Lo Stato Moderno - anno IV - n.5 - 5 marzo 1947

LO STATO MODERNO 101 Per noi democrazia significa libertà indivisibi:e ». Il limite ae::a democrazia, cioè de: potere de::a società, è in quel– l'uno. Niente di più giusto. Ma qui nasce l'obbiezione fon– damenta:e.· ln base a questo rispetto de[a libertà -indivi– duale, ha ancora senso parlare di una « re:igione de::o Sta– to»? L'unico argomento democratico per sostenerne la legit- · timità è proprio questo: se' si facesse un referendum (scri– veva tempo fa l' on. Ma:vestiti) :a maggioranza degli italiani essendo catto:ica confermerebbe l'assunzione de: cattolicesi– mo a re:igione deto Stato. Ma non siamo a::ora sempre a:Io stesso punto: che il personalismo cristiano si arresta là dove si tratta di qualific, re la mag$ioranza unicamente come nu– mero e non come va:ore, mentre so:o come va!ore essa li– bera tutti indivisibi:mente, e garantisce il consenso o il dissenso di quell'uno? La democrazia cristiana, per essere democrazia deve essere" anticdnfessionale, ma per essere cristiana non riesce ad esserlo che attraverso il confessio– nalismo. Anche qui, sembra, .o dentro o fuori. Ma si è scelta la via più comoda: si sono inclusi i patti :;iteranensi ne::a costituzione. So:o Togliatti ha accennato al diversivo de::a sostituzione di firma sotto i: Trattato e i! Concordato ... I de– mocristiani ~anno bene che Tog:iatti, ha levato il capo per fiutare la situazione; ma sanno anche che in questa materia è disposto a non mordere. 3. Jn ·fondo, lo vittima e il protagonista insieme ael:a no– stra esperienza democratica è lo storic:smo. Dico :o storici– smo come stato d'animo più anche che come esplicitJi dot– trina. L'i::ega'.itarismo di Basso è un tributo a:Jo storicismo: :a vio:enza conseguente e generosa è, quando .ria riusdta, promotrice di va:ori e di progresso. L'interpretaz:one tog:iat– tiana del tripartitismo (ne ha scritto finemente Garoscil è una sorta di sanzione storicistica che il capo com,unista vuol dare ad un combinazione e:ettoralmente inevitabile - poco im– porla poi se aJ:a prova dei fatti e de]e volontà (unico riscon– tro che uno storicismo corretto possa ammettere!) ---:-si riveli appunto poco più che una combinazione. Natura'.mente sia Basso che Tog:iatti hanno perfettamente inteso che bisogna superare que'.'.o che .De Ruggiero ha chiamato i; carattere retrospellt'ivo de[' an»nus storicistico: e sollecitano il ·processo storico in atto o col ricorso a: benefico i:Jega:ismo, o con que::o ata guida socia:ista. · Da parte democristiana, com'è giusto, non si equivoca su::o storicismo. Non si fanno scherzi, si dice chiaro che vi sono diritti storici e diritti natura:i: e si limitano i dir:tti sto– rici coi diritti naturali. Grossa battaglia di idee che bisognerà riprendere per tornarne a chiarire i termini. 'Che cosa significa ad es. l'affermazione che :a famiglia ha leggi naturali, di fronte a:Ie quali si arresta i: diritto positivo e storico deilo Stato? E' :a tèsi, fra a:tri, de: « costituente» prof. A. Moro. Pare diffici:e !asciar :passare senza perp'.essità un'affermazione di questo genere. I diritti naturali invocati per la famiglia sono quelli a:J'educazione e al:a formazione catto:ica della famig:ia stessa; que::o de:!'indisst>'.ubi:ità del matrimonio; que[o de:la così detta scuola ;ibera; que::o deI:'insegnamento religioso cattolico come coronamento de::a formazione sco– :astica... Ma non sono queste altrettante richieste de::a co– scienza stor1ca del cattolicismo ita:iano? Non corrispondono a una evo:uzione ben precisa - se vogliamo - de::a storia dell'istituto familiare in Ita:ia, che ricusa di !asciarsi assorbire da una minaccia di tota;itarismo statale, e cerca una sua • difesa neta concezione chiesastica de:Ja famiglia? Niente di– ritti natura:i, ma lotta tra tendenze giuridico-r.ocia:i, storica– mente determinate. Que::o che qui si invoca come diritto naturale <lel:a famig'.ia è nè più nè meno che un momento del grande sforzo di ripresa temporale della Chiesa, non già come richiesta di potere territoria'.e, ma come espansione di potere ideo!ogico-po:itico. La famig:ia è un mezzo per il radicamento e l'espansione di questo potere. E non discuto la tesi di un fine soteriologico di questo sforzo, nè vorrei si credesse che io dimentichi :•enorme operosità caritativa con cui :a Chiesa accompagna quel:a attivistica di improntare di sè tutta la vita politica e sociale del nostro e di altri Paesi. Solo vorrei essere tranquil:izzato su un punto: che :•obbie– zione che si muove a::a tattica comunista Ciigittimazione di mezzi illibera'.i in nome di un riscatto terreno in perfetta :i– bertà) non possa essere ritorta anche contro que: metodo· de:la politica cattolica, che a più d'uno ricorda l'interpretazione dovuta ad uno storico (protestanté, lo riconosco con dispia– cere) de!la Riforma: « Al:a ne$azione de: mondo, cui la Chie– sa tende, si giunge attraverso il dominio de: mondo ». UMBERTO SEGRE La storia giudicherà· Mentre Léon Blum era deportato -in Germania, serpeg– giaDa in America una certa ostl:ità contro queia che era stata la sua po:i,Uca. Un'amica devol!a, una d.i quel,.~ -care amiche che con– so;ano una tnw, raccolse a sua difesa una sce/.ta deg:i articoli del vecchio leader sociolista e li pubblicò sotto il titol.o un po' imprudente di: « La Storia giudicherà ». Badate: Lé'.on Blum è un uomo di ta{i}ia storica; i fatti oggetto deg~ artico:i sono tra i più drammatici di quest-0 non , idi/.:.ico-secolo. La imprudenza quindi questa voLta non si– gnifica impudenza; significa proprio e so:tanto quello che tutti inte-ndorw, il contrario di prudenza. Perchè in molte cwe B;um ha sbag;iato, nob-i:mente quant!o gravemente. lo non vog:io, bene inteso, sostituirmi a!la storia che poi, meno pomposamente, saJ'ebbero i posteri. Ma, da contemporaneo, e quindi anoora intriso di cronaca, posso e debbo additare ai miei contemporanei, a.lmeno un errore compiuto da B:um; errore che, per la sua apparente gran<lezza mora!e, tende a perpetuarsi. Nella prefazione clw egli fece al suo libf'o, quando lo conobbe llt1um si difende daU•accusa di aver lasoia,to di· sarmata' la Francia dopo il stlo minisWro del 1936. Non ho ei:.emenil!i per giudicare su to;.e qu.e&tione. Ma proprio in uno dei primi articoji racCO:,ti,trovo che sotto la data del 18 gen– naio 1932 (il fascismo era bene in sella e il nazionalso-cia:ismo montava famosamente) fex-premier francese scri1'.31Xl: « Par– lare del-:a g~r,ra oome d'un reoonto possibile, è contribtlire la sua pio<x>:a parte a provocarla, e aggiungere ·una goccia d'acqua al bicchiere colmo. Noi dobbianw, ne; nostro spirito come nei nosm at,fi. opporci persino ail'a sua possib&'ità, forti delle ~e vO :on.tà infkssibilii di sbarrarì.e effettivamente la strada, 10ggie per \Sempre». Non pcu-:0nè _di menzogna nè di demagogia. Credo che purtroppo Blum penst1SSe proprio così; e i risultati tutti li sanno. Un po:.itico che non voglia pensare O.:laguerra è come u,1 medico che fermamente, fermissimamente, rum oog:W pensare alb ,tubercO:Osi. · Non è lp. tuoorcO:osi che ci rimette. Il politico che ha paura di pensare a{Ja guerra, di par– lare deJla guerra, è semp::ice,me-nte - almeno in quel:'atteg– giamento - un'anima candida cHe ha sbagliàto mestiere. E ~e ha i! prestigio di Léon Blum, aàdormenrerà g!i 6'prriti ai qud.1i poi, per -risveg..imli,..non gioverà offrire cannoni. Sia lode a Blum, che ha sbagliato per amore. Dopo di lui non st può sbagliare che per altri motiDi meno 1wb€,i. VITTO!t

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