Lo Stato Moderno - anno III - n.24 - 20 dicembre 1946

I ' ( ( I \ LO STATO MODERNO 569 RASSEGNA DELLA STAMPA ITALIANA Natura dell'ideologia Nel presentare al pu'bbhlco la • Tra– sformazione della Democrazia » del Pa– reto, nella ,ristampa curata da) Missi– roli, Fi:.ippo Bllll'Zio (« Un concetto di Pareto», Nuova Stampa, 5-XIJ) ne e– samina in particolare un punto che egli ritiene di possibile e ,pratica app:.ica– zione. E' il seguente « teorema socio– logico in tre tempi •: • 1) I « sentimenti » deg:i uomini, cioè i moventi profondi (e per lo più incon– f,essati od inconsci) delte loro azioni, contano più delle dott-rine che essi pro– fessano, degli idea.li che proclamano. I sentimenti variano poco, le ideologve variano molto. - 2) Bisogna educarsi a • uscir fuori • da.i propri sentimenti, an– che dai più cari, e a soppesarli obietti– vamente, liberandosi dalla loro ipnosi, se si vuol capire la realtà. - 3) Però, «uscir fuori» dai propri sentimenti, non significa affatto non più nutrirli, di– ventare degli scettici, dei cinici, degli es– seri neutri, dei <Tami ,secchi, dei limoni spremuti. Di questi tre tempi - nota il Burzio - solo il primo è nettamente • paretiano •, gli altri due sono corol– lari demiurgici, necessari però per in– (lua.dra11e e~atta.mente il primo •· , Le ideolog:e, ritiene il Burzio, sono com– .Plessi pseudo!ogici che soddisfano un sentimento !l)Olitico: lo sodd:sfano in quanto lo rafforzano, lo diffondono, e intimidiscono i sen,timenli opposti. In tale s,p:egazione permane qualche pun– to oscuro. E precisamente: perchè il sentimento si rivolge a metodi pseudo– logìci anziché a metodi .-azionali? E perché si lascia sedurre da ciò che ha tuttavia J'appar,,nza de!la logica? Burzio distingue tra ideologie spurie (in quanto sofistiche attrezzature di sentimenti bruti) e ideologie valide, in quanto attrezzature « limoide e senza brucchi » di • grandi sentimenti e aspi– razioni •. La distinZlione ~erò quale il l:lurzio qui accen:na,.rimane ancora sospe– sa ne>ll'imprec:sionedel:a psicologia em– pirica. E' infatti lecito domandarsi se l'ideologia è più o meno vaEda a se– conda del suo grado di :ogicità (o pseu– dc>l~cità), o a secgnda del valore dei sentimenti che fa susoHano. La forma della costituzione Deve la costituzione esprimere sche– Jetricamente la natura forma!e dei rap– porti dei tre poteri (tesi Calamandrei), o deve contene.re dichiarazioni etico-po– litiche di princ:pio che indichino e pre– ordinino la direzione di tutta la futura legislazione (tesi Dossett:)? Verso-que– sta secoll!da v!sua:e si indirizzano i tre partiti di massa; verso la prima, secon– c\o il Taviani ( « Profilo della nuova costi uz:one •, Popolo del 4 dicembre), i conservatori e i massoni. Il Toviani è dell'avviso che la costituzione debba ob– bligare i soloni e l'assemblea, in nome del ,popolo, a compromettersi. La costi– tuzione, eg:i dice, • dovrd contenere u– na impostazione etico -politica rinno– ~ata: fedele da un lato alla.tradizione cristiana, che ia rivoluzione francese e la conseguente costituzione avevano voluto lasciare nel dimenticatoio, e a– perta, d'altro canto, a tutte le possi– bilitd di un più giusto ordinamento e– conomico e sociale•. ~oi che non siamo ,né massoni né conservatori, pensiamo che in questa materia l'unica regola deb\)a essere il minimo di equ:vocabilità giuridica. E' questo criterio di ,pur<'!zza .!egislativa che deve dettare il discrimine <tra il poco e il t.roppo; ed esso, si sa, conv,ince piuttosto alla parsimonia, e sconsiglia . ,-npegni ed eccessi di ,formule di prin– cipio, che incatenerebbero rigidamente la futura legislazione, e la obbl:ghe– rebbèro a compromessi sui quali sa– rebbe troppo d'acile, in seguito, ~ove– sciare il discredito e la disistima. (In questo senso, l'assennato articolo « Pe– ricoli coslituz:onali • di A. Poggi, La– voro dell'l-XII). Socialisti e democristiani Ai primi di dicembre Carlo Andreoni ha dato a Roma una intervista che, pubblicata dal Giornale d'Italia, è sta– ta noi ampiamente riportata dal'a stam- - pa (v. ad es. Corriere del mattino, Ve– rona. 3 dic.). In quella intervista An– dreoni esp.-imeva l'es:genza di un so– cialismo antidittatori.ale e oe.-r'ò anti– comunista, e denunziava perciò l'equi– voco• del oatto di unità d'azione. che rende o cerca di rendere il partito so– c:alista manci'l)io del partito comuni– sta. La sbamna democristiana (è aoounto un giornale democristiano che abb:amo ci– tato. e che Tioorta l'int~rvista. col ]un-· go e ben rilevato titolo: • Fonti non so– ~oette: Andre-on: del M R P. denuncia le equivoche m::in"'vr.,, n~= rnmunisti ») si ""mniace di questo linguaggio di An– drPnn; '\he nm·•'I aNlU'I "1 mulino an– timarxista di De Gasperi. Ma ecco il Ji'ffilOido e cm~tn filoscrf'n Aòe'ch,i Ba– ra<tono {'he tende a rihadire la tesi della schiettez,:a democr'llnca delle sini– stre. Pr<>ndendo a con<iderare « Il so– gno d: Don Sfu,-,o • (Il Lavoro. G 0 nn– va. 3 dic.; cfr. Sturzo. • L'l democrazia crisf:an'I ~edità giacente? •, sul Do– mani d'Italia del 29 nov.). e g,1; errori t;ittici di De (";as=ri. il BarMr.,,0 ri– ricorda i meriti più insospettabili del socialismo italiano: « Prima che nasci~sse il partito Po– Polare, 011oi chiamato demncratico cri– stiano - egl: scrive - e otumdo la Ch~sa stava ancora a tutela del principio di autorità e dello Stato di polizia, c'era un partito che si batteva pe-r le libertd di pensiero. di voto, di associazione, e in ogni anpolo della Penisola, dalle zol– '"fàre della Sicilia alle risaie di Molinel– la e del Polesine. pe,rà,PVa il sanoue per la conquista di quPlla democrazia e di quella più equa distribuzione dei beni che troppo orgogliosamente cre– dete di esse-re i soli a difendere. • Clii, che cosa autorizza un uomo di pensiero come don Sturzo ad affer– mare che il socialismo italiano è con– trurio alla vera democrazia, e che le buone intenzioni de{ 'PT0!1ramm;_demo– cristiani assicura.no più dei fatti di al- meno un cinquantennio• di storia. ita.– ·liana? E se domani, come egli teme, i suffragi elettorali porteranno il sociali– smo anche in Italia al gove-rno, è una contradizion-e logica, oltre che un as– su-rdo storico, profetizzare che esso in– tenda ricorrere a una dittatura politica per realizzare proprio quella democra– zia che l'avrà spinto al potere, -ricono– scendo in esso l'antico e nuovo pa,-tito della libertà e della giustizia soci•.iìe ,. Parole di grande rettitudine. Ma l'in– tervista Andr-.>oni indurrebbe a qualche obbiezione. Come può il Baratpno igno– rare che c'è neJ !lartito socia.lista una corrente !fusionista, di cuà per:filno To– glia tti deve tatticamente :trenare gli a.r– dori? E se egli scrive con un chiaro lin– guagg:o turatiano, come può ignorare che Critica Sociale e i suoi ra,ppresen– tanti nutrono timori non c~rlo meno chiari su un• tota:itarismo comunista? A meno che il Baiatono non si renda con– to della g. rav:irt.àdegli :mpeg,nj che sono pure impliciti nello stesso patto d'unità d'azione. e dehla ossequenza di Nenni al Part:lo Comunista. Queste cose, pei-ò, i lettori del Lavoro '.e sanno bel!le; e non è nenoure « tattico• lasciarle nel– l'ombra. Con ciò non vogliamo affer– mare che il centrismo democristian.1, che si traduce anche- teoricamente jn u– na perenne tattica (« Né a destra, né a sin.is, tra •, sor've Raul de Lw.enberger sul Domani d'Italia, Napoli, 3 dic.: ma il testo spiega ,poi che queàla formula si– gnifica: ora a d•~st.-a ora a s:ni-stra, ov– vero un colPO al cerchio e un colpo ella botte) sia di natura molto più Oiista!– linamente- sincera. Né ci persuade del tutto anche aa formulazione più ,.,, va,ta di tale centrismo (« Il partito di centro•· di Luigi Stu.rzo, L'Italia, 12 d:c.). oerchè ia eouivocamente astra– zione dahl'irutervento mo~ale della Chie– sa nel de'.imita..e d'autonomia della persona, mentre è chiaro che la de– mocrazia cristiana non può presciru:lere da tale intervento. LE PJROETl'E DI GIANNINI U1110 slogan del!'opposizione d.i destra a!Ja democrazia cristiana è che essa, tollerando il tripartitismo, si !a com– plice del dappio g:uoco comunista. Ac– cusa eh~ a,vevamo •letto mo·te volte sul– la stampa liberale e qualunquista di Roma. Ma è noto che il qualunquismo, po:ché adeitua e mutua ~ sue v<'dute politiche agli errori o ag'i eccessi al– trui, deve pure addolcil'le e mutarle non appena, per vie e ragioni dlve-rse, altrj giunge ad atfe.rmaz:oni che esso qualunquismo aveva eSPTesso la vigi– lia. Ne è ·nata questa curiosa polemi– chetta che cog'.iamo sul Domani d'I– talia del 4 dic. (« Né lfaoile né appor– luno »): • E' stata tanta la. insistenza di per– cussione su questo tasto da crea,;e an– che in qualche settore della D. C. Il dubbio che davvero il partito e-rrasse; e di questo dubbio si è fatto eco quel– l'onesto studioso non solo di \toria fna anche •di>cose politiche che è it nostro . on. Ja.cini, il quale ha finito ~ 1/en-

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