Lo Stato Moderno - anno IV - n.5 - 5 marzo 1947

LO STATO MODERNO 113 RASSEGNA BIBLIOGRAFICA JOHN STUART MILL. - La libertà ed aUri saggi. Introd. e trad. di P. Cre– spi, Bompiani, Milano, 1946 (« Clas– sici della politica », I). - Conside– razioni sul governo rappresentativo. Introd. e trad. di P. Crespi, Bompia– ni, Milano, 1946 {•Classici del-la po– Ji,tica •, Il). A spogliarci dal carattere tipicamen– te « ~etterario • di un'Europa che di– scenda per li Tami solo dalla Rivoluzio– ne francese e non considzri la vera reaù,tà storica delle vicende dell'uma– nétà, dall'Illuminismo agli Stati Uniti d'P.merica e aJla grande politica inglese de:ù' 800, giunge opportuna la tradu– zione di alcune opere ·di John Stuart Mili, uno dei più Upici ~nsat.ori po– liti.ci del secolo passato: le Considera– zioni sul governo rappresentativo e La libertà e a,ltri saggi. Ben presentati da Pietro Crespi, il quale ne illustra l'im– portanza nella stessa lnghi.Jterra che andava attraversando importanti tra– sformazioni socia:i e politiche, questi scritti possono entrare -nel v,ivodella cuL tura contemporanea ,per quel carattere meditativo e neUo stesso tempo ,pratico che contraddistin,gue il pensiero poli– tico ing:.ese. E certo in questo mome•nto un Mili (ai] pa,q del suo maestro Ben– tham, malamente messo in non cale per la «confutazione» deJ nostro Manzo– ni, più a-rida ancora di quella fatta, a tutto rigor di logica, contro il Sismon– di: un dueHare in una stanza buia, come diceva il .geniwino) può essere utile ai lettori che, a-bituati a vedere hberali– smo e socialismo l'un contro l'altro ar– moa,ti, stentano a /Comprendere, nello stesso sviJ.uppo storico de:Ja politica in– terna ed estera dell'Inghilterra, almeno i fattori « empirici• del ,prossimo La– borismo. L'Inghilterra non ha avuto un '48, ripetiamo anche noi, come non aveva avuto un '93: è vero che, da:Ja Magna Charta al 1688 e alla stessa defezione - e pour cause - delle colonie d'Ame– rica, il cammino deLla lih<rtà è stato assai aspro e combattivo. Tutto sta nel saper cogJ.iere da:la realtà •stessa delle cose una Jezione ,per l'avvenire: da que– sto punto di vista, fiera delle sue tra– dizioni, .J'lnghilterra ha sempre avuto una .« classe dirigenre » capace delle riforme più ri,schiose, pur di non per– dere l'eJfettivo potere neLla nazione. Pertanto anch-? questi scritti del MiU, cosi aperti per umanità, anzi !()et' .Ja fi– lantropia, e cosi basati su un concett-o austero e rel'ig:oso ionsieme de!Ja cultu– ra, additano alle classi più responsabili il dovere di ,lottare pe,r ,gi inte,ressi di lutti, per la d:gni,tà spirillua.Je dei cit– tadini. Senza insistere su un altro fatto: che il Mm è ,uno degli seri ttoq più atti a far intende,re i valori di Ji<bertà e di indipendl?nza europea ,difels.i daJ.l' In– ghilterra proprio attraverso quei modi pratici che si designano come • utilita– rismo » e in cui non possono non incar– narsi le relazioni del,!e classi e deg.U stati. L'attualità degli scri-tti politici del ML]]appa,re a chiunque si provi ad in– serir>:i nello sforzo contemporaneo di regolare i rapporti tra individuo e so- cietà, e nella problematica del sociali– smo. Sebbene pubblica,le nel secolo scorso, e precisamen.t,e tra iù '59 e H '74, le pagine qui presentate dal Crespi con– fermano una tendenza sostanziale nel pensiero degli Humboldt, dei Constant e doèi Tocqueville: quelèa, certo, di una preventiva ICILfesac·ontro i'invadenza deHo stato, deHa società, de] governo; ma insieme di superamento della stret– tezza delle garanzie individuali per va– lutare la nuova forza politica del la– voro in tutte .Jesue manifestaznoni. Qui, in ,particolare, con quel tono così pro– prio alla cultura ing·ese, clle perv,iene a questi problemi politico-sociali non mai ·scevra dalla meditazione e dagli a– biti menta,i di «sette» religiose dalla nettissima indi,viduaJità. Cer-lo una .posizione come questa del Mi:J sa più di difesa che d'altrn: dalla questione del •pauperismo» tanto di– battuta nell'Inghilterra dell'860, alle lar– ghe correnti riformisti.che delle stesse cassi ,più a,bbienti. {Sembra quasi che di tanto in •tanto gJ,i ,inglesi facciano -la rivoluz:one in casa loro !()et' paura che glie:a facciano gli altri. Certo sono un popolo in cui, se la borghesia vole;se la repubblica, saprebbe apprestarsela sen– za farsela regalare dai partiti estremi– sti. Tutto sta a far le cose a tempo, sem– bra che dicano. Alnche sotto l'egida di una grande Esposizione quale fu quella del 1851, si può ,presentire aria di tem– pesta. La società vittoriana seppe al– lora correre ai ripa,ri, visto che nel rin– novarsi de:,J'industria e del commercio c'era più pericolo di sovvertimento che in tutti i libelli mrrosofici; ed eccola al– l'avanguadia de:Je riforme all'interno e di audaci ,posiz,ioni 1 polit:che all'esterno. Insomma - PaJm~rston e quindi Dis– raeld insegnino - « il regime dei duchi, ohe sembrava eterno• minacciava di c1e.lare e bisognava correre in tutta sincerità ai ripari. Di •là dal materiali– smo suscitato dalla scienza e dai com– merci e ,connatura,to con un orgoglio tutto anglosassone del saper fare e del saper vivere, riprende forza l'esigenza tutta morale delùa politica: lo stesso Risorgimento italiano è sentito <:pme u– na forza nell'equildbrio europeo e. in senso· stre<tto, proprio com.e un monito, nella sfera deLi'uhli•tarismo, per un rias– setto del continente ....). D'altra parte, se il liberalismo del Mili apri le porle alla comprensione degli aneliti più umani del socialismo - sia pu-re cli un socialismo saintsimoniano e non « scienhlfico • -, come si vede da molte considerazioni e anche da .pre– cisi atteggiamenti storici, non è detto anche che qu,sto concetto quasi ·ancora individualistico deUa Ji.berlà debba di– ven-tare -un paradi-gma per la nostra e– poca: tanto meno per quei popoli che non -presunoon.gono un'educazrlone ,poli– tica qua.:e quella dell'Inghilterra e s«n– brano ora tornare all'arengo con rin- novale speranze di una parola chiarifi– catrice. Pare che nel pens:ero del Mili (almeno per noi continentali) graVli il concetto tutto romantico di uno stato nemico dell'individuo che (dal Mirabeau e dallo HumboLdt che direttamente se ne ~pira neJ ce'.ebre Saggio) impedisce il più delle vol•te di risolve-re efficace– mente H contrasto tra democrazia e li– bertà. Le Considerazioni sul governo rap– presentativo (di cui ricordiamo a,:meno la precedente traduzion.e « fatta sulla ultima traduzione Jng!ese » da F. P. Fe– n.ili, a Torino, 1865) gioveranno a chia– rire molti concetti Jntorno alle Camere, all'azione deMa maggioranza e della mi– noranza, al suffragio ~:ettora,Je, ai corpi rappresentativi locald, e a tante altre questioni afifini. Per molti Jettori, più che da discussione serv:ranno proprio come d•ntroduzione ad argomenti non bene entrati nella comune coscienza po– lWca. Ogni età politica deve scoprire o riscqprire i suoi autoni: cosi nella Pa– lermo del '48 tra ,le ,primissime opere straniere venivano tradotti del Bentham la Tattica delle assemblee politiche de– libera,nti e del (4)nstant i Principii di politica costituzionale. E' vero aJlora che, contro le moJte esa,gerazioni sentimentali o utopistiche che oggi attra,versano l'aria e turbano i•l lavoro quotidiano, un antidoto di saga– cia e di buon senso si trova proprio nei due libri ora presentati da Pietro Cre– spi. L'uno e l'altro potranno incontrare senza diffico!.tà i loro lettori avveduti, sopraHutto i saggi ag~unti a quello é– ponimo de La Libertà (dove sono quel due cap:toli « Dell 'ind:v.idualità come u– no degl.1 elementi del ,benessere• e • Dei lim>ti de.J potere deLla società su:it'dndi– viduo »): citiamo appunto • L'utildtari– smo - -specie per Ja relazione tra giu– stizia e utiJ-ità -, i « P.rincipii cli eco– nomia politica• e • L'utilità della reli– gione•· Ammettiamo ,pure che uno Q<>meil Mill - un dng,:ese, dopo ,tutto - accol– ga tesi « socia-1ist.e•, premarxiste s'in– tende, più ,per .!Mantropia o per difesa di classe che per dntimo principio di solidarietà umana. Molle deL:e sue po– szioni sembrano pr,cal'ie solo che si tolga al be,ll'edLfioio Ja colonna deWin– dividuo romant:camente inteso come PaHadio della libertà. Ma sempre vi circo1a queJ.la ,saggezza umana che M"a parte necessaria delr:'educazione politi– ca di un • sociniano • quaJe fu il Ca– vour, e che ogg,i si -riduce ad essere senwre più .pa,trimonio di quei pochi che sembrano vivere lontani da.Lia poli– tica propriamente de.ttia, p~or una sorta di timore: quelìo di irreggiomentarsi In azioni di parti,to nell'interno di un po– polo, o in ,guerre di retl,&ione tra Sta ti o Continenti. · CARLO CORDII

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