Lo Stato Moderno - anno IV - n.8 - 20 aprile 1947

LO STATO MODERNO 179 tario) il cui miglioramento è una premessa fondamentale per il potenziamento dell'esportazioni, conclude con un preciso invito a puntare sullà libertà economica onde possa esplicarsi utilmente ogni )jbéra iniziativa. Frattanto a Ginevra, si è tenuta una riunione preparatoria alla Conferenza internazionale per il commercio e la piena occupazione. Le,dichiarazioni di alcuni delegati non sono sta– te troppo rassicuranti; alle reticenze inglesi circa una sensibile attenuazione delle preferenze interimperiali, sono seguite le Controllo Superato lo scoglio del,le conc!usioni de:<!aCommissione degli 11, il Govemo dovrà mettersi di gran lena per risolvere i gravosi prob!erni d'ordine finanziario e produttivo che assil– lano il paese. I 14 punti costituiooono fa base, 1o schema ~ qua:e si doV'l'àlavorare. Natura:'.mente anche i 14 punti sono il frutto di un compromesso: ed ecco perchè vi si trovano frammischiate enunciazioni di qualche valore economico ed enunciazioni che senz'aitm samnno un freno ,per la politica produttivistica che il Governo, almeno a parole, intende at– tuare. V'è da sperare - o 1,iamo troppo ingenui a pensarlo - che col ,passar del tempo il grano si separi da,l loglio in modo ta'.e che le enunciazioni demagogiche cadano da so!e in de- suetudine? · foronto il Governo è pa55a1o a considerare gli strumenti per la traduzione in pratica .dei 14 punti; ed ha creato, tra l'altro, un comitato di minÌ'StJl'i per studiare il problema del controllo del credito. Si ribatte, così, un vecchio chiodo, di– menticando che lo - Stato oggi, in ItaHa, oontro1la più del 70 % dei depositi bancari. Perchè si chiede a gran voce, specilimente dag:i incom– petenti, i1 controllo del credito? Potrei e:encare qui tutta una seriedi cagioni, vere e ~. che sembrano sostenere effi– cacemente tale controHo. Mi -limito a due. Si 5ente spesso dire che il credito è concesso per finanziare posizioni ,sp~– lative, specialmente borsi!stiche, deleterie per l'avvenire del'.a lira. E' vera questa affermazioner'Dubito. In fin dei conti non è in borsa che si stampano i big;ietti di banca e .non è in borsa che si redigOho i bl:'ailei dello Stato. La borsa non fa a:tro ·ohe riflettere, forse con qua!xhe esas~zione psico– logica, lo stato d'animo che deriva da elementi-obiettivi (dr– oolazione,bilancio de:lo Stato) in pos.resso di tutti. Ed è per questo che una recente interrogazione al ministro de!Je Fi– nanze e del Tesoro invocante provvedimenti contro 'le borse ;ascia piuttosto soettici. In seoondo luogo si afferma che il credito serve per fi– nanziare immob:iiizzi di merci dà partè di gente timorosa dell'avvenire ae!la lira. C'è certamente del vero in questo. Ma è bene, se.mpre .a questo proposito, richlamaa-e l'attenzione sul fatto che molte aziende si sono <trovate, al momento della ripresaeconomica, senza liquido e quindi hanno dovuto attin– gere fortemente alle banohe. Adesso, con g:i aumenti di capi– tale, agevolati del resto dal rialzo in borsa, vi sarà una attenuazione di questo fenomeno. Non v'è dubbio che il fi– nanziamento di beni-rifugio può essere svanta,ggioso per la economia nazionale, in quanto da. una parte . sottrae merci a'.lacircolazione e dall'ialtra immobr'.izza crediti. Ma c'è sem– pre il perico!o che un controllo indiscriminato colpisca atti– vità produttive sane e non colpisca affatto··attività ànorma(i. A q~esto proposito può esse~ interessante ricordare quanto Luigi Einaudiba scritto nel messaggio inviato al Con– gresso d~ll'In~e_rnazional~ liberale che si è tenuto ad Oxford. dichiarazioni di altri delegati che temono, col rapido affermar– si di pdncipi )jberistici nel con:imercio mondiale, fenomeni di disoccupazione nei rispettivi paesi. Purtroppo quella saggezza che da noi non si ritrova, non abbonda neppure all'estero; ed ancora non si rivela una de– liberata volontà di ridurre il più possibile le barriere dogana)j che sovente conducono, più di eserciti .in armi alle frontiere, le nazioni moderne alla guerra. ' GUSTAVO PREDA VALL del (:r-edito In fin dei conti l'Einaudi non si dimosh'a a P.riori contrario aU'intervento statale ne:J'economia, ma solo afferma che tale intervento deve avere un senso economico. Ad esempio, l'in– tervento deve avvenire agendo su un solo punto, perchè agendo contemporaneamente su parecchi punti, una azione e: imina I'a,! tra e l'effetto desiderato non si ottiene. Cito te– stualmente: « Se, ad esempio, fa Banca centrale di emissione, con il rialzo del saggio del.Jo sconto, o con nonne obb)jgatorie o consig!i di sterilizziazione di una percentuale maggioré dei depositi bancari, o con la po:itica del mercato aperto induce le Banohe ordinarie a Hmitare le aperture di credito allla c:ientela indl.l5triàaee commerciale, è mutile e probabilmente dannoso che· essa intervenga contemporaneamente a classifi– care le industrie secondo un certo or<line di preferenza nella concessione dei crediti. Può essere importante e néce'Ssario che la Banca ordina~ia possa in un da1o momento impiegare in anticipazioni e sconti -solo i: 50 per cento invece del 60 per cento dei depositi Basta questa limitazione tierchè ~a Banca sia indotta a Cilassificare~e domande di credito secondo i loro meriti. Ma è assai dubbio 'se sia conveniente ordinare nel tempo stesso altresì aRe Baniche di non fare credito à questo ramo di industria o a quesba ditta in modo particolare; e di largheggiaa-e,.invece, a favore di altre industrie o ditte. Si viene coSIÌI a ridurre il senso di iresponsabilità del!e B~nche, i cui direttori devooo sentire piena la :responsabùtà delia scelta del modo migliore di ,impiegare il 59 ;per çent0 dei depositi che è lasciato a foro disposizione. Siano -hberi di disporre so)o del 50 invece che del 60 _percento, !Sela Banca ceptra!e ritiene che in. quel momento è necessario restringere tt credito. Ma l'andare :;nnanzi e far si che fa Banca centrale (oÒnsiderata come agenzia de:Jo Stato od espressione dell'in– teresse pubblico) dia ordini o consigli altresì sul tipo dei clienti a cui far çtedito, può contraddire .aJ fine che ~ vuole raggiungere. Le Banche ordinarie, non ~iù libere di graduare i clienti secondo .Ja gera:rchia -natud.e del merito individuale, della sicurezza de:il'impiego del credito ottenuto- e del rim– borso, ma costrette a seguire •criteri differenti, pÒssono essere costrette a concedere credito ad lim,preseJe quali sono ultime od inferiori' nell'ordine de'.la produttività o delda sicurezza ». C'è ,poi un'ult'ima questione grossa. Lo Stato, in questi u;timi '.~empi, malivolontieri vede farsi ooncorrenza sul mer– c~to dei capitaH.da!Re richieste priw.te . Anch'esso ha bisogno di crtl<iito. E quindi tende a fissare dei i-imiti all'espansione del credito, proprio per porta'l'Si'via ìl so~appiù .. Pdlitica pe– ricolosa, ·.in quànto dietro il paravento del controllo del cre– dito può passare la volontà di 11ssoroireindebitamente fondi destinati afl' attività privata. Se si seguirà, questa via, eviden– temente, non si attuei'à .una poìitica produttivistica. L. L.

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