Lo Stato Moderno - anno IV - n.10 - 20 maggio 1947

230 LO STATO MODERNO religw-ne » (art. I, p. 3) stabilendo che « l'Assemblea gene– rale lin'l:raprenderà studi e raooomandazion:i » che rientrano pure nei compiti del Consig;io eoonomico e sociale (art. 62); e pre– vede pure la creazione di appositi « istituti specilliizzati » per oonseguire tali futi (art. 55 e 59); ma di proposito lo statuto non considera le minoranze oome gruppi, come collettività sociali, e non ba prescritto alcun ,egolamento internazionale. Abbiamo l'impressione che ,anche questa volta non si tenga presente l'enorme importanza del problema ai fini di una pace veramente duratura. Vi sono però alcuni indi:.;. di progresso, fra i qua.:i è appunto f accordo De Gasperi-Griiber, e bisogna augurarsi che tali valori potenziali si sviluppino. L'anelito ad una !Pa– cifica convivenza di tutti gli Stati, dopo !',immane tragedia e fra Je previsioni di più terrificanti tragedie future, dovrebbe davvero trovare una prima limitata realizzazione in un nuo– vo più umano e democratico ordinamento del:e minoranze, auspicio di future più complesse convivenze organizzate di Stati. . Ci sembra in verità che alcune oondizioni già ,sussistano per la realizzazione di un tale ordinamento. Con fOrganizz.a– zione delle Nazioni U!llite, la quale a breve scadenza compren– derà tutti gli Stati del mondo, il principio della sovranità illi– mitata dello Stiato è fortemente intaooalo; e d' rutra parte, stando alla nuova Costituzione francese ed all'art. 6 già ap– provato del progetto ·di quella italiana, comincia a delinearsi la tendenza ad ammettere una limitazione del diritto interno di fronte a norme di carattere internazionale. L'accordo De Gasperi-Gri.iber poi dimostra che si è già su:!a via di un ri– conoscimento delle minoranze come collettività organizzate. * * * Da queste premesse sarebbe iecito attendersi un sistema di garanzie ed un ordinamento più operante che non quello escogitato all'epoca della Società delle Nazioni. Occorre però creare le condizioni psicologiche per la realizzazione di esso, e queste condizioni consistono, secondo noi, da parte degli Stati ospitanti nel non ribadire òl principio della illimitata so– vranità dello Stato; da parte delle minoranze ne: ~,on in·si– stere in un irredentismo che provoca inevitabilmente l'irrigi– dimento dello Stato ospitante !llon potendo la wnitazione di sovranità giungere sino all'indebolimento deKo Stato; da parte degli Stati protettori nel rinunziare alle teorie perniciose della « Blutgemeinschaft », e basare 1 loro eventuali mterventi sui principi della convivenza internazionale; ed infine da parte delle Nazioni Unite, o meglio dei dirigenlli le Nazioni Unite, nell'abbandonare il gioco delle reciproche cencessioni a spese degli Stati minori e nell'applicare finalmente i principi umani e democratici tante volte proclamati e quasi mai attuati. Si riducano al minimo le minoranze negli Stati, ricono– scendo fin dove è possibile le aspirazioni nazionali; dove ciò non sia obbiettivamente ,possib:i:e (si ipensi a certi miscugli etnici di &cune zone nevralgiche), lo Stiato ospitante attuti un trattamenito quanro più ;iberale è possibile m1d'<ll1doanche · oltre 1e con~ni dei vecchi T,rattati:, e la minoranza si ras– segni a vivere nella sua piccola casa nella quale manterrà intatto ti! tesoro delle sue 5000:ari tradizioni di vita. Se davvero, come è augurabile, fa società internazionale deve avviarsi verso forme di organizzazione federalistiche, il primo passo può e deve essere compiuto con la creazione di un ordinamento per le minoraqze basato sulle condizioni og-. gel!tive e sulla ragione, e non sui penco:osi e vecchi principi. Per rendere possibile la creazione di un organismo rupe– riore è però necessario che tutti, cioè StJati ospitanti, mino– ranze, Stati protettori, facciano le necessarie rinunzie e si sfor– zino di superare 3e vecchie posizioni di '.intransigenza nel con– vinto proposito di raggiungere forme migliori di convivenza nternazionale. Solo così potremo un giorno Taggiungere a~che una più duratura unità politica e giuridica internazionale che ci salvi da periodici flagelli. ROBERTO SPADACCINI Cronache di via Morone Pubblico qualificato al discon,o di Aldo Valcarenghi (gioie. di l5); e molle signGre, che ascoltarono con evidente partecipa. zione la sua parol,a pacata e suasiva. Tema: « La Politica de::e Sinistre»; ma l'oratore ha voluto porre l'accento sulla politica di una sinistra, quella del Partito Socia:ista dei Lavoratori Italiani cui egli appartiene. Uno de: pubb:ico (come sempre attento e cor'. diale) ha denunciato nel discorso cli Valcarenghi il tentativo cli giu– stificare l'insuccesso, quanto meno con•tingente, del suo partito. Cer. to, è sul terreno della concretezza che la di.sal!Tlina di Valcarenghi si è palesata suggestiwr ma incerta, poichè egli non ha indicato come wia politica di sinistra, qu,a 1 !e egli concep:sce, possa supe– rare in Ita:ia i! punto morto di una situazione economica e sociale che sembra in aperto conh'asto con :'ideologia, il metodo e le aspiro,zioni da '.ui affermati. E' nel tentativo di tale supe– ramento che le sinistre avrebbero modo Idi id'iimostrare la loro vitalità e la loro efficenza. Tema arduo che Valcarenghi, pur ac– cennando alle necessità di una polilica determinata dat:e esige1ue soci-ali dei lavoratori, ha appena sfiorato. Mentre si è diffuso con tono caldo e fe:ice sulla attualità de!la « sua » sinistra, che nel settore sociale aspira a un aJ:argamento della clasi;e, oltre i limiti angusti della tradizione marxistioa-; riel settore econorrùco, ad una pianificazione che non sia fa 11egazione assoluta della libera concorrenza; nel settore politico, ad una concentrazione di tut,e quelle categorie manovronti isolate e infeconlcle verso m~e pro– gr=Lste; nél settore cJe:Ja politica estera, a un internazionalismo indipendente da qualsiasi interesse di blocchi e di controb!occhi, unica garanzia di pace. Ottimo programma, senza dubbio: ma come ipotetiche, per non dire utopistiche, le condizioni per s1t– tuarlo. Mentre la po:itica è ~opratutto diretta ad attuare tali con– dizioni. Su questo punto debole della sua conversazione, sono intervenuti con sensibile efficacia SaveUi, Paggi, Barone. Sabato 17 maggio, invitato idGU'Associazione de Lo Stato Mo– derno e dall'Istituto degli Stud, Internazionali, Ferruccio Parri ha rievocato, nella sala degli specchi di 1',a,lazzoClerici, !e espe– ,i,mze e le impressioni de! suo recente viaggio nell'America del Nord. E' stato, il suo 1 un panorama in cui le annotazioni critiche, ma di una critica comprensiva. documentata, controllat>a, si sono alternate a un pittoresco e:enco di fatti obiettivi. E' impossibile ricordare, in una ristretta nota di cronaca, le molte cose di cui Parri ha simpaticamente narrato, con la sua dizione pallida ma penetrante. E' tuttavia interessante riassumere quella che chia– meremo la conc'.usione morale l'.lel suo discorso: gli Stati Uniti attraversano indubbiamente una fase di psicologia imperia!istica, so– stenuba dal:a soddisfazione della vittoria e dalle loro indefinite poosibilità tecniche, da cui ogni sorpresa, nell'industria di pace o di guerra, è ipotizzabile. La maggioranza quindi aocetlla :a cosiddetta dottrina Truman, generata probabilmente dalla spon· taneità d, quell'imperialisino psicologico. Dovunque sussista una necessità di difesa o uoa· possibilità di offesa, l'americano è deciso a intervenire, in Europa come in ogni altra parte del mondo. Purtroppo, fra 'l'America e il suo unico antagonista diret<to, la Russia, non c'è in Europa una forza mediatrice, tale oompito non poteodooi oggi assumere :'Inghilterra in declino. M-a questo stato di fatto obiettivo non si tradurrà in una guerra immediata o pros· sima, perchè gli uomini responsabili e la maggioranza del popolo americano sono contrari alò una avveotum che ha la sua buona percentua'.e di incognite. Se i vari paesi europei si decideranno ad a!Jl:,andonare ,le anguste mire di una politica nazionale, per inserirsi armonicamente nel quadro di una politica mondiale, na• scerà quella sensibile for.<a mediatrice, garanzia di più duratura pace. Quanto aJ'ltalia, Parri non crede ohe l'aiuto finanziari~ dell'America, insostituibile e inderogabi:e, si,a,subordinato ad alh' 1 istanze politiche, chP non siano que1'!e oi un solido governo cen– trista. EZZETA

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