Lo Stato Moderno - anno III - n.23 - 5 dicembre 1946

LO STATO MODERNO Il coraggio della scelta La tolleranza è lo spirito de[a democrazia. Però, ne: con– trasro po:itico, anche :a to::eranza non deve essere rinuncia, ma affermazione .. Cioè un comportamento attivo e 'lon pas– sivo, che mira -ad estendere socia:mente i: proprio contenuto spiritua:e; e in conseguenza si oppone a[e affermazioni di– verse, con· cui scende a patti solo fino ad un certo ,:imite._Il limite sta appunto in que: contenuto spiritua:e: e il compro– messo pol:tico, per essere costruttivo, non può invest:rlo; ma deve nascere da una base d'intransigenza, ·data da::a coerenza tra principi e azioni, spiritualità e po:itica. Se questa coerenza o intransigenza vien meno, i: mec– canismo democratico divent.i. una macchina steri:e, non più rispondente al'.e esigenze che l'avevano fatto sorgere. Si ha a:Iora una « apparenza democratica», in cui la po:itica è so:o giuoco di astuzia e di forza, fatto di affermazioni che non si credono. di promesse che non si mantengono, di impegni a cui non si dà peso; mentre ci si affida a:la « manovra » del giorno, che ifer essere proficua deve riescire ogni momento, e ne: mo- · mento che non riesce più fa per,der tutto. Ciò distoglie dal senso vero de::a po:itica. ed è privo di qua:s:asi uti'.ità co– struttiva; rappresenta la fine de'.la democrazia, !a qua'.e esiste finché :a tecnica sociale detta democratica è messa in atto per soddisfare esigenze democratiche; e conc:ude ne!'.a dittatura. E' forza riconoscere che da noi il compromesso tra i par– titi è privo di riserve, e perciò Clusorio e insincero; e tutta ,a nostra po:itica è più simi:e a:!a apparenza democratica che non a::a democrazia. · Non però perché costume e cosc:enza democratici siano assenti -dal paese, o perché '.e libertà democrat'che non vi siano godute rea:'.mente; ma perché il metodo democratico è staccato dc. esse, è una di esse e non la loro sintesi ed espressione. Ciò prova quanto sia erroneo parlare di democrazia come « me– todo », e come un tale metodo sia inuti'.e parvenza, se non diretto da una coscienza corrispondente. Da noi esso è ap– p:icaro con un certo spirito di beata spregiud:catezza, ed è naturale che in questo c:ima l'• Arrangiati! », sia divenuto ban– diera e ~ qua:unquismo abbia ingrossato :e fi'.e. Ma questa spreg:udicatezza che guida :a tecnica demo– cratica non è diversa da queJ:a dittatoriale, e non può con– durre ad effetti migliori: fo confermano tutti i fa]imenti del:a nostra po:itica. AI o stesso modo I'« Arrangiati/ » non è meno brutale de! « Menefregol », né rappresenta meno di questo :a negazione de!'.a vita socia:e, l'anarchia e il dispregio degli a:tri che sono seme della dittatura. La verità è che bisogna sceg:iere tra una po:itica « idea– listica» o democratica, e una po:itica machiave'.-:ica o del:a forza pura. Ma non ostante tutto in Italia non si ha ancora il coraggio de'.la sce'.ta. Non se ne ha i: cora~gio, perchè si teme che la democrazia par:amentare sia insuff:ciente a rea– lizzare le vive esigenze socia'.i: e non si comprende che essa I! insuffic'ente intanto perchè non viene affatto app:icata. ma fa:sata. Non se ne ha i! coraggio, perchè si aspetta di tirar (uori la Costituzione perfettissima - è :a so:ita romanistica, papista, dannunziana, fascista, ecc., gretta fisima de'. primato -: e non s'intende che la miglior cosa è rendere stabi'.i a'.cune libertà, da'.le qua'.i muovere per far:e più ,ampie e più numerose. Per questa indecisione tutto que! che è stato fatto ha un carattere provvisorio e temporeggiatore: la stessa Cost:tuzioni nasce con questa impronta, e cioè nasce negando la sua fun– zione. E non ci si accorge che in questo modo si è già fatta una sce:ta inconsapevo:e a favore de! machiaveJ:ismo, e ci si avvia a: punto in cui non resta che accettar'.o in pieno, con tutte le premesse e le conseguenze: ci si avvia cioè al dec:ino de:Ia democrazia. NULLO MINISSI CONTROLLO SUGLI IMPIANTIINDUSTRIALI Alla radice delle acerbe controversie che mettono di fronte « pianificatori » e « liberatori » v'è un grosso sottinteso, che qui conviene chiarire e, se possibile, elimi-nareperchè ~e va di mezzo il ritmo della nostra ricostruzione economica. Premesso che tanto i « pianificatori » quanto i « liberatori » sono propensi. sia pure in misura diversa, ad una direzione dal!' alto per il passaggio dall'economia di guerra a quella di pace, per la cosiddetta riconversione, resta da vedere il fine che ci si propone con tale direzione dall'alto. Qui, absit inju– rna verbo, cascano gli asini. I « pianificatori » si fregano le mani e tra loro pensmw: « Approfittiamo di auest(1 occasione per preparare l'ossatura del sistema. Il processo di riconver– sione non finirà mai; e così di piano in piano arriveremo alla meta di una economia socialista ». Ecco dJ:.ora i « liherato;i », che fessi del tutto non sono, capire a vo'.o il ,suddetto ragionamento. Rispondono picche. E sil?Come i fatti sono sPmpre più forti dei propositi, ne viene una .completa anarchia del sistema er.nnomico. A Ro– ma, con calma burocratica, si le{!.ifera.Nelle prooincie, vo– lvnte o nolente Roma, si opera. Legalmente e illegalmente. Un esempio? E~colo. Si sta preparando un n110•10 prneetto di legge per rendere più « efficace » e più « severo » il con– trollo dello Stato sui nuod impianti. Io sono •:l'wxord, sf.llla ,,,,d.,rità di sori:egliare i nuovi investimenti 1]/ capitale. di fronte ad un risparmio inadeguato ai bisogni della ricostru– zione. Ma nuesta necessità, a mio parere, è provviroria: cioè limita,ta al tempo di durata di ta!e deficenza del risparmio. Ma I « pianificalori •, che hannò ldrga parte nella rec;faziònedel nuovo progetto, cercano in tutti i modi di far passare la' @r;; merce di contrabbanda, e naturalmente St1scitano i legittimi sospetti anche di .quelli che consentirebbero ad una provvi 0 soria sorveglianza. Senonchè cosi non si va avanti. · Per giu– stificare il nuovo progetto si dice anche: « Lo Stato ha la co– scienza di essere, ed è effettivamente, un miglior giudice dei singoli privati, perchè meglio informato, perchè preoccupato di incanalare il risparmio verso quei/e iniziative che corri– spondono ad un coordinato prog~amma d'interesse nazionale, . contrastando, invece, quelle che tendono a sfruttare partico– lari situazioni di sfasamento del mercato ». • Lo Stato? E' bene intanto chiarire che lo Stato è poi il commendatore Tizio, il cava!iere Caio, l'usciere Sempronio. E · che Tizio. Caio e Sempronio ne sanno semp•e meno di quel Mevio il quale vuol impiantare una nuova fabbrica, in– trodurre una nuova lavorazione, allargare una esistente pro– duzione. Mevio, se non a!tro, arrisrhia "del.sno. mentre i tre~ compari dianzi ricordati non arrischiano proprio niente. Che cosa sia poi il « mercato sfasato » sarei curioso di sapere: il mercafo è sempre sfasato, perchè. se co.çì non fos– se, non vi sarebbe attività economica. I ricavi debbono esse– re diversi dai costi; i produttori sperano ricavi più alti del costi e questo è l'incentivo che li fa muovere. Ma qualche volta sono più bassi; in questq caso bisogna lasciar lo•o pren– dere la legnata. Invece i «pianificatori», non per hontà di · 11;nlmo, preferiscono alleviargliela. L'impresa entra nelle b•ac– cia accoglienti dellò Stato e cnsì la legnata diventa colletti– va. Non si vorrà mica darci ad intendere che un'azienda sta– tale _ha sempre l costi inferiori ai rlcacl. Forse il. monopolio. . dei 'tabacthl: con I risultati che tutti sanno. L.L

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