Lo Stato Moderno - anno III - n.23 - 5 dicembre 1946

LO ~T4TO M~QERNO .&411 RASSEGNA DELLA STAMPA ITALIANA • Per un Governo di salute . pubblica Ohi cerca di sp:,ngere Io sguardo fino aHa trama profonda del tr:partitismo in crisi si. domanda_ con preoccupazione se tale crisi porterà a::a ch:arificazione di un dua·lsmo - fronte popo!are e fronte delle destre - o se la s: tu azione non sia inv-,ce immatura per una risolu– zione dialettica cosi ta-anquil:a, e non imponga ;a necessità di quella che Paggi oh:amava, su'.l'ultimo numeTo di que– sta rivista, una « dittatura tecnica ... E' probabile che l'una e l'altra cosa siano attuali: necessario cioè un gowmo di sa:ute pubbl:ca per affrontare un1tar.a– mente :e difficoltà del'.'ora, necessario un progressivo chiarimento degli equi– voci, Eotro una rego:a che l'energia di una concord,:a goverI\,ativ,a •può pre– servare da antagonismi d: guerra civi– le. FHippo Burzio (.« Evitare la guerra civl!e •, in Nuova Stampa, 28 novem– bre) scorge, analizzando la situazione interna d'Italia, un pericolo di guerra civile, ma, contro Salvatorelli che ne prevederebbe -la conc:usione in ,un-avit– torJosa -rivo!u:z,:one di destra, :1 Burzio fa osservare che :o stato delle cose è oggi profondamente mutato ne: confronti del periodo 1919-22: «a mio pa•ere, la diffe– renza fra la situazione odierna e quella del 1919-22 consiste soprattutto in ciò, che oggi alibiamo la Russia ai confini, nessun Mussolini (per i! momento) al– l'orizzonte, e per di più le sinistre in sta.to di allarme. Ciò fa sì che, in caso di moti rivoluzionari. I' estremismo di sinistra, appoggiato alla jronF:iera orien– tale, e in un periodo storico di generale disso. vimento, in cui nessuno più si fa scrupolo d'intervenire • ufficiosamen– te • negli affari del vicino, sarebbe as– sai più saldo in gambe che nel '22; ben– chè non riuscirebbe probabilmente a vincere la partita (e qui sono d'accordo con Salvatorelli) senza l'interven'to uffi– ciale armato russo, cioè senza la terza guerra mondiale. Si potrebbe avere, cioè, una situazione di guerra civi.e en– demica e semi-permanente, analoga a quella che si svolge sotto i nostri occhi fn Grecia. Ora, è precisamente una si– ltuazione di ques, o genere che bisogna, n ogni costo, cercare di evitare in tem– lJ)o utile•. Senonchè il Burzio è a ,giusto titolo estremamente preoccupato i,ntomo al– (e poss:bilttà di far ritrovare al tri– partismo un equilibrio energico di go– verno; e nella disperazione di poter trovare una soluzione, chiude le sue considerazioni in uno stato d'animo che non è lontano da quello espresso da don Sturzo nel suo • ap~llo al Paese • (« Crisi aperta e crisi latente•, Popolo e Giornale d'Italia, 28 novembre). Di fronte alla lentezza dell'operosità costituzioni.le dell'Assemblea, che ri– tai:da la normalità del regime parla– mentare, e trasferisce nel Consiglio del ministri tutto Il tormento del dibattiti politici paralluando cosi l'attività go- 11,wnativa dei meglio lntenxionati tra I ministri stessi, don Sturzo conclude chiedendo un eoverno di salute pub- bllc_a: , • Ci v.orrebbe un governo di salute pubblica per questi mesi d'inverno e le elezioni generali a primavera. • Da un lato: che la Costituente si sbrighi a fissare gli organi de.la Re• pubblica e le leggi elettorali. Le altre affermazioni teoriche e normative ~o– trebbero essere riassunte sul lavoro gid fatto dalle sottocommissioni e riman– date pel naturale sviluppo a.la legisla– zione parlamentare. • Dall' attro lato: che si proceda ad un chiarimento fra tutti i partiti col proposito di affrontare i probl~i di oggi: alimentazione, ordine pubblico, disoccupazione, stabilizzazione del.a mo– neta o almeno il sùo ancoraggio. E in– fine, .!i abbia la pazienza di rimandare a dopo le elezioni, che non dovrebbero andare più in Id di maggio. ogni altro !provvedimento che non abbia urgenza immediata. « La situa,z!one è grave: tutti dzbbo- 1110 sentirne ia responsabilitd. sa:us pu- blica suprema !ex esto •· • LA D. C, E: PARTITO DI CENTRO? Tali parole di don Sturzo sono ap– parse all'opinione comunista in contra– sto col discorso milanese di Piccioni, nel quale era evidente, contenuta nella stessa affermazione di « centrismo•• una oscillazione • fra le sinistre e I movimenti di destra • (v. il commento del Messaggero del 25 novembre), con possibilità di accordi con una destra che moderasse impulsi reazionari e monarchici. Dunque don Sturzo contro Piccioni? L'uno e l'altro si sono affret– •tati a chiariTe :e foro posizioni: Pic– cioni in una intervista al Giornale d'Italia, nella quale ha precisato che la D. C. • si rifiuta di cedere alle tenta– zioni di piegare verso destra o verso sinistra•; don Sturzo con una lettera al direttore del Popolo (28 novembre) nella quale, richiamandosi ai chiari– menti da lui forniti in proposito del !Veto a Giolitti del 1922 (• Il mito del veto a Giolitti, Popolo, 24 novembre), ripropone, oggi come allora, la posi– zione centrista del partito, in apparen– te armonia con Piccioni, e conclude con queste parole: • Un partito di centro non è una tor– re di nvorio; esso. sino 4 che nessun partito ha la maggioranza del Paese, deve collaborare ora con le destre ora con le sinistre sopra un piano di accordi oesecondo le possibilitd elettorali. • Se i; tripartitismo crolla non è col– lpa della Democrazia cristiana; se si vanno formando i blocchi di sinistra non è colpa de.a Democrazia cristiana; se i capi socialcomunisti credono che !questa sia l'ora delta conquista del po– tere e della dittatura · del proletariato non è colpa della Democrazia cristiana; se con le manovre togliattiane si vuol fare entrare l'Italia nella •fortunata• zona di influenza runa non t colpa dél– ta DemocrlU'i4 cn,tiano. « Buog,i,a convènire che li fa di tutto ~ agenti irresponsabili e da gente re– sponsabile per creare oggi in Italia un e.ima rivOluzionario. Di que,to çlima Identico e db,erso allo 1te,so. tempo di kluello del 1922 io ho parlato nel mio articolo su GioUtti e In altri non pochi. « Da tutto ciò ho ragione di credere che io sia perfettamente d'accordo con ~•amtco Piccioni•· Parole che a no: sembrano esprimere un-a stanchezza politica. S: può esc:ude– re in buona fede che la formazione dei blocchi di sinistra non abbia :a sua o– r:gine, in parte, nello scarso dominio de::a situaz:one dimostrato dalla stessa Democrazia cristiana? Si può escludere che Ja guerra ldeo!ogica condotta al– l'Italia di oggi dal blocco slavo non ab– b:a qua:chi; :eg:ttima mot:vazione nel:a troppo oscil-lante, e per molti rispetti iniquamente guidata, liqul<lazi'.l'.le eel ' !fascismo {epurazione ed amnistia prive di qua!siasi criterio, permanenza di una burocraz:a fascistizzante, ecc.)? Politicamente, 1: centr:smo del:a De– moCN1ziacr:stiana si esprime nel:'irri– gidimento delle sue posiz:oni; che, a b~n guardare, corrisponde coerentemen– te a guelfo spirito di ind:pend~nza, col qua:e questo partito ha pr2hr:lo ~oli– tamente presentarsi ag:! elettori. C,•sl s: è v:sto nelle ,ree<nt: elezioni amml– nistratlve, quando :a Democrazia crl– t;t:ana ha ricusato a Roma l'intesa con Il blocco del popo:o, e a Napoli :•auean– za con le forze <1e::adestra. Si esprime con la dichi-arazione di Capoa a Taranto circa la resistenza democrisb:ana ad una dittatura delle s:nlstre e aue:ta di Gronchi a proposito de:l'un:t.à sin'.ia– cale (cfr. • La crisi de: grandi _part:– ti•• Il Tempo, 24 novembre); si e~pri– me con la formazione di un'ala destra del Partito democr!stl.1i10, a lniz:at:va di Jacinl t; Domen;dò, sul:a oua!e i commenti della stamoa (« La strada di . Domen:dò conduce al qualunquismo•• di R. Mangione, Avanti! del 30 novem– bre) sembrano prematuri. ldE:o!ogica• mente però Il centrismo de:la Demo– crazia cristiana è stato espresso da Pic– cioni :n una formu·a che non può non essere gradita a destra, quaaclo ha det– to che la D. c. tutela tanto l'lnÌz!at:va privata quanto \ diritti dei lavoratori ad un più umano livello di v:ta: for– mula anticlassista che permette di do– mandarsi se veramente :1 partito non vada spostandosi verso destra. ...O PARTITO DI DESTRA? Consideriamo Infatti che cosa divide– rebbe profondamente la Democrazia crist:ana dalla formazione, che è ln– dubb:amente In corso, di un fronte di destra. O domaodiamoci p:uttosto an– zitutto che cosa 1a porta spontaneamen– te verso questa formazione_ La rispo– sta è anzitutto quel'.a addirl ttu:a lapa– ldssiana, che la destra si v:ene coal:z– zando nel:o spirito di· una crociata an– ticomunista, tanto che si oserebbe rile– vare che ciò che non era r:usc!tu a Mussolini al tempo de1:•asse potrebbe 1:1luscire,mutati I tempi, a Giannini al liorn! nos!tt. I motivi della crociata an• tlcomunista non sono certo identici nel due grandi movimenti, democrlst!ano e liberalqua:unqu:sta; ma un comune denominatore alll ,terreno ~litiao 1I pu.l .

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