti prétre, che è Vaticano, Azione Cattolica, Democrazia Cristiana, ecc. L'aureo, cioè la plutocrazia filostatunitense, che plaude a Truman checchè faccia. Il rosso stinto, quello del:e anime mU.:inconiche le quali, mentre il laburismo è aux abois, pre– dicano ch'è tempo d'instaurar!o da noi, di rifondere e rin– sanguare un partito esaurito, com'è i: socialista. C'era una volta il partito verde, cioè la massoneria de:Ja « sorella la– tina », che quando regnavano Vittorio Emanuele e Barrère, contava molto; ed oggi non quaglia più: il mancato ringal– luzzimento del P.R.I. lo dimostra. Un onest'uomo che faccia queste considerazioni, si sente accapponare la pelle, e pensa al;a favola del vaso di coccio, che è perfetta immagine della posizione del nostro paese. Se trionfasse il parti prétre, che oggi è ancor contenuto e fre– nato dall'antic'.ericalismo nativo dei compatrioti di Giovanni Boccaccio, i quali amano i propri comodi, e :i difendono coi denti e le unghie, staremmo allegri! Ma le persone abituate a pensar con la propria testa e a non andare a pigliare :e « di– rettive » dal partito prima di aprire bocca, finirebbero, in caso di sovietica infi'.trazione, a spannocchiare la meliga in Siberia, come si dice da noi. Gli americani non ci darebbero, è vero, preoccupazioni di questa fatta, ma fino a prova contraria, mi paiono di quella razza di giganti che crede di accarezzare un gingillo, e lo frantuma. De: resto, che conta l'Italia nella economia e nel:a politica americana? Mo'.to meno di quel che la sto!tezza presuntuosa dei nazionalisti nostrani, ritenga. Con gl'inglesi, mi son sempre sentito a casa mia, ma non erano gl'isolani di Attlee, bensl quelli di Churchi:l, della regina Elisabetta, del dottor Johnson, di un paese molto di– verso da:I'attuale. Con cui non c'è che da far le nozze coi fichi secchi; pressapoco come con gli amici di Francia, presi tra il brav' général e i socialisti che non riescono a diventar radicali, e gente di governo (immaginiamoci da noi!). Al cospetto di una situazione di questo genere, non re– sterebbe che star immobi:i, meditabondi, silenziosi (e invece si lasciano divulgare sconci fogli di marca fascista contro la Russia, gli Alleati, ecc.) e chiamare in soccorso la prudenza della razza e della tradizione. Il guaio è che ci occorrono quat– trini. « E che so:o dagli Stati Ùniti possono piovere», dicono giulivi i seguaci della dottrina Truman. Io non condivido l'astu– zia dell'amico Augusto Monti, professore e_rederalista, il qua– le di recente sostenne che i prestiti esteri e gl'investimenti di capitale (esempio: i tedeschi in lta1ia prima del '15) legano meno di quanto non si creda. Sono abbastanza negli affari per sapere che in certi momenti, un pacchetto di azioni, o un'apertura di credito bancario, pesano mo:to, e talora in modo decisivo. Poichè peraltro i denari ci vogliono, e soltanto gli U.S.A. possono darceli, prendiamoli. Ma non dimentichiamo mai una de:le poche verità permanenti: tutto si paga. Inde– bitarsi è un'operazione che solo gl'incoscienti fanno con gioia, e a coeur léger. Badiamo di non esser - come mi sembra - tra costoro, e di metterci in grado d'iniziar presto i rimborsi. Un discorso siffatto avrebbero potuto tenerlo i socialco– munisti, se riflettessero, e la loro popolarità ne avrebbe' gua– dagnato. Invece; si sono gettati, o nel tentativo di risuscitare i'autarchia fascista, lo stato corporativo ed altre nefandezze; o in un rabbioso vituperio degli U.S.A. La puerilità economica dei due partiti (anzi trè, giacchè il S.L.I. non è da meno) è pietosa. Vogliono aumentare la produzione con le «grida» e gli scioperi del:a Conflavoro, la riforma industriale, il sof– focamento dei commercio sotto le tessere! Non sanno che grazie al'.e pastoie, il pane che in Abruzzo si paga da 70 a 100 lire al kg., fa pasta di semola, che vi si vende a 200 lire mas– simo, costano in Toscana rispettivamente -350 e 450 lire e in Lombardia quel che sapete. E invece d'inte.nsificare gli ~cam– bi, tiran fuori il tesseramento differenziato. O bestie! diceva Ferraviaa. La tragedia de:le sinistre (la parola non è troppo forte) consiste neì criterio di subordinare la realtà economico-politi– tica agli schemi dottrinari. Se, in luogo di « segretari del partito » abili so:o a darsi lo sgambetto e a far camorre elet– torali, picco:i « duci » abortiti, avessero voce in capitolo stati maggiori di persone preparate e ragionevoli, osserverebbero: - Cerchiamo fra di noi gente di sicura fede democratica, ma capace di adattarsi alle circostanze praticM del:a vita econo– mico-finanziaria; che odi i programmi, rifugga dai partiti presi, sia pronta a sciog:iere tanto la Conflavoro che la Confindustria ove occorra, a dar una mano anche al diavolo democristiano pur di tirar fuori il paese dalle secche. Non vincoliamola con 'alcuna direttiva; la conosciamo, e abbiamo fiducia che non ci tradirà. Liberisti, pianificatori, battaglino ne:le università. Noi wnministrumw, e non ci sono due modi di amministrare su: serio. La forza del!a D. C. è nella abi:ità con cui rinnova :e proprie teorie secondo le necessità del momento, o meg:io le mantiene in quel:a indeterminatezza che le consente qual– siasi manovra. Essa è dotata di antenne più sottili, di una sensil,ilità più pronta delle metamorfosi dell'opinione pub– blica, (che non è estremista per un so!do) e batte tutti i rap– porti e ragguagli di « ce::u:a » e di « base », che sono opera di fanatici i qua'.i scambiano i dati di fatto con i -loro pre– concetti e progetti. Alle sinistre, p. d' A. compreso, è sempre mancato questo «fiuto»; ì'arte d'intuire da che parte spira il vento, e come sono gli umori. La D. C. non ha uomini eminenti, e Mondolfo o Marchesi valgon cento Gone'.la; gente che possa rimpiazzar Togni e persino Corbel:ini e g:i altri tre grandi « tecnici »: Einaudi, Merzagora, Del Vecchio, si troverebbe facilmente nei brains trusts de::e sinistre, ma ,non certo aUa direzione dei rispettivi partiti. Questo è il punto: tutti i presunti «competenti» di si– nistra, erano cerve!lini discip!inatamente legati al Partito, pe• dine, portavoce, fonografi o dischi, non uomini. E andavano a pigliar l'imbeccata; non sgarravano daìla falsariga. Se le si– nistre vog:ion vivere, debbono organizzarsi in modo che do– mani Marchesi possa dire a Togliatti: - Tu, di questioni sco:astiche non capisci niente, passa -al largo! - O Mondo:fo mandi Nenni, Saragat e compagni su: banco dell'asino, senza esser espulso dal partito, o cacciato dal ministero. Sogni! - direte voi. E al:ora, rassegnatevj ad esser cor– bellati dal primo « destro » battezzato « tecnico » e dichiarato « insostituibile »; e godetevelo! Nell'incapacità di abbandonare· i programmi rigidi, e di valersi delle forze vive intellettua:i che possono racchiudere, è la causa de: tramonto lento (ma non troppo) e sicuro delle sinistre, sempre che non giochi l'estero. Non vorrei esser pro– feta, ma molti borghesi « di sinistra » voteranno per la demo· crazia cristiana o per il qualunquismo «puro» (cioè purgato dai fascisti: le acque di Montecatini hanno ben ispirato Gian– nini) nauseati dU.:lebeghe sociU:iste; qualcuno forse cercherà rifugio tra gli anarchici (anche qui, i vecchi eran brave per-

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