Lo Stato Moderno - anno IV - n.7 - 5 aprile 1947

H8 LO STATO MODERNO politiche, e qur~ndi il calcolo politico che era megli~ perdere temporaneamente la stima dell'opinione democratico - liberale, che :i vincolo con l'opinione ,democratico-cattolica, numerica– mente e politicamente più forte. Il problema dei comunisti è di restare al governo: in Italia, parlamentarmente ragionando, si <resti\al governo se i democristiani lo. vogliono. Il tempo di azioni extra parlamenta•ri (alla Moscatelli, ,per intenderci) non è ancora venuto, nè si sa quando possa venire. Ma quella :ogica di cui parlavo obbliga i comunisti a giisser su questa ragione di debolezza, e a giustificarsi invece come l"isolutori del problema « se sia poosibile la coesistenza della Chiesa e la collaborazione delle forze cattoliche con tutte le altre forze · che variamente rappresentano -l'opinione laica e progressista del Paese » (R. Laconi, Unità del 27 marzo). Ma questo è quanto riconoscere ,Ja verità della Chiesa e .delle forze catto– liche: e allora, fino a qual punto il ,riconoscimento di questa verità è d'accordo con quella .del materia.Jismodialettico? In– sistere a dimostrare può essere prova di cattivo gusto; e i comunisti; in questi giorni, si giustificano abbastanza, .di fronte al disagio de:Ja base, per e.vitare a noi questa pur lieve fa– tica. Ma chi vuo:e documentarsi non ha che da consu:tare la stampa socialista (dal Mondo nuovo a l'Umanità a l'Avanti/) che ha la preparazione adeguata per decifrare razione dei compagni marxisti: in particolare G. Pischel, « Coirie dovevasi dimostra,re », Umanitd del, 28 marzo, e• Nenni, « La -Repub– blica val più di una messa », Avanti/ del 30 marzo. IV Nella stampa liberale bisogna .onestamente distinguere: c'è una stampa più legata al Partito, e una stampa più :egata al :rberalismo. Quest'iLtima (rappresentata da Burzio, Salva– torelli, Mfasiroli) ha par'.ato come ·si poteva attendersi da· lei, e costituisce il ponte col migliore laicismo socialista (se .ne veda tra altri un documento schietto e semp:ice de::a dep{i– tata Bianca Bianchi: « Una coscienza e 99 pecore:-le », Uma– nità del '25 marzo): 'il laicismo contro il quale invano De Gasperi ha invocato, all'inizio del suo discorso, la discussione di Dostoje~skij nei riguardi del_positivismo. La discussione che emana da questo liberalismo « ampio • contiene in sè anche la risposta ai liberali « stretti », a ,que:li oioè che espri– mono l'opinione del Partito. Non è una discussione unitaria– mente ispirata: non so per esempio se Burzio possa accettare a fede:tà di Missirold a:Ia nozione idealistica dello « stato -~tico » (« Lieto fine», Il Messaggero, 26 ~arzo) e il laicismo non sfumato•di Salvatorel:i ( « Tregua di Dio », La S-tiampa, 26 marzo). Ma ne:J'insieme di queste voci si coglie la concordia su ùn dato essenziale: che lo \Stato moderno, aperto a tutti gli apporti originali degl'individui, ha in questo ia sua mora– lità, e non può essere perciò ·stato confessiona:e senza veniT meno a:la libertà religiosa com'è determinabi'.e <lai pensiero moderno. Oiò non significa che oggi questi liberali avrebbero propugnato una denunzia del Concordato; ma che non ac– cettano a cuor leggero l'introduzione di misure che ribadi– scono la confessionalità de:Jo Stato, e ne mortificano la spiri– tualità. Questo era ed è r aspetto politico del:a questione. E lo aveva già sotto'.ineato po!emicamente (senza peraltro com- · prometterSli) la fine intelligenza di Panfilo Gentile ( « Le -astuzie sbagliate», Corriere Lombardo, 18 marzo) ammonendo gli oppositori de:l'art, 7 - ma evidentemente anche i suoi fau-· tori - che la questione pon era giuridica, ma po'.itica. Ma l'impegno <lei liberali « stretti » si spendeva in altre ben degne fatiche, nella dimostràzione cioè che l'art. 7 era giuridicamente perfetto (C. Astuti, « La pace religiosa », Cor– rkre Lombm-dcl, 22, marzo) e che nu:la era più naturale che lo Stato accettasse e ponesse questa autolimitazione (E. Ca– bella, ·« Ancora de!:'art. 7 de: progetto di Costituzione», Cri– tica liberale del 1 aprile). In realtà i teorici de!la pe_rfetta giuridicità <le:l'art. 7 volevano un'a:tra cosa, vo:evano per ragumi ,politiche che l'artico:o fosse approvato. La nota mi– seria dei debo:i ohe si alleano ad forti. Questa miseria merita talvolta il nome di prudenza: tutto sta a ben calco:ar:a. Ma in un calcolo ben fatto, tutto si poteva prevedere fuor che il partito di Tog:iatti, per ragioni diverse ma di consimile rea– lismo, coincidesse, neg:i atti, co: partito di Cattani. Ho detto all'inizio come i libera!i si siano sentiti mistificati: accanto a: Tempo citato, mette conto di ricordare « La po:itica delle an1ime•, editoriale del 28 marzo, col quale il Corriere Lom– bardo inva:idava le ragioni de:r Astuti precedentemente ospitate. V Se tutto questo è avvenuto ed è stato vissuto nei ter– mini che abbiamo esposto, che cosa potrà uscire da questa ;oumée des dupes »?-Esattamente la sospettosità e l'amarezza di chi si è sentito giuocato: i catto:ici dai comunisti, i co~u– nisti d~ll_' omaggio implicitamente prestato alla dottrina catto– lica, i :iberali dall'ingrandimento cbe i comunisti hanno fatto del loro meschino rea'.ismo. - Ora ciò che è avvenuto è avvenuto. Il -laicismo liberale, venga esso dai lrbera!i o dai socialisti, sa ~be l'art. 7 non ha fatto che avvicinare l'attualità delle revisio~i concordatarie in proporzione all'intensificata e più ,vigilante azione catto– lica .che il voto comunista ~rta. Se si voleva la « pace religiosa • si è conseguito lo sèopo di sollevare. le discùssioni re!igiose. In ·rea!ità tµtta l'impostazione era falsa: non era in giuoco la pace religiosa, dietro al:a quale tutti hanno celato sentimenti ·affatto diversi. Era in giuoco - e r_imane - la concezione e la prassi de:Ia libertà di cu:to in uno stato mo– derno; il giuoco era calmo, e lentamente vi si sarebbe stesa la morbida correzione e rettificazione del costume, fino a portare naturalmente al)a correziope e rettificazione del:e norme. Bisognava pure dar tempo e agio a una meditazione pacata dei rapporti tra Stato e Chiesa, che non sono statici, ma risentono del tempo e dell'agio che occorrono al:a pacifi– cazione degli altri sentimenti, e, più che non si creda, de:le discussioni d'idee, deg:i avvicinamenti di· disposizioni quali si vengono pur realizzando tra l'umanesimo cattolico e l'uma– nesimo laico. ·Un giornale di ispirazione vaticana ha scritto con pro– fonda véntà che il voto del 24 marzo « non è :a fine di un contrasto: anzi, in certo senso lo sottolinea ». Non è neanche passata una settimana da quel voto che i protestanti d'Ame– rica hanno ufficiosamente ma autorevolmente protestato per– chè. l'art. 7 de:-!a Costituzione sarebbe una violazione del– !' art. 15 de: trattato di pace, e hanno indicato in quel'.o In cospirazione delle « due u:time, dittature superstiti in Europa •• quella comunista e quella 'Vaticana (f, La Stampa del 3 aprile). Ha~o sorvolato sulla previsione che !a prima dittàitura, mu– tato disegno e momento po!itico, possa vo:gersi contro la seconda; e a:Jora - per concludere con 1e giustissime parole del Missiroli -: « ad uno Stato confessiona'.e ma non cristiano, non era preferibile uno Stato laico, ma profondamente, i-nti· mamente cristiano? •· UMBERTO BEGRE

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