Lo Stato Moderno - anno IV - n.10 - 20 maggio 1947

224 LO •STATO MODERNO L'ambiente fisico nella "Questione Meridionàle '' La ripresa della vita economica e politica jn Italia, dopo gli anni catastrofici deJ:a guerra e dell'invasione, è tra l'altro caratterizzata <lai riproporsi sul piano naziona:e del più grave prob:-ema che lo Stato italiano abbia da risolvere: la « Que– stione Meridiona:e ». Soffocata nel ventennio fascista, allor– chè era finanche vietato accennare ad un problema del Mez– zogiorno che si volle dare aprioristicamente risolto, la Que– stione Meridionale si è ripresentata oggi, dopo :'aggravarsi delle condizioni economiche .generali del Paese, conseguente al:a guerra ed alle distruzioni, in tutto il suo tragioo aspetto. Ma da ogni parte si hanno sintomi ohe queslia volta il pro– Wema del Mezwgiorno è il problema strutturale deJ:o Stato italiano e va risolto come problema unitario. Una riprova che questo modo di vedere sta entwando negli animi si ha dal– l'interesse che la questione suscita negli organi centrali deJ:o Stato e nei!e organizzazioni mdustriali del Nord. Nel:a vasta letteratura d'oggi sull'argomento, che va ra– pidamente ad aggiungersi a tutta quella amplissima dell'Italia pre-fascista, si vede ogni tanto far di nuovo capolino, più o meno attenuato, fl crudo giudizio che sull'ambiente fisico del Mezrogiorno, e qu.indi sul:e sue possibilità economiche, emise Giustino Fortunato, a più riprese, e tra J'.altro in Parlamento nel 1904. Questo giudizio non può però essere accettato in modo assoluto, perchè in esso ·si rn·velaaoppo, accanto a quello che fu il grande amore del Fortunato per questa terra, quello che fu anche il suo pessimismo in merito alla Questione Meridiona•:e e che traspare in tutti i suoi scritti sul:'argomento. Tanto che già nel 1907 un acuto studioso di problemi meridionali, il geo– grafo Maranelli, in una pro:usione tenuta alla Scuol~ Supe– riore di Commercio di Bari, presi in attento esame i vari ad– debiti che si facevano all'ambiente fisico meridionale, finì per oonc:udere in maniera affatto opposta. (1) Anzitutto eg:i d.imostra errata l'opinione di co:oro che affermavano che l'Italia del Sud è esausta e fisicamente depe– rita .per la seco'.are coltura, ritenendo invece· che la tenue produttività di tante terre merid.ional.i dipenda solo dalla cat– tiva oo'.1ura. E' bensì vero ohe, dall'antichità ad oggi, .si è avuto un progressivo inarid.imento di alcune zone per l'ap– profondirsi deJ:e rfalde acquifere nelle regioni di tipo oarsico; ma è fuor d.i dubbio che la ricerca de!•:e acque sotterranee. è ormai giunta ad una conoscenza molto avanzata per la sem– plicità delle leggi che ne regolano fa circolazione. Ed è in– fattr questo, insoluto quando il Maranelli scriveva (1907) e per la massima parte inso:uto ancor oggi, uno dei problemi fondamenta:i de1l'agricoltura del Mezwgiomo: /.o studio, k ricerche e l'utiliz=ione, a sccpo irriguo, ae,:J;e acque sotter– ranee. Occorre che non solo lo Stato, ma i singoli proprietari, si convincano che il oensimento delle risorse idriche profonde è conditi.é/ sine q'ua non per :o sviluppo de:J'.agricoltura. Ciò non sarà mai abbastanza ripetuto, specialmente oggi, quando è palese che so'.o da una forte industria1izzazione dell'agricol– tura, e quindi <lal:a conseguente tlSpOrt:azione dei prodotti agricoli, il rostro Paese potrà sperare di colmare il disavanw de!la sua hilancia oommercia-'.e. · ·Nel contempo i'. Maranelli insiste, a proposito de:Ja ma– :aria; sul fenomeno opposto a quello dell'inaridimento, che si sarebbe verificato in altre zone. « La causa prossima di tante rovine - egli dice - è indubbiamente da attribuirsi alle acque selvagge; ma queste hanno ,potuto compiere la loro opera devastatrice solo perchè l'uomo le ha abbandonate a sè stesse ». Non è dunque la ma:aria la causa dello spopola– mento, ma questo di quel!a. E non sono tanto le grandi pa– ludi, quanto i picco'.i acquitrini, dovuti a cattiva manuten– zione del~ terre, e la denutrizione della popolazione meri– d.ionale le cause prime del:a malaria. Anche ad un'altra accusa, sempre ripetuta contro il Mez. zogiorno, il Maranelli risponde: a quella cioè che afferma essere il Meridione sfavorito climaticamente di fronte alle re. gioni del Nord. Con dovizia di dati statistici il Maranelli èon– futa l'accusa ed indica quali sono, secondo lui, le direzioni secondo :e quali deve svr!upparsi la nostra agricolutra. La pubb:icazione degli scritti del Maranelli ha oggi grande importanza. Egli infatti ha indicato la via concreta per lo studio della « Questione Meridionale»: non, più affer– mazioni verbali, non più generiche d.iscussioni, ma l'imposta– zione scientifica, precisa di tiLuni prob!emi. Su questa strada si tenta oggi di operare. il Centro Economico per i:l Mezzo. giorno, nei suoi due Convegni, quel!o sulle Trasformazioni Fondiarie e quello sui Trasporti (2), ha appunto affrontato due aspetti de:la questione, giungendo dopo scontri d.i interessi anche abbastanza vivaci a del!e formulazioni precise. Il Con– vegno dei Lavori Pubblici, che tra qualche giornç si inaugu– rerà a::a presenza de: ministro, svilupperà un altro aspetto non meno imporrante; ed è ~ecito aspettarsi risultati positivi. Chi scrive, vuole però da questa Rivista -lanciare un ap– peL!o perchè ,}o studio dell'ambiente fisico nella « Questione Meridionale » non sia trascurato. Già nel Convegno dei Tra– sporti si notò un certo disinteresse per questo aspetto del pro– blema; già a!:ora si vide che in alcune relazioni si individua– vano i malì di cui soffre il Mezzogiorno, ma non se ne indi– cavano le cause: cause insite nella costituzione geografica e geo!ogica del:e nostre regioni meridionali, poco conosciute e poco, molto poco, studiate. Purtroppo questi problemi non si possono affrontare in un Convegno, perchè la discussione ha 'da essere, ma su dati di fatto; e questi sono oggi ançora scarsi. Per procurarsi i dati di fatto, come quelli di cui il Maranelli ci offre 1l'D saggio, occorrone mesi di lavoro, e principalmente oooorrono mezzi. Quindi il probJ.ema cl.iventa finan,ziario: dare mezzi per io studio; questa dovrebbe essere !a parola d'ord.ine. I Convegni sono utili per mettere a fuoco i vari prob:erru, ma, dopo i Convegni, occoNe che i problemi siano studiati. Per esempio, · nel Convegno delle Trasformazioni Fondiarie, oltre sei mesi or sono, fu individuato un problema di grande interesse, que;.Jo della irrigazione. Da più parli si affermò la necessità di affrontare in pieno questo studio; e i-lPresidente dell'I.R.L, on. Paratore, tenne mol'to a che lo studio de::e acque sotter-' ranee, che sono, come abbiamo accennato, nel Mezzogiorno la fonte principale di rifornimento idrico per irrigazione, rosse affidato all'Ente da lui presieduto; ma poi, i mes·i sono tra· scorsi e de:!o studio non si è più parlato, nè a quanto ci consta J'I.R.I. ha sborsato un solo centesimo a tale scopo. Occorre quindi che ai Convegni - ripeto - utilissùni, segua lo stud.io dei prob!emi ed il finanziamento deg;i studi; altrimenti si continua a pestare l'acqua nel mortaio e le di– scussioni e le deliberazioni lasciano, ahimè, il tempo che trovano. FELICE IPPOLITO (d) c. MlAlltA,NElLIUI: Ocmstàerazlonl geogrottche suL!o Q,;est on• M""1ldton.,,j)e • B:ar1, Laterz:a, 1946. (2) Vedi Jl, 3 (febbraio IH7) dl cruest~ }\!vl,ta,

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