Lo Stato Moderno - anno IV - n.2 - 20 gennaio 1947

LO STATO MODERNO 37 duale; si dimenticano le esperienze di due scuole criminalo– giche, e si torna ad agire con un semplicìsmo qu~i medioevale. Ma, di considerazione in considerazione, si giungerebbe troppo lontano. Qui vogliamo dire .soltanto che la nuova legge e:ettorale che si sta preparando S:la Costituente dovrà essere scevra da queste assurde ed inuti:i incriminazioni. Fischiare in un comizio pubblico o esprimere il proprio dis– senso e la propria rimostranza in una riunione di propaganda privata, è tutt'S:tro che un reato: è un fatto lecito, e ta:volta commendevole, almeno quanto applaudire ed esprimere il proprio consenso. Altre manifestazioni, che veramente giun- gano a violare l'esercizio della libertà di parola e di propa– ganda, e l'impediscano, cadono sotto le normali sanzioni di legge, e non si vede la neceS6ità di configurare nuove ipo– tesi de:ittuose. La disciplina dei comizi di propaganda, è affidata alla educazione civile ·del paese in cui essi si svo!gono. Altra di– sciplina è imposslbi:e. E la pretesa di imporre per legge un costume democratico irreprensibile è frutto di una mistica del:a democrazia che, come ogni al,cra ~ica politica, è in– compatibile con un vero spirito democratico. • ACHILLE BATTAGLIA POLJTJCA INDUSTRJALE (commento ad un Convegno) Si è svo!io a Firenze (3-4-5 gennaio 1947) il primo Con– vegno di studi di econod e di politica industria:e, promosso dalla Confindustria per volontà del suo presidente, il dr. Costa di Genova, sostanziS:mente un liberista neJ:a scia de:Ja scuola moderna in via di definizione, per la quale l'economia basata su:l'impresa privata può coesistere e co:laborare con l'iniziativa co:lettiva a determinate condizioni, che siano di difesa del– l'unità del mercato mondiale, di lotta contro g:i attriti, gli impedimenti, i monopoli, ma . anche di assistenza generale per impedire o superare le crisi cicliche. Il liberismo di Costa durante il- Convegno :o si intuì soprattutto nel modo esp!icito di esporre esempi pratici ·di errati interventi di stato. Il convegno invece è stato timido e spaurito di fronte al vero piob:ema da esaminare, che solo il prof. Amoroso aveva pregiudizialmente prdposto comè dibattito sU:la scelta de!la costituzione economica dello Stato: economia :ibera o econo– mia burocratica. Si è preferito seguire pedissequamente lo schema dei tre temi, con metodo di analisi isolata o, peggio, senza conc:udere con una sintesi, la quale avrebbe ripresen– tato il prob:ema nei termini di sincerità delineati da!l'Amoroso. Tre temi: a) limiti dell'industrializzazione; b) reinseri– mento del:'economia ita:iana nell'economia mondiale; e) con– trollo dei prezzi. Ma in sostanza un solo tema, il secondo. Infatti -se si respinge l'autarchia o l'adesione al sistema economico sovietico, i'inserimento nell'economia mondiale è inevitabile; e significa accettare in pieno l'interdipendenza con l'economia di tutti i paesi del mondo che accettano il sistema del:'economia libera e di mercato, sebbene appesantita dal protezionismo contro cui la lotta è secolare. Se il tema base è il secondo e lo si risolve con l'inserimento, l'industria:izza– zione sarà limitata soprattutto dalla formazione del rispannio, dal:a importazione di capitali e da:la esportazione di lavoro, in infinite possibilità di combinazioni che nessun cerveJ:o di burocrate può prevedere, dipendendo da una serie immensa di combinazioni ed equazioni economiche affidate, più che a!lo Stato, alle libere e coordinate decisioni di imprenditori e lavoratori, anche di costoro perchè nell'economia occidentale il lavoro non è chiuso nel:a gabbia nazionale. La discussione re:ativa al controllo dei prezzi è stata malamente impostata; il punto base doveva essere lo studio dei controlli del tempo di immediato dopo guerra e del tempo di pace; quelli di dopo guerra, come forma di sollievo dei consumatori poveri e contemporaneo incentivo a:Ja ripresa de:la produzione norma!e; quelli di pace (generalmente ope– rati dai produttori e per accordi internazionali extrastata1i), come me-zzostabilizzatore delle ondate nei prezzi delle merci– cbiave, e quindi nei redditi, per e:iminare le crisi periodiche ed ayyjarci a sistemi di prezzi e costi stabili perchè « com- pensati»: ad es: un piano di distribuzione deii,1:1.Jvidendi annua- ' li in misura media per compensare anni grassi ed anni magri. Si è invece confuso il contro:lo di guerra con l'altro e si è sub'ta l'imperfetta impostazione generale dei temi del Con– vegno. Nel complesso è stato il primo esempio di libera discus– sione di temi economici, a cui seguiranno altre manifestazioni certamente più coraggiose e conclusive. ' * * * Ho detto che il prof. Amoroso ha tentato, purtroppo inu- ti.:mente, di ridurre tutto a discutere semplicemente pro e contro l'economia libera. Ma, e qui ritorna la funzione di questa rivista - funziona di orientamento sull'essenza de:lo Stato moderno -, l'econo– mia libera di questo e del prossimo seCO:o (se vincerà sulla burocratica ed autoritaria), sarà diversa da_ que:Ia ipptizzata e mai completamente attuata dalla scuo:a classica? A parte la coincidenza o meno con -gli scherni classici, l'economia non burocratica, fin dove ammetterà l'esistenza di un intervento di stato, ed in paTticolare l'intervento diretto del:o Stato come imprenditore di opere e servizi da non affidarsi a:!'economia privata? Ed in questa economia libera di moderna costi– tuzione, in cui coesiste uno Stato che ha la sua larga sfera di intervento, che soluzione potranno darsi ai seguenti pro– blemi: 1) La moneta può essere unica fra g:i Stati come è unica nello Stato? Quali condizioni minime dovrebbero veri– ficarsi per attuare l'unità monetaria? 2) La moneta - essendo non metro ma merce inter– mediaria degli scambi - non dovrebbe essere oggetto di diritto privato anzichè pubblico, da sottrarsi energicamente all'azione inf.azionista o deflazionista di stato, mossa da motivi non economici o antieconomici, e comunque arbitrari ridistri– butori dei redditi privati? 3) Il lavoro può essere aiutato dallo Stato e. dagli Stati a. ridistribuirsi più ragionatamente nel mondo seguendo criteri economici, allo scopo di tog:iere una de1le maggiori cause- di squilibrio? 4) Se sono socialmente utili l'imprenditore libero e la proprietà privata dei mezzi di produzione, e se il principio del– la libertà sindacale di tutti i fattori de:J'economia è accettato, come potranno essere giuridicamente configurati il principio correlativo della responsabi:ità sindacale degli imprenditori e dei lavoratori, il diritto di sciopero e serrata, i doveri giu– ridici verso col:ettività, aziende, persone? Mi sono limitato a porre dei quesiti, ma con la speranza che vi -sia chi propone risposte a ciascuno. CARLO CASALI

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