Lo Stato Moderno - anno IV - n.10 - 20 maggio 1947

LO STATO MODERNO 217 in cuor loro e sotto sotto) come l' emprunteur professionale. &an convinti che 4-acl'isi non sarebbe mai venuta e sbalor– diti che il Paese (che foro chiamano « ,l,a Borsa ») aa vo:esse. Io non ho particolari simpatie per l'on. Nitti come di– Jll().ltra un precedente articolo. E non ho ceduto ,alla tenta– zionedi rileggere il terribile profi!o che di lui tracciò Luigi Ambrosini (nelle Teste di. legnc). Ma credo ch'eg:i oggi abbia i; senso del. bilancio, e gli faccio tanti auguri. Ciò scrivevo il 19 maggio. Il 20, si apprese che !'on. Tre– mel:onisi giudicava più adatto di Nitti a dirigere la « batta- g,:oia economica »; iii che varrebbe ,a dire: Francesco De Sancm, cavati di lì, che arriva Carlo Bo. I Tepubblicani storici,. antipianificatori neìla prima quin– dicina di maggio, sono diventati pianificatori a oltranza nella seconda. E il 21, Nitti ha ringraziato dello spettaco:o: ENes font (:e marionette parlamentari dirette dai oapipartito) trois peti.ts tours et pu.is '/l'en oont. Tutto rientra mli.la regO:a. Salvo il bi:ancio. Che mùnconial ARRIGO CAJUMI LA LJB~R1A' DEL QUAR10 S1A10 L'azione condotta dal « quarto 5tato » per la conquista dei potere o, quanto meno, per I indebo:imento deJ:e correnti politichead esso avverse, include problemi dalla cui soluzione dipende se l'eventuale successo di quella azione sia vera– mente un progresso politico dei ceti proletari, oppure se deb– ba sboccare soltanto 1ll una preva.enza di dingenti i qua.1, anzichè esser controllati da quei ceti, ne siano i controllori sia pure di buona fede. Possiamo ,stabiure l'ipotesi che i rapporti tra le masse ed i loro organizzatori siano caratterizzati da un'asso'.uta preva– lenzadelle masse, Je quah imponga-no ai ,propri rnppresentanti la linea politica da seguire. Possiamo anche fare l'ipotesi in– versa; quella di un gruppo di diTigenti che « disponga » di una certa massa e se ne serva per realizzare on programma formulatodai dirigenti stessi. Le due ipotesi sono piuttosto casi-limite che possibilità pr:.tiche. Infatti è ben difficile che una massa abbia un tal gradodi educazione politica da esprimere una linea di azio– ne; è del pari difficile - ma forse in misura minore - che i dirigenti politici siano assolutamente dirigenti, ossia possano deltutto prescindere dal tener conto dei desideri della massa. Quel che importa rilevare a questo riguardo è che esiste tutta una serie di posizioni intermedie, che si differenziano appuntoper una maggiore o minore indipendenza degli iscritti rispetto alle élites del partito. Comunque, adottando criteri formali,non si perviene. a rilevare questi diversi gradi di in– dipendenza. Poco o nulla vale, per il ,rispetto di tale indipen– denza,lo stabilire che la politica del partito debba essere ap– provata da una votazione di maggioranza in congressi, riu– nioniecc., là dove la direzione del partito si presenti tutta compatta, là dove esista un clima di entusiasmo e si possa incorrerein scomuniohe ed esser tacciati di sabotatori deflet– tendodalla « linea ». In queste situazioni non è troppo diffi– cilefar convergere su di un certo programma il consenso della maggioranza;ma sarebbe azzardato dire che proprio la mag– gioranzalo ha voluto. La cosa, invece, è sostanzialmente diversa quando la mas– sa può scegliere tra vari progra=i e indirizzi, quando le . organizzazionisindacali sono indipendenti dal partito, quando glioperai possono scioperare anche sotto un governo formato dai loro rappresentanti, e così via. Anche se fosse vero che l'autogoverno delle masse' è soltant-o una finalità remota e, forse,un'utopia, e ohe nel mondo di oggi non sono mai le massea dirigere le élites, ma viceversa, ci sarebbe sempre una belladifferenza tra una situazione caratterizzata da una élite chesi impone ed un'altra situazione in cui invece varie élites si propongono alle masse. * ..,* Il prob~ema che si prospetta al « quarto stato • è dun– que complesso: raggiungere il potere senza cadere in potere delle proprie élites. Problema difficile, perchè si può fonda- tamente -ritenere che il realizzare la seconda condizione osta– coli se non addirittura impeqisca il .raggiungimento deila prima. Si dice infatti: l'ascesa politica del « quarto stato» è lenta, difficile, perohè tenacemente contrastata. La parte avversa è pronta a sfruttare a proprio vantaggio ogni scissione che s~ riscontri nelle file del proletariato, sicchè questo, se vuol farsi largo nel campo ostile, è costretto a procedere unitariamente, disciplinatamente, badando bene a non fare il giuoco del– l'avversario con l'indebolirsi per via di contrasti interni. Que– sta unità, questa disciplina deve essere ,realizzata, quindi, ad ogni costo; meglio certamente se sorge in modo spo~~neo, libero, attraverso cioè la convinzione della sua necessita; ma se ciò non avviene, si dovrà cercare di realizzarla per altre vie, si dovranno screditare, additare com~ nemici del popolo coloro che predicano qiversamente, si dovrà forse ricorrere a mezzi ancor più violenti. Quella che conduce il proletariato non è una gara 1,portiva, ma una lotta per la vita e per la mo~te, contro un a,;versario che non misura i colpi. Ogni in– crinatura, ogni differenziazione nelle formazioni politiche del proletariato è un tradimento perchè pregiudica l'esito finale della lotta. Nè l'argomentazione perde vigore quando il « quarto stato » abbia sgominato i suoi nemici interni. Restano infatti i nemici esterni, la coalizione capitalistica internazionale, la quale non darà tregua a:lo ~tato protetario; talchè questo do– vrà senza indugio rafforzarsi, consolidarsi, armarsi, sopportaxe quindi tutti i sacrifici inerenti alla costruzione di cannoni an– ziohè alla fabbricazione del burro. E come .si potrà far sop– portare questi sacrifici ad una popolazione che avrà già molto lottato e sofferto, ed alla quale. per qualche inevitabile ab– bandono demagogico, si sia promesso, come conseguenza dlllla vittoria, benessere, tranquillità, agiatezza? Certo, col propa– gandare la necessità di questi nuovi sacrifici, in vista della vittoria finale, di cui quella nazionale non sarebbe che una truppa, e via dicendo. Ma se la propaganda non sarà suffi– ciente, allora bisognerà dire che chi non condivide queste idee è un traditore del popolo, un seminatore di zizzania e come tale deve essere trattato. Anche alcune situazioni economiche evolvono in modo da favorire tendenze.politiche anti-democratiche. Supponiamo che il proletariato ·riesca, in un regime borghese, ad avere la prevalenza al governo, e che non incontri negli organi bu– rocratici o in altre parti, resistenze subdole alla realizzazione delle riforme economiço,politiche che esso intenda conseguire .• Supponiamo, ad esempio, che facciano pa1te di tali riforme numerose ed importanti nazionalizzazioni di aziende. Ammettiamo pure tutto questo in contrasto~ i con– vincimenti, sopra espressi, di coloro che ritengo sai im– probabile questo spossessamento pacifico della borg esia: Or– bene, a ·questo governo di proletari, in un rngime politico ca-

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