Lo Stato Moderno - anno III - n.17 - 5 settembre 1946

462 LO STATO MoDtn~ RASSEGNA BIBLIOGRAFICA· L'. SALVATORElLLI: U fascismo nella politica internazionale. - Modena - Roma, 1946, L. 170. « Ho in,titolato lo studio ohe segue U fa,scismo 01,eUajPO!itica ~nternazw– nale, a=ictlè La politica estera fasci– sta, pe,rohè esso mira non solo a mo– stirere qua.le sia stia,ta la po]Ji, ti.ca estera del governo :6ascista, ma anche a ca– ratterizmce l'ambiente mtemazionalle in cui questa.si è svolta e che l'ha resa cosi di.sastrooamente effu:ace •· Così Ludgi SaJ va torelli presenta iJ. saggi<i necent-emante pubh1ica.to presso l'eruto– re Gu:anda nelll'introduzibne dal titolo « iLa politica eu,ropea fra ià 1914 e ,il 1939 •, che costLtu:isce una pregevole si!ll·tesi di qW!ISti venit.iicinque anni di storia europea. La guerra del 1914, i ,rattaJti di pa<:e, 11 venternnw t,ra Je due giuerire, iÌIIlo a quel patto russo-tedesco de•l 23 agosto 1939 ohe • dette l'ultima_ spinta » ahla Il/Uova guerra mondiale, vi SOilo rapidamen,te tratteggiati Il Salva.torelli tra,bta da par suo que– sta materia con quella ricchezza di in,– formazione e docwnentazion.e che gli è propria; e munerosi SOlllO i riUevi sui quali vorremmo richiamare !\attenzio– ne dei lettori, daùil'osservazione sul di– verso caTatte.re dajJ,a guerra del 1939 e di quella del 1914, la quale « al suo pllnto di partenza non fu nè mondiale nè ideologica-., al.la defin.izione della pace di VersaiLles come « ,pa.oe a nfibia •• nè car,tagÌIIlese nè di conciliazione, che i:acobiude in sè la spiegazione della tra– gica inefficacia di quella pace, corretta peraltro dal suo graduale 'adattamento al:la reailtà in sede di esecuzione; dalla mancanza di una po,titi,ca comune del– l'lllltesa di fronte ailùa Germanda e di fronte ahla Riussia, alla ine1.ficacia di tutti gli strumenti di pace escogita.ti nel ven,tennio per 1a m11.ncanza di, quel'la « democrazia internazionale» o « Inter– nazionale delle democrazie • che tutti li avrebbe vivifica.bi e resi operanti a-1 di sopra dei protocohli diplomatici, aUe conseguenze illlfiine per la democrazia del dqpo-,gue!"ra della « divdsione fra democrazia borghese e proletariato•. Nei tre Cll{Pitoli dello studJio che se– gue, e che costituisce Ìil saggio vero e proprio, il 1-ettore troverà non solo tu1rtrl gild sviluppi de1la poUtnca estera fasci– sta e deLl'ideologia nazionalistica de'! fascismo, dalle prime rivEmdicazioni mediterranee d'i Mussolini aLla mes– sinscena del discorso lllil,ti:f:rancese pr0- nunciato da Ciano a!llia camera il 30 novembre 1938 con accompagnamento di interruzioni e aicclamaziO!lli orche– stra.te, ma anche le prove di quella re– sponsabi:li,tà iut:eriruazionaile dcll'affer– marsi del fascismo che mo1ti stranie-ri pooo benevoli verso di n01 dOW>ebbero considerare quando attribuiscono a tutti gli i-taililllllli, e ~li iitai11anisoltanto, la responsabilità del « regime •. Poichè è vero che troppi italiani non certo l'autore del saggio - si la– sciarono ingannare dura111te i vent'an– ni detla dHitatura dalù.e beli.e parole lo– ro elargi,te con tanta liberailità, e cre– delltero in buona fede, mostrando in verità un ben scarso !,pirito critico, ad ait~amenti e proposi,tn che erano oon.tra<ldetti da a.Itri a.tteggiamenti e propositi, e soprattutto dailla pra!Aica quotidiana del regime, mentre aHri lo sostennero oantro coscienza nella spe– ranza ch'esso servisse a.i loro fini: on– de porta.no oggi, ~ U1ni e g1i altri, la responsaibiùiità di un re~e che in fon– do non sairebbe stato iJ loro. Ma da quffite sl>e$e responsabiJ!ità non vanno esenti molti, troppi, uomini di governo stranieri, ohe i.I fascismo .blandirono e sottovalutarono, o sostennero filno a che con,tarono ch'esso dovesse rJmanere fe– niomeno itallano, Je cui conseguenze a,vrebbero pesato su di noi soltanto. 1: Salvatorelli passa in rassegna alcune di queste manifootazioni, di tolleranza, di adesione, dd .iJnsipienza o di vera e pro– pria complicLtà la cui letturo noi vor– remmo raccomandare a quanti all'este– ro non si stam:ano di ri.ndiaccia.re oggi aU'Itaù.ia il suo passart;o fascista: l'omag– giio reso a ;tV[ussolini, nel nov~bre '22, meno cli un mese dopo la marcia su Roma, da Ourzon e Poinicaré a Territet presso Losanna; la decorazione offerta– gli dd propria mamo i.I 7 maggio '1923 da, re Giorgio V, che 11icordò l'a,vvelllUto supe,ramenito della crisi italiana « sotto la guida sapiente di un forte uomo di governo•; l'appogdo del Governo fran– cese a.lla tesi fascista su,Ll'i,nciden,te di Corifù nel settembre; iJ ddstin,tivo fa– scista ostentato nel settembre 1926 dal– la mog;lie del ministro iil®lese degli E– stei,i, si,r Austen Chaimberùailil; l'esall– taztione, in odio a Mosca, di Mus.solinl e deJ liascismo fatta nel gennaio 1927 a Rioma da Ch'Ull"chiLIalllora cance'.-li€•re dello Scacchlere; le parole di elogio e dd ami.ci2lia pronunci• n.el novembre di quello stesso =o da Br.iand alla camera francese; la nuova visita· di Chambex11ain in Lta1ia, COibC1],.usasi con l'affermazione dellil'accoroo tra le ri– spettdve po!Jitiche il 2 aprile 1929; la vùsita di Mac Donald e Simon a Roma nel marzo 1933; la riltiirata deHa So– cietà de!Je Nazion,i dì .firornte all'Italia fascista dopo licl guerra ibailo-etiopLca e le altre umiiliaziorti da essa subite in quell'ç>C)Casione,fino a quella v,isita, dall' A. i~onicamente qualificata ad pe– des, che ChambeI'lalÌlll e Hailifax fecero a Roma ancora nel genruido dell'illlfuu– stJO 1939. In questo periodò i,l « Duce• non a– veva fa 111:omistero dei , suoi propostti, cq;l come non aveva fatto lll!istero dei suoi l'aiutare dd Mem Kampf, anche se aJ.temava i discorsi bellicosi con discor– si a carattere pacimsta, per disorienta– re e ingannare ahi si fermava aHa su– pe-r,ficie, a:tl'esteriorità di qua.lche ma– nifestazione oratcmia. Ma non ci voleva mo!Jto acume per comprendere quale dei due a.ttegg,i,a,menti meglio rispon~ d€6se ai reali. pr~ti dii Mussolind, a.lla sua mentalld,tà, al suo indirizzo i– deologico. In altri termilIIJÌ, MussolilllÌ fu, a suo modo, coerente in poJi,tica estera così come lo fu in pohltica inter– na; e tanto peggio per ch!Lnon volev capi,re. E Satl.vatorehli elenca tutte le •tappe di questa poli,tica estera, lillleare nonostante certe apparenze esteriori soprattutto neli!a politica verso la ~u– gos!a,via, in queLla verso la Fran.cia, in quelila generatle. A proposito deHa quale ewJi aveva atf€11'ffiato iiin dà! maggio 1924: « Abbiamo frantumato tutti gli osta.col,i all'illlteamo. AfDronteremo con la disciplinata tenacia dei forti queLli che ci veniissero da,ll'es1er-no •· Eta Ulll'affe,rmazione gratuitamente spava-1- da cui non corrispondeva nessuna pos– sibilità reale, cert,o: ma era pure l'in– dir..e sicuro di Ullla volontà, che sairel>be stata realizzata ognd qualvolta e nella misura in cui rosse apparso possibile. Ii non arvere le Potenze occidentali' te– nuto conto dd questo, permise col tempo quegli svi'lluppi che, attraverso la. guerra etiopi,ca e l'mterrv-ento in Ispag.na, por– tairono aJ patto d'acciaio e a,lla parte– cipàzi-0ne dell'Italia ail!a guerra mon– dia1e a :tlìanco de1lla Gfilmanda. Non è colpa di Mussolini, osser•va Sawatorelli, « se gU uomini d'ordJimle e i politici rea– L~ti d'Inghilterra e di Francia. non vol– lero capire ». La conclusione che si può trarre da questo studio è quella, esplicitamente affermata da LI'A., che solo UIIl regime combiina:to di democr-az.ia al!l'dnterno dei singoli Stati e di demoora:zda nei rap– porti internazionali può da.r vita ad u– na, pacifica con,vi'V'0Ilza internazionale, attraverso un sistema di sicurezza col– lettilva. Ma la sicurezza .oollettiva n,on basta sorliver!a nehle di-Ohiara– ziond e negli impegni ÌIIlternai.iona.lL Essa presuppone ili rLspebto generaJiz– zaito di e&ti rpriJllc:i,pi,i fondamentali, oioè l'esistenza di' que.!Jla base, co=– ne ai membri della comllllllÌtà gÌIUridica i,nbernamonale, ohe prescinda comple– tamente da:gli « istÌ!tU,ti poldbioi, sociali, reldgiosi dei singoli popoli », JJ,1a che oggi (~ avvendmen-ti di og,ni giorno 'Sop.o li a dimostira.rcello) sembra man– care. A questo proposito iJ Salvaitore!Ji, che crede vedere nella tendenza im– perfa.!:istica seguiita - alme<Il() in appa– renz.a - da,11Ja Ril.lssia SOViÌetiica in Eu– ropa (e perchè solo .-i,n Ew-opa? •) una politiJCa di sicurezza, è più ottimista dii noi.. Ci auguriamo sol.tanto ch'egli al:ibia ~ane. . an. b.

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