Lo Stato Moderno - anno III - n.16 - 20 agosto 1946

L~ STATO MODEnNO RASSEGNA BIBLIOGRAFltA L'aggressione internazionale La fine dleùJa guerra ha arrecato la piu amara delusione a tuttli coloro che avevano creduto che la tragedia del- 1',irnmane conf1itto potesse indurre gli uomini di Stato alla crea2lione di un sistema poldtico, non più basato sul– .l'odio nazionalistico e sulla sopraffa– zione Infatti, se <Ull miracolo non ac– caàril, la struttura della comunità in– ternaziona~e, che si sta in questi ,gior– ni ~tlcosamente delineando, non dif– ferirà sostanzialmente dalla struttura che la società internazionale ebbe nel periodo fra le due guerre, - in quel periodo, che uno storico recente, ha ohiamat-0 dell'anarchia intennazionale. Avremo quindi una serie di Sta;ti, l'un contr-o il'altro armati; fra questi Stati si formeralllno n-aggru;:,pamenti (qua.Ji l'O.N.U.), i quali acquisteranno un !Pl'edominio più o meno grande nel– la comunità mondiale; vedremo usati probabt:mente i più veoohi .sistemi deilla politica narzionallistica ed assisteremo a vJolenti te!lltativi di modi.fLcare la situazione di fatto in cui si trovano gli Stati. E' per questa tragica coincidenza di situazioni che il libro di Enrico Serra: « L'aggressione internazion'. l.le •• (Mila– no, Hoep:i, ed. 1946, L, 200}, è di gran– de attualità. Si, tratta di un libro di di.ritto intenlazionale, che però non si lrimita a i11Cutereastratte formule giu– ridiche o a creaa-e costruzioni dogma– tiche, bensl vuole, daJ.la viva esperien– za dehle irelaz~i l!lliternazionali, dedur– re i principli giuridici che questa es,pe– rienza hanno diretto e ravvivato. Eb– bene, è da questo studio basato sui so– lidissimi argomenti dehla realtà inter– nazionale, e tendente a stabilire solidi concetti giuri.dici, che il lettore atten– to comprenderà Ja necessità di avere concetti chiari, di .usare, nel linguag– gio dliplomatko, le paro"e con precisio– ne e con cautela. L1 libro del Serra ci prova che, par– lamio di a~ssione internazionale, g,li autoiri dei vari tratta.ti bilateiraH e plu– rilaterali, entro e !fuori l'orbita della Società deLle Naxloni, non si riferivano ad un significato preciso, ad un'unica idea: talvolta con ila parola « a,ggres– sione » intesero diire attacco, talvolta si– gnificarono l'azione violenta, diretta contro l'integrità terrltoriade e l'lndi– ~enza politica deJ.lo Stato. Orbene, questa gravissima ll).ancan– za di precisione, questa incertezza di vocabolo, sarebbe di per sè un fatto assai grave: ma è ancora più grave, ove si pensi ohe essa è solo un sintomo di quel sistema di, approssimazioni, di insincerità, di equivoci, e di mala– fede, su oui si basava tiutta la S. d. N., ossia tutto il sistema politico f,ra le due guerre mondiali. • Iii mondo diplomatico è sempre sta– to, per tradizione, Ll mondo dell'ipo– crisia e dell'equivoco. Ma se pensiamo al mondo dlP:omatico deU'B00, al mon– do dei Talleyrand, e .dei Bismarck,· dei Cavour e dei Di~aell e lo pairagonia– mo a quehlo del '900,\:i verrebbe fatto di esolamare come il poeta: « O gran bontà dei cavaJieri antiqui •· L'800, dandoci un'alleanza su cui si imperniava tutto ~l sistema politico di aHora, ossia creando la Santa Allean– za, la definiV'a nettamente quella che era: la ohiamò « ahleanza », ossia una riunione di paes-i, associati per deter– minati scopi, che nelle intenzioni dei reggitori, oolnoidevano con i fini supe- ·riori de,ll.a giustiziia, deMa pace e della civiltà. 11 '900 invece non ebbe mai i.I corag– gio di chiamare con il suo vero nome la S. d. N., che, nata come una a,llean– za, era sempre rimasta tale. · La stessa mancanza di precisione, ed anche di sincerità, nel definiire !'aggres– sione internazionale-edJlSerra la met– te in piena Luce con una lunga ed esau– riente ,indagine - non sarebbe in sè e per sè ~nde male. Fu male grandis– simo invece, perchè inrnce di una estre– ma incomprensione, di una ma.:.celata e continua diffidenza, deLl'impossibÌll– tà di trovare ,un metro .com.une che ~i Stati, fondamentalmente liberi di espli– care, una loro politica naziona.:istica, non tenuti Insieme da a1ouna grande idea di cooperazione ,internazionale, su– birono e vollero nellp stesso tempo. La S. d. N. doveva, coerentemente al suo sistema, cerc11:redi defini,re e pu-– nire J'aggressione. Dovendo dare una parvenza di ordine ad uno stato di co– se anarchico e caotico, la S. d. N. non poteva, non essendo riuscita ad im– porre una sua idea, che reggesse la vita internazionale, che sancire il manteni– mento d@o « status quo». Ma si è fer– mata quasi esO:usivamente all'aspetto . pi· emplice dello « status quo», quel– lo terriitoriale. "\E quindi doveva col– pire coloro che lo « status quo » vole– vano violaire Di Qui l'e me importanza che il fatto e gU atti posteniori della Società hanno dato al.La viola:l'lione dell'integri– tà degli Sta,ti. Di qui la tendenza a dare aJla parola aggressione il signifi– cato di violazione territoriale. Ci spieghiamo, partendo da queste considerazioni, come la s. d. N. abbia reagito con tutta l'energia di cui era capace. a tutte le aggressioni che ten– devano a modi!ficare la carta del mon-, do; mentre molto meno si era commos– sa a vidlazioni di gralvi,tà anche mag– .glore, perchè turbavano tutto il sistema i-nternazionale - vedi. la politica di ~ progressivo svincolamento della Ger– mailtla dai tra,ttati di pace -, ma non parevano, in un primo momento, com– portaire cambiamenti territoriali. In qU'esta manca-nz;;a, di un chiaro concetto politLco che reggesse la comu– nità dei ~11, In questa anarchia in- · ternaz:ionale che si nascondeva sotto !Jn esagerato ossequio a quello che del– la pace è uno solo d!:gji aspetti - la tutela dell'integrità territoriale -, sta tutta la debo:e·zza della S. d. N. Debolezza che andò aumentando co– gli anni, da quanào si volle sempre più onistallizzare lo stato di flàt attuaJe, togliendo alla Società i.nternazionale i mezzi tradizionali, che, riso:vendo le controversie internazionali, potevano modificare lo stato di ~tto. Purtroppo ~ errori si stanno ripe– tendo. Anche J'O.N.U., ohe H Serra esa. , mina con occhio severo, non è finora stata capace di creare un·organizzaZlo– ne i·nte<mazionà:le 1·etta <la ,un'idea costruttiva. L'avvenire ci dkà se da,1J'O.N.U. si sviluppera una vera Soci\tà democra– tica, quale quella che In un più ri– stretto ambito ha saputo affermarsi nel mondo americano, ovver-o una Società. retta da•:1'eq_uibbrio armato di talune grandi potenze. Se un merito lo statu– to de1'1'O.N.U.iha, rispetto al Patto, esso è que!Jo - che all'autore del Libro ap– pare però un demerito - di non axer sopravalÙtato l'aggressione, ma di a– verla fatta rientrare nel più ampio concetto della violaz,ione della pace, riaifil'ermando con-temporaneamente che 1a violazione della pace, qualora rientri negli scopi deùl'O,N.U., è non solo am- messa, ma leci,ta. • Noi quindi riteniamo che l'art. 39, per cui li Consiglio di Sicurezza è te– nuto ad accertare J'esistenz.i di qual– siasi minaccia alla pace, vio:azione del– la pace, od atto di aggressione, intesa nel senso in cui la intendeva il patto della S.d.N., ossia come violenta azio– ne condotta da uno stato contro un BJ!tro stato allo scopo di ann~ttersi parte o tutto il suo territorio o di le– derne i,n modo defiajtivo l'indipenden– za politica, non ipuò che costituire uno dei pericoli' contro Ja pace. . Rdusci.rà l'O.N.U. ad evitare le ·ag– gressioni? B ,Problema non è che un a– spetto di un problema più vasto e più generale. Riusclri l'O.N.U. a creare un sistema 1nterna:l'lionale che iriesca a dare al mondo un periodo di pace? E' ev:– dente l'd,nsuffictenza degli sforzi finora condotti. Solo trovando quel!o che fi– nora. non hanno trovato, ossia una idea superiore che li ~isca, i popoli riusciranno a creare un s~tema che, as– sicurando l'armonica convivenza, ci sal– vi dalla tragedia di una terza guerra mondiale: SANDRO MIGLJAZZ,\

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