Lo Stato Moderno - anno IV - n.14 - 20 luglio 1947

316 LO STATO MODERNU credesse di avere frecce sufficienti al proprio arco per soste· nere la parte di mediatore tra Russi:i da un lato e anglo-ame– ricani dal:'altro. Lo stesso Si:one in questi u:timi. tempi sem– bra avere ormai abbandonato ogni fiducia che il P. d. A. possa essere il perno di una manovr:i a va_;;to raggio intesa alla unifi– cazione de!!e forze socialiste; e, infaticabi:e nel tessere e di– -sfare, già guardJ altrove, ha rivolto adesso le sue speranze verso g:i elementi di destra che sono rimasti nel P.S.l. Ma tant'è: la corrente di centrò azionista, rappresentata, come si è detto, da Lombadi, Foa, Codignola ècc., _persiste ne: suo antico disegno de::'imità socialista, dissocia le sue responsa– bilità da queI:e ùe[a corrente di 'maggioranza e dal gruppetto che fa capo a Carosci e Vittorelli (di.cui anzi tlluno prevede prossima l'estromissione dal'.a direzione di Italia Socialista), atferma che il P. d. A. è vivo e vitale e pronto ai suoi nu"v• compiti. Insomma, chi la pensa in un modo e chi in un a:tro <lei tutto diverso; e c'è da prevedere che quando le trattative in corso con il P.S.J. condotte dai rappresentanti della corrcute vincitrice avranno avuto esito e giungerà· i: momento dellr supreme decisioni, assisteremo ad una serie di casi person.ili, conforme ai propri gusti e pteferenze, con adesioni al P.S.I., al P.S.L.I., al P.R.I., e magari al P.C.I. . Gli a:tri partiti avranno tutto da guadagnare: uomin 1 :! 1 indubb:o va!ore e capacità andranno a rafforzare i loro qua– dri direttivi; ma al P. d. A. toccava miglior sorte, quella for– mazione politica, ,pur fra tante esagerazioni intellettualistkhe ed astrattismi, aveva in sè alcuni motivi vita:i meritevoli :li u:teriore svo:gimento. ROMANUS GRANDE PAR1ITO DÈMOCRA11CO-? Non è la prima volta che « Lo Stato Moderno» si assume l'onere di una battaglia dall'apparenza don– chisciottesca, ma che ha invece tutta la serietà, e for– se la drammaticità, di una prof onda esigenza nazio– nale. La necessità di· un grande schieramento di de- . mocrazia laica - ormai per forza. di èventi chia-ro a,nche ai più recalcitranti - non trova ancora una volontà politicamente attiva da parte dei più respon– sabili. Noi voglia~o che su questo problema tutto sia detto, tutto sia chiarito, tutto sia formulato, p·er– chè l'eventuale nuovo crollo elettorale dei partiti di centro sinistro trovi le responsabilitd ben precisate e gli alibi impossibili, · . Noi siamo assolutamente convinti che le forze della democrazia italiana si trovano nel quadrilatero formato dal Partito Socialista dei Lavoratori, dal Partito Repubblicano, dalla Democrazia, del Lavoro e, per quel che resta, dal Partito d'Azione, senza esclu– dere naturalmente altri elementi, oggi prigionieri in posizioni superate, E siamo altresì certi che in poli– tica i totali non hànno mai nulla in comune con gli . addendi; il fascino e il prestigio di una unione può di gran lunga superare il computo aritmetico. · · La dispersione invece condurrà inevitabilmente al disastro; e non sarà solo un disastro ,elettorale. · Saremo grati a tutti gli amici - e in specie a coloro su cui gravano responsabi!itd decisive - che vorranno farci pervenire la loro opinione in pro- posito. 1 , • M. P. La piccola intesa non esiste Durante e dopo l'u:tima crm di governo si è ,parlato che Il\ fortuna del:a ·frase è stata fatta, oltre che dalla sim– patia con cui di SO:ilOvengono accolte tali sorridenti eva• sioni dalla cupa atmosfera politica, anche da due elementi. In primo luogo, dallo_stesso gioco dialettico de:ta polemica, nella qua:e il partito socialista italiano e il partito comuni,tJ ' tenevano a sottO:ineare, attraverso :a sapiente ripetizione d~I nome scherzoso, ,:a « picco:ezza • delle forze di cui si trai· tava; e, viceversa, i partiti interessati, accettando la sfida, . tenevano a mettere in ri:ievo il fatto nuovo che per la po:i– tica ità:iana costituiva • l'intesa • di alcuni gruppi politici de:,:a sinistra democratica, risoluti a sfuggire allo sch!iaccia– mento da parte delle due branche della· tenaglia triparti– tica. In secondo luogo, la fortuna dell'appellativo scherzoso \ierivava, proprio, dalla circostanza ohe, in fondo, esso in– tell)retava una esigenza· diffusa ne: paese «medio•• l'esi• · genza ohe venisse proposta e attuata una politi-ca insieme , democratica, realistica, rinnovatrice, di çui neg!i u:timi tempi si erano fatti assertpri, dai loro banohi di oppositori di sinF stra alla politica del Tripartito, alcuni uomini politici. appar– tenenti ai settori del centro-sinistro ·dell' Assemblea Costi· tuente. Tutto ciò spiega ,percbè u nome abbia avuto tanta fortuna, mentre la cosa in •sé stessa, e cioè la solidarietà politica fra quei quattro partiti, non rivesti', mai ne::a bat· taglia politica de:la crisi le forme impegnative che il nome lascia supporre. In realtà, questa solidarietà non andò mai o:tre qualche riunione (poche, in verità) fra i rappresen– tanti dei quattro gruppi parlamentari (di solito, O-Aragona per G P.S.L.I.,' Cianca o Lombardi per il P. cl' A., Molè per il P.D.L., Pacciardi per il P.R.I.), qualche cortese scambio di notizie, ed uno relativa omogeneità nel1' atteggiamento della stampa di partitx.>(una omogeneità ,più negativa, nd senso di evitare ogni IJ?O:emicainterna fra i quattro partiti, ·che positiva, nel senso di coincidenza esatta di vedute sugli mo:to di una nuova costellazione po!.itica, costituita da quat– . tro partiti, i cui deputati· 9iedooo nel teno e quarto settore (il centro sinistro) dell'Assemblea Costituente: il partito socia– lista dei lavoratori italiani, il ,partito repubblicano, il partito d'azione, il partito democratico de: lavoro. Nessuno ancor Of!lgisa dire chi abbia attribuito a questa ·costellazione lo scherzoso nome di « P.icco:a Intesa,; probabilmente, l'idea è nata ne:la Sab dei Passi Perduti di Montecitorio e di là è vo'.ata, con la rapida e •violenta fortuna di tal specie di motti, neUe ,redazioni dei giornali, neg:i ambienti politici extraparlamentari, nel frasario· del cittadino comune. Dirò sviluppi della crisi,. A:tro non ci fu. Ogni 'gruppo parh· mentare decise da solo la propria linea di condotta cosl di fronte alle snccessive fasi della crisi (Nitti, Orlando, De Ca· speri), come, a Mini5tero formato, di- fronte alla formazione liberal-cattolica De Gasperi-Einaudi. !Non ci fu un sostnn· ziale e definitivo aocoroo sul programma economico da pro• porre ag:i incaricati dal Capo dello Stato di formare il . Governo, e 1J'accordo del •resto era molto difficile, date le divergenze tra l'impostazione marcatamente « dirigista • del partito d'azione e del P.S.L.I. e lo storico liberismo dei re· pubblicani, tra i quali, appunto, la « vecchia guardia • era, sotto la guida di Conti, ostile ad ogni concentrazione. Non ci fu un fronte unico dei quattro pnrtiti nei rapporti esterni,

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