Lo Stato Moderno - anno III - n.24 - 20 dicembre 1946

LO STATO MODERNO 553 R•~••'"- r! ,:. !L! a,~ ,~,h,'!:wm a,,..~~ ~"" ~ ... ~. ~ .~~re~, ••~•ru• mj antifascista (che speriamo muoia senza arrendersi), del:e co- a cui aggiungono la riduzione dei numeri a quattro pagl\Ile, piose delusioni regalateci dalla neonata e già pericolante _per tener su i fallimentari giornali di partito conculcando~ la 'democrazia, con lo stesso ,spirito di quei due compagni i stampa cosiddetta indipendente. E così offrono a quù;;~'u!ti~ quali, nell'epilogo della Raubertiana Educa!ion sentimentale, un'altra stupenda posizione strategica per sparare ~e sue bat– si chiedono, ricapitolando le passate esperienze, cosa ,la vita terie, sbandierando, sempre in buona e cattiva fede, il \feS– avesse loro offerto; e concludono che una boccacesca av- si:lo della libertà! ventura giovanile era « ce que nous avons eu de meilleurl ». Per la gente del mestiere, c'è da sbalordire. O non ab- 11"1ostro summing up, fu: la libertà di stampa, il piacere biamo sentito con le nostre orecchie J'ineffabile Calosso pian– di scrivere quel che ci passa per la testa senza finire nelle gere alla radio sul povero operaio che non ha i mezzi per patrie galere, o pressapoco:. E meditando sug:i scherzi che la stamparsi un giorna~e, mentre il vile capitalista ne può creare J)atu'r,a umana gioca agl'idealisti quando ne converte una due al giorno? Da quando in qua 50no gli operai e non i buona parte in faccendieri e procaccianti; sui cuori di leone redattori a fare i giornali? Spiritosamente contraddicendo:o, diventati, una volta in porto, pecore sognanti, o addirittura un magnate della stampa indipendente mi diceva che, senza teste d'asino; sul precipitarsi del paese nella vecchia pelle bisogno di un soldo di capitale, il primo numero del suo gior• dei conservatori arrabbiati, e degli arruffapopoli senza cer-· nale gli aveva reso, nette, 83.000 lire, giacchè Calosso non vello, pronti a tutte le avventure, specia:mente se insensate; sa che non c'è bisogno di comprarsi un palazzo o una tipo– sulla economia bastarda che ci conduce quatti quatti all'in- grafia per.stampare un foglio, ma basta quel che un direttore, flazione, ci affidavamo a quel t,al foglietto di carta stampata un amministratore e una schiera di buoni redattori possono che ci mancò per vent'anni, a conforto della nostra e di poche p:ovare, ma una squadra di operai non troverà certo, cioè altre ,anime malinconiche. del credito. Il comico deJ:a situazione è che-nelle polemiche recenti I Il guaio è che, come la ba:zacchiana peau de chagrin, sulla libertà di stampa si è dimenticato volontieri che i gior- il foglietto di giorno in giorno si re st ringe, e rischia di ridursi nali, sono fatti dai giornalisti e non dai tipografi, e che questi, •a un puntolino. E' morta a ,..fine novembre la Tribuna di gente pur nwettabilissima e a cui ho sempre voluto bene, Gaetano Natale, che in Roma qualurfqui st a era asfittica; il non hanno alcun diritto di censurare o ,giudicare quel che Pante di Calamandrei è abbandonato dall'editore, il grande •scrivono i primi. E un'altra osservazione fapalissiana (a qu& ufficiale Favi attende al varco La Nazione del popO'lo; pa- sto siamo ridotti!) è da aggiungere: il redattore di un gior– gine Hbere di giorno in giorno scompaiono, il Corriere deJia naia si sce:ga il foglio che conviene alle sue opinioni politiche Sera ci ha mostrato Emanuel a nudo, la democrazia capito, e vi si sentirà liberissimo lavorandovi (com'è sempre accaduto jina resta affidata al Messaggero di Missiroli, che con nuovo (o a me); ma non si cacci in un giornale avverso '<lllesue idee, vecchio) coraggio accoglie Vinciguerra, De Ruggiero e Salvato- relli, mentre la Staim= 1 gli tiene bordone ospitando Borsa. Lo per poi prete nd ere di fargli cambiare rotta. Sarebbe bella che ,,_ io andassi a fare il tecnico alla Fiat e cominciassi a dire ,ai strepitoso successo di Don Basilio e dei suoi immediati imita- miei superiori che quel che costruiscono è roba da buttar via, ,tori è l'unica nota confortante; ma il passo del Nunzio presso Nenni dimostr,a che il Vaticano, non uso al:a libertà dei culti, e che debbono mettersi a esemplare i modelli Ford! Sono . . . . . 1 ragionamenti così elementari, he c'è da vergognarsi ,a scri- 1 cosa del tutto nuova in Italia, fara 11poss1b1leper strozzar o , . f . t di . . . . 1 . . . . I bbl' li h' ver.1, se non 0ss1moa un pun o cosi mverosum e ignoranza in fasce. Anche pe1 g1ornah, i pu 1co è tornato a e vece 1e d t f 1· . b •11 t' d •1 A' • • • d . . . . h' è a ras ormar 1 m n an I para ossi I ffile1 tempi, quan o testate, e alle vecchie pos1z,1om:c I va contro corrente, - . 1 b' • 'tì' hi d' t • . 'd µn g1ornae cam 1ava po.1 ca, e pensava 1versamen e Si ' destmato ad affogare rapi amente. scappellava è pigliava congedo; oggi, vige iI' sistema del La storia degìi errorj delle sinist,re è stata ed è sba!or- oavaHo di Troja. ditiva, e sarebbe bene che se· ne pigliasse ,pubblicamente Che cosa dunque accade? Da un lato, proprietari che atto. Mi risulta da funte autorevolissima che ci fu chi all'on. non sanno cosa ~ia un giornale e vivono sotto l'incubo del Bonomi, allora Presi<len1e del Consiglio; presentò, già re- governo,~del:e loro ambizioni e dei loro amici di società, si <latta, una legge contro la rinascita delle vecchie testate (che abbandonano a complicate e sporche manovre per salvarti ora il Consiglio di Stato ha deliberato, accogliendo il ricorso il saì.vabile e fare il maggior numero di « piaceri » con · ii Scarfuglio pel Mattino, avverso il Prefetto di Napoli), e che complicità di schiere di fascisti più o meno rinverginati se– Bonomi non ne fece niente. E sì che c'era un modello fran- condo la ricetta della Nanna aretinesca; dall'altro, partiti la cese non perfetto, ma certo discreto (in Francia, gli sconci cui ignoranza giornalistica è sub:ime (se penso che cosa ;il sono stati minori assai). Parri credette di cr-isolvere il problema vecchio Avanti/ avrebbe saputo trarre da quel cumulo di con la bella trovata cieHenista che ,ammetteva i soli giornali , panni lerci della « porca borghesia » che è stato il processo di partito: fu peggio di una co:pa, un errore colossale, che Grande a Novara, mi vien voglia <li fare un monumento a ' piede ai protestatari, in buona e in cattiva fede, il diritto Paolo Valera~ tentano di ,sgominare per vie traverse i fog'.i di parlare per la Hbertà di stampa conculcata dal!' antifasci- rivali, senza capire, come dico agli amici di ogni colore, che smo. Dopo,. rotte le dighe, ac!:lld<lel'inondazione, e già cir- non si fanno tanti giornaH,di partito quante sono le provincie colano non uno, ma più esemplari del POtpOloaltalia, e il o le regioni, ma quanti sono i veri direttori dì giornale di Co,,riere di Emanuel o u Tempo di Angiolillo non sono molto cui il partito dispone. Su 8 miHoni di fedeli, può darsi che lontani, in certi giorni, dagli organi di Amicucci o di Aldo non ce ne sia neppur uno, e allora è meglio rinunciarvil Al– Borelli. trimenti, si va a batter cassa per sanare (bella parnla) il de- Che cosa escogitano allora i nostri pensatori ~sinist,ra? ficit perpetuo. Poichè, a dispetto dei pianificatori, vige sempre Di mettere i bastoni fra le ruote, mediante le commissioni in- Adamo Smith e chi insegna che la' merce buona scaccia la terne o i consigli di gestione operai; e oo'l progetto di nazio- cattiva, i giornali tecnicamente ben fatti divoranÒ inevitabil– naliz7Alzionedelle tipografie. Invece di pigliar la diritta via mente quelJi composti d_agente di partito che deve ancora

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