Lo Stato Moderno - anno III - n.24 - 20 dicembre 1946

552 LO $,.1' A T O MODERNO I proporzionale, ma non è organato da circoscrizioni eletto– ra!i, o meglio, è organato da un'unica circoscrizione e'.etto– rale costituita da tutto di Paese. Ne consegue che i co:le– gi sono sce:ti a volontà, ed è data quindi la possibilità di presentarsi o presentare liste -liberamente, raccogliendo i voti su tutta l'estensione territoriale della Nazione. Come nella _norma'.e ,:proporzionale, risultano eletti i candidati che otten– gono ùn quoziente, dato dalla divisione del numero di tutti i seggi a disposizione nella camera. J.l suo me<'canismo gli assegn'a caratteristiche ben distinte daHa proporzionale con– sueta. Fu proposto da Hare in Inghi:terra quando già dal ).8~5 eta stato applicato in Danimarca su progetto de: mi' nistro de::e finanze Andrae, a'.lo scopo di determinare una esatta proporzione,.tra l'espressione po:itica dell'elettorato e ~ numero dei seggi. Ne fu· ardente apologista lo Stuart Mii-I, - che scrisse d'aver riconosciuto in questo sistema il più gran– de' perfezionamento del governo rappresentativo, ispirando-~ gli • nuove speranze e una maggior fede nell'avvi:nire della società umana ». 'Raccolse molti consensi fra i teorici, ma, poco conosciuto dai po:itici, ebpe scarse applicazioni: o:tre alfa Danimarca, soltanto nella T,asmania e nella repubblica di Costa Rica. I modi di app'.icazione del sistema Andrae-Hare, dalla presentazione delle 1iste alla trasferibi•:ità del voto importano un esame tecnico; ma qui interessa vederne i ·risultati in sede politica, ricordando che, se è stato applicato con con– tinuità, evidentemente non sollecita problemi tecnici inso– lubili. Appare subito ovvio che cotesto sistema determina una rappresentanza in cui · hanno gran parte uomini di chiara fama, poiché il quoziente agisce su tutta l'estensione terri– toriale del Paese, cosicché per raggiungerlo uomini di se– gnalato valore probabi:mente non avrebbero nemmeno bi- sogno dell'appoggio di un partito. • In genere risponde ai due reqJisiti fondamentaèi: . di rispettare la fisionomia ,politica proporzionale del Paese, e di svolgersi automaticamente, non introducendo alcuna ca– tegoria d'elettorato passivo o attivo, né di doppio grado o a:tro. Per tali aspetti può risultare partico:armente stabile, se consolidato da una seria esperienza. Ma le sue conse– guenze; sulla camera e sull'elettore, si spingono oltre. La camera infatti dovrebbe· riuscire un abbastanza fe– dele ,specchio delle virtualità politiche de!la nazione, con deputati' maggiormente sottratti al'.a discip!ina di partito di quanto non accada nelle camere elette con la .proporzionale r.1orma'.e. Ciò ,perché, mentre con la legg~ e!ettorale in atto l'eletto deve l'elezione al partito, col sistema Andrae-Hare invece, la sua forza elettorale riuscirebbe piuttosto fodipen– dente, e mie quindi da assicurar.gli una sufficiente autono– mia. Le derivazioni di questa condizione $Ono appariscen.– ti, e sono suscettibili di assumere :a più grande estensione, sino a costituire una nuova possibilità di respiro ,iberale · e di rinnovazione deI:a ·funzione parlamentare. Anche iJe conseguenze sull'elettore dovrebbero risulta-· re favorevo\.i. E' noto il disagio provato ne!le ultime elezio– ni per •le scarse attribuzioni deE' elettore, scarse attribuzio– ni di scelta principa!mente, che possono incrementare una disposizione negativa verso il voto, ·sentito èome cosa ,poco persona2e e piuttosto estranea, posto che avviene entro bi– ilal'i rigidi sui quali non è possibile esercitare alcuna azio– ne indiv4duale. Il -5istema Andrae-Hare darebbe invece la possibilità della più libera scelta, favorendo l'espressione del– l'interiore convincimento deH'elettore, che potrebbe pertan– to sentirè il voto come ..;itto affatto ii:tirno e personale. ,Di fatto anche queste considerazioni comportano una possibi– lità di sviluppi felicissima, investendo pure un 1 amplissima , sfera. Tuttavia, oltre questi rilevanti vantaggi, t siste~~ Àn– drae-Hare ~isolve concretamente, limitato alla costituzione in partico:are della seconda camera, il prob:ema d'una rap– presentanza politica organizzata in doppia cameÌa. Infatti ìa seconda camera, con le caratteristiche che,gli assicura il sistema, avrebbe una' sua ragion d'essere come rappresen– tanza nazionit:e (riassumendo, sotto nuove prospettive, le prerogative del ·senato) mentre la prima, con la proporzio– !lale normale; porterebbe in sede nazionale r espressione di un voto ,loca.Je, ricevendo nuova concretezza. Per terminare le considerazioni svo:t~, resta da dire ,che si potrebbe spe;are, da una rnpp_resentanza cos' forma: . ta, una auténtiè:a dign1tà di voto, che toglierebbe motiva– zioni ai sostenitori del col!egio uninominllte, oggi determi– nato da interessi conservatori o da menta'.ità utopistiche. Taluno potrebbe osservare ·che il sistema Àndrae:Hare non è nella '.inea delle' soluzioni possibili, dato il quadro· at– tua!e delle forze rpciitiche. Non credo però che tale impos– sibi!ità sia assoluta. E' vero che siamo. di fronte a situazio– ni rigide rispetto ai partiti, ma è vero anche che, pur ne:.Ia generale prospettiva europea di democrazie di partiti « or– ganizzati », si agitano, nelle stesse forze politiche prepon– deranti, zone più mobili. E il sistema Andrae-Hare, par es– sere una ·leggera forzatura del qua·dro attuale, che potrebbe avere esistenza proprio per la presenza di queste zone vive. MARIO ALBERTINI GENERAZIONI Ho già accennato in un precedente scritto che chi vOl'l'à ficcar lo viso a foruk, in questo dramma italiane, dçl fascisme al postfascismo, deve guardare atteniamente, amo-rosa~nte alla sorte delle varie generazioni che ci SOM state coinvdlte, diÙricarle faticosamente, distinguenk e identificarle. Le generazioni soM !l segno vivo umano della stoiia; più sanguigno delle cl.assi, più corale degli individui; soriè, fram– mezzo a mille rivoli irrintracciabili,. un •solco di solidarie/il di destino. La forza o la viltà di una generazione salva o perde una nazione. Amend:ola e Matteotti non poteron far nulla contro coetanei formalisti e farisei, cosi carrk il « fascista one– sto » non potè impedire che il gran 'male de:Ja corruzione unghiasse l'Italia e Ja dilaniasse, sì ·che micara ne soffre e , n:e do/.ora. Ogni, generazione avrebbe bisogM di distendersi nor– malmente nel corso del tempo; e invece Ja storia ne altera i ritnu''e ne frattura i tempi, alÌunga Ja vita dell'una, abbrevia l'esistenza del!'dbtra. E una è a11cor ,troppo giovane a tren– t'anni, timida e spawita di fronte ad un storia che continua a studiare e teme di vtoere, e scambia ,'l libro per il foro, la prostituta per I' airwre, il mitra per dimostra2lione. E altre ve ~e soM che a quarant' anni son vecchie e avvizzite: Strito.Zate adolescenti, quanào ancora la storia non era_pane per i loro denti troppo bianchi, partano per tutta la vita la piega amara deli/:adelusione. E la sola ·cosa che san fare pienamente è pienamente soffrire. Voltano le spalle alla gioia eppure la desiderano, irridono la fede con la nostalgia dei cari sogni perduti, uno 11Cetticismomolle, fatto <l'espe– rienza più intuitiva che intellettuale, è il wro ultimo rifugio. Forse, .se qualcuno guarderà alla storia d'J.talia di oggi con questo animo· di simpatia umana, vedrà che 'quell't'ora è segnata dall'incontro di due generazioni troppo giovane l' u1Ù[. troppo vecchia l'altm rispetta a quell'eterna misura di nor: malità che è la propria età. E capiTà perché ~ cose veccliif fanno· fatica ad essere cacciate dalle 'idee nuove. . -. · :, -· ··: · VITl'OR ~

RkJQdWJsaXNoZXIy