Lo Stato Moderno - anno III - n.22 - 20 novembre 1946

LO STATO MODERNO fatto .che le sjnistre abbiano perduto la pur lieve maggio• ranza di cui godevano nella seconda Assemblea, poichè il vantaggio .conseguito dlagli oppositori è conrI-obilanciato dal fatto che i oonservatori sono tuttora fortemente disor– ganizzati, di modo che il problema della compo5izione del Covemo si .ripresenta oggi fondamentalmente sen'.t>re nei 1redesimi termini: Governo delle sinistre, Governo delle destre, Governo di centro. Scartiamo la prima ipotesi cli un Governo socialcomu– nista, che pure la direzione del partito comunista francese ha avanzato, probabilmente come semplice mO'Ssa tattica. Infatti, non disponendo, come si è detto, le sinistre d'ella Il' aworanza, ciò ;vorrebbe dire affidare le sorti del Gover– no a un gruppo raccogliticcio di elementi di sinistra, com– i:osto di algerini, deputati indipendenti delle colonie e di affiliati all'U. D. S. R., i .quali, oontinu'amente esposti alle lusinghe delle d'etrtre, potrebbero facrlmente anteporre J r•cpi i:articolaristici .interessi alla coesione governativa; nè d'Ellln:èe è possibile i;e-nsare a un fronoo laico che escluda solo il W. R.,P., dato l'attuale atteggiamento di coD1Servato– rirn o ncncrr ioo .assunto dai radi<:alsocialisti. Elimin:a~o anche l'irotes.i contraria, di un_ Governo ~ch:dun mie .di destra, che potrebbe forse godere di unn rrergioranza llevemeote più sl!abile .ma che ben d:fficil– n ente potrebbe dirigere il Paese di fronte all'opposizione del:e organizzate masse sindacali del!a Confédératl<m Gé– nérale du Travall, controllate dai partiti marxisti\ Quanto ad una so'luzione, per cosi dire, centrista, ba- 5111~ sul M.R.P. e sui socialisti, e<SSapotrebbe raccogliere larghi consensi; p-e ;per giungere a tale risultato, e pur sot– tovelumndo • jl perfcolo di lasciare all'opposizione il più forte partito di Francia, occorrebbe che i socialisti si deci• d-es5ero praticauente p. n::ettersi sulla linea dei Blum e dei :t✓. ayer, cosa ohe appare oltremo<ro difficile specie dopo i risultati dell'ultimo Congresso. R.iuane la . so1uzione .tri?1rtita, o quad'ripartita, se hanno qualche valore le voci di una partecipazione di Her• riot e dei radicelsocialisti al Governo: soluzione di cui tutt1 ccnoscono i difetti e gli equivoci, a .dissipare i quali ben i:;oco valgono le speranze di Léon Blum in un nuovo e iè~11letrii:artitismo basato sulla fiducia e sull'appoggio re– cipcci, 1ra che pme oggi si ripresenta come l'unica ca– rr<e èi ù1rare in una situazione come quelia francese, che tr.cc1a ncn riesce ad emergere dal caos del dopogut"rra VITTORIO ORILIA . Considerazioni sulle elezioni del 1 Onovembre Si è molto parlato dei risultati delle elezioni amministra– tive che hanno avuto luogo il 10 novembre in sei delìe mag– giori città ~taliane; se ne è molto parlato, e con ragione, visto ch'esse rispecchiano nella maniera più eloquente il pericoloso orientamento del!' opinione pubblica italiana nei riguardi del Governo e dei partiti in particolare e della vita politica in ge– nerale. Le conclusioni che sono ,state tratte dai vari partiti ad esaltazione delle vittorie o sconfitte rispettive trovano una disanima nella Rassegna della Stampa Italiana di questo nu– mero e non wogliamo quindi .dar luogo a ripetizioni. Le osser– vazioni fatte dalla stampa indipendente italiana e straniera su per giù concordano nel ritenere come particolarmente degni di rilievo tre fatti che noi elencheremo appunto secondo l' or– dine d'importanza: 1) astensionismo crescente e diffuso, par– ticolarmente nei tre centri più meridionali; 2) grandi successi dei comunisti, sia in liste proprie, sia in ,liste di blocco; 3) notevole aumento, anche in cifre assolute nonostante la forte diminuzione del numero dei votanti, degli elettori qualunqui– sti. Tutti e tre i fatti sopra citati hanpo concorso ad indebo– lire gravemente la posizione della democrazia cristiana, ma non solo quella, perchè con essa anche quelle dei repubbli– cani e,in minor misura, dei socialisti risultano peggioratè. Noi non ;vogliamo dilungarci ,in considerazio1.1i ormai abusate, vogliamo solo che tali considerazioni a'bbiano quel conforto delle cifre che non .sempre è possibile ottenere dalla stampa quotidiana. Primo fenomeno: l'astensionismo ha raggiunto cifre im• pressionanti per coloro che pensavano che il problema della amministr•azione degli interessi locali, ossia degli interessi più im.mediatamente sensibili anche ai politicamente meno edu– cati, foose certamente 1Piùsentlito dal corpo elettorale. Invece, venuta meno la questione sentimentale. della forma istituzio– nale e l'illusione di una catarsi rinnovatrice ad opera del pri– mo Cove·mo democraticamente eletto dopo oltrei un venten– nio di dittatura, .gli elettori hanno rinunciato ad esercitare il loro diritto di voto e si sono rifugiati nell'astensione. Cosi a Torino i voti validi sono pessati da'i 409.048 del 2 giugno al 314.903 del 10 .novembre; a Genova da 400.156 a 311.846; a Firenze da 23l205 a 189.382; a Roma da 737.206 a 507.087; a Napoli da 380.605 a 235.437; a Palermo infine, con una di– minuzione ancora più spettacolosa, da 171.782 a 80.737. Co– sì, mentre i votanti nella tornata delle elezioni amministra– tive della scorsa prirr.avera si erano aggirati sul1'82 per cento circa, essi si /;ono ora ridotti: a Torino al 67,78 per cento (va– lidi 65,7 per cento); a Genova al 66,1 per cento (validi 64,5 per cento); il Firenze al 73 per cento (validi 70,3 per cento); a Roma al 57,45 .per cento (validi 57,4 per cento); a Napoli al 46,92 per cento (validi 42,8 ,per cento); a Palermo al 36,82 per cento (validi 32,7 per cento). Si noti la percentuale di voti nulli di Napoli e Palermo, mentre per Rom.a dobbiamo avan– zare qualche riserva sulle cifre sulle quali abbiamo calcolato le due percentuali, cifre nè definitive, nè ufficia:i. Secondo fenomeno: fortissimo aumento della percentua– le dei voti comunisti, aurrento dovuto ,per lo più al minor nurr.ero di astensioni verificatosi nelle loro file. Terzo fenomeno: aumento dei voti qualunquisti e grave diminuzione dei voti della dereocrazia cristiana e, in misura meno sensibile, anche di quelli repubblicani e socialisti. Parti– lam:ente grave il rafforzamento dei qualunquisti, anche in cifre assolute, verificatosi a Torino, Genova, Firenze e soprat– tutto a Roma, dove la ,percentuale dei loro voti è passata dal 9,6 al 20,8 per cento, il che fa supporre eh' essi siano, cosi come a J>alermo e come forse a Napoli, il più forte partito della città. Vale però la pena di osservare che a Napoli e , Palermo Dt1PPUre l'Uomo Qualunque è riusoito a riportare al– le urne lo stesso numero di elettOTi;anzi, esso è riuscito solo a migliorare di poco le percentuali precedenti, segno evidente che le sue fortune altrove sono fino a un certo punto legate alla sua debolezza passata, ohe ancora non gli faceva assu– ·mere alcuna r~nsabilità agli occhi degli elettori sfiduciati ed inaspriti. Quanto alla democrazia cristiana, il suo arretra– mento è generale e sensibile ovunque; tuttavia esso è meno accentuato laddove il partito comunista è più forte, sintomo questo che non dovrà essere trasrurato. Anche irer il partito socialista la .giornata del 10 novem· bre deve costituire una preoccupazione .per l'avvenire, tanto

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