Lo Stato Moderno - anno III - n.20 - 20 ottobre 1946

LO STATO. MOPERNO_ 479 • NOTE QUINDICINALI LA l'IIORTE DI HANSSON Spiace vedere quanto poco posto sia stato dato nella stampa italiana, an– che in quella socialiste, alla not!izia della morte di Per Albin Hansson, pre– sidente dei ministri quasi ininterrotta– mente dal 1932 - salvo una brevissima parentesi nel 1936 - e capo del partito socialdemocratico svedese. Uno fra i discepoli prediletti di quel grande svedese e grande europeo che _Lu Hjalmar Branting, lo Hansson, le– gherà -il s.uò nome all'abile anche se for,tunata politica che pe-rm !se all!la Svezia, prima di superare felicemente la crisi -economica degli anni 1931-33, poi di restare neutrale, isola miraco– losamente Illesa, lllel secondo e mag– giore conflitto m~mdiale, In questo dopoguerra, di fronte al nuovo equilibrio di forza vigente in Europa, particolarmente sensibile nel Baltico, lo Hansson aveva energica– mente puntato su una politica di ami– cizia, con l'U.R.S.S., politica di cui il recentissimo accordo economico russo– svedese - in base al quale la Svezia concede all'U.R.S.S. un credito com– merciale di quasi un miliardo di coro– ne svedesi - constituisce una premes– sa essenziale. L'opposizione alla con– clusione di questo accordo era stata ·assai viva; ciò non !distolse però lo Hansson, il cui partito dispone da solo della metà dei seggi parlamentar,, dal concluderlo, essendo egli profonda– mente convinto che esso costituisca per il suo paese una garanzia miglioré di molti investimenti militari. Questo non gli impediva però di sen– tire fortemente i legami di solidarietà col mondo occidentale, cui egli e il suo poP,olo sono sotto tutti i rapporti più vicini, e specialmente con gli altri sta– ti scandinavi: Danimarca, Norvegia e, con interpretazione estensiva dell'ag– getti-ve scandinavo, Finlandia. Ed è forse simbolico ch'egli sia morto al ter– mine di una giornata di lavo;,-o inten– sissimo, dopo lunghi colloqui con i mi– nistri norvegesi in visita a Stoccolma e dopo ia .riunione del ·consi,glio di Gabi– netto, sotto ia presidenza del re, indet– ta d'urgenza per decidere di 0 utorìZZ!l,– re la delegazione svedese a Mosca a · flr~re l'accordo del «miliardo• sopra– citato. Nato nel 1885 da un muratore, Per Albin Hansson era riuscito a farsi luce assai presto nel movimento socialdemo– cratico, dopo aver superato gravi dif- 1icoltà d'ordine pratitco; redattore nel 1909 del SociaL-dentokralen, ne diven– ne redattore capa nel 1917.· Deputato dal 1918, ministro della Difesa nazio– nale nel primo ministero socialdemo– cratico presieduto da H, Branting, fu per due volte ministro in Gabinetti successivi, ;sinchè - dopo esser dive– nuto nel 1925 alla morte di Branting capo del partito socialdemocratico - nel 1932 divenne primo ministro, co– me già sopra si è detto. Colpito da un attacco di apoplessia mentre tornava a casa a piedi d0pr. esser sceso dal tram (lo sottolineamo per tanti estremisti nostrani che non si fanno scrupolo d'irridere alla social– democrazia senza praticarne nè il co– stume nè la sostanza), morì per istra– da. La sua morie è stata un iutto del– la nazione, nel quale si son trovali so– lidali amici e avversari, LA QUESTIONE DELLO SCHLESWIG MERIDIONALE E' noto come la minoranza, danese nello Schlesw.ig meridionale, rimasto sotto la sovranità tedesca in seguito al referendum indetto nel marzo 1920, ammontasse allora ad appena 15 mila individui. Dopo questa seconda guerra mon– diale, l'Associazione, dello Sch.leswig meridionale, sorta tra la minoranza da– nese con l'esplicito proposito di ,garan– tire lo sviluppo culturale e politico della minoranza stessa, ma in realtà col fine di çonseguire la separazione d.;jJlaGermania e i'annessione alla Dani. marca, si è trovata assai presto a do– ver registr-are un aumento rapidissimo dei suoi aderenti, in misura assoluta– mente spropositata rispetto al piccolo numero di coloro che si erano dichia– rati in passato come parlanti danesi. E' vero che in una zona di confine di antico bilinguismo la nazionalità non ha un contenuto così preciso e rigido come può accadere laddove si ha a che fare con un confine geografico ben de– finito, ed è pur vero che i rapporti di sangue fra parlanti danese e parlanti tedesco sono stati sempre assai stretti, tuttavia non si può far· a meno di ri– tenere che la maggior parte dei 65.000 i.scritti ru.la fine•dello scorso agosto - nel frattempo saranno certamente an– cora aumentati - desidera l'annessio– ne alla Danimarca per sottrarsi alle comuni sofferenze, cons4tguenza della comune disfatta. Con frase' severa ;J capo del partito socialdemocratico te– desco ha affermato che l'attegg:amen– to filo-danese di molti suoi connazionali non deriva da un attaccamento parti– colare alle istituzioni democratiche della pacifica Danimarca, ma pinttosto da amore per il lardo danese. Senza voler accettare in tutta \a sua rudezza l'afferm!!,zione dell'uomo politico tede– sco, si può pensare che in essa Vi sia molto di vero, anche se non deve es– sere sottòvalutato il fatto - che può parzialmente spiegare l'atteggiamento filo-danese di tanta parte della popo– laz:one prossima al confine - della presenz:a i11elloSch:leswjg t.edescodi ol– tre 300,000 .protJghi dalla zona di oc– cupazione sovietica. Costoro -sono per - abitudine, mentalità e tradizioni as– sai più lontani dai confratelli tedeschi dello Schleswig di quanto quest'ultimi non siano dai danesi. Si è perciò crea– ta una specie di fronte nnico fra dane– si e tedeschi autoctoni contro@li altez– zosi e tedeschissimi profughi dalla Ger– mania occidentale. Questo separatismo è visto di assai cattivo occhio dalle autorità britanni– che sotto la cui giurisdìizione :iJ ter– ritorio Si trova; la Gran Bretagna sem– br~ perseguire sempre più apertamen– te la concezione di una Germania fe– derale filobritannica nella quale trove– rebbe il sJo posto il land Schleswig– Holstein, costituito alcuni mesi fa in regione dotata di amministrazione pro– pria. Di fronte a questo atteggiamento contrario ad ogni irredentismo, gover– no ed opinione pubblica danesi sono assai incerti e divisi. Il 9 settembre scorso il Governo britannico inviò a quello danese una nota p!uttosto Inti– midatoria nella quale si richiedeva una sollecita risposta secondo una del– le tre soluzioni prospettate: domanda di annessione della regione con mino– ranza danese senza plebiscito; doman– da di annessione in seguito a un ple– biscito favorevole indetto a breve sca– denza; scambio della minoranza dane– se con la minoranza tedesca passata sotto la sovranità danese in seguito al già citato plebiscito del lll20. Mentre i partiti di sinistra sono a– pertamente contrari ad ogni revisione delle frontiere ed anche ad ogni plebi– scito, sul cui significato nelle attuali condizioni di miseria della Germania non si potrebbe seriamente contare (quanto alilo soambio di popO:azionl esso ripugna ugualmente a' tutt\ i par– titi danesi), il partito del Venstre, par– tito agrario avente le sue basi '!lello Schleswig danese e che ha dato vita dal novembre scorso all'attuale gover– no minoritario, il partito conservatore - sia pJlre con l'opposizione dell;in– fluentissimo Christian Moeller, già mi– nistro degli esteri nel precedente go– verno - e specialmente il partito del Damk-Sam.Ling sono abbastanza favo– revoli a<H'annessione delll o Schleswig meridionale, o almeno della sua parte più settentrionale che ha per centro la città di Flensburg (in danese Flens– borg). Naturalmente, poichè anche i partiti favorevoli alla revisione delle frontiere si rendono conto della pre– carietà di una maggioranza filodanese ottenuta nelle presenti circostanze, il primo ministro Christensen intende– rebbe rispondere al memorandum bri– tannico proponendo che la questione venga decisa attraverso un referendum Indetto tra cinque o dieci anni, quando non dovrebbero più giocare a favore de1Ja Danimarca le prospettive di un troppo duro destino incombente s,ulla

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