Lo Stato Moderno - anno III - n.18 - 20 settembre 1946

LO STATO MODERNO i. 411 INSEGNAMEN1 I Dl PARlGl Dal punto di vista formale, la Conferenza della !l)aCepo– trebbe ·anche non essere llln f'allimiento. ,Malgrado le viollente pubbliche polemiche tra i loro delegati (e soprattutto tra i loro satelliti), ,le _,quattro grandi potenze mantengono finora inallterata Ja loro unanime adesione ai progetti di Trattato ch'esse stesse hanno sottoposto agli altri 17 paesi vinci– tori. E' <lw1que teoricamente ,possibile che i Trattati vengano stilati e firmati enllro l'anno. Ma, salvo enormi gradevoli sor– prese, dai Trnt-tati stessi 1110n ,uscirà quel che comunement& si intende per pace, ossia uno stato di relativa tranquillità inter– nazionale e di ricostituzfone completa dei normali rapporti diplomatici ed economici, quaile si ebbe, ad onta di tutte le ingius~ie commesse e .nonostante tutti i sommovimenti rivo– luzionari, dopo i Trattati di Versaglia, Trianon, Rapallo e via dicendo. Durante gli ,ultimi anni della ,guerra, quando la ,;ittoria sul nazim10 appariva orm:a'i afforizzonte, .uomini politici e pubblioisti nordamericàni e russi .si trovarono concordi nelfi– dea ,diJ'ar dù-igere i1 lll1'0ndo,usaito dal conflitto, da ,una ispecie di .diiiettorio del!le plaggiori ,potenxe che ,ne avevano de– terminato l'esito. Gii Jnglesi, da parte loro, amavano attri– buirsi IP'leventivarnente la funzione di mediatori, e fors'anche cii robitri, 11:ra l'America e da Russia. Sul .funzionamento pra– tico del .direttorio mondi~le medesimo Je idee erbo divJse - almeno .nei paesi anglo-sassoni. Chi ,lo concepiva come ,Ulna specie di moderna Santa Alleanza, con relativa chiara 6ud– divisiooe deLe zone d influenza, chi lo caldeggiava come un super-governo del moodo esercitato di comune accordo dai tre Grandi. A Teheran, a Yalta, a Potsdam, a Londra e an– cora a Mosca (Natale 1945) quest'idea della corresponsabi– lità fattiva, oostrnttiv,a dei .veri vincitori ,dominava l'atmo– sfera. Essa Iu prcgn~ss,ivamènte abbandonata durante la pri- mavera e ,i'estal'e del 1946. Oggi è quasi ,spenta. , Alla prova d·ei !Ja1rt,i le ,tr-e grandi (POtenze si son rive– late incapaci di av.iare le cose verso uno stato di pace, sia cdllettiv,amente, che ,separatamente, nella ,Propria sfera d in– fluElllza ,. La ,siLuazionediventa semp're ipiìl torbida .in .tutto ii '.lledio Orie111te, in India, in Jndocina, in Indonesia, precipita in a:i;-erta ,guerra ,eiville (ccn riflessi ,int:ernazionaLi) .in Ci– na. La .guerra civile è ancora latente in Grecia. L'Italia è irrequieta, rischia di ricadere in un nuovo naziona:ismo sov– versivo, di destra o di 6inistra. In Germania, gli occupanti stessi riarmano .quel popolo di soldati; a vero dire, per il momento lo ~iarmano ,solo ps,icologicamente e jndustrialmen·– te, ma la porta è aperta verso ulteriori più gravi 6viluppi. A.riohei .paesi de1l'E1.1ropa centraile, ()(TientaJee balcanica, occupati dai .russi, non 'l'ivelano alcuna normalizzazione nep– pure ,nel senso sovietico della parola. Manca infatti ogni av– viamento ad una .razionale compenetrazione deJ,Jeforo econo-, mie con .quella dell'U.R.S.S., e ,manca ,per una buona l'!lgio· ne: nell'Unione Sovietica medesima continua quel procesiso, iniziatosi !Ilei 1941, che consiste nel trasferimento delle più grandi industrie da1la Russia europea verso gli Urali e la Siberia. Perciò, d rapporti tra la Russia stessa e l'Europa da– nubiana .rimangono ,rapporti .di economia ,di guerra. In questa situazione obbiettiva .di impotenza a sistema– re le cose, e non m reconditi disegni aggressivi delle gran– di ,Potenze stesse, devesi ricercare Ja ,ragione dell'attuale tensione. Può .darsi benissimo, ed è anzi probabile che la Russia abbia deciso di non dar tregua ai oooi alleati e rivali d'Occidente, ma ciò .non .significa che la questione degli St!rettisia in sè 11,'.)iù grave o più pericolosa di qualsiasi altro degli otto o dieci ,grossi problemi dolenti del mondo d'oggi. Capita anzi che dei ~lomatici americani, che sono tenaci fautori della costruzione accelerata di ,una grande .Botta ame– ricana del. Mediterraneo, siano .contemporaneamente .di9po– sti ad ammettere l'ingresso dei russi nell'antico mare di mez– zo e .cerchino ,solo di ,rimandarlo, finchè la Gran Bretagna non abbia potuto mettere ,paoe ,tra arabi ed ebrei e rare della Palestina una base aperta agli Stati Uniti medesimi. Nella 'l'ealtà poi non ,solo il comlitto arabo-sionista iri esaspe– ra ogni giorno, ma in ,seno aHo stesso mondo arabo si .deli– nea .una ,violenta ,lotta di classe tra il tradizionaàe .ceto domi– minante dei rn, Mufti, .uomini politici, co=ercianti e agri– coltori e il nuovo .fanatico ultra-nazionalistico movimento rivoluzionario degli studenti IJ.)iÙ poveri, .dei contadini e degh operai, che oggi si richiama all'ideologia del panislamismo e domani può dare i IJ.)iùgrossi fastidi agli anglo-americani. Non ci pare peraltro che tutti ,questi fuochi debbano necessariamente divampare in un ,unico irresistibile inoendio, quale ,sarebbe Ja terza guerra mondiale. Si ha al oontra-rio l'impressione ,che i tre Grandi siano, ma1grado tutto, ben decisi :a non scatenare la guerra: i rnssi, perchè ,possono ben– sì .5iperare di travolgere inizialmente le truppe ,anglo,ameri– cane ,dislocate 1;ul-Continente (già assai inferiori .per numerQ e ohe d'immuiscono isernlPl'epiù), ma ,sanno ohe allo stato attuale delle cose la ,guerra non .finirebbe con la loro vftto– ria; ,gli anglo-americani,· perchè ,pur avendo qualohe motivo fondato di credçre nella loro -superiorità tecnica finale, non ignorano .che dovrebbero cominciare la ,guerra con una gran– diosa quanto amara ritirata di Dunkerque, le cui ronseguen– ze IJ.)Sicologiche nessuno potrebbe esattamente prevedere. Na– turai;mente, fra alcuni anni, oause tecniche o politiche po– trebbero bruscamente spostare Ja bilanci-a dei rapporti di fo/za, inizi'ali e &a'l.i, a favore dell'una o d·el,l'altra deltle potenze in ,presenza e :allora ~a minaccia della guerra Si fa– rebbe acutissima. Anche senza di ciò, il contrailo deila si– tuazione potrebbe sfuggire, per cause imponderabili, dal– le mani di questo o quel potente governo. Ma, in ultima ana!lisi, restiamo del IJ.)arereche non avremo la guerra, per parecchi .anni, fors'anche IPer molti anni. Avremo, più ve– rosimilmente, una pace instabile, una situazione di iperrnan– te irrequietezza, in .cui ,si correrà spesso il rischio di non scongiurare il pericolo in tempo utLe, ma si finirà poi per scongiurarlo. Infatti, dal punto di ·vista politico ciascuna delle tre potenze ha ragioni per non desiderare, anzi per temere la guerra (anche se intanto si cimenta nel.:a guerra dei nervi) e, dal punto di vista economico, .nessuna di esse ha bisogno di conquistare ulteriori territori; a differenza della Germania, hanno !Sufficiente spazio vitale e fonti 'di materie prime. La malleabilità dell'economia 60vi'etica è nota e, in quanto agli americani e agli inglesi, i loro 'Sistemi hanno superato finora, molto meglio che .nel 1919-20, la prova della teosi.ddetta ri– conversione, del passaggio cioè dall:a produzione di guerra, alla prooozione di beni destinati 'all'uso civile. Certo, ,non, sfuggiranno alle crisi cicliche, ma - pure con la per– dita dell'Europa centrale - pare dispongano di mer: cati sufficienti ·per il ,loro .commercio estero. La rapida gran– diosa industriai!izzazione dell'America Jatina, dell'India e di altri Paesi fioo a poco fa 1.emicoloniali, se crea dei oonoor– renti in certi rami, compensati peraltro daU'eliminazion~ dei concorrenti tedeschi e .giapponesi, .crea a1tresì e in misura superiore, nuovi consumatori capaci di pagare. , Se .dunque la bomba ,atomica non scappa di .mano agli americani o ai russi (che .finiranno con l'aveFla ,Pure, anche se metteranno molto tempo a •raggiungere .ili. livello ameri-

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