Lo Stato Moderno - anno IV - n.8 - 20 aprile 1947

LO !TATO MODERNO 181 SECOLO-AMERIC·ANO? 1. - « U mese di mano 1947 apparirà senza dubbio, un giomo,come una deUe date ì:lella storia dell mon90. Secondo le intenzioro del pre9idente Truman, è questo evidentemente l'iniziodell'era americana•· Cosi, senza attenuazioni nè sfu– matwe, si ~ PauQ Reynaud sulla Revue de Pa-ris. E co– sì, pur con qualche maggior caut.ela, molti aàbri commenta– tori di pc,litica estera si sono espressi, sui ipiù diversi organi di stampa. Il discorso di Truman del 12 marzo, i'annuncio cioè del– l'appoggio :Einanzrario(e non salo finanziario) americano alla Grecia e alla Turchia, inteso sul piano pol'.iticocome miSffla di difasa dell'ordine democratioo--iliiberaled'Occidente, e su[ piano g~afico come spostamento dei confini del:la sfera di influenza e .di ,protezione americana dalle coste atlantiche al Mediterraneo orientale, segnerebbe un t-ummg point, una « grande svo.,tla» nella storia. Mette dunque conto di pooair l'attenzione su questa « svollta», ciercando di anauzzame ie premesse, la portata, le po~ibili conseguenze. Giova subito dire che le « grrandi svolte » delJa storia, concretizzate in un evento, in ,un .gesto, in WUl parola, non sono a1bro - a ohi bene veda - ohe semplificazioni pole– miche o didattiche, regm:razioni e.steriori di un processo più intimo· e più Jento, giaochè il fluire prof-ondo deNa storia av– viene by eool-utiion ,piuttosto ohe by revol-ution. Nello spazio di una generazione, dal 1914 ad oggi, abbiamo attraversato innumerevoli « storiche svolte». Ma l'mnanità ha 1a sensa– zione di aver girato a chiocciola; si trova stordita; e cerca di porgere orecchio per afferrare l'eco ancora indistinta di quello che sta sotto alla superficie dei « gesti » e de'.ae parole, di quelloche è il significato ipiù profondo del nootro tempo. Nel pieno corso del conflitto, quando più calde aroe– vanoner cuori degli uomini .in lotta le speranze di solidarietà e di stabile pace, Wendell Willkie, riassumendo gli scopi di guelll"a ufficiali delle Nazioni Unite, pronunciò una magi~ formula: Orle World. Poi, quando le prime nubi si profilarono all'orizzonte, Da-vid Lilienthal, con una prima approssima– zione di pessimismo, precisò: One World or nq_ W orld; il che vo'.eva du:e: mondo unito oppure sfacelo. E ancora più tardi, quando ormai i termini del contrasto fira Oriente e Occidente si venivano sempre più delineando, Morrison completò la for– mula: One World, two Worlds, or chaos: mondo unito, op– pure divisione (anzi scisma) fm due mondi, oppure caos. Quesm formula è ancor oggi valida. Le al.ternative che essa pone sono, teoricamente, ancora aperte. Di fotto però una delle tre soluzioni si sta imponendo: quella dei due mon– di. Durerà, e quanto durerà, questa so,uzione? Non sarà essa piuttosto una fase preparatoria de!<laterza guerra mondiale, cioè del caos? Oppure potrà essa ,gradatamente evolvere verso un.a suoce.ssiva fase conciliatrice, verso que!J' One W orld che oggi appare utoipia? . Sono tutti inter.rogativi nel grembo degli dei. Per ora una cosa sola &ipuò dire: ohe l'evoluz.jooe dei nostr.i giorni ha smorzato,·nel co=to internazionale, le quei-me voci dei • picooli » e ha lasciato Ja parokl solo ai « gr;ndi ». Dapprima cinque.Poi, fattasi muta Ila Cina, quattro. Anzi, fievole e.9Se!ldo la voce francese (eco di !Passate grandezze, op,pure eco riso– nant-e motivi anglosassoni), soltanto tre. Ed ora onche la voce· ilglll68appare roca e stanca. Sicchè a quella americana in– COmbe fònere preponderan~ -di sostenere il drammatico col- loquiooon l'Oriente. . Se. di una « svolta » ma,tu:rata nelle l'iCOfSe settimane si vuol dunque pa~lare, due sono gli· elementi in ooi essa si concreta: t'accentuarsi della debolezza ~nglese, e il più deciso tono delli\_po'.itica american11. • 2. - Della debolezza inglese si parla da paa-ecchiotempo. Da lustri g4i avversari della Gran Bretagna hanno creduto di additare crepe nell'edificio imperiale e di prof-ettizzare immi– nenti crolli. In effetti, il l3ritish Empi.re (o meg!.io l'Impero coloniale in stretto senso con le sue .di,pendenre e affiliazioni colaaterali) è un pesante organismo, in parte vecchio, biso– gnoso di cure, e forse anche, se non di amputaziO!lllivere e proprie, di quailche sail.asoo(leggi: Birmania, India, Palestina, Egitto). Per contro iJ Commonwealth, cioè la libera associa,– zione del Regno Unito e dei Domini, ha mvelato, anche at– traverso la prova della guerra, di essere una realtà spirituale e politica ancora ben viva. Naturalmente, i problemi di c0e– sion,eohe deve oggi affronta.re sono più complessi che in pas– sato. Ma la ellastiicitàe aa spregiudicatezza empirica proprie degf.i ordinamenti statali inglesi p055ono ben consentirgli di superare taLi. diffioo1tà. La cnsi britannica non è dunque - per ora almeno - una crisi di struttura. ,E' _unacl'isi di forze. li iprimo elemento di debolez:1Jache apparve in piena luce fu que!Jo finanziario, che si _concreta in questi elementi: perdita degli invesbimenti ali' estero, ohe .s'aggiravano prima della guerra fra i 4 e 5 milill!rdidi sterline e che garantivano un reddito sufficiente a sa'ldare la bilancill commerciale; ne– cessità di ricorrere a un'apertura di credito americana; neces– sità di espandere le esportazioni, anche a oosto di continuare una politica di austerity nei COilSUIIli interni La pesantezm della situazione finanziaria fu aggravata dalla passività deNa occupazione della zona britannica in Germania: sicchè già la scorsa estate gÌi inglesi dovettero chiedere -la « fusione » eco– nomica delle zone britannica ed americana, aocompagnata da: un complesso di provvedimenti atti ad alleggerire il costo del- 1' occupazion,e; e lo scorso mese di febbraio si sono trowiti nella nec~tà di alleggerirsi anche degli oneri finanziari con– nessi al mantenimento di truppe in Grecia, chiedendo di es– sere sostituiti dagli americani. Ma l'aspetto finanziario non è il solo. Vi è anche un aspetto demografico. La Gran Bretagna sta enbrando in un periodo di classi numericamente debdli. Il numero dei giovani che compiono iI diciottesimo anno, che era di 417 lllÙdl nel 1939, è sceso a 335 mila ,nel 1946 e sarà di 295 mila nel 1950. Inoltre, l'elevazione del.J'obbligo. scolastico dai 14 ai 15 anni fa sl che Wl contingen,te di 370 mila giowni ritaroerà di un am10 il suo ingresso ne1 ciclo produttivo. Tutto questo, ac– canto al:l:eesigenze di una intensificata produzione ai fini di una politica esportatrice, ed alle ~igenze di dife<;a militare della madrepatria e dei gangli vitali de11'1mpero, (che con– sigliano di tener mobilitato un esercito di oltre un milione di uomim nei prossimi due amri), ha indotto i Governo di Lon– dra a una politica di ripiegamento di effettivi da talune po– sizioni, ,come appunto la Grecia. Si è venuto detemiinanfto così, in Grecia oggi ed in modo appariscente, ma anche nel: Vicino Orienl'e in genere una situazione, attuale o potooziale, di « vuoto » strategico o politico: vuoto che, trovandosi alla periferia dello « spazio » so. vietico, deve venir colmato dall'altro partner anglosassone, pena il pericolo di cadere entro forbita del Oremliing.

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