Lo Stato Moderno - anno IV - n.7 - 5 aprile 1947

LO STATO MODERNO 163 RASSEGNA DELLA STAMPA ITALIANA In margine all'art. 7 All'indomani del voto del 24 aprile Leonida Repaoi annunziava 1110nsen~ rwnore che con quel voto aveva ormai inizio la campagna anticoncordataria. con ipiù ca•lma visione, prima del voto, si era reso conto ed aveva esattamente enunciato dn ·questo sen~ _la por:t3ta della discussione orm11:1. à!IIJgaggiata, Panfilo Gentile {« Le astuzie sbagldate •• corriere Lcnnb·ardo, 18 marzo) franca– ment.e dichiairando come fosse t~ ormai di scoprire, di sotto alle _sotti– gliezze giuridiche pro e contro l'inclu– sione dei patti I..ia.teranensl, la volontà 0 l'opposi.2llone agli articoli d_el_Concor– dato che !Più gravemente limiitano la sovran~tà d-eilio Stato « nel suo ordme •· - vero è che poi d!l Geolti'le,come sogliono i iliberail del iPairti,t,o,si asteneva pru– dentemen~ dall'esprimere i'l suo punto di vista intorno alla tlegittimità o meno della revisione di quegli articoli; cosi come al tempo della crisi istituzionale, i liberali si disinteress;u-ono del conte– nuto della questione dopo aiveme svi– scerata la forma. Ln ,reaità- l'airt. 7, e iJl modo com'esso è stato am;posto, ha piut– tosto favorito che spento l'anticlerica– lismo. E iil cer-to senso esso risulta ine– vitabile, tostochè se ne fissino, i.solati con chiarezza, d teI'Illlni. In questo senso è dififioile con testare le conclusioni di Nullo Minissi .(« Stampa anticlericale•• La Citt.adeJJa, a. II, n. 3): «H contrasto è più grave di quanto ll1()n paia. Esso non investe .solo i rapporti tra stato e chiesa cattolica, tra !POiitica e re!i~one;. ~ si estende a parte del dtntto civile (massimamente a queUo della famiglia) e di quello penale, e alla st>ruttura stes– sa dello stato. , « Ed è anche !Più :profondo di quanto non Si affermi. I laici • muovono una pretesa impossibile, quando chiedono ai cattolici di riconoscere la neutra.litd assoluta deUo stato in materia. religio– sa, e di resta1'e cattolici. I cattolici pos– sono ammebtere la libertd di fede e di culto, ma non possono equiparare, sen– za menomarla, la loro religione ane ai– tre. Nè possono contenta1'si di vivere cattolicamente in uno stato 'indifferen– te ma, se vogliono - come vogliono - essere consegueuti a sè stessi, debbono voler vivere ,n· uno ,stato cattolico. Ac– cettare la neutralitd assoluta deUo stato riguardo a~la rel.igione vorrebbe dire per essi accettare il « la!ci3'mo •• cioè negarsi, politicamente, come cattolici: in al.tre pa,roie essere -,confitti. • E' un dissidio che non può essere composto. Perchè il ,cattolicesimo non è solo una maniera di credere, ma anche di vivere e di voler far vàvere, è in– somma un'idea sociale. E' un'idea in contrasto con .quelta dello stato demo– cratico come lo concepiamo oggi, che aJ)J)Unto è nato daUa stessa mentalitd det protestantesimo. • Con ciò non si vuol concluder11 con– dannando i cattolici carne antimoqerni. Riconosciamo solo l'inconoiliabilitd' del– le due posizioni, invitando ciallCUfl,O a Pr?n<fere parte decisamente per la pro– Pria. Di qui nasce la necessitd di 11na stampa anticlerica.le , che 'interp,-et! il •laicismo•· Non è detto naturalmente che tale stampa debba assumere il to– no volgare che ha assunto, e per cui e– sprime più lo wirito deUe pasquinate parrocchiali che non queito del • la'ici– smo •· Anzi, essendo evidente la spinta a «destra• che ha dato a.Ila politica i– t,aliana ,anche ~ n,oler, fare iUna questi~e di gusto e .solo a giudicare dai primi effetti, pa,re giusto augurare che sia diversa. Però è necessario che sia•· Attorno agli azionisti H Congresso del par,tito d'azione ha~ dato molto da pensare a.i socialisti di 0gni tendenza; i ,rappresentanit1 dei tre pai,fJ td di sinistra hanno preso pairte viva al Congresso, che si è chiuso con un'Jru.zlativa di evidelllte ricostruzione del ,partito socialdsta su basi che lo stes– so pa11tito d'a7lione dovrebbe apwrtare. Malcontento ne è rimasto soprattut– to il partito comunista. Intorno all'ini– ;i:iativa del partito d'azione si è svol– ta una piccola ma assai importante di– scussione tra i aeaders comunista e so– ciallaburista. I quali muovono ambedue da :una'certa dnsoddisfazione di quanto il Coqgresso ha deciso, se non di quan– to nel Congresso si è discusso. Per pri– mo Saragat (« Il Congresso del Partito d'azione• Umanitd, Milano, 1-IV) si è dichiar;to insod.dismtto deL!a posizio– ne !Presa da ilwx:ardo Lombardi nel senso di un socialdsmo autonomo: Sa– raga,t ha creduto di iravvisairvi una vo– luta e inon confessata noncuranza delle ragioni Cihe ihamlo condotto a.1la scis– sione e al'la forma7lione del P.S.L.I.: si è compiaciuto dnvece dell'analdsi di Va– Jian:i, ohe mirò a distinguere tla neces– sLtà di un'iniziativa socialista imme– data, contro lo stl!le e d1 metodo comu– nista <ii ,premettere tatticamente la con– quista de.I potere, oon Il.a pieghevolezza dell'opportundsmo, e rimandare a po– tere conquistato Ile riforme sociali di .bruttura. DOGLIANZE COMUNISTE All'articolo di Saragat ha risposto Togliatti («Ancora del Partiito d'azio– ne •• Unitd del 2 apIU!le)che dà un col– po agli azionisti e un cdlpo ai saraga– tiani. Agli azionisti Togliatti rimpro– vera di, 1110naiver saputo aittuare, se– condo H consiglio di lJa iMal:fa aziom-, sta, un grande partito democratico, che Togli.atti av.repbe 'Visto aJ governo con molta più sicurezza di garanzie che non la Democrazia Cristiana {e questo ebbe già Togliatti a lamentare in Assemblea più •volte). Ora, come. al <tempo del Con- . gresso di passione del 1946, T*a4ti e– sprilne io! suo rammarico di non poter avere al fianco un rpartito d'azione ge– ner.icamente ldemocraitico, e probabil– mente più mani;ueto, meno orùticamen– te insubordi111ato, di quanto l'azionismo tpur aittraverso anche !troppo eviden-tl e non del tutto chiare simpatie) non sia stato sinora verso di P. c. iMa oggi To– gliatti iravwsa neOl'azionismo una Linfa eret!.ca, una vdlontà di interporsi nella crisi del socialismo senza teoer conto dJ. quella parte dominante del soci:i,U– smo che - Bi dice - noo è in oris1; e biasima Lombardi di voler risuscitare una democrazia e ,un'autonomia socia– lista che non si realizzino nel patto d'unità d'azione. I.I odlpo mira allora evidentemente a Saragat: • Ancora peg– giore l'orientamento verso l'on. Sara– gat! Carne si fa a !Parlai-e di unitd muo– vendosi verso chi ha fatto una super– fl.ua e dannosa scissione? Ancora più gravi questi sbagli, quando .si penS'i c~e se La Malfa parlava nel 1944 a nome di un Partito che stava a paritd con tutti 1g!i altri del C.L.N .. , oggi Lom– bardi a>arla a nome di un piccolo re– siduo di quel Partito. n giorno che questo gruppo, che legami con la classe operaia ne ha oggi òen pochi, fosse an– dato a finire. in braccio a Saragat, la causa de!l'unitd <Socialista avrebbe fat– to ben pochi progressi. Forse potrebbe farne di p'iù, se que.sto gruppo sapesse con.siderore con spirito obi~tivo la questione dell'unitd di tutte le "forze sociaListe (a partire dai ccnnun'isti!); an– che in questo caso, però, consiglierei a qu,e,sto g-ruppo la modestia/•· UNITA DELLA CLASSE In queste parole, a .sua volta, Saragat ha letto, com'era da attendersi, un ~t– tacco non tanto al suo ,parti,to, quanto al sodaillismo stessò, ed è corso alla di– fesa (« Contro llantisociaLismo », Uma– nitd del 3 aprile), contestando di con– cetto togliattiano dell'« unità• della classe che sommerge 1e coscienze indi– viduali e che imma@ina tutte Je realiz– mzioni socialiste neol solo quadro del modeH 1 sovieitici: neJJo stesso ,ainnun,to crtd<:o Sa•ragat coiiwol,ge naturalmente anche i « fusJ.onistl »: « Annegare tutti i p,-oblemi deUa dot– trina socialista neU'unitd .teologica del· la classe può far comodo a chi conce- . pisce il ,problema alla maniera di To– gliatti ma non può e~e accettato da chi, carne noi, si ipropone d>i condurre ad un'opera comune degZi uomini con– sapevoli dei fini deUe toro Zotte e delle ragi<>noi delle loro lotte. « Basterd infatti notwre che mentre ia cla.sse p,-oletaria in RUllSia esprime un certo tipo di socuuismo, 'in Inghilterra, nella ,Svizzera, neUa Norvegia, ecc. .se ne esprime ,u,n.o di tipo diverso e che in tutta L'Europa essa è ·sostanzialmen– te diV'is>a a seconda che ,si orienti verso la democrazia socialista o verso <1.1n so– cialismo di tipo sovietico. « Negare il p,-oblema è in realtd per il nostro IP.aes.e !PQTIO ,tadtamente a. priori in termini non di democrazia so– ciali.sta e favorire chi lo ponga nei ter– m'ini di socialismo sovietico ». , Il problema dei giovani Uno dei pTimiJ contmi•buti veramente seri alli'esame del prdlllema culturale dell'ultima generazione sotito il fasci– smo è Qo studdo, ()];a d!l'iziaito a- pubbld– care dalla riw.ta Societd (luglio-dicem– bre 1946) di Antonio La Penna. • I gio– vanissimi e la culitura ne~ u!Jtimi anni ·del fascismo ». Il tema è di singolare importanza e cl riserbiamo di prender– lo in più ampio esame. u. 8.

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