Lo Stato Moderno - anno IV - n.6 - 20 marzo 1947

LO STATO MODERNO 133 LA POL11ICA DEJ BLOlCHJ AJ:orchè si parla di unità europea, di necessità per \e nazioni del nostro continente di co:Iaborare in uno spirito d1 cordia'.e intesa e vicendevole comprensione, e tutto si limita ad alcune affermazioni vaghe e generiche le quali sono de– stinate - s'intende - a lasciare il tempo che trovano, l'ac– cordo è unanime. A parole, in un discorso ufficia!e, neEe solenni dichiarazioni di una Carta o di un qua'.siasi altro documento, appare dopo tutto assai conveniente cavarsela con tre o quattro frasi inspirate ad un imprecisato e non impe– gnativo co::aborazionismo; e sono stati, del resto, gli uomini che hanno messo maggiormente a soqquadro e torturato il nostro continent.e, a compiacersi poi di astratti appelli alla unità europea. Napo:eone a Sant' Elena scriveva: « Le nazioni d'Europa hanno tutte ~e ragioni per mettere fine alle loro guerre e per legarsi con un'unione. L'Europa non è che una provincia de: mondo e ogni guerra tra europei è una guerra civile»; e se Hitler fosse sopravvissuto, c'è da scom– mettere che dal suo carcere si sarebbe espresso in maniera pressochè analoga. Ma in questo campo quel che conta non sono le buone intenzioni di cui d'altronde, secondo il proverbio popo:are, risultano lastricate le vie de:-l'inferno; ma le opere, ~e-azioni, la rispondenza insomma tra i propositi enunciati ed i fatti. E sotto questi riguardi la situazione oggi suscita apprensioni e sospetti: c'è ne:I'aria la tentazione da parte di alcuni - anche se a paro!e dichiarano di vo:er fare tutto il contrario - di spaccare l'Europa in due, di dar vita ad una politica dei b!occhi, occidenta'.e ed orienta'.e, di rendere sempre più profonde ed invalicabili :e divergenze tra i diversi Stati, con gli effetti che facilmente s'indovinano. Per quel che si riferisce all'oriente europeo, i motivi inspirati al • panslavismo », ad una missione cui g;i s:avi si sentono irresistibi'.mente chiamati nei confronti del nostro continente e che sarebbe stata loro commessa da una mi– steriosa quanto ineffabile provvidenza, non sono certamente nuovi. Il pans:avismo ha ormai dietro di sè una sua lunga storia: e già fin dal seco:o XVIII ·la Russia si atteggiava a protettrice di tutti g'.i ortodossi che vivevano nei territori posti ne:Ia giurisdizione dell'impero ottomano. Sull'arco di trionfo eretto a Cherson, sotto il quale passarono Caterina e Giuseppe Il, era scritto a grandi lettere: « Via per Bisan– zio •: la qua!e città, si ricordi, secondo il pensiero dei pro– genitori deg!i odierni pans:.tvisti, sarebbe dovuta divenire Tsargrad, ossia la città deg'.i zar. A distanza di circa un se– colo Dostojevsky, ne::o scritto pubb'.icato nel 1877 sotto il titolo: « Presto o tardi, Costantinopoli dev'essere nostra •, ri– pete concetti pressochè identici e sostiene che: « Costanti– nopoli dev'essere nostra ... Questa temibile questione d'Oriente è la base stessa del nostro avvenire. E' da quella parte che sono tutti i nostri doveri, e soprattutto (a nostra unica possi– bi:ità di entrare ne!!a grande storia de!l'umanità ». Lungo l'intiero seco:o scorso gli appe!li ad una missione di cui gli slavi sarebbero i portatori diventano sempre più frequenti e pressanti in Russia e nei paesi limitrofi. Con la guerra del 1914 la Russia ad un certo punto crede di poter avere la meglio nei riguardi del suo diretto e minaccioso antagonista, il pangermanesimo, e di porre così le basi per una unione del mondo slavo; ma è costretta poi ad abbandonare la partita. Al!o stato presente de!le cose, i! pans'.avismo risulta ancora maggiormente rafforzato in conseguenza di diversi fattori che fanno tutti capo all'U .R.S.S. e alla eminente po– sizione che quel paese ha conquistato. C'è da tener conto, anzitutto, dei diretti vantaggi materia:i che in conseguenza della guerra vittoriosa la Russia ha ottenuto, de:la estensione delle sue frontiere fino ad includervi numerose aliquote di' po– po!azione - si pensi se non a!tro alla Bessarabia e al:a Buco– vina del Nord, alla Russia subcarpatica, ai territori ceduti da:la Fin:andia in Carelia, e via dicendo -; ma ancor più a far sentire il suo peso è il grande prestigio di cui gode la U.R.S.S. ed i: fatto che la propaganda panslavistica fatta oggi dalla Russia comunista ha le maggiori possibi:ità di presa e di penetrazione. Per la prima volta, infatti, i motivi più strettamente nazionalistici si trovano uniti, sposati ai motivi deJ::a rivo!uzione socia:e, di un più giusto ed equo assetto socia:e ed economico, di modo che l'instaurazione del « re– gno » degli slavi coinciderebbe tout ,court con l'instaurazione di un regno di vera giustizia e di riscatto da:Ja miseria e dal bisogno. I tre successivi Congressi Panslavi che si sono svolti dal 1943 in poi - a Mosca, nel 1943 il primo; a Bratislavia, nel lug:io 1945 il secondo; a Be!grado nel dicembre 1946 il terzo (il prossimo appuntamento è stato fissato per il 1948 a Praga) - risu!tano informati ai principi del « nuovo » pan– s:avismo, secondo che sopra abbiamo dfchiarato. Stalin a proposito del Congresso di Belgrado ha affermato che: « L\m.ione dei popoli slavi non è il ,panslavismo imperialista degli zar, ma ;'unione degli Stati s!a'o(ieguali. L'Unione So– vietica difende appunto la causa di una tale unione»; ed in rea:tà a Be!grado accanto ai vecchi, tradiziona!i motivi - se pure espressi in forma rammodernata - della Russia grande protettrice di tutti i fratelli s!avi viventi nei Balcani ed S:trove, hanno fatto la loro comparsa i nuovi .slogans in– tesi a dimostrare che la lotta contro :e dittature, le tirannie, lo sfruttamento di un popo'.o sull'a!tro, dell'uomo sull'uomo può essere condotta solo da quegli Stati che hanno già rea– lizzato la vera democrazia (leggi: g:i Stati comunisti). I po– poli a regime comunista o fi-:ocomunista ne hanno tratto la convinzione di trov~rsi in una posizione mo:to più progredita ed avanzata di tutti gli altri popoli; nella situazione, cioè, di chi è ormai in possesso della verità, mentre i suoi vicini non riescono ancora a vedere la luce, brancolano nel buio. Comunque nei discorsi dei vari oratori sono stati numerosi g:i accenni ai successi, alle glorie militari conquistate •:ungo il corso de:la storia, a cominciare niente di meno che dalla vittoria del principe Daniele in Galizia nel 1238 sino al– i' eroica resistenza e alle prove di quest'u:tima guerra. I riferi– menti erano tutti rivo:ti al popolo tedesco e al:e sue aggres– sioni ai danni degli slavi; ma una vo!ta constatato lo spirito che dominava in quel convegno - di decisa volontà, cioè, di «redimere•, •riscattare» gli a!tri popoli che risultano an– cora avvo:ti ne:!'errore e di schiudere loro le vie de!la sal– vezza - sono lecite ,e illazioni anche nei confronti dell'intiero occidente europeo, e più oltre. Inutile dire che nel convegno tutte le apparenze erano salve: ufficialmente si è dichiarato

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