Lo Stato Moderno - anno IV - n.5 - 5 marzo 1947

104 LO STATO MODERNO l'odierno tasso del 25% potrebbe creare condizioni necessarie e sufficienti per l'attuazione di una chiarificazione genera'.e, dalla quale l'Utti avrebbero da trarre sensibCi utilità. Ne guadagnerebbe prima di tutti lo Stato, poichè il tasso modico non costituirebbe un serio impedimento a::a riva:uta– zione in esame, mentre permetterebbe i: funzionamento del gettito deWimposta stessa, contro l'introito zero di oggi. Inol– tre,' con l'immissione di nuove ingenti masse di azioni, i: già é.evato gettito de:l'imposta di negoziazione titoli subirebbe uno sba\zo dire~tamente proporzionale ai nuovi apporti; e così dicasi per le imposte ragguagliate al reddito sui maggiori divi– dendi da distribuire. Ne guadagnerebbe l'azionista, indipenden– ~mente se picco'.o o grande risparmiatore, perchè in pratica :a riva'.utazione offre una base più ampi.a per la corresponsione dei dividendi; ne guadagnerebbe :'impresa in quanto, o!tre a poter chiarire le proprie impostazioni contabili di bilancio, essa fini– rebbe a sfruttare l'occasione per assorbire in modo vantag– gioso nuove masse di risparmio in cerca di un impie~o che offra qua'.che garanzia contro g:i effetti negativi de:Ja sva:u– tazione monetaria; ne guadagnerebbe il prestatore d'opera, perchè questo afflusso di denaro in mano ai tecnici deTini– ziativa privata è subito destinato ad essere rinvestito di mas– sima in attività produttive richiedenti l'imp:ego di mano d'ope– ra; ne guadagnerebbe ancora lo Stato, anche ne! caso che tutto questo movimento creatore di lavoro e di benessere portasse a potenziare la posizione individua:e di chi è già in possesso di mezzi di produzione, in quanto agirebbero i maggiori gettiti de'.le imposte persona'.i a tasso progressivo (comp'.e– mentare, straordinaria patrimoniale, di famig:ia e via dicendo). Se tutto quanto sopra esposto è esatto, si deve trame la conc'.usione che, da un punto di vista economico-tecnico, mettere dei vinco'.i a[e imprese perchè queste continuino ad occultare i plusva:ori nominali de[a sva'.utazione si traduce in un mero errore; è aver paura de::a realtà. Ciò assomig'.ia a que:Ia famosa po:itica del ca'.miere che si ostina a dire che il prezzo di una determinata merce è dieci, quando i 9/10 de::e disponibi:ità risultano venduti a venti, a trenta, a cento. L'inflazione è uno dei mi'.le aspetti della nostra passata tragedia; e dato che non risulta praticamente possibi'.e riper– correre i: cammino a ritroso e riportare la lira a:.:a sua vecchia base, non vediamo, nei riguardi de: problema che stiamo ·esaminando in questa nostra nota, il perchè di far ritardare u:teriormente il primo· passo verso l'adeguamento dei va'.ori dei beni iscritti a bilancio. Determinata con la massima caute:a l'entità dei coefficienti di riva'.utazione ufficiale e rispettata la norma posta dal decreto 27 maggio 1946 n. 436 di mantenere fra capita'.e riva'.utato e riserva ordinaria la stessa propor– zione preesistente, non è detto che fo società tutte debbano senz'a:tro provvedere aJ:'adeguamento., Va da sè che ciò è sempre una faoo!tà de::a ·qua:e potranno avvalersi con van– taggio solo le aziende che effettivamente presentano deJ:e situazioni patrimoniali appropriate; chè se, per avventura, i valori nomina'.i de:!e immobilizzazioni a bi:ancio fossero già in rapporto ad una prudente valutazion.e (in quanto si tratta, ad• esempio, di attrezzature tecnicamente superate), sarebbe una mera frode attribuirvi una maggiore consistenza intrinsicamen- te inesistente. G B E!'tULIO TACCANI L'Italia a Bretton W oods In questi giorni l'Assemblea costituente dovrd discutere il pro– getto di legge concemerite I• nostro adesione agli accordi dii Bret– to,. Woods, o, meglio, agi.i ent'i che a Brettcm Woods sorio stati creati. Precisamente: il Fondo mo,ietario internazionale e la Banca internazionale di ricostruzione e .Nliluppo. Niun dubbio che l' As– semblea voterà per l'adesione. In pri1110 luogo perchè questa ade– sione rappresenta il nostro vero i-ngresso, a parità di dirtl!ti, 11el mo,ulo economico internazionale, fo secondo luogo perchè questa adesione ci darà cospicui vantaggi. Sempre, beni.nteso, se sapremo ben manoorare per ottenerli. D01Jerie diritti: dovremo versare due quote di ade~·lone di 180 milioni cli dallari ciascuna, parte in oro e parte in ·oolu:rana– zionale. L'oro ce lo siamo già procurato a condizioni buone. Infatti l'abbiamo pagato 35 dollari ali'011eia,cioè al prezzo ufficiale, men– tre il prezzo del mercato libero, anche negli Siati Uniti, è di 50-55 dollari all'oncia. Dooremo, anche, fissare uno parità, sia pure provvisoria, co11 il dollaro. E qui sta il 11uif!,glor ostacolo. PraticamentA oggi -vi sono tre cambi della U.racon il dollaro. Il cambio ufficiale ,li 225 lire per 1 dollaro ( 100 lire, più la maggiorazione del 125% ); il cambio di esportaziorre di circa 530 lire per 1 dollaro; il cambio di mer– cato libero di circa 600 lire per 1 dollaro. Quale cambio assumere per la nuova paritd? Non è facile rispondere, anche perchè la parità è provvisoria e vi saranno cinque armi di tempo per sta– bilire quella def;,iitiva. In questi cinque anni, poi, potre1110con– tinuare a mantenere coritrolli sui cambi e sul traffico con l'estero. Certo è che il cambio odierno di 380-400 lire per 1 dollaro (~dia t-ra il cambio ufficiale e quello di esportazione) appare puttosto basso. La parità economica della lira con il dollaro, cioè il cambio che tiene co,ito del potere d'acquisto delle du-e monete sui rispet– tivi mercati, si af!.gira oggi sulle 600 lire per 1 dollaro. Conviene, quindi, a-vvicinMsi a questa pori'~ econorn 1 ca, del resto non fissa, gradatamente, senza improvvisi s,1/ti che potrebbero scombussolare i rapporti tra i vari mercati. Quali aiuti, invece, potremo avere dal Fondo e dalla, Banca? Dico subito: dal Forulo, per il mor11e,1to, ben scarsi aiuti. E' ooto, infatti, che il Fonclo ha per scopo precip'.IOquello di smussare le punte dei coinbi. Compito, se vogliamo, piuttosto modesto. Penso, invece, che grande aiuto ci possa dare la Banca. In fin dei coriti noi abbiamo bisogno di prestiti: e non solo per le industrie prioote, ma anche per lo Stato. E' un vero peccato che De Casperi, nel suo recente viaggio a Washingtcm, 110n abbia potuto ottenere di più. I due piloni che sostengono la traballante lira sono la bilancia ciel dare e dell'avere con l'estero e ii bilancio dello Stato. La prima, i.n sostanza, desta poche preoccupazioni. Notl si pr0&petta ancora uri pareggio, ma ci sono buone possibilità di arrioarci presto. Il bilancio della Stato, Invece, è veramente preoccupante. Vi è un dato che segruz con 11U1,ten1atica regolarità l'acuirsi della situazione: la circolazione monetaria. Alla fine del 1945 I.a circolazione si ag– giraw intorno ai 390 miliardi di lire. Su questa cifra si è pres– sapoco mimte,iuta fi,w alla metà del 1946; ma poi la circolazione ha incominciato ad ascendere: e nel febbraio si sono toccat,j i 510 miliardi. Quando ci fermeremo? Andando di questo passo, cioè ccm un ritmo di aumento di 20 miliardi al nie.s<e, ben presto toc· cheremo i 600 miliardi. E' così aperta la via a quella fase dell'in– flazione che gli economisti chiama,w «galoppante"· Bisogruz porre un argine a questa tragica corsa verso l'abisso morietario. Cori le nostre forze, 30prattutto. Ma anche gli altri paesi ci devono-aiutare. E gli Sfati Uniti in testa. Una inflazume • galoppante » in Italia vorrebbe dire fracassare In già fragile strut– tura della rwstra democrazia. E gU Stali Uniti, questo, cer'.Amente non vogli01w. De Gasperi questo doveoa dire a Whasington. In– vece, pare, le cose sono state prospettate cori colori rosei. L'ottimismo è certamente una bella virtù. Fa sopportare con screnitd ogni disagio. Ma l'ott!lmismo di Cand"de è delete,,io. Ade– re,ulo a Bretton W oods avremo afut-i per salvare la lira? Questa la doma,ida che gli. italiani, pensosi del!' avvenire del Paese, oggi si pongono. L. L.

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