Lo Stato Moderno - anno IV - n.5 - 5 marzo 1947

io2 LO STATO MODERNO Tramonto del par_ti to li'berale Il 1946 ha registrato con !a nascita del:a repubb:ica ita– liana la crisi e forse la morte de: partito liberale storico. Il partito che aveva· fatto l'Italia non è stato capace di sopravvi– vere a: rinnovamento de!lo stato italiano. Immediatamente prima di presentarsi, in gara con gli altri partiti, a! giudizio del:e urne, ésso ha mostrato di sentire tra– gicamente il problema del suo intimo rinnovamento: sia in queJ:a frazione che ha fatto di tutto per eludere :a crisi, .sia in que]a minoranza che aveva coraggiosamente impostato il problema e si è al'.a fine a::ontanata sconfitta. In rea'.tà il partito libera:e ha vissuto fino ad ieri nell'equivoco di un rin– novamento ispirato al:a religione crociana de]a -libertà, in continuo dissidio con la base po:itica conservatrice che, a:J'in– terno de! partito, non poteva non riportare :a vittoria. Le e:ezioni hanno fatto scontare al partito questo equivoco fon– damentale. Le alleanze mo'.teplici con raggruppamenti e con singoli -uomini politici, '.e fusioni stesse non hanno potuto rafforzare durevolmente il partito. A'.'.a fine hanno so'.tanto impedito che se ne potesse va:utare il seguito in maniera pre– cisa. Ino:tre lo hanno respinto indietro aneli.e sul terreno orga– nizzativo, sul quale, in periodo « interpar:amentare », aveva cercato di darsi 'una struttura moderna, staccandosi almeno , in questo dalla sua tradizione. Come i: partito repubblicano storico, il partito ]ibera'.e non può contare su una diffusione naziona'.e omogenea: il segno più chiaro della sua decadenza consiste ne'.!'essere divenuto un partito a base regionalistica. Infatti ha racco:to voti so'.o ne: sud, a Napoli in special modo, e, come eccezione, in Piemonte: insomma nei centri storici del sentimento monarchico ita:iano. Se non avesse avuto questi successi regionali (e bisogna ricordare l'insuccesso riportato in Sardegna), sarebbe riuscito appena a giuocare sui resti. L'esame de!'.a situazione post-elettorale è ancor più disa– stroso; perchè, mentre i libera'.i non hanno ottenuto risu'.tati concreti alle amministrative, ,1è prima nè dopo !e politiche, proprio dopo il 2 giugno si è verificato un fenomeno che non so'.o esc'.ude la p1>ssibilitàde: partito di definirsi rap– presentante di notevoli strati ociali, ma mett 7 in discussione il suo stesso attributo di partito. Il .gruppo par'.amentare libe– ra'.e infatti si distacca quasi còmp:etamente d_alla struttura organizzativa del partito, d'altronde tenuissima; g'.i uomini -che avevano fatto del:'esperienza neJramministrazione de:fo stato durante l' « interpar1amento », che provenivano dalla resi– stenza e che rappresentavano '1e giovani generazioni, sono stati respinti indietro per sempre, proprio dal partito per il quale essi avevano lavorato. Al posto dei .giovani sono tornati alla rib~:ta consumati par'.amentari, esponenti di situazioni :ocali e di risorte cliente:e. Se il prestigio dei quattro grandi, e soprattutto di Croce, non avesse aiutato i !iberU:i, questi forse non sarebbero neppure entrati a Montecitorio, dove,qualche diecina d'anni fa erano qua-si soli. Riflettendo che questo giuoco sugli uomini più illustri e più canuti del!a scena po'.i– tica ita:iana non può durare e che presto le riforme struttura'.i vo'.ute da:Ia maggioranza tag:ieranno al:a radice ogni possi– bLità di affermazione più o meno personale, è facile intuire quale awenire possa mai toccare al presente partito liberale, che ha voluto distruggere le sue ,possibilità democratiche con :e sue stesse mani, scegliendo continuamente, dinanzi alle dif– ficolti\ immediate di un disegno a ,:unga scadenza, la più faci:e ma più perico'.osa via· del compromesso e deta tattica a brevissimo respiro. La paura del:a libertà, all'interno e all'esterno de: partito, ha distrutto :e ultime possibi:ità dei libera:i. La direzione del partito, a:quanto oligarchica, ha sempre dimostrato di voler consegnare i, partito stesso ne::e mani di un gruppo di par– lamentari poco amalgamati: essa è la respdhsabile più grande de'.'.a •sconfitta e'.ettorale, che in fondo dipende dàTaver per– messo a:Je tendenze centro-sinistre e, peggio ancora, a'.la de– mocrazia cristiana, di guadagnarsi il voto dei ceti medi. Insi– stendo su una po'.itica conservatric~ essa ha impedito una chiarificazione progressista; in un secondo momento, anche un rafforzamento e spostamento verso de~tra è ~lato· impedito. Ogni po'.emica interna è stata e'.usa o attutita a:l suo « dun– que»; fino al punto di non discutere nemmeno una linea di condotta dinanzi agli avversari o al:e varie c:assi sociali. La questione istituzionale e la paura de! comunismo hanno esor– cizzato i .Jibera'.i. Le loro discussioni si sono troppo spesso riso:te in moti pendulari di simpatie verso i socia'.isti ~ verso i democristiani, oscCazionf che non espressero posizioni tat– tiche di una linea politica unitaria, ma vere tendenze diverse. a volta a volta preva'.enti o inf.uenti sull'insieme del part:to. In nessun partito, infatti, come ne'. partito liberale, si è regi– strato un così frequente andirivieni di uomini e di posizioni persona:i, nè nessun altro partito presenta dei confini così incerti ed indu'.genti (specie verso le formazioni di destra)." I consig:i e i congressi nazionali - quello di Napoli. de! giu– gno '44 e que:Jo di Roma de: maggio '46 - hanno avuto i: grave torto di non concordare una linea politica sicura, te– mendo di giungere alla formazione di una qua'.siasi maggio– ranza. Nè il pensiero di Croce, nè il funambolismo de'.la tendenza agnostica (dentro l'agnosticismo istituzionale c'era e c·è ancora una fondamenta:e incertezza organizzativa, po'.i– tica e socia'.e non insincera) potevano sostituire le necessarie discussioni di caratter~ organizzativo, di impostazione politica, di metodo tecnico di lotta, che erano pur necessarie, specie ad un partito rinato « puro » e nudo di qualsiasi prassi. L'equivoco ha reso disperata la -situazione de: partito liberale. L'origine di tale equivoco risiedeva ne'.'.a mancata definizione del rapporto fra fi'.osofia crociana della libertà e prassi po:itica concreta, e risaliva a::a dottrina stessa di un par– tito• libera:e «puro» come se !o immaginava i: Croce (che se l'era formata in periodo di resistenza a::a dittatura, quando la libertà non aveva che un nemico e nessun competitore sul suo stesso piano, quando la libertà morale postu'.ava essa stessa la '.ibertà po:itica), di un partito ·!ibera'.e che non era più lo sconfitto partito libt!rale-costituziona'.e, variamente mo• narchico, conservatore e liberista, ma non era nemmeno un partito rinnovatosi, coi tempi, su un terreno progressista. Oggi che iì partito libera:e si è rico!locato, chiaramente e ne: fatto, se non nel nome e nel:a coscienza dei :ibera:'.i, su un terreno conservatore, respingendo ogni awicinamento · a!:e tendenze centro-sinistre, non ci si può attendere che l'equivoco fra liberalismo e conservatorismo possa rapidamente disperdersi: i partiti « storici » hanno una notevole resistenza di carattere vegetativo, e, d·a:tra parte, il travaglio e la crisi de! libera'.ismo, che si svo'.gono oggi in gran parte fuori del partito « liberale•, non potendo risolver-si su due piedi, non chiariranno a:cuno deg'.i equivoci d'oggi. Mentre g:i italiani e la critica politica sono ormai disposti a classificare il paitit:o libera:e fra i partiti « storici », rimane

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