Lo Stato Moderno - anno IV - n.11 - 5 giugno 1947

256 LO STATO MODBRNO di mira il partito comunista; sia infine perchè anche in Fran– cia come in Italia serpeggia un diffuso malcontento, che è più che mai alimentato -dalle difficoltà inevitabili di questi penosi anni, nei quali il cannone ha bensì cessato di tuonare, ma si raccolgono i frutti avvelenati, cresciuti quando l'uomo era uni– camente intento a uccidere e a distruggere. Eppure è da rite– nere che il più gran numero dei seguaci del Generale si troverà non già in i;nezzo a quella parte della popolazione che durante la guerra fu solidale con lui, e rifiutò ogni collaborazione con l'invasore nazista, e poi si dette a cospirare e a combat– tere per la liberazione della Frnncia; ma principalmente in mezzo alla moltitudine dei « pètainisti », di quelle coscienze frigide che accettarono senza soverchio rammarico la capitola– zione. e !"armistizio, perchè pareva significassero la fine della guerra e la liquidazione dei partiti di sinistra: cioè a dire, i sostenitori di oggi e di domani del Generale saranno proprio coloro che gli furono nemici negli anni 1940-44. I partiti demo– cratici e schierati a sinistra vedono nel Generale l'ombra del dittatore, l'uomo che fu ed è avversario di quella Costituzione che, faticosamente elaborata dalle due Assemblee costituenti del 1945-46, e approvata da una debole maggioranza, consent' alla Francia di uscire dal provvisorio, perchè potesse decisa– mente dedicarsi all"opera della ricostruzione e del consolida– mento delle istituzioni repubblicane: e perciò sono decisi a sbarrargli la strada del potere. Nè soltanto gli atteggiamenti odierni del Generale suggerisco~o a questi partiti la più riso– luta opposizione ne· suoi confro11ti.Benchè pubblicato in Ame– rica, e pressochè introvabile in Francia, non ignorano essi quel che ha narrato un libro di Henry de Kerillis circa gli uomini dai quali De Gaulle era circondato a Londra e ad Al– geri, durante gli anni della guerra, quando il nome di lui era in Francia simbolo di libertà e -di unione: egli sarebbe stato allora circondato da molti elementi cagoulards, di queiJa asso– ciazione politica reazionaria e nazionalista-ultra, che dopo l'ar– mistizio fu quasi tutta al fianco del Maresciallo Pétain, calda sostenitrice del Governo di Vichy, e in qualche momento de– siderosa che la Francia scendesse in guerra contro la Oran Bretagna. (Ai cagoulards fu pure dovuto .I' assassinio dei fratelli Rosselli, su mandato del Governo fascista, di Galeazzo Ciano principalmente; col quale Governo quei faziosi"di Francia erano in intima .comunione di spiriti e di intenti). Cosiochè gli atteg– giamenti del Generale De Gaulle, anche mentr'egli parlava e-cl· agiva in nome della Francia resistente e antinazista, sarebbero stati, ha narrato il De Kerillis, troppo spesso intonati a sorda ostilità nei riguardi dei Governi di Londra e di Washington, tali essendo nondimeno, prima e durante la guerra, le schiette tendenze da cui era animata la Cagoule, che s'inspirava a con– cetti antidemocratici, molto affini a quelli conclamati a Roma e a Berlino dai gerarchi del nazionalfascismo. Poichè d'<i tre grandi partiti francesi, il comunista, il de– mocristiano e il socialista, due di essi, il primo ed il terzo, sono naturalmente e risolutamente avversi al Generale, che riap– pare sulla scena politica agitando la bandiera dell'anticomuni– smo e del revisionismo costituzionale, e fino a un certo punto dell'antiparlamentarismo, il successo o l'insuccesso del movi– mento iniziato da De Gaulle lanciando il Rassemblement du Peuple Frmiçais, dipende principalmente dall'atteggiamento che vorrà assumere, oggi e domani, il partito democraNco-cristiano. (Mouoement Républicain Populaire). Ma questo pattito, le cui fortune eccezionali nel dopo-guerra sono dovute, oltre che alla parte attiva avuta nella resistenza da taluno dei suoi membri più in vista (Georges Bidault fu egli pure a capo del Comitato centrale della lotta antinazista in Francia), anche alla persuasione che nessuno meglio del partito raccomandato e :1ostenuto dalla Chiesa avrebbe voluto. e saputo contrastare il cammino del comunismo; questo partito, che per qualche tem– po fu quello più devoto al Generale De Gaulle, dal quale ri– ceveva ispirazione e col quale incominciò a governare dopo la liberazione, porta in sè ,due tendenze contrastanti, che grosso modo può dirsi facciano ca[Jo da un lato a Georges Bidault ~ dall'altro a Francisque Gay, il primo non troppo tenero ormai del Generale, il secondo notoriamente incline a favorirne le mosse e a facilitargli la via del potere. L'unità di atteggiamento del partito democristiano dinanzi all'iniziativa politica di De Gaulle sembra avere in un primo tempo resistito alla violenza dell'urto, cosicchè potè essere annunziato che la direzione di questo partito avrebbe deciso di vietare ai suoi adepti l'ade– sion~ alla concentrazione delle forze di centro e di destra sol– lecitata dal Generale col suo discorso di Strasburgo. E fino a tanto che i tre grandi partiti francesi, che contro il parere di De Gaulle si pronunziarono nel settembre-ottobre dell'anno scorso per l'approvazione della Carta costituzionale, saranno concordi nel giudicare inopportuna e intempestiva qualunque revisione della stessa, e saranno dispòsti a collaborare nel go– verno per la stabilità del franco, e l'aumento della produzione, e la conclusione della pace neH'Europa centrale, le azioni del Generale De Gaulle non sembrano destinate a raccogliere le più alte quotazioni nella borsa piuttosto fluttuante dei valori politici di Francia. Mentre l'incognita della persona e del par– tito del Generale potrebbe realmente presentarsi dinanzi alla coscienza della nazione, il giorno in cui questi tre partiti do– vessero dividersi e mostrarsi decisi a marciare per diverse vie. E non importa dire, come fu detto, che De Gaulle è già stato a capo del Governo francese dopo la liberazione, e ch'egli, senza aver potuto o saputo risolvere nessuno dei gravi pro– blemi che il dopo-guerra vuole siano affrontati e risolti, non -eppe alla fine far altro che dimettersi e ritirarsi a vita pri– vata, appunto perchè le difficoltà sono tante e così gravi che solo il tempo e la pazienza e la buona volontà -dell'intera na– zione potranno affrontarle e risolverle, seguendo la via di un sano empirismo quotidiano, anzichè quella dei colpi di testa e delle decisioni precipitose. Non importa: perché il fascino del miracolismo, e ·l'illusione del goverho forte e dell'uomo provvidenziale potrebbero aver ragione di tutte le conside– razioni giudiziose e prudent.i. * * * Avevamo appena scritto quanto precede, quando è soprag– giunta la notizia, che in seguito a qualche sciopero di operai metallurgici, i quali reclamavano e reclamano migliorie di sa– lario in conseguenza del sostanziale faUimento della politica del ribasso dei prezzi, i comunisti hanno rotto la solidarietà con i due grandi partiti con i quali erano associati al potere. e ne sono stati estromessi. Ev-identemente i comunisti hanno temuto e temono che·quel minuscolo gruppo di trotzkisti, che si affermò con appena poche migliaia di voti nelle ultime prove elettorali, possa guadagnar seguito e adesioni quando il par- . tito di Thorez e di Duclos continui a far la politica governa– tiva, straniandosi dalle rivendicazioni delle masse operaie: e hanno preferito rinunziare alle lusinghe del governo piuttosto che perdere l'altro potere, quello -del contatto e della "fiducia dei lavoratori. Ma da questo punto, l'aspetto della politica fran– cese ha subito una profonda variante, e senza dubbio il partito di estrema destra (Parti républicain de la Liberté) e il coacervo

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