Lo Stato Moderno - anno IV - n.9 - 5 maggio 1947

196 LO STATO MODERNO CIVILTA' E SCUOLALAICA A meno <li non estraniarsi del tutto <lal:'attuale struttura culturale del nostro mondo, la .scuo:a si deve adeguare alla ci– vilità; e poichè laica è l' attua:e civi:tà italiana, anche la nostra scuola deve essere laica. Appena una .paro:a su questa fondamentale premessa, af– finchè non suoni, nella sua brevità di .fonnula, come gretta e dogmatica aggressione antic'.ericale. Non disconosciamo, nel bene e nel male, la vasta Jnf.uenza del catto:icesimo sul co– stume italiano. Il senso della nostra affermazione è un altro; è ,che, par:ando di scuola, e perciò di civi:tà e cultura, non possiamo non tener conto di due fattori preponderanti. Il primo è che, oggi più che mai, <Urge,dopo l'involuzione fascista e i tragici scontr.i nazionalistici, rieducfre la nostra vita cu:tu– rale e scolastica alla comune radice europea, la quale, dal Rinascimento in poi, è, attraverso .sanguinosi contrasti, fe. conde pacificazioni ed energiche creazioni, sul1a linea di un fondamentale rnzionalismo, che !include la re:igiosità cristiana, ma ne esc:ude via via gli esc:usivismi della dogmatica con- •fessionale. Il secondo è che, col .Proporre questa rettificazione. del nostro indirizzo educativo e cultura:e, non si fa che ri• congiungersi di fattò ,ag;i sforzi e ai contributi italiani nel:e età culturali del Rinascimento, del razionalismo galileiano, de[o storicismo vichiano, delle maggiori scoperte di orizzonte europeo ,raggiunte fra noi nell'età :r0mantica e <le! Risorgi– mento (Mazzini, Gioberti, Cavour, Spaventa) sino all'ideali– smo e .al razionalismo del pensiero e della scienza contempo– ranea. Certo, attraverso queste grandi tappe, la nostra cu!– tura ha spesso incontrato, nella sua solenne fissità, la -dottrina u~ficia:e e l'esistenza storica deI:a Chiesa; ma ne ha ,Pur sem– pre prevalentrmente esc'.uso cos:! :e inevitabili pretese .tempo– ralistiche come l'invadenza a scapito del·'.a ricerca scientifica e della libertà delle manifestazioni artistiche, così il dogma– tismo cultura:e quanto l'autoritarismo morale - assorbendone e riconoscendone g:i slanci caritativi, e disconoscendone cri– ticamente con nettissima franchezza :a statica •riduzione de!– !' esperienza re:igiosa çle:l'~niversale alla ipostatica fissità di un determinato culto positivo della trascendenza. * * * Contro queste chiare premesse, già lo .sappiamo, si sol:e– verà la solita obiezione che ;'Italia è un paese catto:ico, che g!i Italiani sono ne:Ia grandissima maggioranza cattolici: ·e, poichè in regime di democrazia la maggioranza ha dei diritti innegabili, lo Stato ita:iano, e la sua scuo:a, devono essere quali li vuole ta!e maggioranza. 1; rngionamento non farebbe una grinza, se l'obbiezione fosse ,esatta: ma gli Italiani, tranne una, esigua minomnza (e magani fossero di più!) non sono affatto cattolici. Il catto:icesimo del'.a stragrande maggioran– za è, purtroppo, un poco sgradevo'.e misto di scettico indif– ferentismo e di bassa 1;uperstiziosità; è questa,:• eredità lasciata daK'età della Controriforma, que:Ja che vorremmo chiamare, e non paia troppo forte la paro'.a, la tabe d'Italia, cioè :a mancanza di entusiasmo morale, sostituito da: più meschino conformismo. E' meg!io non rovistare :a piag~ punienta, considerando invece come una minoranza d'é!ite, che deve e9 er~ compito de.E'educazione d~l'.a nostra scuola far dive– nire maggioranza di popolo, abbia i;aputo riportare •:'Italia, attraverso quel grandioso moto .9p'irituale che fu il Risorgi– mento, il qua1e, in que5to senso, non ~ ancora ,compiuto, ,a:– l'a!tezza della cultura europea, reiserendola nel vivo drcolo de]a civiltà laica, iraggiunta dagli /1,ltripopoli. Oggi, h:1ttociò che conta da noi di sapere e di ,pensiero, tutto ciò che è vivo e ,pu!sa a:J'unisono con la vita oul'turale del mondo che ne circonda, è indubbiamente laico. Ma si tratta di una mino- ranzal E che forse .i veri cattolici jDOnsono alllch'essi una mi– noranza? E poi, democrazia, lo si sa bene, non vuol dire solo potere della maggioranza, bensì .anche rispetto deJlla mino– ra-nza: nessuna ;maggioranza, per quanto schiacciante, si può aProgare il diritto di negare al:a minoranza i suoi diritti innati alle libertà fondamentali. Come diceva Stuart Mili nel suo saggio Sulla libertà, a proposito della U<iber-tà di pensiero, « se tu·tta l'umanità meno uno, fosse d'Uilla ppinione, ed una -sola persona fosse deE.'opinione contraria, l'umanità non sarebbe maggiormente giustificata nell'imporre siÌenzio a quella per– sona, di quanto essa, /16 ne avesse Ìll potere, non saTebbe giu. stificata nel ridurre al .si:enzio l'umanità ». Tutore della libertà di quell'uno _dissenziente non può essere che 1o Stato, imparziale .custode, neJa sua \\mica so– vranità, dei. diritti di tutti jndistintrunente i cittadini. Senza entrare in discussioni di carattere ,giuridico, che non sono di nostra competenza, tuttavia ci pare ,che se il concetto di so– v.ranità, qua:e è stato elaborato da:la scienza giuridica mo– derna, ha un ~enso, esso è ,quel.o di un ordinamento .giuridico - lo stato - fomito pi ,pote.rtà originaria e indipendente da ogni altro potere. ,-.a sovranità statale, quindi, per definizione, non può comportare accanto a sè alcuna altra sovranità: la Chiesa Cattolica, di conseguenza, può proclamami sovrana nel suo ordinamento, ma non può esserlo ;in quello dello stato: la tesi, ancora da U:timo ro1>tenutacon copia di -argomenti e con apparato scientifico dal p. Lener S. J. ,sulla Civiltà Cat– tolica, che la Chiesa sia un ordinamento giuridico sovrano, originario m pari ,dello ,stato, non convince se oon co!'oro che partono .già disposti al!' accettazione di tale presupposto. Stato sovrano, che, .negando la ,sovranità .delì.a Chiesa, le conceda piena ;ibertà, si di'ce, in altri termini stato fua.ico:tale, e non aJ,trimenti, deve essere :uno stato che voglia rispondere alle condizioni dell'attua!e fase de!la civiltà. Non motivi astratti, idi preconcetta preferenza per una pata w:uzione (come era, p. es., la Tepubblica .P6r i repubblicani storici), impongono :•accetta– zione dello stato Jaico, .ma, co1I1esi vede, motivi concreti, storicamente ben condizionati. La formlia del Monta::embert, ripresa con t~nta efficacia da Cavour: « libera ,chiesa in libero stato », è tuttora vahda, non perchè ,sia un'enunciazione di verità ,metafisica, pia perchè risponde ancora ad una precisa situazione storica. Non possiamo perciò non .respingere, con tutte le nostre forze, l'infelice art. 5 del progetto .costituzio– nale ,votato come art: 7 della futura Costituzione, che, non so:o'riconosc~ una .sovranità della Chiesa pari a quella defo stato ma anche con ,J'intr.usione dei Patti ~ateranensi nel:a nostr'a legge fondamenta:e, travasa in questa le norme stesse . di ta!i patti, ,iienando braindelli preziosi ~eXa sovranità sta· tale e ponendo Je premesse di conflitti gravi e insanabili ,tra le disposizion'i concordatarie e que::e di ,altre ,parti de:-Jame: desima futura Costituzione. E' la norma che sta a base idi ogm convivenza ,5tatale, f assO:uta eguaglia,nza dei cittadini dinanzi al!a ,egge, ch'e 1 viene infranta con iquesta perico!osa innova· zione· è lo .stato confe9sionaileche si tenta di Jnstaurare, per chiarr:are lé cose col loro vero nome. Quanto più intelligenti, coraggiosi e Jungimiranti .i cattolici .francesi, ohe, pur essendo anch·essi rappresentati dal partito più forte ,all'Assemb:ea Co– stituente, seppero accettare ne:J'art. 1 ~e!la vigente Oostitu· zione della Quarta Repubb:ica la dizione ,di « Repubblica indivisibile, laica, ecc ... » I * * * Fra le prerogative sovrnne dello Stato laico ,v.i è que'.l~, principa:issima, de:l'educazione dei woi cittadini, la qua.e

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