Lo Stato Moderno - anno IV - n.4 - 20 febbraio 1947

88 LO STATO MODERNO si addivenga ad una modifica. ln tal caso il Fondo dovrà affrontare un nuovo problema, ed uno dei vantaggi di Bret– ton Woods è che esso ha creato .il meccanismo per rivedere le valute di tempo in tempo, quando il cambiamento diviene necessario. La revisione dovrà avvenire nei limiti del:e per– centuali di adeguamento previste dagli accordi di Bretton Woods. Quando il disequilibrio sarà più accentuato, si potrà effettuare un mutamento oltre tale percentua:e. La difficoltà sta anche nello stabi:ire quando si verificano casi di fonda– mentale disequilibrio. Si deve però ammettere che, per quanto tale sistema di stabilizzazione di cambi non sia immune dai difetti di tutto ciò che è nuovo, è stato concepito con lar– ghezza di vedute, cosl che sarà utile in molti casi che si possono presentare. La revisione del:e parità iniziali è dunque possibile: ed è bene che così sia, speciS:mente dal punto di vista del com– mercio estero, in quanto una parità monetaria, rsipondente all'effettiva situazione economica de: paese considerato, farà sì che il commercio estero si sviluppi secondo le vie della convenienza economica, in relazione alla diversa efficienza produttiva di ogni paese e non secondo direzioni non natu– rali, provocate artiticiosamente da cambi troppo e:evati o troppo bassi. Qual'è la portata di questo provvedimento di po:itica monetaria internaziona:e? La stabilizzazione dei cambi non è un tatto nuovo ne:,:a storia economica, e si sa che è alterna– tivo rispetto alla stabilizzazione dei prezzi: cosi che si possono stabilizzare i cambi e lasciar variare i prezzi interni in corre– lazione con quelli esteri; oppure 5i possono stabilizzare i (Prezzi interni :asciando variare i cambi inversamente ai prezzi ester. Questo perchè il cambio è tunzione dei prezzi a:;·mterno e ali estero, e la considerazione di una sola vari!lbile (prezzi interni) de:Ia funzione, non sarà sufficiente per controllare la funzione (cambio); mentre, a sua vo:ta, il contro:lo de::a funzione (cambio) non basterà se si trascurano i fattori deter– lllinanti (prezzi interni e esteri). La sce.ta tra le due forme di stabi..izzazione dipende da considerazioni di varia indole. Cosi, se si vuole neutraùzzare o attenuare l' eftetto di fluttuazioni economiche, la stabi.izzazione dei prezzi è più .tdatta allo scopo. La stabilizzazione dei cambi è stata preterita d:1: Fondo Monetario internazionale, data la notevo.e importanza de:Ja collaborazione internaz10nale, come condizione per consentire attraverso g.i scambi esteri una prospentà economica più ampia ai vari paesi. li fatto nuovo consiste piuttosto in questo: che la stabi– lizzazione dei cambi attuata dal Fondo .monetario è un prov– vedimento non unilaterale - cioè adottato da un paese alla insaputa o a.meno indipendentemente dagli altri - ma inter– nazionS:e. « E' ;a prima vo'.ta nei.la storia » rileva il rapporto dei direttori del l''ondo monetario « che vari paesi sovrani si sono impegnati a non fare mutamenti ne:le loro parità mo– netarie se non d accordo con una organizzazione internazio– nS:e ». Per questo, anzichè di stabilizzazione, ò più opportuno parlare di un aggiustamento di cambi ordinato, e meno di concorrenza che non prima della guerra. li fondo vuole ·siste– mare, non irrigidire i cambi esteri dei suoi membri, data ::. ~sibilità di mutamento di parità. Nè si ha il ristabilimento del goùl. standNd. Veramente le parità sono espresse in oro, e il meta:lo gial:o gioca un posto importante nel!e operazioni del Fondo. Però, quando il Fondo monetario esamina una valuta per stabilire ,se è sopra o sotto- valutata, il punto di riferimento è il dollaro americano e non l'oro; e il valore mondiale dell'oro oggi dipende dal potere d'acquisto de: dollaro, e non viceversa. Con l'abolizione del go/d standard si wno eliminati gli inconvenienti di questo sistema monetario, ma si è affermata la supremazia de: dol:aro. Ma a ben rif!ettere, è una suprema– zia che può diventare più apparente che reale, in quanto ad essa fa da contrappeso il principio di collaborazione interna– zionale a cui il Fondo monetario si informa, e se gli Stati Uni– ti informeranno la loro JlOlitica monetaria a tale principio. NINO PITTALUGA Cronache di via Morone La tenace inclemenza del tempo, che gli anun 1 rasse– gnati accettano insieme a: disservizio tramviario, ha neces– s~riamente diradato le conversazi~ni di via Morone, simpa– tica e socratica scuola di libera cultura po:itica. Il cronista ha atteso invano la riapertura del:a settecentesca sala agli oratori de « Lo Stato Moderno ». Sa di brillanti conferen– zieri che si sono cortesemente impegnati e di discussioni di ~ttua!e interesse che sono state già stabilite; ma la discre– zione g;i vieta di anticipare g:i eventi, e deve :imitarsi a ri– ferire dell'unica riunione tenuta il 30 gennaio, oratore uffi– ~iale il prof. Libero Lenti, che ha par:ato dei resultati del prestito (mediocri, sulla base del:e cifre accertate), e pren– dendo lo spunto dal tema specifico, ha poi illustrato con la consueta chiarezza e acuta semp:icità l'attua:e situazione economica e finanziaria del Paese. Problema centrale del contraddittorio panorama: « la lira terrà o non terrà? ». L'interrogativo è altrettanto vitale che di ardua solu– ~ione. Due sono i cardini del nostro sistema monetario, ha precisato Lenti: 'bilancio de:lo Stato e bilancio dei paga– menti. Il primo, gravato da un disavanzo di oltre quattrocento mi:iardi di :ire, non potrà mai essere sanato da ulla finanza ~traordinaria, i:na:e impostata e peggio condotta. Bisogna piuttosto mettere in moto la macchina fiscale e farla cam– minare a rapidi passi. La bi:ancia dei pagamenti, dopo il viaggio degasperiano nell'America del Nord, presenta ancora un disavanzo di trecento milioni di dollari. Una frattura sen– sibi!e, che sarà ben diffici:e sanare. La logica deduzione, se– condo Lenti, è questa: l'avvenire del:a lira è co:legato al bilancio de:lo Stato più che al bilancio dei pagamenti con )'estero. E soltanto una bonificata situazione interna potrà saivare la nostra moneta. L'esposizione lucida di Libero Lenti ha suscitato un lungo dibattito al quale hanno partecipato molti fra gli in– tervenuti: Paggi, Marmori, Citi, Taccani, De Meis, ecc., ecc. L'oratore ha risposto di volta in volta, cercando di chiarire i numerosi prob:emi sorti ai margini della sua conversazione, anche se non sempre era possibile obbiettivamente riso!ver:i, essendo collegati allo svolgersi di eventi incerti e futuri. E la dottrina de:l'economista, insieme alla pronta percezione de::•attento osservatore dei fatti che ogni giorno maturano, g:i hanno consentito di muoversi con persuasiva agilità tra l'intricata materia, riscuotendo ca!di consensi e cS:orosi ap– p!ausi. EZZETA

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