Lo Stato Moderno - anno III - n.24 - 20 dicembre 1946

/ LO STATO MODERNO f, 1 Tutto ciò - lo abbiamo già avvertito - non fa che sommare responsabilità sulle spalle dei socialisti. Per il loro congresso già si preannuncia la solita ma– novra centrista, già gli infaticabili Pertini e Silone sono all'opéra per turare le falle, rammendare gli strappi, pacificare gli animi, e inventare formule il– lusorie di un illusorio « socialismo senza aggettivi • intorno al quale - commossa e intenerita - do– vrebbe f.ar massa tutta la gente incolpevole. Il solito guaio sarà che, se si può accettare senza danno se non per i semplici)a tesi del socialismo senza agget– tivi, da qtresto non deriva affatto una politica senza problemi; e uno dei massimi problemi dell'ora è quello di sapere se il partito soçialista è oggi un partito di governo (con tutti i guai che questo com– porta), o una sorta di cavallo di Troia che, mancando Ulisse, non ha neanche la fanciullesca abilità di ca– muffarsi. E un cavallo di Troia con tanto di cartello indicativo sulla groppa è più facile che vada al di- ,COME FORMARE tA sastro, che non ci porti gli assai ipotetici assedi~ti. Fra i partiti che contano ci sono anche i rep 1-,– blicani e i qualunquisti. Essi per ora non sono né olimpici come i comunisti, né in subbuglio come gli altri. Per i primi il momento grave verrà non tar1to al congresso, quanto nel momento in cui dove e verificarsi una scissione nel campo socialista. ·Sa– rebbe opportuno che i capi repubbli.cani (e anche certi socialistij cominciassero a pensare seriamente alla questione. Per i qualunquisti le difficoltà ver– ranno quando si t'ratterà di passare a una• diretta efficace e coerente difesa di quegli interessi conser– v·atori che oggi bloccano intorno a ~ro. I fermenti di interna critica liberati dalla morte del partito d'azione continuano dunque ad agire e ad agitare. Lo schieramento politico italiano va ver– so la--crisi o verso la chiarificazione? .IIIARIO PAGGI SECONDA Appunti e .proposte I L'importanza del problema della seconda camera non ha bisogno di essere 50ttolineata, dato che le diverse impo– stazioni che se ne possono dare rientrano tutte nel quadro cli que:Ja crisi del parlamentarismo (e banno lo scopo di ri– so!verla) che è uno degli aspetti più caratteristici dell'intera crisi -delle attuali democrazie latine. Eppure, anche nell'im– minenza de:Ja promulgazione della carta costituziona:e, e cioè della .soluzione di questo problema, le sue basi di di– scussione, per lo meno in sede politica, appaiono aJquanto ristrette. Pertanto, proprio allo scopo di aEargare queste pasi, vorrei proporre all'attenzione pubb:ica l'esame dei van– taggi che potrebbero derivare dal!'applicazione del ·sistema Andrae-Hare per l'elezione de:Ja seconda camera. C'.,on tale sistema non si esce dalle prospettive deRe sinistre, nella loro richiesta che la seconda camera non alte– ri la fisionomia politica del Paese, quale risulta diila prima camera, ossia da una base proporzionale. In questa richie– sta è chiaro il concetto che la seconda camera non debba essere freno deHa prima, ma, per ricorrere ad una imma– gine che ne determini qargamente il senso, che sia intesa pressa poco come un volano, come disse un articol~ta di « Civiltà Liberale » per significare un interno meccanismo di stalli•: izzazione. • Non mi pare d'altronde che una retta soluzione possa esserci, al di fuori di ·questa generica condizione. Infatti la tesi deMe destre, che finisce• col proporre rappresentanze par- . ticolari, si può subito respingere se si concepisce la rappre– sentanza nazionale quale sintesi politica, tenuto conto del fatto che rappresentanze sezionali ed economiche, per la loro ste.~sa definizione incapaci di dare una sintesi, la sol- 1 Aj lecitano evidentemente dal di fuori, e quindi obbligante. Una 1,intesi coatta, o meglio un.a .giustapposizione forzata, uon può avvenire sul piano <li una democrazia politica; l'esperienza corporativa era infatti naturalmente innestata sùl <~ tronco d'una dittatura. Il sistema Andrae-Hare presenta poi un'u:teriore carat– i teristica, non ·offerta date soluzioni finora proposte; carat• ) teristica che assegna una più -alta funzi!)!la,ità a quei siste mi - meccani.,mi - che siano tali da ,volgersi - funzlo- nare - da sé -stessi, trdvando cioè al loro interno i limiti, i canali di sbocco. Sistemi in sostanza che non dipendano da µna regolamentazione esterna, ma che abbiano in sé le ga– ranzie per una retta funzionalità. Tenuto conto• fii ciò, risu-ltano ovvii i difetti impliciti in que:Je proposte tendenti a risolvere il [Prob'.ema della se– conda camera mediiinte una regolamentazione dell'·e!etto– rato attivo e passivo; discutibile almeno secondo tre gravi punti di vista: 1) estrinsecità di un sistema di categorie di e:eggibili, che verrebbe per ia sua stessa natura continua• mente messo in discussione, generando instabilità, con le conseguenze a questa accessorie; 2) incapacità di dare la mig:iore selezione possibile, non potendosi ritenere diatri– _buita a priori in speciali categorie la intelligenza politica del Paese; 3) grave limitazione ideale de:Je libertà e dei diritti dei cittadini, in quanto si introducono speciali categorie con speciali diritti. Difetti tanto appariscenti, cke il sistema della rego:a • ' mentazione dell'elettorato attivo e passivo appare, col suo sapore arcaico, come la scelta d'un minor danno e risulta forse dal modo con cùi il problema viene dal:e forze poli– tiche impostato. Che è, in fondo, o derivante da poca ~– vinzione (,:e sinistre ritengono la -seconda camera un dop– •pione. inutile),- o dal · timore dell'immaturità del suffragi_o popolare, e quindi dal d€siderio di sostituirgli qualcoìa d'litro. Coloro infatti che vanno cercando con \lari modi un freno per la prima camera, intendono costruire un Hmite clii, intervenga a costringerla quando si facesse pericolosa. In tal modo però, essendo una carnera eletta una rigorosa espres– sione democratica, si assume un atteggiamento negatore d • la democrazia, appunto perchè un'espressione di essa ver– rebbe ad avere un limite ·esterno. La democrazia déve avere limiti, ma per sussistere bisogna che i suoi Jimiti siano al- l'interno 'di essa. . Dat; queste ~nsiderazioni, pare convenienté porre In discussione la possibi!'.ità d'una seconda camera eletta con il sistema Andrae-Hare, quando la prima fosse eletta ·con la normwe proporzionale. (ll sistema Andrae-Hare è anch'aao

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