Lo Stato Moderno - anno IV - n.10 - 20 maggio 1947

LO STATO MODERNO 221 estivo-autunnale, dopo i raooo:<ti,offrirebbe ~l vantaggio di 11i– sparmiareneJle spese di voot:iarioe casermaggio; si presterebbe meglio all'addestramento ginnico-sportivo_; peserebbe meno sulla vita del singolo, consentendo ad esempfo agli studenti di non interrompere gli studi). Inoltre, i congedati potrebbero subire brevissimi richiami annua:i, con ritmo decrescente nel tempo, a scopo di aggiornamento sulle nuove armi e sui nuovi strumenti tecnici. Come avviene, in modo del tutto 5oddisfa- cente, in Svizzera. ' e) Infine, last but ,wt least, questo servizio obb:igatorio dovrebbe, come già abbiamo accennato, essere rivolto a fini educativi tecnico-militari, piuttosto che strettamente militari. Oltre che a « sparare •, la recluta ana:fabeta dovrebbe im– parare a leggere a scrivere; chi sa andare in bicicletta dovrebbe impratichirsi di motocic!ismo; chi è pratico di motocicli do– vrebbe passare ad automezzi più complessi; chi è pratico di guida d'autom<ibi:ì potrebbe ricevere un primo addestramento aereo; in modo che, sotto questo aspetto, venga ekvaha di almeno un gradi1UJ fistruzume tecnica di tutte le reclute. E gli esempi si potrebbero moltiplicare. Il tutto con elasticità di criteri, suddividendo le reclute secondo le rispettive capa– cità e possibilità di istruzione. Si otterrebbe così questo risultato: che il servizio militare, che sotto un oerto a.spetto è stato finora una chance offerta ai cittadini più arretrati per « uscire dal guscio », diverrebbe una occasione di e:evamento generale della istruzione tecnica di tutti, con vantaggi per tutta :a collettività, anche ai fini delie attività di pace. BRUNO PAGANI Partiti polttici e programmi economici E' indiscutibile che per sanare, sia pure ~entamente, :e profonde ferite della guerxa, non c'è altra strada da battere che que1la di favorire nel miglior modo lo sviluppo di ogni energia produttiva. Non esiste un piano diverso da quello deUa produzione su'l quale potersi basare per ~a ~iedificazione della economia nazionale. Se l'organismo economico è deformato e sfibrato, se i redditi ,reali sono bassi, se l' equinbrio finanziario è compromesso ,ecc. ecc., ,non c'è che produrre: ogni provve– dimento sarà efficace ai fini d·el risanamento economico solo se, direttamente o indirettamente, favorirà la produzione. Ma è vano parlare di politica cii ricostruzione fintantochè i fattori della ripresa produttiva, che sono anzitutto l'iniziativa indivi– dua!e, la disponibilità di mezzi mater.iali, la fiducia, invece che l'enir oostenuti, vengono aV\-1i-liti dall'azione del Governo e dei partiti che hanno la ,responsabilità del potere. A deprimere l'i.n'.iziativadei singoli sta ancora tutta una bardatura burocratica, della quale è difficile sceverare la parte ,·eramente necessaria ed utile da qoella che rappresenta il pe– sante strascico di una deplorevole forma mentale. Nessuno in– tende nè s'iHude di poter rncidere d'un colpo tutti j « tenta– coli» con 1 quali lo Stato si ingerisce nell'attività economica dei singoli, ma solo che ta'le ingerenza sia ~imitata a quel mi– nimum che garantisca e tuteli gli interessi generali. Inscindibile dal problema della iniziativa è quello dei mezzi materiali per la produzione. Appare ogni giorno più evi– dente 'che le possibilità di ripresa per la nostra economia sono in stretta dipendenza con la disponibilità di finanziamenti• esteri; ma questi, che possono assumere forme svariatissjme, r non solo - come taluno crede - quella del prestito da Stato a Stato, affluiscono in quelle direzioni che i privati assai più rnntaggiosamente sanno determinare che non gli ~gani bum– cratici. li Governo ha molti e affaticanti problemi da riso1v&e in questa delicata fase di indeterminatezza valutaria, senza che debba impostarne di nuovi per i quali - a parte ogni apriorismo di principio - non sono a sufficienza preparate nè l'organizzazione finanziaria nè quella tecoi~; e il suo in– tervento ba già un vasto campo in cui potrebbe utilmente esplic;mi mediante l'intelligente impiego di <tuttele forze della diplomazia poste -al' servizio deJ:'economia. Infine è elemento importantissimo. per •la ripresa econo– mica la fidttéia, cioè una prospettiva di trranquillità e di sicu– rezza per r avvenire; e la fiducia è strettamente iegata all'azione politica del Governo. Se al peso dei moltissimi fattori di rischio che limitano le intraprese, si aggiunge fincertezza su quelle che saranno le condizioni giuridico-sociali dell'ambiente nel quale si svilupperà la vita economica di domani, le iniziative si arrestano, gli investimenti vengono .rinviati; si lasciano ca– dere Je congunture favorevoli, come i fatti di ogni giorno di– mostrrano. Ma quelle condizioni saranno in gran parte il re– sultato dell'opera dei partiti che sono al potere. Se questi ri– mangono chiusi nei loro schemi ideologici e trascurano i fatti per correre dietro all'astrattezza delle teorie; se contro l'unità di aziorie prevalgono finalità particolaristiche spesso avverse le une alle a'ltre e tutte insieme allo sviluppo delle forze pro– duttive; se &i vuol precorrere il lento maturarsi dt nuovi rap– porti e di nuovi istituti anticipando rifonne di struttura che non sono imposte dalla <realtà obbiettiva nè dalla coscienza delle forze determinanti, non s<ilonulla si crea di sano e òi durevole, ma s'introducono a'ltri elementi di disordine e di in– certezza che ,ritarderanno ;rl processo di sistemazione. Si illu– dono gli uomini di governo quando credono di imbrigliare fa realtà nei programmi dei loro partiti: mai un programma ~iu– scirà a piegare la rea'ltà contingente, e sempre invece questa paleserà l'inadeguatezza di quello. Nell'inesorabile urto contro la· realtà non soccorre il « programma », ma la preparazione, la viva e aouta sensibilità, l'onestà politica del soggetto che opera: ti quale awà agito bene se avrà composto il problema in conformità alla causa della vita socialmente migliore, che è quanto dire alla causa della libertà; e avrà agito male se ad altri fini secondari avrà subordinato questo che dovrebbe es– se~e la sua costante guida e fa meta. * * * M discorso cade a proposito. della serie di dichiarazioni con le quali i partiti governativi hanno voluto esprimere il bisogno di una azione politico-economica più concreta e coerente, e ad un tempo indicare la via ai propri uomini responsabil.i ed al paese; cade soprattutto a propooito della « risoluzione • con cui il Partito Comunista I,taliano si è fatto iniziatore di un « nuovo corso di politica economica » per ~imuovere le cause e le manifestazioni della nostra misi e precisare gli « obbiettivi im– mediati » e le « condizioni » necessarJe alla <realizzazione di essi. Gli obbiettivi sono la stabilizzazione della lira, la ridu– zione dei costi di produzione, l'aumentò dei salaa-i;e su di ciò potremmo senz'altro consentire, se non giov~ prima ;richia– mare ancora una volta la stretta concatenaznone che 4ega tutti i fatti economici; e come in questo caso sia errato credere che i b'e obbiettivi sieno tre bersagli schierati su di una sola linea, distinti t'uno dall'altro, ai quali deve puntare !azione del Go– verno e la buona volontà del paese. Anzi, qualcuno ,potrà forse chiedersi: percbè tre? e percbè proprio quei tre? Ma aweb– bero potuto benissimo essere di più o di meno; e ognuno vede come .J'obbiettivo effettivo ~ia e debba essere in sostanza uno

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