Lo Stato Moderno - anno IV - n.8 - 20 aprile 1947

178 LO STATO MODERNO • • Problemi economici e realtà Dopo avere affondato nel terreno tre pilastri di una certa consistenza su cui Tiedificare la dissestata finanza statale (gra– duale abolizione del prezzo politico del pane, istituzione della patrimoniale straordinaria, fissazione di un'imposta del 4% in base agli imponibili che già figurano, per l'imposta ordina– ria sul patrimonio), il governo ha ritenuto di tissare nella riu– nione del Consiglio dei Ministri del 3 aprile, 14 punti pro– grammatici. Il problema che si è voluto così suddividere, sembra mi– rare, oltre che al risanamento della finanza statale, ad un rias– sestamento e ad una normalizzazione del paese sotto l'aspetto economico e sociale. Si può tuttavia ben asserire che nei punti enunciati, di cui più avanti si farà una breve elencazione, manca qualsiasi omogeneità, O)!nivigore di sintesi e determinatezza di intenti. Si passa da questioni che implicano una piena responsa– bilità del governo come la progressiva soppressione dei prezzi politici e la riduzione delle spese dei singoli dicasteri civili e militari, alla revisione dei sistemi di macellazione in uso nei centri cittadini, forse disciplinabili con una semplice disposi– zione dell'alto Commissario per l'alimentazione. Si cosidera l'istituzione del tesseramento differenziato e una distribuzione di quantitativi ragguardevoli di tessili e cal– zature UNRRA alla popolazione, provvedimenti che si possono senz'altro sottoscrivere e di portata pratica, e ci si perde in affermazioni generiche, come quella dell'art. 8 che reclama insieme il rafforzamento delle discipline valutarie e semplifi– cazioni nei vincoli che gravano sul commercio estero, o quella dell'art, 9 che impegna ad attuare misure efficaci per I' esclu– sione di finanziamenti bancari su merci a magazzino ed ope– razioni speculative. Ma come determinaTe i quantitativi di merci che rimangono a ma)!azzino più dv quanto non com– portino i normali cicli di ,produzione o l'abituale giro commer– ciale, e quali sono le operazioni-puramente speculative? Estremamente difficile e fonte di nuove complicazioni tributarie. ~arà poi l'applicazione dell'art. 10, che vorrebbe istituire un'imposizione fiscale sulle plusvalenze determinatesi nei valori delle merci a magazzino. Si può senz'altro approvare l'art. 11 che stabilisce un ina– sprimento delle imposte sui locali di lusso; ma si rimane estre– mamente scettici circa le possibilità. da parte degli organi sta– tali competenti. di colpire con severe penalità chi usi per de– stinazioni diverse da quelle fissate nell'assegnazione, materie prime attribuite all'industria in base a contingenti, o chi eva– da ai blocchi dei prezzi (art. 12 e 13). L'art. 14, frutto di una fiducia che non si può condivi– dere circa le possibilità di condurre determinate indagini, in– tende fissare un controllo sui prezzi per stabilire gli aumenti di carattere speculativo. Un programma così frammentario. scarsamente conclusivo, frutto evidente di compromesso fra gli uomini dei vari partiti che sono al governo (si ,può con tranquillità affermare che gli ultimi tre punti Tappresentano concessioni, ahimè puramente formali e quindi più che inutili dannose, ai socialcomunisti) non merita neppure una critica. Si possono quindi consideTare i 14 punti programmatici fissati nel Consiglio dei Ministri del 3 aprile come un'ulteriore riprova dell'incapacità del governo ad agire con determina-' zioni tempestive, perseguendo chiare finalità; senza con ciò contestare le presenti gravi difficoltà, gli ostacoli che si oppon- gono agli uomini di governo italiani, di gran lunga maggiori di quelli che hanno intralciato l'opera dei governi belga, fran. cese ed olandese, che ormai hanno ridato la 5tabilità alle mo. nete dei loro paesi, e con il consolidamento della situazione monetaria un relativo equilibrio economico. Si consideri la disponibilità tanto maggiore di materie prime e specie di car– bone, la mancanza del flagello della disoccupazione, l' esisten– za di riserve auree notevoli, di crediti esteri e la possibilità di aiuti da parte delle colonie d'oltre mare. Queste nostre deficenze stanno d'altronde a provare la necessità assoluta per l'Italia d'inserirsi nell'economia mon– diale, sia per u~'intensificazione dei traffici, che per l'afflusso di capitale estero e la ricerca di sbocchi alla nostra emi– grazione. Utile in questo senso è la voce che si è levata nel Con– vegno del Commercio Estero; ten1.1toa Milano dal 14 al 16 aprile. Il relatore generale, prof. Giordano Dell'Amore, nella sua acuta e realistica disquisizione, dopo aver tracciato i li– neamenti della ripresa delle nostre esportazioni, si è soffer– mato sulle questioni da risolve~e sollecitamente per un ulteriore sviluppo dei nostri traffici, che dopo la rapida espansione del– lo scorso anno sono in fase decrescente. Il prof. Dell'Amore, non ha mancato di toccare i proble– mi di carattere interno che si ripercuotono ,profondamente sul– !' andamento delle esportazioni e che si riassumono in quello dei costi, collegato alle capacità organizzative dei nostri indu– striali, all'instabilità monetaria ed allo scarso 'l'endimento della mano d'opera. Il relatore ha pure lamentato i rigidi vincoli cui è sottoposto il commercio di esportazione e l'incapacità della burocrazia statale di adeguarsi alle necessità mutevoli dei produttori e degli esportatori; e ha richiamato la necessità di riordinare l'attuale regolamentazione valutaria ed affrontare infine la questione d-el livello dei cambi esteri, anche in rela– zione alla nostra adesione agli accordi monetari di B1etton Wood. Purtroppo, nella discussione seguita, il Congresso non ha adeguatamente approfondito gli aspetti fondamentali interes– santi il nostro commercio estero, tanto utilmente prospettati dal!'oratore. Molti si persero a richiamare specifiche situazio– ni. Infine il ministro Vanoni fece delle dichiaTazioni che no~ apportarono proficue chiarificazioni, nè lasciarono intravede· re un programma governativo precisato nel settore del com· mercio estero. L'intonazione prevalente degli intervenuti, fu decisamen– te nel senso di richiedere ima maggiore libertà di movimento ed una più larga possibiltà di iniziative per i commercianti e gli industriali che con la loro intrapredenza ed attività sono i più sicuri potenziatori della esportazione italiana. Questa atti- •vata, potrà in un tempo successivo facilitare l'afflusso di capi– tali stranieri e l'intensificazione di rapporti utili anche per una ripresa dell'emigrazione e del turismo. In particolare, se la burocrazia romana non è in grado di seguire l'agile andamento delle attività commerciali, meglio è che si tenga in disparte, lasciando la massima libertà, nella misura compatibile con l'attuale situazione italiana ed inter· nazionale. La mozione conclusiva, approvata all'unanimità dai con· venuti, pecca alquanto di prolissità. Richiama~i molto oppor· tunamente alcuni aspetti dell'economia interna della nazione (potenziamento della produzione agricola, risanamento mone·

RkJQdWJsaXNoZXIy