Lo Stato Moderno - anno III - n.16 - 20 agosto 1946

• • M8 LO STATO .~òDtRNO psicologicamente negativa sotto questo punto di vista. Fu un errore volerli 1rendere capillari, farli uscire dalla loro natura di alleanza di partiti e dalla loro 'funzione di organi provvi– sori di designazione delle cariche in attesa delle eletibni, di surrogato del oontrollo popolare operato mediante il con– trollo dei partiti. Essi diedero a mo:ti la sensazione che l'on– nipotenza burocratica fosse ancora preferibile. Nel Nord e nel Centro è diffuso il risentimento contro il vigente sistema che opprime ed impaccia. Ma le masse non sentono ancora questi problemi ed i èeti borghesi ne fanno un generico motivo di malcontento cronico, xestando sempre timorosi di vére autonomie. sarebbe uno Stato mnobae, lo Stato più ponservatore ,che sia p1ai .esistito. . , . L''ammmistrazione ,non è clie un aspetto .della polifica, come la logistica :non è ohe un aspetto dellia strategia. . • Lo Stato amministrat'ivo furebbe ,<Wl suo"iitrumento, l'am- ministrazione, la sua .meta, rinnegherebbe la sua ,essenza, che è il)Olitica.Lo. Stato ~ il .centro, il .risultato e I' orgruìizz•~tore ~i ,quanto fermenta ,nella v~t'a p nella !50Cietà; e ,pe'r que61:o eisso .si plasma conttnuamente secondo il perpetuo divenfre umano, perciò non ha ~eme fine Jia ig€1Stiòne amministrativa. t l\lARIO BONESCHI C'è il Mezzogiorno continentale dove in parte si ripete Q · b la situazione del '61. Anche allora si parlava di autonomie. UalltUm • -,UUt(!,tUS a Ma gli esuli napoletani fecero pressioni a Torino perchè dis- • 6ero che il loro paese era troppo corrotto ed arretrato per avere Uln' autonomia ammini-stra-ti:va.Molti - e non '1ei meno elevati - spiriti del Mezzogiorno sono anche oggi contrari alle autonomie. • i sono }e iso'le, !love fo .ten<lerize.autonomml'e 1i rnani– 'f~fu in forma spinta, dove si fucinano P.rogetti .azz~rdati e risentiti così da provO'C'are reazion'i eocesswe, ma irresù,-tibiH. ' C'è il Treptino, ~e Iicorda -la li.bertà Joc~le goduta sotto gli Asburgo, e solennemente ,iconosciuta da noi con una regge <le'! 1920, ,che ipoi il fascismo stracciò. E i partiti? I <x>munistisono acoentratori per temperamento e per tradizione marxista. 11 loro congresso ha paiilato di un •regime spec'ia1eper le isole .ed ha condannato il .feideralifimo. Non 1,ipuò dire ,clie sia ,una poo:izione.ohiaTa: perchè di federalismo ne'! senso politico della ll)'arola nessuiio vuole se– riamente il)arlare, compresi forse i repubblicani - cosi .akného vogliamo sperare - che ~rllano di federalismo, più per ag– ganciarsi a certe loro trad'iziom, .che ,non per puntare su di una fonnru:ione di .stati. I socialisti ·continuano nelle foro tradizion'i che sono cen– tra&te. Invocano, come hanno sempre .fatto, J'autonom'ia co– munale, ma non dicono qua1i sara'll'llo i mè'Lzi finanziari p'er sostenere questa autonomia e come credono veramente che rl CQmune pos,,sa sostenere tutta una vita lÒcale. &si sono cont>r'11'i .a'lia,regione; anch'e in questo Turati - regionailista - fu un isolato nel tP'3rtito socia}ista, e la sua traldizione non fu seguiba: . I <lemoorist'iani non tsi isa quanto vorranno riprendere del programll\la .del partito popolare, che fu il p,rimo partito na– zionale a proclamare un .deciso programma :regionalista e che fece .di questo ~amma ì'I centro cfellia sua critioa aUo stato liberale. Ma .allora j il)Opofari non sognava.no .neppure ~ e non desideravano - di diventare maggioranza, .mentre oggi 'si -sentono i detentori 'Cielpotere- E, ,quarrdo si pensa di .diri– gere lo &:t,ato,si pensa lal centrammo 'Come 'ad 'un comodo si- ' ·steID'.I di govemo. Infatti ii g<>!Yemo De Ca-speri non ha d:to ·corso .ad un ,progetto del Gabinetto Par.ri per le .CoD1Sult'e r – gionali led ha sopipre-;so i prefetti pdlltici, modesto e non in– felice ,tentativo di portare nelle !Prefetture l'aria nuova del.la vita locale. · Le fr.azioni <lemocratiche sono più o meno screziare di regionalÌlm!o. l liberaJi lll'\Vecesembrano voler riprendere le loro tradizioni: contrari alle r.egioni, essi sono favorevoli in teoria 11'1 <lecenfr'amento, il ohe si ridurrà al •r'icantare 'Ilda fle- b'ile canzone. · All'estrema desl'ra si !Pìlr'la di Stato amnl'inist:J:ativo.Lo Stato ·amministrativo ,non e&iste: sarebbe come dire l'uomo fatto d'i sole gambe .. Lo Stato è l'organismo poli.fico per .ec· cellenza, e l'amministrazione è il mezzo di estrinsecazione– del~ sua attività. .Lo Stato roe si l:imi~e ad nmministlrài-e, Fa piacere v~e che la storia cammina, ~ gli iuomini con l.ei . E se da questo può derittire un oerto ~ di, tra– y/ormisrrw, non vi. l}aS!,iateing,amt,are, perchè non sono gli @mini che, per motivi più o mene 'COn{'es.sabili, cambiano oasacca; è semplicement;e la 6toria che muta i ~oi strumenti. · Non è dunque per rl}ievi di ordine pers<ma!e che met~ tiarrw in carta, dedicato olla 'riflessione politica di quei pochi che k leggerlmno, un 1'icordo cl~ c.i è s,a/:p,to in mimtÌJ 'fil/a 1 /ettuM di un ordir,e del giorno vototq due mesi flll 1fu.l Con– siglw Naziorwl.e del Partito d'A~. L'~tJo potrà anche servire a· chi domani vol.es -sescrivere un-a veridica istoria di , quel partito e delle vicende che condusero alJ.asua. catastrofe. L'ordine·del giorno a cui alludo (e che pubblicato nel– l'Italia Libe{a di Roma dèl 25 giugnc 1946) dioe: « Il Con– siglio Nazionrale del Partio d'Azione con.sta,tala gravità ,della situaziom3 della Veneria Giulia nel momento ·atw.ale; afferma che una pace di giust-izia potrà rrea!i~si prendemù, per base la linea Wilson, .roasturando il Corpo separato di Fiume e riconoscendo un'ampih a-utoriomia a Zara, l'uno e l''dltra ga- rantiti d'all'O.N.U. ». • . Ed ecoeo ,i rirorcÙJ. Nel, maggio o giugno del 1945, quancw le sorti di Trieste voJ,{!#004W al dramma, venne a Milano, e partecipò a una seduta dell'FJsecutivo, una dtde– gaztorte triestina, la qual,e, term'irlpta Ja sua esposizione, si alk>ntanò. . ,.. Venne odJ:Jcra in discussione un progetto di orairte del giorno che indicasse l'atteggiamento del Pàntito verso tale problema. Non fu senza,, fatica che si stirappò mm -pallidu ilifesa del.la italianità di Trime (altro che Venezia Giul.ia e Fiume e Zara/); e non mancò da parte di taluoo, che -fa ancora parte dell'Esecutivo del Partito d'Azione, ia brillante osseroazwne che, ripudiandosi dal Partito ogni concezione nazion~stica, il ,problema dove1JaeSle[e esaminr.to solo sotto il profoo del.la « progressività sociale-» e che, da ude punto di vista; là democrazia di Tito dova assai m:aggwr affida– mento di quella italiana. Questa osservazione, barr.alepiù che fol.sa , fu immediatamente rintuzzata; ma così si approforulioo sempre più quel solco che doveva condurire àlla scissione e, nelle steso tempo, come abblarrw già notato, rwsavire quelli ·che si piccava110 d4 un « sinistrisrrw » di ,tipo spinto. E cbAJ fosse anche di tipo pul'qJnente verboso; l'ordine del, giorno di cui sopra ve lo ,potl>ebbeconfermMe, se ve ne fosse bisogno. « Tempora mutantur et nos mutamur in illis-+>; e va. bene, _e l'abbiamo pr~Q. Ma allora perchè votare coritJempora– neamente (i,..,pubbl.icaresempre nello stesso nu,o del gior– nale) un fiero online del giorno dove si « constata la neices- . sità che il 'Partito iprenda posizione c.ontro il trosf ormismo che il regime di coalizione minaccia di imporre al Paese... ?». Vivere e lo.sciar.vivere è -un gran bel principio. A meno che non Òi si decida a far le t;Ose sul serio. VITl'OR •

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