Lo Stato Moderno - anno III - n.23 - 5 dicembre 1946

538 LO STATO MODERNO che il gravame di ta!i cure - che richiedono degenze lun– ghissime e costosissime - è de: tutto sproporzionato agli specifici redditi assicurativi de:l'Istituto, sia perchè sono tut– tora mo:t.issimi co:oro che non sono assistiti dall'Istituto (non si dimentichi che le ditte non sono più tenute, per motivi inspiegabi'.i, ad effettuare i versamenti previdenziali per i lavoratori che non hanno a'.meno un -anno di contributi ver– sati), ·avviene che gran parte dei tubercolosi non sono curati affatto e i! morbo si diffonde e si aggrava. Nè può pensarsi che i comuni, ne: {oro attua!e stato di dissesto, possano prov– vedervi. I: Fondo Nazionale de:Ja speda:izzazione dovrebbe sop• perire anche alle esigenze sanatoriali di competenza de:J'Isti– tuto de[a Previdenza Socia:e e metter:o in grado di disporre di un numero di sanatori adeguato al'.e esigenze de):a '.otta antituberco'.are e aJ:a più estesa applicazione de]a diagnosi precoce. Di recente è stato disposto che :e speda:ità dei tu– berco:otici non assistiti dalla Previdenza Socia:e siano assunte e corrisposte da]o Stato, in considerazione de: dfagare de::e forme tubercolari. Questo riconoscimento statale de]a neces– sità di un continuativo intervento « superiore », per combat– tere :a tubercolosi, è una conferma indiretta de::a bontà de::a nostra tesi, poichè non !a sola tubercolosi, ma tu'.te !e ma:attie, con più o meno gravi conseguenze, insidiano ,:a vita umana, possono provocare forme epidemiche, ecc. Tutte, quindi, de– von essere affrontate socia:mente e non con l'effimero contri– buto stata'.e. L'unica seria forma di intervento « superiore » è que[a dell'imposta progressiva, giacchè •abbiamo dimostrato che t sistema assicurativo diventa di dubbia eff:cacia o addi– rittura perico:oso se adottato per far fronte a tutte le meno– mazioni che co'.piscono l'uomo. Va da sè che il sistema che proponiamo consentirebbe anche a::'Istituto di Previdenza Sociale di portare le pensioni di inva'.idità e vecchiaia ad un iive[o rea'.e superiore a quello attua'.e, veramente irrisorio. • • Last, not least », non si tratta qui di terrorizzare jl con– tribuente con due imposte progressive, !'una di -prossima at– tuazione, l'a'.tra che ci assumiamo la responsabCità di racco– mandare. L'imposta progressiva su tutti i redditi di capitale e di !avoro che sosteniaqio, e che ha per fine di provvedere a tutte !e spese pubbliche di assistenza sociale, assorbirebbe ne: · suo seno - come già detto - tutti i contributi assicurativi obb:igatori che gravano attua1mente sui datori di :avoro. Que– sto gravame, come è noto, supera i: 46% de:J'ammontare deg'.i stipendi e dei salari, e non vi è a:tro ·modo per ridurne :•onere e per rendere ne: contempo più efficienti i servizi re:ativi, che disciplinare l'intera materia assistenzia'.e, facendone gravare ìa spes_a,in modo corrispondente ai redditi, su tutta la popo– lazione attiva. I comuni saranno sgravati di un carico insoste– nibt:e e l'invocata abolizione ae::e imposte sui consumi, che pesano enormemente suJ:e masse, potrà avviarsi verso :a rea– ìizzazione, mentre !o Stato sarà liberato dai contributi ag'.i enti assistenzia'.i e ospita:ieri che rendono ancor più difficoltoso il riassetto finanziario e il risanamento de]a moneta. Norme"con– traddittorie e accava!lantisi in modo assurdo saranno spazzate via, tutta la materia sarà unificata e questo riassetto genera'.e deJ:'intero settore assistenziale avrà mo:tep:ici e importanti conseguenze benefiche. Non chiediamo una nuova tassa, ma un riordinamento pe– requativo di molte tasse dirette e indirette, che ha· per princi– pa:e scopo di ridurre :a pressione fiscale .globa:e e di dare a]' assistenza socia'.e, nel nostro Paese, una struttura che sfidi i decenni. Non spaventiamoci de::!l apparenze: due imposte progressive ad un tempo! In rea:tà l'imposta unica per sop– perire a tutte '.e esigenze assistenziali de::a ·comunità nazi6n:i.e è il so:o modo per porre davvero al centro del:a ricostntzionè del. nostro'Paese l'uomo, fonte prima de:Ja ricchezza e de:la forza di un popolo. L'altra alternativa è rassicurazione gene– ra:e obb:igatoria contro tutte le menomazioni fisiche de: citta– dino: rimedio sostenuto da una scuo:a numerosa e agguerrita; ma essa non porrebbe al centro l'uomo, come noi vog:iamo, bensì una macchinosa costruzione b1,1rocraticache quest'uomo fanciuJ:o. o infermo o vecchio strito:erebbe neJ:a prassi quoti– diana e in particolar modo quando i conc:amati interessi de::o Stato sembrerebbero richiederlo. Arma di guerra, più che di pace e di carità e di amorosa assistenza al'.a creatura. SPARTACO BASSANO L'educazione politica I lettori sottili di Flaubert intenderann-0 forse che - si parva licet - io potrei dare a questa n-0ta lo stesso titOio che prima dette ali:: Educazione sentimentale lo scrittore fran– cese: i frutti secchi. Il dramma flau.bertiano de:.Iadefvrmazione sentimentale, che giunge a fare dei persona.ggi una caricatura di sé stessi, sempre· tesi a raggiungere il fà.so mito che essi si sono creati della Joro personalità, si è oggi dilatato al di là del breve cer– chio de:~e vite individudi, si è fatta esperienza collettiva, è diventato dramma popo'.are, cioè dramma di popo:.O. Sa.pete che cos'è il «bovarysmo?». E' la facoltà di credersi diversi da que!;i che si è. E così si distrugge la propria storia, il proprio temperamento, il propri.o essere negli antenati di se– coli fa, il proprio essere nella radice da cui siamo venuti al mendo, il proprio essere nel:e generazicni di domani, per se– guire un falso .scopo, una falsa viswne di ~é, un mito. Si tratta di una forma pato:.ogic_a ,capace di determinare disastri, e non soltanto sentimentO:i, e non soltanto per le Mesdames Bovary. Anche per i popoli. Anche i popoli ogni tanto tradi– scono la propria storia. Anche n-Oi italiani abbiam-0 tradito la nostra storia e stiamo tradendo la nostra storia. I er( dimen– tichi di gentilezza e civiltà e cu:tura, ci mettemmo la pelle del leone e - con questo semp:ice t,:ucco - riuscimm-0 ";i fare del nobile m-0ndo una foresta. Ma le bestie crebbero al nostro fianco e qualcuna ebbe più zanne di noi e insieme alla pe:le falsa ce ne to.'se parecchia di vera e buona. Oggi, ritrovatici nudi, nudi di fronte alla nostra storia, al nostro vero e dolo– rante essere umarw, visto che non possiamo subito rimetterci la pe!le di leone, andiamo affannosamente in caccia di altre vesti, d'altre pelili,d'altri miti. E anche u-Omininati a tutt'altro mestiere, felicemente destinati da natura a tutt' a-tre imprese. - magari in altro campo, sagge e gl.oriose - addannano sé e il popo:O in questo enorme errore de-1seco!o · che è di far la politica come mito. E si'nÌ:i a quei pei'Sonaggi di La Roche– foucauld che n-0n avrebbero mai amato sè'non avessero sen– tito parlare dell'amore, che, credendosi innamorati, tuttavia non provavano nessun vero sentimento d'amore, questi politici del mito non provan-0 nessuna vera passione di fronte ai reali problemi politici, si scorticane per parole, ma n-0n s~tono il brivido glorioso di fare un decreto ben fatto, sono ministri - magari deg;i Esteri - di uno Stato che è com'è, ma loro dicon borghese, e poi dichiarano che non c'è mediazione pos– sibik fra la loro parte e il m-0ndo borghese. E invece di pe'n– sme ai problemi del loro dicastero - che son-0 tanti e com-· plessi e difficili - si auviluppano e si pavoneggiano in parole terribi:mente discordi coi ·loro gesti e con le loro azwni. Mite e aira e do;orosa signora che desti il tuo nome -a una· mtiattia dei::i uomini, iJumina g:i ammalati. E salva· ( sanf. · vrrroa

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