Lo Stato Moderno - anno III - n.16 - 20 agosto 1946

LO $TATO MoDE!RNO " RASSEGNA DELLA STAMPA ESTERA IL PROBLEMA PALESTINESE La stampa periodica Imi.tannica de– dica in <lUffli mesi molto posto al pro– b1ema palestinese. -The Economut del 13 ·1,ug110 esamina compiutamente le à!fflcoltà cui ['Inghilterra si trova di h-onte, sia cll.e !:l Governo brita:nnico si decida per una 501,uz!oneo per ,l'aJtra. L'intervento diretto dehle d'orze amiate " sedare i torbidi ipa,lest!nes! ha susci– tato una • vampa di emozioni» in Pa– lestina, Stati Uniti e Gran Bretia~a. ma non ha sostan:malmoote mutato gU scopi che Ja ,politica sionista si pref!.gge: ooo, immediato, l'Immigrazione di 100 mil.a ebrei dall'Europa, J'a,ltro, più lon– tano, la creazione di uno Stato ebraico· nel paese. Nemmeno da ,parte araba del resto la si tuazl,one si è chiarita: gli arabi semplicemente dlohla·rano di non poter accettare ·1suggerimenti d~l raro><>rto presentato daHa Commissione di esperti an,gl!o-amer'icani. Se essi non respingessero ogni ulteriore lmmig;ra– ti'orie ~braica In Pailestina, la maggio– ranza di cui godono, scesa .già da.!Jl'87 % al 69 %, sarebbe posta Ln ,pericolo. Essi r~ingono pure la ~opostl! delila Oom– m!:sslone, secondo la quale la Palestina non dowebbe essere nè araba nè ebrai– ca, ood,uceru:lk> che questo punto impe– direbbe ~•esercizio del diritto di mag– gioranza. Ln:nne • {11! a,rabi chiedono ohe :ta ~estina sba ,uno Stnto arabo; poichè g!i ebrei -da ipa.rte ,1oro chiedono che la Pllile$tma. sia un.o Stato ebraico, H divarlio fra i dv.e pu.1llti cU vbt.a è in– concl!iabiLe ». Non Yi è !PUre stato alcun_mutamento nella politica amerdcana. n Presidente Truman ha :reiteratamente insistito perehè 100 ml!la persone abbiano assi– curato l'a-ccesso in Pa,lestina e si è all>– che offerto di sostenere le spese per hl trasporto degli lmmlgrrantl dall'Euro– pa. « Ma inè il Pre.stdente nè a,lcun al– tro capo - Tesponsal>Ue o imresg>0n$0• bile - <!e!i'o,pinione pu.bblf.ca ameri 0 oona ·ha fatto ca~e di rendei,si conto det!e diffi«,lt;à di. soddisfar,e. I.a richie– sta di ,una grande immigrazione imme– diata, o è ,prepaTa,to ia 110StbeMTe te ~– &e che Vl!1'Tawno riohieste SIU! luogo, in de-n,arq e probab.Umente i'\ vite di l'Ol– dati, iM.teme don t! .Govè-nno britnn– nico ». Questi SOll)O i termill11 dna-Iteratl del dilemma cui 'i:1 Governo britannico si trova di fronte. Soltanto due nuovi 16t- · it<>rt sono apparsi, e tali da non sem– plificare il compito del Governo. L'uno è la :rlsolmii~, presa quail.ohe tempo fa, ma ora divenuta consegJUenza lne– vitabhle della decisione i~~ di la– sciare l'Egitto, di apprestare una gran– de base militat'e nella Pa,lestina meri– dionale. La strategia imperiale britan– nica è ora legata più clle. mal alla Pa- lestina, ~ e nel-lo steS3o t~ le auto– ritd brltannf.che halnno ceua.to, nel senw completo del termine, di -e • disin– teressate». L'aMro nuovo fattore è rappresenta– to daJ. fatto che l'azione en~ca In– trapresa contro ~i ebrei in Pa.lestlna e la violenta reazione emotiva del mon..– tlo ebraico hanno diffuso l'interesse per H problema palestinese russai più di quanto non comporti 11a sua importan– za, pwr no~le; in conseguenza si so– no rivolte molte so!J'ecitazioni. al Go– v1rrno perchè dia un ind,irizzo chiaro e rapido aua politica britannica. Solo una itale chiarificazione - si pensa - potTebbe calmare H fermento presente e porre le basi ~ una riso– luzione d'el contrasto. Ooloro che criti– cano il Governo hanno probabilmente ragione: una presa di posizione sarebbe desiderabile; ma disg;raziatamente o1 'sono a,lmeno due ;ragioni per 'le qua-li una ,presa cli posizione immediata e de– cisiva è iper il momento ruori questio– ne. Anzitutto non si debbono prendere impegni finchè non siano stabiliti i ai– miti della cooperazione anglo-america– na; in secondo luogo, e questa ragione è ,fondlamentaJ.e, una soluzione deve te– ner con,to accuratamente del nuovo e– lemento delila situazione pa'lestlnese: la necessità di una nuova grande base mi-litare britannica nella Palestina me– ridionale. Il Governo 1br!tann!co, serondo The Eronom.ist, ba di fronte a sè la possi– b~liJtà dli scegliere :flra tre politiche. La prima politica consiste nell'Qccet– tare il sU1gigerimento cofitenuto nel rap– porto della Commissione anglo-amerl.:.' cana e continuare il'amminlstrazlone mandataria per un periodo !indetermi– nato, cereando nel -medesimo tempo di ottenere J'e.ppoggio ebra:lço con una continua immigrazione e l'acquiescenza · araba CO!ll ,u,n ambizioso programma e– conÒmico, d.Lretto ad elevare dl tenorè dli vita d~ arabi, programma finan– ziato da tasse normali o speciali, il cui peso ir!cada in gran parte sugli ebrei. La difficol<t.à di questa politica sta nel fatto che esige ,un alto <l06toin uomini e in denaro. Tanto gli atab! quanto gli ebrei chiedono flnclipendenza, e, pri– vati di ogni prospettiva di ottenerla, renderebbero necessaria la presenza di una grande guarnigione bene annata. Inoltre 1'immlgraz!one ebraica non potrebbe essere illimitata, mentre d'ai– tra parte gli ebrei non SM'ebbero soddi– sfatti di un limitato dlirltto di entrata. Da-I lato a-rabo, a parte Il fatto del-le grimdi spese clie comporterebbe l'ele– va,re Il teRore di vita degli arabi, la storia recente del Medio Oriente non ci spinge a crede,:è che un arabo beo n\AU'lto, ben ~ca.to e. bén pagato sia meno ,nazionalista d1 un !e!llah illette– rato. Al contrarlo, Il nazionald~o an– bo trova il suo appoggio più valido nel'le classi medie. Oltre a tutto, wia ·cootlnuazlone dei' ,regime mandlatarlo non farebbe che continuare le condizioni di questi venti anni passati, in cui Ja Gran Bretagna aveva il suo da fare a disconten tare arabi, ebrei ed americani; una tale con– ti-nuazione sarebbe ragionevole soltanto se gli americani consentissero a divi– dere il costo dell\a,mm!nist:raz!one, a provvedere i capitali ed anche a . dare li proprio contributo In' personale am– ministrativo e militare. Ma ['esperien– za ci Insegna ohe il condomtn!o è un,o dei tlpi di ammnistraz!one pù diffic!Je ad attuarsi, nè a.virebbe qua·lsiasi effica– cia nel preparare i popoli ad un futuro gOV'Cmoautonomo. L'unico at"gome-nto valido d1 questa tesi può dlm la rela– Uva faciJ.iitàlddmantenere la nuova base mULta,rebritannica. Una SecoDlqll possibile politica saireb– be queRa di_ spingere i due popoli a risolvere I problemi comuni e a formare un Governo cui pos&ano venir tras:fe– ritl I poteri. Questa politica prevede il terml-ne dell'ammini11trazione mandata– ria per mezzo di un accordo, in cui ara– bi ed ebrei si Impegnino- a formare un Governo palestinese sotto l'amministra– zione del quale, sia oon un sistema can– tonale o con una irederazione In mln,!a– tura, essi possano vivere pacificamente fianco a fianco. La considera21ione ~– la completa Ubertà da Ingerenze britan– niche e Qa responsahH!tà debl'ammlni– strazlone dovrebbero indul'Te entrambe le parti ad un ragionevole compromes– so. Ma sperare che la semplice libertà da ag;ni Ingerenza della potenza manda-ta– ria va-~ ad eliminare le divergenze è invero troppo ott!mlsmo:entrambl i po. poli sembrano oggi decisi, da una parte ad ottenere un governo di magg!oI'lKl– za, e dall'altra a mantenerlo. L'lmpossi-bllltà o l'incertezza di un'al– tra s.oluzlone ha dndotto molti al'la rl– Luttiante oonalu,slone' che J.a d:lvis!one in una forma o nell'altra sia la sola so– luzione. E' vero clJ.e tracciare le fron– tiere di una Pailestina divisa offre d!f– flooltà lnsupe1111blll e che la distrlbu– zione di colonie ebraiche e ara~ è cosi intrlcaita clie il rapporto Peel del 1937 e quello recente deHa Comm~one an– glo-americana sconslgl-iavano questa 90- luzione ritenendola impraticabile; « pu– re questa può 888ere la ~uzione, ,e ognt altra è tanto impraUcabi!e da ec– sere addirittuTa impossibile». L'argomento più valido a sostegno di tale soluzione è 'Che • poichè ,a-rebbe soddisfatto il desiderio deUe due par– ti di ottenere. un proprio Governo tndt– pe,n,dente! la ffl4 -r•ea.Uz%1azione, no.11 pre-

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